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Autore: Eevaa    06/03/2017    1 recensioni
«Dimostrami che i saiyan non sono solo cattiveria e vendetta, dimostrami che i saiyan possono ragionare, dimostrami che sai controllare la rabbia! Non tornare ad essere l'aguzzino che eri un tempo: sei cambiato! Le questioni umane si gestiscono da terrestri e oramai fai parte di questo pianeta, che tu lo voglia o no. Dammene la prova!» (Cap. 8)
«Io non sono fatto così. Non sono paziente come te, non lo sarò mai. Io non sono una persona buona» bisbigliò nuovamente il principe alzandosi dal tappeto, tentando di non voltarsi ad osservare quello scenario surreale che lui stesso aveva creato. (Cap. 11)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE NEWBORN SAIYAN



CAPITOLO 21 - IL TERZO LIVELLO
 



Il ventre rigonfio della saiyan era illuminato dall'argentea luna estiva, la causa celata dietro quel gonfiore era inequivocabile. Eva abbassò la maglia bianca coprendosi la pancia nervosamente, sotto lo sguardo allibito di tutti i presenti. Non ci fu bisogno di dire niente, tutti avevano già colto l'intensità della situazione, compreso l'orgoglioso principe dei saiyan, il quale sentì la propria bocca asciugarsi e le proprie gote farsi rosse come il fuoco.
«E' mio.. è mio figlio..» sussurrò Vegeta, balbettando. Gli occhi del principe si fecero meno rabbiosi, diversi. Quasi come se quella notizia avesse scatenato in lui un milione di luci celestiali. Era vero, era suo. Poteva sentirne l'aura concentrandosi a pieno, come aveva fatto a non avvertirlo prima?
Trunks e Bra, al di sotto di loro ancora stesi senza forze, spalancarono la bocca guardandosi. Il giovane dai capelli lilla tremò e il suo cuore sembrò fermarsi per qualche istante, riprendendo a ragionare solo sentendo l'orribile voce del namecciano.
«Ma che scenetta deliziosa. Tutto ciò è quasi commovente! Quindi è in arrivo un piccolo scimmiotto» commentò Junior battendo le mani, colpendo poi con un forte calcio il saiyan dai capelli a punta che però non si mosse di un centrimentro, come se niente in quel momento potesse scalfirlo. Una luce abbagliante illuminò il corpo del principe, rendendolo immune ai colpi del nemico.
«Non ti permetterò di fare del male alla mia famiglia. Tu devi sparire!» gridò Vegeta gonfiandosi pericolosamente, sentendo quel miglione di luci celestiali esplodere al di fuori del proprio corpo. I capelli dorati del saiyan si allungarono verso la vita e le sopracciglia scomparirono dalla faccia. Ogni muscolo guizzò nervosamente, aumentando di dimensione e di potenza. Fu così che l'orgoglioso principe raggiunse il livello del suo "nemico" di sempre. Fu così che Vegeta diventò un saiyan di terzo livello.
«Ha un' aura potentissima» balbettò Junior, indietreggiando «non riuscirò mai a sconfiggere questo mostro!»
«Fatti sotto» disse Vegeta ridendo meschinamente, invitando il namecciano a colpirlo; quest'ultimo però non accettò l'invito, indietreggiando ancora. Il nemico, infatti, aveva perfettamente capito di non avere possibilità contro un saiyan con una tale forza.
«Com'è possibile!? Sia tu che Goku avete già raggiunto il quarto livello durante il combattimento con i draghi malvagi, ma la tua potenza ora che sei solo al terzo è incalcolabile! Da dove stai prendendo la tua forza?» domandò Junior sconcertato, ma le sue parole vennero interrotte da una potentissima voce proveniente dal cielo
«Vieni, Junior, non puoi sconfiggerli ora, ma io troverò il modo» disse la voce, creando un varco luminoso nel buio della notte. Senza dire una parola il namecciano entrò nella luce, che svanì dopo pochi secondi senza dar tempo a Vegeta di inseguirlo, lasciando tutti i combattenti a bocca aperta.
«Cosa è successo?» disse Goku avvicinandosi al principe.
«Cosa vuoi che ne sappia io, Kaarot?!»
«Chissà che cosa avranno in mente..» si domandò Crilin alzandosi in piedi.
«Di sicuro non è niente di buono» sentenziò Yamcha, ingoiando un fagiolo magico.
«Ma non mi dire...» sussurrò Vegeta sarcastico, piuttosto innervosito dalla presenza del terrestre. Lentamente le sue sopracciglia ricomparirono sul viso e i capelli si accorciarono tornando del colore originale. Senza far caso alla faccia infastidita di Yamcha il principe scivolò in volo verso Eva, la quale nel frattempo aveva dato un fagiolo magico anche a Trunks e Bra, i quali si ripresero immediatamente.
«Come state?» domandò Vegeta ai due figli.
«Bene papà, grazie. Sei stato fenomenale!» rispose la figlia dai capelli turchini, sorridendo. La stima che aveva per il padre era sempre stata immensa e inscalfibile
«Peccato che non sia servito a niente, quel muso verde è sparito» ruggì il saiyan stringendo i pugni. 
«Al suo ritorno saremo pronti per sconfiggerlo definitivamente!» commentò Eva avvicinandosi al principe, il quale arrossì. Senza pensarci due volte Vegeta abbassò il suo sguardo sul ventre di Eva. Sentì l'aura proveniente da dentro di lei ancora più forte e più vicina, tanto da fargli spalancare gli occhi esterrefatto.
Non sapeva nemmeno come sentirsi, non riusciva a comprendere come fosse possibile percepire un tale sentimento, simile a quello provato alla notizia dell'arrivo di Trunks e di Bra, ma notevolmente più inaspettato, irriverente e forte.
«Un fratellino..» sussurrò Trunks, deglutendo impallidito, rivolgendo poi il proprio sguardo al ventre della donna dai capelli rossi. 
«Ma che fratellino, sarà sicuramente una sorellina! Io voglio che sia femmina così poi potrò insegnarle a truccarsi e acconciarsi i capelli!» commentò Bra avvicinandosi a Eva toccandole la pancia.
«Vegetaaa! Sarai padre per la terza volta e per giunta del mio pro nipote! Siamo ufficialmente parenti!» festeggiò Goku abbassandosi al livello del terreno. 
«Tsk...»
Il principe si sentì al centro dell'attenzione e la cosa non gli era affatto gradita, inoltre tutti erano venuti a conoscenza della sua relazione con Eva. Ma una cosa più di tutte mise in imbarazzo l'orgoglioso saiyan: la faccia di suo figlio.
Trunks, che fino a pochi giorni prima l'aveva spinto a tornare dalla ragazza, non sembrò così entusiasta della notizia del nascituro e, all'opposto, non riusciva a smettere di osservare la saiyan con un'espressione tutt'altro che felice in volto. 
«Che succede?» gli domandò il padre in un momento in cui tutti gli altri si stavano salutando, gioiosi e sollevati che la battaglia fosse momentaneamente finita.  
«Niente papà, perché?» rispose immediatamente il ragazzo dai capelli lilla, facendo finta di nulla e mostrando un sorriso forzato. 
«E' per il bambino, vero?» sussurrò Vegeta con l'accortezza di non farsi sentire da Eva. 
«No papà, davvero! Sono molto felice per voi! Sono turbato per altri motivi, non ti preoccupare» concluse il saiyan con un tono più innocente possibile, tentando di sviare momentaneamente il discorso.
Forse perché in quel momento il principe aveva ben altri pensieri per la testa o forse perché il figlio si era dimostrato parecchio convincente, Vegeta gli credette e sparì nel buio della notte con la compagna. 
Trunks sospirò e guardò la luna, domandandosi come diavolo avrebbe potuto dirgli la verità e soprattutto quanto tempo avrebbe avuto per farlo. 
 
 
L'aria era calda e piacevole nonostante fossero all'incirca del tre del mattino. Il cielo blu scuro era intriso di stelle, la notte di  San Lorenzo non era ancora finita.
Due saiyan giacevano sdraiati sulla morbida erbetta che circondava la casa in mattoni di Eva, l'uno affianco all'altra sotto l'astro immenso. Vegeta, con le braccia conserte, era alla ricerca delle parole giuste per rompere quel silenzio pacifico.
«Perchè non me lo hai detto? Del bambino, intendo»
«Perchè non volevo che fossi costretto a tornare solo perché ero incinta»
«Tsk, donne» commentò il saiyan continuando a guardare con il naso rivolto all'insù. Come quella volta sul burrone, però, sentì un inspiegabile forza che lo portò a girarsi, per avvicinare lentamente una mano aperta sopra il ventre della rossa. La piccola sporgenza tirava la pelle della saiyan, gli addominali non erano oramai più definiti. La ragazza si girò anch'ella sul fianco, appoggiando il viso molto vicino a quello del principe dei saiyan, il quale arrossì sentendo il respiro di lei farsi più vicino per poi colmare lo spazio completamente, proprio come quel tardo pomeriggio di primavera. A partire dal ventre la mano del saiyan salì lentamente verso l'alto raggiungendo invasiva i seni della ragazza, la quale dopo pochi secondi si mise a cavalcioni sul principe lasciandosi trasportare. Lunghi baci scandivano i tocchi di Vegeta, intento ad assaporare le labbra rosso fragola della compagna. 
Le mani affusolate della ragazza si fecero strada nei pantaloni e poi nelle mutande del saiyan, accarezzandone bramosamente il contenuto prima di liberarlo dai vestiti. Quando finalmente entrambi si ritrovarono nudi sotto le stelle Vegeta girò su un fianco la compagna, unendosi a lei da dietro, poggiando una mano sulla pancia rigonfia di Eva continuado a baciarla sul collo. 
Erano soli sotto le stelle. I due corpi uniti sotto il firmamento si muovevano lentamente e passionalmente, senza voler lasciar dissolvere neanche un attimo di piacere.
 
 
I due saiyan erano nuovamente vicini ma l'una appoggiata sulla spalla dell'altro ad aspettare l'alba. Vegeta accarezzava lentamente la lunga chioma rossa della saiyan.
«Non avevo mai pensato di diventare padre di nuovo» sussurrò il principe nell'orecchio di Eva, come se non volesse far sapere a nessuno oltre che lei che, inaspettatamente, era felice. 
Felice come mai avrebbe pensato di essere fino a qualche ora prima. Era comunque confuso, pieno di sensi di colpa e privo di ogni cognizione, ma felice. 
«Sono contenta che il mio bambino avrà un padre e spero di essere una buona madre, almeno la metà di quando mia madre lo sia stata con me. Sarebbe già tanto...» rispose la ragazza sorridendo, voltandosi per guardare negli occhi quel principe dall'aria corrucciata e misteriosa. 
Da quando era morta sua madre non aveva mai più accettato di farsi chiamare Evangeline. Lei era l'unica che la chiamava con il suo nome completo e, sentirlo dire da altre persone, le aveva sempre arrecato un gran fastidio. Come se sentirselo dire da altri arrecasse disonore al ricordo della sua amata mamma. Ma, da quando aveva scoperto di essere incinta, aveva iniziato a vedere le cose da un altro punto di vista. Il bisogno di sentirla vicina si era fatto sempre più forte e preponderante. Per quel motivo aveva deciso di dare il giusto onore al nome che sua madre aveva scelto per lei: facendolo diventare il nome d'arte per il suo progetto musicale. 
E, da quel momento, farsi chiamare in quel modo non era più un fastidio, ma motivo di orgoglio. 

«Pensavo che non mi avresti mai più rivolto la parola, non mi facevo vivo da quattro mesi»
«Ognuno reagisce al dolore a modo suo. Se sei tornato vuol dire che quello che mi hai detto mesi fa era dettato dal dolore... »
«Lottavo con me stesso» tagliò corto Vegeta fissando il cielo scuro. Eva si mise improvvisamente seduta sull'erba, fissando il principe con gli occhi stretti.
«Hai sentito il mio album?!»
«Sì, Bra è una tua grandissima fan. Proprio ascoltandolo ho capito che ancora mi stavi aspettando»
«Già... ti stavamo aspettando» sorrise Eva sfiorandosi con una mano il ventre.


Le prime luci del mattino illuminarono la radura a fianco della casa di Eva, facendo destare il principe dal suo profondo e finalmente sereno sonno. L'alba era meravigliosa e ricca di colori, Vegeta giurò di poterne sentire anche il profumo da quanto la sentisse vicina. 
Si voltò verso la compagna sdraiata e avvolta da una coperta sull'erba: Eva stava ancora dormendo profondamente. Il principe abbozzò quello che, per i suoi standard, era un sorriso. Sorriso che si spense poco dopo, avvertendo la vibrazione del suo cellulare provenire dalla tasca della sua felpa buttata poco più in là. 
Allungò una mano per prenderlo, leggendo poi sullo schermo il nome di suo figlio. 

-Ci vediamo alla Capsule Corporation tra un'ora, ti devo parlare- 
  
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