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Autore: Tec6    05/03/2017    0 recensioni
“Io sono Reman, un allenatore mediocre che cerca di vivere al giorno; mi è stato portato via tutto, i beni materiali, la mia vecchia vita e persino la mia dignità; ma per quanto possa essere ardua la mia vita, c’è una cosa che non potranno mai togliermi: la volontà… La volontà di sopravvivere!”
Questa è la prima storia che scrivo, quindi siate clementi. Comunque ogni critica è ben accetta, se costruttiva
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Erano passate due settimane dalla mia visita alla reggia Aurea, e adesso io e Trevor eravamo accampati presso Altoripoli, una città situata alle pendici di una montagna.
“Trevor quanto manca per Yantaropoli?” chiesi. “Abbi pazienza, a piedi dovremmo metterci circa una settimana, se non tagliamo la strada”. Tagliare la strada era pericoloso, i pokemon che abitavano le zone inesplorate erano pericolosi, molto più di un pokemon selvatico comune, erano ferali.
“Allora rimettiamoci in viaggio” “Ok, ritorna Pikachu” disse mentre faceva rientrare il suo pokemon nella pokeball.
Trevor, qualche giorno prima, aveva catturato un Pikachu; gli avevo spiegato come fare e lui ci era riuscito al primo tentativo, mi aveva reso fiero di lui, più o meno.
Camminavamo per il sentiero ricoperto di pietre che precedeva Cromleburgo, ormai eravamo quasi arrivati quando sentimmo degli strani rumori provenienti tra le rocce.
Ci avvicinammo e sentimmo: “Scienziato cosa ci fai qui?!” “Sto analizzando queste pietre se non le spiace” “Si che mi spiace, questo è il territorio della mia banda e se vuoi studiare le tue pietre qui, devi pagare un pedaggio”.
La voce doveva appartenere a un membro di quelle bande di predoni che infestavano le zone fuori dalle città. Solo una parte degli allenatori che partivano per un viaggio riusciva nel proprio intento di vincere una qualche posizione che gli garantisse un tenore di vita accettabile, quelli che fallivano, ree l’ignoranza e la povertà, erano costretti a vivere come criminali o, più semplicemente, come dei poco di buono.
“Penso che non ti darò un bel niente” rispose sprezzante lo scienziato, il quale sembrava aver perso il senno.
“Vai Pinsir” esclamò il predone mentre faceva uscire il suo pokemon.
“Vai Charmeleon” dissi mandando in campo il mio pokemon. “Usa lacerazione su Pinsir” dissi. Charmeleon si lanciò sul coleottero che, però, colpì il mio pokemon atterrandolo. “Patetico moccioso. Attaccare direttamente un nemico forte il doppio. Che stupido” disse ridendo. “Pinsir usa forbice-x” disse sperando di approfittare dello stato di stordimento del mio pokemon; ma non accadde nulla, Pinsir rimase fermo dov’era visibilmente provato. “Charmeleon usa lanciafiamme” ordinai. Il mio pokemon lanciò una lingua di fuoco che colpì in pieno il pokemon coleottero mandandolo ko.
“Cosa?!” esclamò il predone “Non è possibile”. “Pensavi che avrei affrontato un avversario più forte senza un pochino di vantaggio?” lo canzonai “Che stupido”.
Il delinquente fuggì, così potei parlare con lo scienziato. “Grazie, ma era tutto sotto controllo” mi disse. ‘Frase tipica’.
Lo guardai attentamente, era un uomo di statura media, indossava un camice da scienziato che lo faceva apparire più snello di quanto non fosse già, aveva degli occhi gialli quasi animaleschi e dei corti capelli biondi adornati da uno strano ciuffo.
“Dimmi, come sei riuscito a paralizzarlo?” “Ho provato a distrarlo così che non si accorgesse che il Pikachu del mio amico aveva paralizzato il suo pokemon. A proposito, Trevor”
Trevor uscì dal suo nascondiglio dietro a una roccia e disse “Piacere di conoscerla mi chiamo Trevor e sono un assistente del professor Platan”
“Platan? È diventato uno scienziato a tutti hli effetti?” “Si, è il miglior scienziato della regione di Kalos” “Strabiliante, ne ha fatta di strada” “Lo conosce?” “Abbiamo studiato assieme all’università, poi abbiamo anche collaborato assieme per un breve periodo, non ha mai condiviso i miei metodi”.
“Comunque lei come si chiama?” gli chiesi. “Acromio” rispose. “Ora devo andare” continuò sereno come se non fosse accaduto nulla “Forse un giorno ci rivedremo”.
“Che strana persona” disse Trevor una volta che il diretto interessato se n’era andato. “Comunque, il tuo Charmeleon è diventato molto più forte da quando si è evoluto in quella grotta che avevamo esplorato vicino a Petroglifari” disse. “Non è abbastanza, deve diventare più forte” risposi serio
 “Cavolo, non ti prendi mai una pausa?”. “Riposerò da morto” continuai.
Raggiungemmo la città delle pietre e Trevor andò subito in estasi.
“Reman ti rendi conto del patrimonio scientifico che questa città ha da offrire? Le pietre qui racchiudono la storia di centinaia di anni” disse. In effetti era curioso; non ero uno studioso e non mi interessavo a certe cose, ma dovevo ammettere che fosse una bella città Cromleburgo.
“Trevor mentre tu controlli le pietre io do un’occhiata in giro. “Ok” rispose.
Andai a fare un giro nei dintorni. Non che ci fosse molto dove girare, la città sarà stata massimo 300 metri quadri; io, avendo passato l’infanzia a Luminopoli(sempre che la si possa definire infanzia) ero abituato a luoghi ben più ampi e affollati.
“Attento” urlò qualcuno. Notai appena in tempo che qualcuno coi pattini stava per urtarmi, mi scostai rapidamente ed evitai quella persona, la quale si fermò poco dopo.
“Scusa, è che sto ancora imparando a usare i pattini” mi disse togliendosi il casco che indossava. Guardai meglio il mio interlocutore, era una lei. Una lei piuttosto alta, con dei capelli biondi scombinati a causa del casco e degli occhi grigi. Avrà avuto massimo due anni più di me. Indossava dei pantaloni bianchi con un top sempre bianco che ne lasciava scoperto l’addome piatto. Notai che aveva delle pokeball attaccate alla cintura. “Sei un’allenatrice?” le chiesi. “Si, pare che abbiamo qualcosa in comune” sorrise “Comunque non sono un’allenatrice qualsiasi. Sono Ornella, la miglior candidata per diventare la capopalestra di Yantaropoli”.
 
Trevor mi aveva detto che i capopalestra erano allenatori d’elite che, se sconfitti, consegnavano allo sfidante una medaglia che serviva per accedere alla lega pokemon. “Devi essere un’allenatrice molto forte” “Diciamo di si” “Allora potremmo fare una lotta 3v3?” “Ok”.
 
“Vai Hariyama” disse. “Vai Pidgey” dissi.
“Hariyama usa bruciapelo” disse. Il pokemon sberletese fece uno scatto impressionante e colpì in pieno il mio pokemon”. “No! Usa aeroassalto” dissi. Il mio pokemon colpì in pieno il nemico che, però, non sembrò risentirne. Compresi lo svantaggio in cui mi trovavo e lo feci rientrare nella pokeball. “Vai Honendge” dissi mandando in campo il mio secondo pokemon. “Usa sganciapesi e poi aeroassalto” ordinai. Il mio pokemon si lanciò contro il nemico e, silenzioso come un ombra, passò dietro e lo colpì in pieno facendolo cadere. “E ora usa furtivombra” dissi. Honedge fu così rapido che Ornella non ebbe neanche il tempo di pensare a un contrattacco.
Facemmo entrambi rientrare i nostri pokemon e mandare gli altri due; io Charmeleon e lei Lucario. ‘Perfetto sono in vantaggio’.
“Charmeleon usa muro di fumo e poi vai con rogodenti” dissi. Il mio pokemon si occultò e poi attaccò il nemico furtivamente. “Lucario usa crescipugno” disse la mia avversaria. Il pokemon lotta-acciaio colpì in pieno il mio pokemon facendolo ruzzolare. “Come ha fatto? Non poteva vederlo” “Lucario può percepire l’aura, l’essenza delle cose, non ha avuto bisogno di vederlo”. ‘Wow, farebbe comodo un pokemon così in squadra’. “Lucario usa ossoraffica” ordinò al suo pokemon, il quale mandò ko il mio.
Mandai in campo Honendge. “Usa spadasolenne” ordinai. “Usa fuocopugno” disse. I due attacchi si scontrarono, ma a prevalere fu il pokemon dell’ipotetica capopalestra.
Mandai in campo Pidgey mentre lei cambiò il suo pokemon con un Hawlucha.
“Pidgey usa aeroassalto” “Hawlucha calcinvolo” l’attacco del mio pokemon era infallibile, andò a scontrarsi per forza contro quello nemico, perdendo il confronto; lei aveva sfruttato il mio attacco contro di me. Il mio pokemon era steso a terra, stavo per richiamarlo nella sfera quando cominciò a illuminarsi, si stava evolvendo. La figura di Pidgey cambiò e, una volta smesso di illuminarsi, rivelò la sua nuova forma evolutiva, quella di un Pidgeotto. Colsi la palla al balzo e ordinai al mio pokemon di attaccare.
“Pidgeotto usa attacco rapido” dissi. Il mio pokemon scattò colpendo in pieno il nemico. “Hawlucha usa calcinvolo” “Contrattacca con turbosabbia” il suo pokemon si lanciò contro il mio, che però si occultò con della sabbia facendolo schiantare. “Ora usa baldeali” “Contrattacca con tuonopugno” dicemmo. Gli attacchi dei nostri pokemon si scontrarono alzando molta polvere. Diradata la polvere notai che entrambi i pokemon erano ko, e che quindi avevo perso la battaglia. ‘Accidenti’.
“In fondo sei stato bravo, non capita tutti i giorni che mi vadano ko 2 pokemon su 3” mi disse. Non mi importava del procedimento ma solo del risultato, e il risultato era che avevo perso; ma non mi sarei arreso ovviamente. “Grazie” risposi.
“Reman” mi chiamò Trevor sopraggiungendo “E lei sarebbe…?”. “Ornella, la futura capopalestra di Yantaropoli. Forse” gli rispose. “Wow, è un piacere. Mi presento, mi chiamo Trevor e sono un ricercatore, oltre che un assistente del professor Platan” proseguì “Ultimamente stavo facendo delle ricerche sulla megaevoluzione. Ho scoperto che molto tempo fa veniva usata dai capopalestra di Yantaropoli”.
“Davvero? Mio nonno non mi ha detto niente a riguardo”
“Tuo nonno?” le chiesi. “Mio nonno è l’attuale capopalestra di Yantaropoli che ora sta cercando un successore” rispose. “Quindi vi state dirigendo verso Yantaropoli? Anch’io mi sto dirigendo lì. Forse sarebbe meglio se vi accompagnassi, in tre sarà più sicuro” propose sorridendo. “Ok” rispose Trevor. Annuii senza proferire parola.
“Reman non sembra essere di molte parole” ironizzò Ornella. “Prende tutto con serietà. Non dico che sia un male; il suo comportamento serio ci ha salvati un paio di volte lungo i percorsi fuori dalle città, ma a volte ho paura che crolli dalla stanchezza”. “Tienilo d’occhio allora” disse.
 
   
 
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