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Autore: Emmastory    05/03/2017    1 recensioni
Anche se il tempo continua a scorrere, le cose nell'un tempo bella e umile Aveiron sembrano non cambiare. La minaccia dei Ladri è ancora presente, e una tragedia ha ora scosso l'animo dei nostri amici. Come in molti hanno ormai capito, quest'assurda lotta non risparmia nessuno, e a seguito di un nobile sacrificio, la piccola ma coraggiosa Terra sembra caduta in battaglia, e avendo combattuto una miriade di metaforiche e reali battaglie, i nostri eroi sono ora decisi. Sanno bene che quest'assurda e sanguinosa guerra non ha ancora avuto fine, ma insieme, sono convinti che un giorno riusciranno a mettere la parola fine a questo scempio, fatto di sangue, dolore, fame, miseria e violenza. Così, fra lucenti scudi, affilate spade e indissolubili legami, una nuova avventura per la giovane Rain e il suo gruppo ha inizio. Nessuno oltre al tempo stesso sa cosa accadrà, ma come si suol dire, la speranza è sempre l'ultima a morire.
(Seguito di: Le cronache di Aveiron: Miriadi di battaglie)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Capitolo XVIII

Alta tensione

La luce e il sole del mattino arrivarono anche ad Aveiron, salutandola cordialmente, e come onestamente non mi aspettavo, Samira fu la prima a svegliarsi. Ancora stremata dalla notte appena trascorsa, aprì lentamente gli occhi, e voltandosi, non rivide che Soren. Sorridendo, lui le augurò il buongiorno, e quasi imitandolo, lei ricambiò. Subito dopo, si voltò completamente verso di lui, e un bacio unì le loro labbra. “Mi ami ancora, vero?” gli chiese, attendendo in perfetto silenzio una risposta. “Certo, che domande sono?” le disse lui, rispondendo a quella domanda con una retorica e completamente diversa. “È sciocco, lo so, ma a volte ho bisogno di saperlo.” Replicò lei, provando una sorta di pentimento riguardo quanto avesse appena detto. Guardandola, Soren non fece che sorridere, e muovendo una mano, iniziò ad accarezzarle i capelli. Paziente come sempre, lei lo lasciò fare, e di lì a poco, lei disse qualcosa. “Penso ancora a ieri, sai?” una seconda domanda, che alle orecchie del suo amato giunse nuovamente come retorica. “Anche io. È stato bellissimo.” Rispose lui, sorridendole ancora. Silenziosamente, lei si avvicinò ancora di più, e senza neanche dargli il tempo di reagire o respirare, lo baciò con forza, avidità e prepotenza. Seppur colto alla sprovvista, Soren l’assecondò con grande amore, e non appena il loro bacio ebbe fine, nessuno dei due disse nulla. Ben presto però, il silenzio presente nella stanza cessò di nuovo di esistere. “Dì, pensi mai al nostro futuro?” gli chiese, guardandolo con i sognanti occhi di chi ama. “Quale? Quello che viviamo ogni giorno?” rispose, prendendola amorevolmente in giro. Quasi offesa da quella reazione, lei si voltò fino a dargli le spalle, e liberandosi poi delle coperte, si alzò dal letto. “Dai, che ho detto?” le chiese lui, confuso e stranito dal comportamento di colei che tanto amava. “Niente.” Fu l’unica e acida risposta che ricevette, priva del solito calore che lei era solita riservargli. Una volta in piedi, Samira indossò la sua vestaglia, e uscendo dalla stanza, si recò subito in cucina. Ad aspettarla c’era soltanto una tazza di caffè caldo, ma la cosa non parve importarle. Difatti, lo bevve senza lamentarsi, e pur avendo lo stomaco ancora vuoto, non dimenticò la sua pillola. Passò quindi qualche minuto, e sedendosi nella sala principale, mi raggiunse. Notandola, la salutai sorridendo, e poco prima che potessi chiedere cosa la turbasse, notai l’entrata in scena dei miei compagni di vita e avventura, e poco dopo, un suono attirò la mia attenzione. Qualcuno stava bussando alla porta, e alzandomi, notai la presenza di qualcosa sul pavimento. Incuriosita, mi avvicinai, scoprendo solo allora che si trattava di una lettera. “Cari ragazzi, sono io, Lady Bianca. Non ho vostre notizie da tempo, ma scrivo questa lettera per dirvi qualcosa di davvero importante. Le vostre impressioni corrispondono al vero, e Loro sono davvero qui. Preparatevi al meglio, e sappiate che vi aiuterò. Credo in voi, ma prima di andare, devo dirvi un’ultima cosa. Attenzione. Sì, attenzione. Moltissime cose stanno accadendo, e ad essere sincera, temo per il vostro gruppo. Impegnatevi, e per favore, siate uniti. Spero davvero che tutto vada bene, e conto di rivedervi molto presto. Non so esattamente quando, ma fino ad allora, proteggevi. Con grande affetto, Lady Bianca.” Quelle le parole che componevano quella lettera, mandataci dalla stessa donna che si era offerta di aiutarci tempo addietro. Per qualche strana ragione, mi sentivo diversa. Non riuscivo a capire perché. Come sempre, provavo ad essere ottimista, ma guardandomi attorno in questa così soleggiata mattina, notavo che tutti erano nervosi o stanchi, e privi della loro solita gioia di vivere. A quanto sembrava, la bolla di calma in cui ci stavamo abituando a vivere era sul punto di scoppiare, e tutto ciò che mi accadeva intorno ne era la prova. Samira appariva intrattabile, Lady Fatima non proferiva parola, Rachel mi ignorava, e perfino Stefan sembrava troppo occupato a guardare fuori dalla finestra per notarmi. In quel momento, mi sentivo ferita, ma richiudendo quella lettera nella busta che la conteneva, finsi indifferenza realmente non provata fino a sera. Stavo male con me stessa, e ad essere sincera, non ero pronta ad accettare la verità. Non avrei mai voluto crederci, ma il nostro tanto unito gruppo sembrava sgretolarsi di fronte ai miei increduli occhi. La felicità che tutti provavamo in precedenza aveva già smesso di esistere. Incredibilmente, tutto era cambiato. La minaccia dei Ladri stava minando la stabilità della nostra squadra, e mentre il tempo passava, non facevo che interrogarmi. “Che ci stava succedendo? Dov’era finito il calore che ci univa? Perché era scomparso proprio ora? Perché proprio a noi?” domande che mi ponevo ininterrottamente, andando alla disperata ricerca di una risposta. Non riuscivo a crederci. In fondo eravamo così uniti, e sinceramente, non avrei mai voluto che accadesse. Ad ogni modo, il tempo scorreva, e nonostante i miei innumerevoli tentativi di restare ottimista di fronte a tutto questo, notavo con orrore che fra di noi esisteva ora solo alta tensione.
   
 
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