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Autore: esserre93    06/03/2017    0 recensioni
Le calzona sono ad un punto di svolta. Vale la pena rimanere e lottare, o è tutto perduto?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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La sveglia squilla insistentemente, non ho nessuna voglia di alzarmi stamattina, ma il dovere chiama.
Mi preparo, esco di casa e non appena arrivo in ospedale vado in Ortopedia, voglio provare a parlare con Callie. La vedo in lontananza con Owen, discutono, sembra qualcosa di importante. Aspetto che finiscano e mi avvicino al primario:
  • ehi Owen, tutto bene con Callie?
  • Scusami Arizona, non posso parlartene, se vorrà ti spiegherà tutto lei.
Il mio cercapersone inizia a suonare: 911 dal pronto soccorso.
 
  • MASCHIO, 8 ANNI, NUMEROSE ECCHIMOSI SU TORACE, BRACCIO DESTRO E PRESUNTA FRATTURA DEL BRACCIO SINISTRO
Lo visito approfonditamente e noto che alcune ecchimosi sono meno recenti rispetto ad altre, qualcosa non mi torna.
  • Ehi ometto, non preoccuparti, ci siamo noi qui -  cerco di rassicurare il bambino.
  • Voglio la mamma -  mi dice visibilmente spaventato
  • Serve un consulto ortopedico e voglio parlare con i genitori del bambino
  • Va bene dott.ssa Robbins, chiamo subito la dott.ssa Torres e i genitori può trovarli  in sala d’aspetto – mi informa l’infermiera di turno.
Faccio un respiro profondo e mi dirigo verso i genitori.
 
  • Salve sono la dott.ssa Robbins, mi sto occupando di vostro figlio. Vorrei sapere cosa è successo.
  • È un bambino molto vivace, eravamo al parco, voleva a tutti i costi salire sullo scivolo al contrario e così è caduto – taglia corto il padre, mentre la madre del bambino, visibilmente scossa è in silenzio accanto al marito. Riferendomi direttamente a lei le chiedo se vuole vedere il bambino prima che lo portiamo a fare una TAC.
  • Sa signora, ne ho visti molti di bambini vivaci, ma nessuno si procura lividi così frequentemente, sa dirmi cosa succede? – le dico, mentre ci dirigiamo in trauma1
  • Scusi dott.ssa, cosa vuole insinuare? Le assicuro che è come le ha spiegato mio marito.
Decido di far cadere la conversazione. Mentre madre e figlio si salutano, vedo arrivare Callie.
  • Hai chiesto un consulto ortopedico?
  • Si, Callie, ma  vorrei parlarti di una cosa prima.
  • Arizona, non credo sia né il luogo, né il momento adatto per parlare dei nostri problemi.
  • Non è di noi che voglio parlarti infatti. Visitando il bambino ho notato numerosi ecchimosi, alcune meno recenti di altre.
  • A cosa stai pensando? – mi chiede.
  • Temo  che il padre lo picchi.
  • Arizona, ne sei proprio sicura?
  • Non so Callie, ma qualcosa mi dice che c’è qualcosa che non va. La madre mi ha confermato la versione del marito, ma era visibilmente provata. Vorrei provare a parlare con il bambino.
Cosi dicendo facciamo uscire la madre e mentre Callie visita il braccio del bambino provo a parlargli.
  • Come ti chiami ometto?
  • Lucas.
  • Ehi Lucas, mi sai spiegare come ti sei fatto male al braccio?
  • I-io sono caduto dallo scivolo.
  • E sai dirmi questi lividi come te li sei procurati?
  • S-sono un bambino t-troppo vivace, dice mio papà. C-così per farmi diventare un b-bravo bambino la sera lui mi p-p-picchia.
Callie mi guarda sconvolta.
  • E mi sai dire dov’è la tua mamma quando il tuo papà ti fa questo?
  • La mia mamma piange in camera. Piange tanto lei.
  • Sei proprio un bravo ometto, sai? Ora l’infermiera ti porta a fare un altro  controllo, ok?
Lucas mi guarda e fa cenno di si con la testa.
 
  • Chiamiamo subito la polizia e i servizi sociali, quel verme non può tornare a casa come se nulla fosse – dico rivolgendomi a Callie.
  • Certo, facciamo tutto quello che c’è bisogno di fare.
  • Ok vado allora
  • Arizona?
  • Dimmi Calliope
Non appena pronuncio il suo nome per intero, vedo che fa un leggero sussulto. Ha sempre adorato il mio modo di chiamarla, ma dal modo in cui mi guarda capisco che questa volta non le abbia fatto piacere.
  • Dobbiamo parlare Arizona.
  • Lo so. Io finisco il turno alle 20:00. Se anche tu finisci verso quell’ora possiamo andare a cena fuori e parlare con calma.
  • Va bene, allora chiedo a Meredith se può pensare a Sofia per questa sera.
  • Ok, a dopo.
Dopo aver chiamato la polizia e i servizi sociali, vado nella stanza del medico di guardia.
Sono stravolta. Sento il suono di un messaggio.
Da: Callie
Confermato per stasera. Meredith penserà a Sofia e la terrà anche per la notte. A dopo.
 
Nonostante so che non sarà una cena di piacere, non vedo l’ora di passare un po’ di tempo con mia moglie. La giornata prosegue tranquillamente e alle 19:55 sono all’atrio ad aspettare Callie.
Non appena la vedo arrivare rimango a bocca aperta. Indossa un tubino nero, che le accentua in modo stupendo tutte le curve. Mi fa sempre lo stesso effetto.
  • Tutto bene Arizona? – mi chiede
  • S-si t-tutto bene, possiamo andare.
Il ristorante è bellissimo, il nostro tavolo è più appartato rispetto agli altri.
Non appena ci sediamo ordiniamo una bottiglia di vino: rosso- Cabernet Sauvignon.
Alzo il calice e faccio per brindare.
  • A cosa brindiamo, Arizona?
  • A nostra figlia, la cosa più bella che potessimo avere.
  • A Sofia.
Mentre aspettiamo la prima portata, la vedo tamburellare con le dita, si vede che è agitata e forse non sa da dove incominciare, così provo ad aprire io il discorso.
  • Senti Callie, vorrei dirti che…
  • No Arizona, prima che possa dire qualunque cosa è giusto che tu sappia che io e Sofia siamo da Meredith , ma penso di cercare un appartamento quanto prima.
  • Dai Callie non ti sembra di correre? Vuoi già trovare un appartamento?
  • Correre Arizona? Devo ricordarti forse che se non fosse per te, a quest’ora potevamo essere a casa nostra con nostra figlia?
  • Lo so Callie, ma io voglio provare a rimediare. Io ti a…
  • No Arizona, non osare dirlo, perché se mi avessi amato, se mi avessi amato almeno la metà di quanto io amo te, non mi avresti mai tradito con quella.
Cerca di non alzare il tono di voce, ma è difficile. Vedo in lei tutto il disprezzo che prova nei miei confronti. I suoi bellissimi occhi scuri sono velati da un dolore profondo che mi fa spezzare il cuore.
  • Callie, perché mi hai portato qui allora?
  • Per avvisarti che io e Sofia saremo da Meredith fino a quando non avrò trovato un’altra sistemazione e che dobbiamo accordarci per i giorni in cui potrai vederla.
  • Cosa le diremo nel frattempo? Le chiedo
  • Non so, ma penso che potrai pensarci tu a questo, no?
  • Va bene, posso prenderla io domani all’asilo?
  • Ok, poi la verrò a prendere io da te dopo cena.
  • Callie, ti giuro che farò tutto ciò che è in mio potere per riavervi entrambe a casa.
  • Non so se servirà a qualcosa Arizona.
Dette queste ultime parole si alza se ne va. Lasciandomi sola in quel ristornate, con il cuore in frantumi.
   
 
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