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Autore: Clara_Oswin    05/03/2017    3 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Cap 27 Spiegazioni – Parte Prima

Elena si avvicinò al letto dove Aris giaceva ancora addormentato.

“ehi, ho preparato la colazione” gli sussurrò a bassa voce scuotendolo dolcemente, non lo voleva svegliare in modo brusco.

“Aris?” lo chiamò ancora e il ragazzo sbadigliò aprendo lentamente gli occhi.

“buongiorno” le sussurrò con la voce ancora impastata di sonno.

I suoi occhi lucidi catturavano la luce del giorno e non appena si dischiusero fissarono quelli di lei per cercare di capire il suo umore.

“sei ancora arrabbiata…?” le chiese a quel punto.

Elena scosse la testa facendo segno di no. “ne abbiamo passate tante, supereremo anche questa” gli rispose

Aris cercò la sua mano e poi la trovò, la strinse fra le sue e non ci furono altre parole, ne avevano davvero passate di tutti colori negli ultimi tempi, avrebbero affrontato anche questo piccolo scoglio.

Si alzarono ed insieme si diressero verso la cucina.

“pronto per questa giornata impegnativa?”

“quando vuoi” le rispose sicuro di sé con la sua mano ancora stretta in quella di lei.

 

*


“bene, adesso che siamo tutti riuniti possiamo parlare schiettamente” Ursula era seduta a tavola e stava imburrando un'altra fetta di pane tostato.

Rachel, la madre di Elena non sapeva ancora nulla di tutta quella faccenda né che Aris fosse il figlio di Eric, la ragazza voleva spiegarle qualcosa ma non proprio tutto, lanciò uno sguardo disperato ad Ursula sperando che capisse.

“si, ci sono molte cose da capire” aggiunse sua madre, “specialmente perché una tranquilla gita in campeggio si sia trasformata in un rapimento forzato.”

“vedi mamma” Elena interruppe Ursula prima ancora che potesse parlare. “non ti ho detto proprio tutta la verità riguardo al ragazzo che ho conosciuto…” rivolse un’occhiata ad Aris che era impegnato a mordere un biscotto con eccessiva disinvoltura. “in realtà lui è un parente molto stretto di Eric, il tuo ex marito…”

La ragazza tacque un istante cercando di capire che effetto quella notizia avesse causato in sua madre.

Rachel posò la tazza di caffe che era rimasta sospesa a mezz’aria poi iniziò a scrutare Aris.

“devo dire che avevo visto una certa somiglianza ma visto che ieri era molto buio non ci ho fatto troppo caso… e dimmi quanto stretto era il vostro legame?”

I due ragazzi rimasero in silenzio, a chi toccava dare l’infelice notizia?

“sono suo figlio.” Ammise infine Aris. Elena avrebbe voluto ringraziarlo a voce alta ma quando vide l’espressione sbigottita di sua madre capì che forse era meglio tacere.

“suo…figlio? Ma come…com è possibile, quanti anni hai?”

“diciannove” rispose lui sicuro.

Rachel si portò una mano alla testa. “Eric non mi ha mai parlato di un figlio, io non sapevo nulla…”

“diciamo che non voleva che si sapesse della mia esistenza e di quella di mia madre…”

“cosa vuoi dire?”

Ursula Aris e Elena si guardarono, se Rachel era stata presa di mira dai cacciatori doveva almeno sapere il motivo.

“noi siamo… diciamo che abbiamo alcune particolarità di famiglia che ci rendono emh… diversi dagli altri.”

Rachel guardò sua figlia allarmata. “non avrai mica qualche morbo rarissimo?”

La faccia seria con cui lo disse fece scattare Elena a ridere, era più forte di lei. Si tappò la bocca con la mano mentre Aris sorrideva a sua volta.

“beh, non è proprio una malattia, parliamo più di peculiarità fisiche ecco…”

“oh santo cielo quanti giri di parole!” sbottò Ursula addentando un biscotto precedentemente inzuppato nel caffè.

“sono sirene!” disse nella maniera più autoritaria possibile.

Rachel guardò tutti e tre soffermandosi poi su sua figlia.

Un sorriso prese a comparire dalle sua labbra fino a che non si trasformò in una risata; prese il caffe che ormai si era raffreddato e ne bevve un altro sorso.

“ok, l’ammetto, questo è il miglior scherzo che ti sia riuscito Elena, davvero ben congeniato, ci avevo quasi creduto!”

Aris e Elena si guardarono per un istante incerti se insistere con quella versione o lasciare credere che tutto fosse uno scherzo.

Rachel si alzò e mise la tazza nell’acqua del lavandino.

“bene, se voi adesso mi volete scusare devo fare una chiamata urgente al carro attrezzi, qualcuno deve andare a recuperare la mia macchina!” fece per uscire dalla porta quando si fermò sulla soglia per rivolgere ad Aris un ultimo sorriso.

“è stato un piacere conoscerti, Aris, non appena avrò un po’ di tempo mi racconterai sul serio la tua storia, sono davvero curiosa di conoscerti.” E detto questo sparì in soggiorno.

Elena si rilassò sulla sedia.

“forse è meglio così.” Sussurrò.

“già, non avrebbe retto tutta la mole di informazioni che avremmo dovuto dirle, alle volte è meglio tenere le cose nascoste per proteggere qualcuno” disse Ursula con tono saggio.

Tenere le cose nascoste per il bene di qualcuno. Ursula non parlava solo di sua madre, anche lei doveva essere complice di Aris e del suo silenzio.

“adesso ragazzi, visto che finalmente siamo soli e fuori da ogni pericolo sarà meglio che vi racconti quello che so… Aris credo che tu abbia avuto modo di sentire qualcosa riguardo i Cacciatori di Sirene.”

“si zia”

Era la prima volta che Aris la chiamava così.

“bene,”

La strega si rilasso sulla sedia e si mise a fissare il soffitto con lo sguardo assorto, stava cercando di riportare alla mente dei ricordi ormai sbiaditi.

“Elena, hai avuto modo di conoscere la storia dell’origine dell’ostilità tra umani e sirene da come ho capito.”

“in realtà,” l’interruppe subito Aris.

“vorrei spiegarle meglio come sono andate le cose,”

“capisco” la strega lo guardò intensamente poi decise di alzarsi dal tavolo. “forse è meglio che riprendiamo l’argomento più tardi, vi lascio parlare con tranquillità, io andrò a riposare in camera.” e come fece Rachel, dopo aver messo la tazza nell’acqua uscì anche lei dalla stanza lasciando finalmente i due ragazzi davvero da soli.

“ne vuoi parlare proprio adesso?” Elena si girò e lo guardò seria.

“si.”

“va bene, però non qui, andiamo in un posto più sicuro” La bionda si alzò e si diresse verso il giardino, lì nessun’altro li avrebbe potuti disturbare.

 

*

La giornata era bella, il sole era già alto nel cielo, Elena e Aris si erano seduti nel giardino all’ombra di un albero per poter parlare meglio; appesa al salice vi era un’altalena di corda che molto tempo fa Eric aveva costruito per lei, ma forse in fondo si era sempre sbagliata, tutte quelle attenzioni non erano per lei ma per la vera famiglia che credeva un giorno l’avrebbe raggiunto.

“non so cosa ti è stato raccontato, né quanto ci sia di vero nella loro storia ma dammi la possibilità di raccontare anche la nostra versione.”

La ragazza annuì strappando dall’erba una margherita e rigirandola tra le dita. Il ragazzo si sedette sull’erba, incrociò le gambe ed iniziò quindi il suo racconto.

“Aidan fu il primo principe ad avere dei contatti diretti con gli umani, ti sembrerà strano ma è tradizione che tutti i membri della famiglia reale abbiano un nome che inizi con la lettera A,

“ma tritone…?” l’interruppe subito lei

“tritone ha sposato Atena, lei era la principessa e quindi ha preso il trono da lei.”

“quindi lui non è un membro della famiglia reale?”

“Tecnicamente è diventato re per matrimonio non per nascita, questo lo rende ancora più attaccato al potere…” Aris ripensò a tutto quello che aveva sempre fatto e alle sue azioni prive di scrupoli pur di raggiungere i propri scopi, le sue mani regnavano su Atlantica ma erano macchiate di sangue.

“Aidan conobbe Ayla per puro caso, il lago che hai visto è collegato dal mare tramite un tunnel sotterraneo o almeno lo era, non so se oggi è ancora così”

“da quello che ci è stato raccontato lui la salvò dall’annegamento e quasi subito per entrambi quel giorno scattò un colpo di fulmine; Ayla era fidanzata con un altro uomo ma era sempre in viaggio e lei non sembrava amarlo, quando finalmente dopo molto Aidan le propose di scappare con lui e di portarla nel suo mondo per vivere assieme, la notte in cui loro si dovevano incontrare qualcosa andò storto.”

“lui ci ripensò e la uccise” completò Elena.

“No, non è così. Ayla gli morì praticamente tra le braccia ma prima che potesse esalare il suo ultimo respiro Aidan le prese il cuore; voleva che restasse con lui per sempre e solo così ha potuto forgiare il primo anello dei sette anelli, lei era pura come nessuno e infatti Purezza d’animo fu il primo.”

Elena non riuscì a parlare, magari era vero che lui non l’avesse direttamente uccisa ma comunque strappare il cuore alla persona che ami per forgiare un anello…

“a che scopo fare tutto questo?” parlò dopo qualche minuto ma nella sua voce c’era ancora un alone di sconcerto, la margherita che teneva tra le mani ormai era un grumo di foglie e petali. Si alzò per andarsi a sedere sull’altalena.

Aris le si avvicinò cauto. “Il tridente del re senza quegli anelli non vale niente, è come se fosse un semplice bastone; è da quelli che deriva la vera origine del potere.”

“dimmi di più, spiegami, voglio capire.” Lo guardò dritto negli occhi quasi implorando di raccontargli la verità.

Il popolo del mare in origine non aveva mai avuto poteri sul mare, era solo un suo abitante così come gli esseri umani erano abitanti della terra. Le cose cambiarono quando Aidan forgiò il primo anello, da esso scaturiva un potere che sirene e tritoni non avevano mai visto, un potere che conferiva il dominio sull’acqua.”

“in che senso dominio? Cioè potevano comandare l’acqua?”

“si, indossandolo poteva ordinare all’acqua di fare qualunque cosa volesse, le correnti potevano cambiare flusso, le maree crescevano o diminuivano a suo piacimento, ma il suo potere per quanto strabiliante era limitato e vincolato al tridente, quello era l’unico oggetto che permetteva di incanalare i poteri dell’anello, senza di esso diveniva un comune anello di metallo.

I principi successori al trono provarono di generazione in generazione ad accrescere quel potere che gli era stato mostrato, uno alla volta carpirono un cuore puro e provarono a forgiare un anello, ma non tutti ci riuscivano, i cuori puri sono estremamente rari.”

“come capivano se una persona aveva un cuore puro?”

“oh avevano delle conoscenze tramandate da coloro che li avevano “carpiti” ma nel caso in cui prendessero …emh… il cuore sbagliato questi, una volta scaldato nel fuoco magico diventava cenere.”

Elena abbassò il volto coprendosi la bocca con la mano per non urlare o peggio, vomitare dal disgusto.

“se gli anelli sono solo 7 vuol dire che…non avete trovato così tanti cuori puri, giusto?”

“sono circa 50 anni che non viene forgiato un nuovo anello e per quanto ne so io, arrivati al settimo anello nessun erede maschio è stato più mandato alla ricerca di cuori puri. Non so il motivo, forse negli ultimi 50 anni le discendenze sono state solo femminili… a pensarci bene non ne ho proprio idea del motivo.”

“Perché solo i discendenti maschili possono forgiare anelli?” A quanto pareva anche nella storia delle sirene c’era un periodo di discriminazione femminile.

“Beh, il primo a cui era stato conferito il potere era stato un tritone quindi si è sempre pensato che fosse un compito per i principi, a quanto pare riusciamo meglio a conquistare la fiducia delle giovani umane”

La ragazza abbassò lo sguardo non per imbarazzo, non voleva far vedere ad Aris quanto le sue ultime parole l’avessero turbata. Il pensiero che i cuori di centinaia di ragazze fossero stati strappati da ragazzi altrettanto belli e seducenti le fece venire i brividi, come si poteva commettere un atto di tanta crudeltà?

Rivolse lo sguardo verso l’orizzonte, quella linea bianca dove il cielo e il mare si confondevano sembrando un tutt’uno, non avrebbe mai immaginato che sotto quell’aspetto così calmo il mare nascondesse creature tanto crudeli.

“Tritone li possiede tutti?”

Aris seguì il suo sguardo

“Solo 4, gli altri sono andati perduti, ti sembrerà strano ma ci sono cose che nemmeno io so, e l’argomento degli anelli è considerato molto riservato.”

“però perdere 3 anelli… se fossero stati davvero importanti il re avrebbe fatto il diavolo a quattro per recuperarli, o sbaglio?”

“forse Ursula può dirci qualcosa in più, sono sicuro che avrà sentito qualcosa in merito”

Elena parlò dopo diversi minuti, si era chiusa in un silenzio tombale mentre rielaborava la storia che lui le aveva appena raccontato. Aris le diede una leggera spinta per fare oscillare l’altalena, la bionda puntò i piedi per terra bloccando il movimento, si sentiva rigida e tesa e... triste.  

 “Pensi che l’abbia amata…?”

Aris prese fra le mani la corda dell’altalena pensieroso.

“credo di sì, credo che ne fosse davvero innamorato. Dopo quell’episodio ha deciso che non si sarebbe mai sposato, infatti alla sua morte il trono è passato al fratello minore.”

Lei appoggiò la sua schiena contro il suo corpo facendo un respiro profondo, aveva bisogno di solidità adesso, non era in grado di sentirsi così spensierata da poter dondolarsi nel cielo come nulla fosse.

Il suo sguardo vagò sulle mani di lui che tenevano la corda dell’altalena sfiorandole le braccia, d’un tratto sollevò una mano per incontrare la sua mentre i suoi pensieri continuavano a vagare immaginando le sue mani farsi artigli per scavare nel suo petto in cerca di un cuore.

Il ragazzo l’aveva lasciata fare in silenzio “non ti farei mai del male El, tu questo lo sai vero?” c’era disperazione nella sua voce e lei non l’aveva mai sentito così.

Elena si aggrappò con entrambe le mani al suo braccio che adesso la cingeva le spalle. Vi nascose il suo viso contro incapace di rispondere.

Aris la cinse anche con l’altro braccio avvolgendola da dietro in un abbraccio tormentato.

"ti prego, ho bisogno di sentirtelo dire" il suo tono era supplichevole contro il suo collo.

"Io" iniziò lei "ho avuto davvero paura ieri, ho desiderato con tutta me stessa che tu fossi lì con me a proteggermi." Gli occhi le si inumidirono, sbattè più volte le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.

Voltò lo sguardo per vedere Aris che aveva affondato il viso nei suoi capelli.

"ed io ti ho ascoltato " le soffiò sui capelli.

"poi con tutta questa storia degli anelli e di Ayla…” si portò una mano sugli occhi per cancellare le lacrime. “perdonami,” gli disse, “ma mi ha davvero sconvolto,"

Il ragazzo lasciò le sue spalle e con due rapidi passi le si mise davanti, Elena aveva entrambe le mani che le nascondevano il viso, voleva trattenersi ma le lacrime continuavano a scendere, la paura e l’orrore si erano mischiate in un momento e il panico aveva preso il sopravvento.

"per questo non te ne volevo parlare " si inginocchiò davanti avvicinando l’altalena dalle corde, cercò il suo sguardo dal basso ma senza successo. “volevo proteggerti da tutto questo, ma a quanto pare sembra che io abbia fallito.” concluse abbassando nuovamente lo sguardo.

Dopo qualche istante la ragazza ritrovò un po’ di calma per poter parlare, “non riesco a non pensare a quanto la storia che mi hai raccontato su Ayla e Aidan somigli alla nostra. Sembra un incubo”

Passò qualche istante di silenzio, quella discussione sembrava interminabile.

“sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati tu mi hai messa in guardia, conoscerti è stata la cosa più pericolosa della mia vita, adesso me ne rendo conto.”

Aris che aveva mantenuto lo sguardo verso il basso in un istante puntò i suoi occhi azzurri verso di lei, non capiva cosa stesse dicendo e dove volesse arrivare davvero. Elena posò le sue mani su quelle di lui che ancora stringevano la corda,

 “ma per quanto pericoloso sia, non tornerei mai indietro”

Il rosso lasciò andare la corda e strinse le sue mani mentre entrambi si alzavano in piedi, tra i due c’era un centimetro di distanza quando Elena alzò un mano all’altezza del suo cuore.

"…se anche dovessi strapparmi il cuore" iniziò lei.

Aris poggio una mano sulla sua guancia "questo non accadrà mai"

"avrai la certezza che mi sono fidata di te fino al mio ultimo respiro" sussurrò commossa.

Il ragazzo non aspettò più, la strinse forte a sè, era la cosa più bella che avesse mai sentito, con quelle parole aveva abbattuto quell’ultimo muro di incertezza, sapere che lei si fidava di lui lo rendeva in grado di poter affrontare qualunque altra cosa. Si sentiva forte e pieno di energia come se quelle parole avessero avuto un effetto curativo sul suo spirito. Le prese il mento e lo avvicino alla sua bocca e le diede un bacio lungo e dolce mentre l’aria salmastra gli riempiva i polmoni.

"non permetterò più a nessuno di farti del male."

Lei annuí. "nemmeno io"  rispose con gli occhi pieni di nuova vita.

“Elena, i cacciatori sono molto pericolosi ed è importante restare sempre in guardia,” la sua voce si fece seria e solenne.

“questo lo so” gli rispose lei sorridendogli.

“faranno di tutto per arrivare a te,”

“a me? Perché? Non gli ho fatto nulla!”

“perché sei l’unica che tiene in piedi tutto il gioco. Tritone farebbe di tutto per riavermi, ed io farei di tutto per te.

Se prendono te hanno sotto scacco il re.”

                                                                                                                         

  
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