Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Dea Agnesa    04/03/2017    5 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutto questo non ha senso…PenSò Magnus.
Non riusciva a stare seduto senza far niente, così, mentre aspettava che Adrian uscisse dal bagno, si mise a fare avanti e indietro nel soggiorno della suite. Tutta questo aveva qualcosa che non andava. Non aveva senso rapire un bambino. Magnus non faceva altro che ripetersi mentalmente tutte le informazioni che aveva per cercare di capire dove stesse sbagliando. Per prima cosa il rapimento del piccolo Max da parte di due criminali da 4 soldi, l’incontro tra il vice-presidente delle industrie Toyobo e il sovrintendente di Scotland Yard con conseguente archiviazione del caso, ora anche le informazioni che gli aveva dato Adrian. Il presidente della Toyobo, Valentine Morgenstern, a capo della Yakuza Giapponese, interessato ad aprire una fabbrica a Londra da usare come copertura per il traffico d’armi e lo spaccio di droga.
Aveva tante informazioni ma non riusciva a trovare il filo conduttore. Un’altra cosa di cui proprio non riusciva a capacitarsi era come avevano fatto a scoprire che Magnus Bane si era interessato al caso. Era stato chiaro con Robert che il suo nome non sarebbe dovuto essere associato al ritrovamento del bambino. Adesso che la Yakuza sapeva che i loro affari potevano essere in pericolo non lo avrebbero lasciato stare.
-
Adrian uscì dal bagno, avvolto da un accappatoio, e si piazzò di fronte a Magnus.
    - Mmm – fece Magnus sovrappensiero.
    - Verrai con me!- disse tutto d’un fiato l’amico.
    - Cosa?-
    - Andiamo in Germania. Se restiamo qui saremo in pericolo entrambi!-
Magnus gli sorrise, gli diede una pacca su una spalla e uscì sul balcone. Adrian lo seguì con sguardo ostinato. Avrebbe fatto di tutto per proteggere Magnus, come lui aveva fatto di tutto per proteggere Alec.
    - Non posso scappare per sempre Adrian – gli rispose Magnus sentendolo dietro di sé.
    - Ti verranno a cercare –
    - É vero…- disse Magnus calmo guardando il cielo
    - Ok…- Adrian battè una volta le mani – Deciso: vado e uccido Valentine! Morto lui nessuno si preoccuperà più di te, si scanneranno per prendere il suo posto.-
Magnus ridacchiò – Vorresti uccidere Valentine?-
    - Se questo ti salverà allora lo farò!-
    - Non sono questi gli ordini che ti hanno dato…piuttosto non dovresti fare rapporto su quello che è successo questa sera?-
    - Al diavolo gli ordini! Adesso dobbiamo pensare a te!-
Magnus si voltò serio verso il suo amico. Nel corso della sua vita era stato fortunato, sotto quel punto di vista, aveva conosciuto davvero delle brave persone, ottimi amici. Non avrebbe davvero potuto chiedere di meglio. Ora che era arrivato al capolinea gli piaceva ricordare i momenti passati con lui. Momenti che forse non sarebbero più tornati.
    - Magnus…perché non parli?-
Era questo quello di cui si pentiva di più. Non aver salutato i suoi amici. Pensare che forse non li avrebbe più rivisti gli fece salire un groppo in gola. Quelle sere passate a bere qualcosa tutti insieme gli sembravano solo vecchi ricordi.
    - Magnus…- Adrian gli si avvicinò
Se Alec poteva essere al sicuro nulla aveva importanza. La sua vita non aveva importanza. Sapeva a cosa andava incontro, eppure, stranamente non aveva paura. Non aveva paura della morte, ma di quello che si sarebbe perso…con lui. Non lo aveva vissuto abbastanza,  conosceva troppe poche cose su quello splendido ragazzo. Avrebbe voluto fargli visitare il mondo, vedere su di lui lo sguardo incantato di quando impara cose nuove, avrebbe voluto fare colazione ogni mattina perdendosi nei suoi occhi, sentire la sua risata, farlo arrossire…viverlo.
    - Adrian…sto bene- gli disse Magnus superandolo e andando a sedersi sul divano.
Dopo un attimo di smarrimento Adrian lo seguì.
    - Allora…risolveremo questa faccenda insieme?- chiese l’amico un po' titubante.
    - Certo – gli sorrise Magnus.
    - Bene!! Ottimo! Allora domani mattina decideremo il da farsi –
    - Puoi restare qui questa notte, si è fatto tardi- gli rispose Magnus alzandosi.
    - Va bene, dammi un cuscino che mi sistemo sul divano.-
    - Non essere sciocco, il letto è grande…vieni- gli rispose indicando la stanza da letto con un cenno del capo.
I due si misero a letto senza dire una parola. Magnus non avrebbe voluto mentire ad Adrian ma non aveva altra scelta, l’amico non l’avrebbe mai lasciato ad affrontare da solo questa faccenda. L’indomani mattina Magnus sarebbe andato da solo ad affrontare Valentine.
 
 
 
Era strano essere a casa, disteso sul suo letto, nella sua stanza. Si guardava attorno e nonostante fosse mancato solo per un paio di giorni gli sembrava che fosse passata un’eternità. Una volta quello era il posto in cui si sentiva più al sicuro, il suo piccolo rifugio in cui si chiudeva quando voleva pensare o stare da solo…adesso si guardava attorno e si sentiva in gabbia. Si tormentava ad aver lasciato Magnus. Da quando aveva messo piede sull’aereo sentiva un vuoto nel cuore. Era una sensazione stranissima che non avrebbe saputo spiegare, ma lui  sentiva che il suo posto era al fianco dell’investigatore. Appena pensò a lui il suo cuore cominciò a battere forte. Gli aveva detto che presto sarebbe tornato a Londra, da lui, ma quanto vi era di sincero in quelle parole? Magnus non aveva voluto dirgli niente delle indagini che stava svolgendo, non aveva idea di chi erano gli uomini che li avevano aggrediti e ancor peggio non riusciva a capacitarsi dell’interesse che dei criminali potevano avere in un bambino.
Tutto questo non ha senso…
Alec si coprì il volto con il cuscino. Prima che partisse Adrian lo aveva preso da parte e gli aveva raccomandato di non parlare a nessuno di quello che era successo a Tokyo. Questo voleva dire che non poteva parlarne neanche con Izzy e Jace. Pensare di tenergli segreta una cosa del genere lo uccideva.
La porta della sua stanza si aprì forte e prima che riuscisse a togliersi il cuscino dal volto venne sommerso da un corpo pesante e un abbraccio stritolante.
    - Oh Alec, che bello rivederti!! Ma perché sei tornato? Cos’è successo? Quando ho letto il messaggio in cui mi dicevi di essere a casa mi è venuto un colpo! Stai bene? Mi sei mancato così tanto!-
    - Izzy…sto soffoca..ndo- rispose Alec che cercava di riemergere dal cuscino che ora era premuto sulla sua faccia. Sua sorella glielo afferrò e lo buttò a terra.
    - Perché sei a casa?- gli chiese Isabelle, spostandosi sul letto e mettendosi seduta a gambe incrociate
    - Bhè…ecco- tentò di spiegare Alec.
Jace arrivò in quel momento, dirigendosi minaccioso verso Alec.
    - Cosa ti ha fatto?! Dimmelo Alec!- gli intimò Jace
    - Cosa mi ha fatto chi?!-
    - Magnus!! Io lo ammazzo!-
    - Non mi ha fatto niente!!-
    - No?- Jace sembrava sorpreso – E allora…perché sei tornato? Credevo ti stessi divertendo –
    - Io…volevo solo tornare – gli rispose Alec diventando rosso, mentire non era proprio il suo forte – E poi Magnus aveva degli affari da portare a termire…tra qualche giorno dovrebbe tornare pure lui –
Isabelle e Jace lo guardarono con le soppracciglia inarcate. Il fratello poi prese la sedia e la avvicinò al letto per sedersi vicino ad Alec, che rimase nel letto con Izzy.
     - Alec…se è successo qualcosa…qualcosa  che ti ha turbato…- disse Jace, cercando a modo suo di essere delicato – puoi parlarne con noi…-
Possibile che Jace sapesse dell’aggressione? Si domandò Alec.
    - No…non…perché mi chiedi queste cose?- chiese Alec agitandosi.
    - Alec  – intervenne Izzy – sappiamo che Magnus è un uomo, con più esperienza di te…-
    - Anche Max ha più esperienza di lui – sogghignò Jace
    - Jace!!!- lo rimproverò Izzy che poi si voltò di nuovo verso Alec che guardava i due come se fossero pazzi – Dicevo…Magnus ha una certa fame – all’occhiata di Alec la sorella aggiunse in fretta – Oh è davvero una brava persona, questo non lo metto in dubbio…ma forse…io e Jace pensavamo…non ti ha costretto a fare qualcosa, vero?-
     - Cosa doveva costringermi a fare?!-
     - Sesso Alec, parliamo di sesso!- gli spiegò Jace.
     - Io…- Alec era sconvolto – Io SO di cosa parlavate! E non credo siano cose che vi riguardano!-
     - Ci sembrava solo strano che fossi tornato così presto senza neppure avvertire – tentò di spiegare Izzy – Sembra quasi che tu sia scappato via da qualcosa –
     - Già – intervenne Jace – Io me ne intendo di sesso – si vantò lui – Ma non so quasi nulla del sesso tra due uomini…ma immagino sia doloroso, perciò se ti ha fatto del male…-
     - OH MIO DIO! Non voglio iniziare questa conversazione con voi! Non voglio iniziarla con nessuno!- rispose Alec ormai in preda al panico.
Jace e Izzy insieme erano sicuramente più minacciosi dei due uomini che lo avevano aggredito.
    - Va bene va bene – si arrese Jace alzando le mani – Ma per qualsiasi cosa io ci sono!-
    - Grazie! Ma non ce ne sarà bisogno!-
I tre rimasero così in silenzio per un po'. Poi Isabelle si colpì la fronte con il palmo della mano e esclamò:
    - Piuttosto, mi stavo quasi dimenticando…- guardò Alec con gli occhi che gli brillavano – Perché non ci ha detto che sei stato ammesso ad Harvard!?-
    - Cosa?-
    - Si la lettera…Max l’ha trovata dentro il cassetto della scrivania – gli spiegò Isabelle.
    - Oh quella…-
La lettera che gli annunciava che era stato ammesso ad Harvard gli era arrivata già da un bel pezzo. A quei tempi non pensava altro che a suo fratello Max e l’idea di andare al college non lo entusiasmava. Poter entrare ad Harvard era sempre stato uno dei suoi più grandi sogni, nei pomeriggi passati a studiare insieme a Jonathan i due fantasticavano di come sarebbe stato bello se entrambi avessero avuto la possibilità di frequentare un college così rinomato. Alec non aveva dubbi che Jonathan avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva dalla vita ma lui non era mai stato convinto delle proprie capacità. Adesso che aveva ottenuto ciò che per anni aveva desiderato, stranamente, pensava che non fosse più così importante. Adesso che tutto era cambiato, pensare di dover andare via e stare lontano da Magnus non era tra le sue priorità.
    - Io…mi sono dimenticato di dirvelo. Perché Max curiosava in camera mia? Di solito non entra se non gli do il permesso.- chiese Alec
    - Ecco vedi…- Iniziò Izzy - …a proposito di Max…-
    - Sta bene?!- scattò Alec.
    - Si si, sta bene…però…non vuole più dormire nella sua stanza – spiegò Izzy
    - Gli ho proposto di dormire insieme – aggiunse Jace – Ma non ha voluto…- continuò con un sorrisetto sulle labbra – Dice di essere grande per dormire insieme a me –
    - Però stare qui – Izzy indicò il letto di Alec – lo fa sentire al sicuro –
    - Quindi adesso si è stabilito nella tua stanza – concluse Jace.
    - Non importa – Alec sorrise – può prendere la mia stanza…io andrò a dormire nella sua-
Era impensabile credere che quello che aveva passato non avesse delle conseguenze. Max era un bambino meraviglioso, intelligente e molto più maturo rispetto alla sua età ma per quanto cercasse di far finta di essere grande e di non aver paura restava pur sempre un bambino di 8 anni che era stato rapito e chiuso in una stanza per più di un mese.
Izzy scoppiò a ridere così senza motivo, Alec e Jace si voltarono per guardarla mentre lei cercava di asciugarsi le lacrime in modo tale che non le si sbavasse il mascara.
    - Che succede?- chiese Alec che contagiato dalla sorella stava ridendo anche lui.
    - Stavo pensando…- Izzy cercava di farsi spiegare tra una risata e l’altra – Che Max…quando Jace gli ha proposto di dormire insieme e venuta da me e mi ha detto…- prese fiato – Che non dormirebbe mai con Jace, perché non ha la minima intenzione di svegliarsi insieme a lui e ad una donna con le poppe grosse –
    - Ma che cosa?!- Jace era rosso in viso – Non è vero te lo stai inventando!!-
    - Giuro che è vero!-
    - Non farei mai una cosa del genere!-
    - Se non ricordo male l’hai già fatto – gli disse Alec
    - Si quando ti sei portato a casa...come si chiamava…Chanel?-
    - Chantal!- la corresse Jace
    - Si insomma “quella”…hai cercato di nasconderla dentro la stanza di Max quando hai sentito che stava arrivando mamma –
    - Era la stanza più vicina, e poi Max dormiva!-
    - No che non dormiva…e l’ha vista!-
    - Ho sconvolto Max – disse Jace strabuzzando gli occhi .
  Isabelle ricominciò a ridere e Jace, infastidito, raccolse il cuscino che era a terra e la colpì in piena faccia. Poi tutte avvenne in un attimo, Alec si ritrovò coinvolto in una battaglia di cuscini.
 
 
 
In quelle poche ore che erano rimasta Magnus non chiuse occhio, non faceva altro che pensare che solo fino alla sera prima divideva quel letto con Alec e adesso invece avrebbe potuto non rivederlo più. Si voltò. Adrian dormiva profondamente. Il letto era parecchio grande ma lui sembrava occuparlo tutto nel suo metro e 94 e l’ammasso di muscoli. Magnus gli si avvicinò e gli sussurro:- Mi dispiace Adrian ma non posso permetterti di morire per me- poi si alzò piano senza farsi sentire e andò a cambiarsi i vestiti. Se doveva essere la sua fine voleva essere ben vestito. Quando fu soddisfatto del suo look lasciò la stanza. Aveva deciso di portarsi dietro la sua pistola, non perché credeva che gli sarebbe servita, ma perché più che un’arma era per lui un portafortuna. Lo aveva sempre tirato fuori dai guai, chissà che anche adesso potesse avvenire il miracolo.
Uscì dall’hotel consapevole di essere osservato. Quando arrivò quasi alla strada un uomo in completo nero lo fermò.
    - あなたは氏マグナス命とりがありますか?( è lei il signor Magnus Bane?)-
Magnus si fermò mettendosi le mani in tasca.
    - すべての私の素晴らしさで ( In tutta la mia magnificenza )-
  - あなたが私に従ってください氏モルゲンシュテルンが待っています (Il signor Morgenstern la sta aspettando, la prego di seguirmi )- gli rispose l’uomo, impassibile, indicandogli una limousine.
   
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Dea Agnesa