Negli ultimi anni avevano ritrovato tutti la serenità, nonostante la sua
scomparsa, ognuno era andato avanti, ci aveva provato e ora venivano
catapultati nuovamente in quella vita che ormai sembrava appartenere al
passato, fatta di pericoli e paure. Damon si sentiva in colpa ma la cosa
più sconvolgente era che Damon aveva paura. Si, il freddo ed egoista Damon
Salvatore aveva assaporato tante volte la paura ma non aveva mai lasciato
che prendesse il sopravvento. Le cose stavano cambiando e la sensazione
che non sarebbero mai tornate completamente come prima lo assaliva.
Appoggiato alla ringhiera del terrazzo i pensieri offuscavano la sua mente
e il tempo passava senza sfiorarlo minimamente.
Elena dormiva profondamente, poteva sentire il suo respiro regolare ma in
realtà si era riaddormentata da poco, stanca delle lacrime, della
frustrazione e dell'impotenza. Neanche per lei era stata facile. Aveva
perso e ritrovato il suo amore così tante volte che l'idea di perderlo
nuovamente la devastava. Elena iniziava a capire cosa intendesse il suo
amato anni prima quando si definiva egoista, le pareva scontato da dire ma
l'amore l'aveva portata a scoprire lati di se stessa che non credeva
esistessero.
La ragazza ci aveva provato ardentemente, aveva provato a parlare con lui
dell'accaduto ma dopo la sua iniziale confessione con il resto del e
qualche allusione alla faccenda aveva chiuso bruscamente l'argomento.
Il giorno prima Elena aveva cercato di comportarsi come sognava di farlo
da mesi. Damon le aveva organizzato una cenetta con i fiocchi ed entrambi
avevano provato a dimenticare gli ultimi mesi. Elena lo aveva accarezzato,
coccolato e le sembrava quasi di rivivere in sogno ogni scena. I due presi
dalla passione avevano fatto l'amore, le sembrava di sentire ancora il
sapore del suo amato sulle sue labbra e dentro di lei.
Quel momento lo avevano sognato entrambi per mesi.
"Sei sicura?" Mormorò Damon sfiorando il petto della ragazza. "E'
passato tanto tempo, io ti capisco se.."
"Da quando parli così tanto?" Lo zittì Elena posando l'indice sulle sue
labbra per poi sfiorare la sua guancia.
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"Non aspetto altro Damon." Continuò la ragazza per poi allontanarsi e
avvicinarsi al letto, quel letto che aveva sopportato ogni suo grido,
ogni sua lacrima, ogni suo lamento, ogni suo incubo. Abbassò la cerniera
del suo vestito e lo fece cadere a terra insieme alla biancheria intima.
"Così mi fai impazzire, Gilbert." Damon con la sua velocità da vampiro
si fiondò avanti a lei spingendola sul letto contenendo il più possibile
la sua energia dato la fragilità della ragazza ormai umana. Elena
rimbalzò appena sul materasso soffice e si portò le braccia dietro la
nuca godendosi lo spettacolo. Damon appoggiò le ginocchia ai lati delle
gambe della ragazza e si tolse la maglietta che si ritrovò dopo pochi
millisecondi a sbattere contro il muro e in seguito tirò via la cintura
dai pantaloni. Dopo questi rapidi gesti si piegò portando la sua figura
sul corpo di Elena, li separavano pochi centimetri, il ragazzo si faceva
forza con le braccia per mantenersi in quella posizione mentre la
ragazza lo guardava estasiata. La piccola umana sfiorò ancora con la
mano il suo petto percorrendolo fino al collo. Il vampiro non perse
tempo ed annullò le distanze iniziando a baciarla con passione, le loro
labbra si nutrivano a vicenda e le loro lingue giocavano a rincorrersi.
La situazione in poco tempo si capovolse e Elena si ritrovò a cavalcioni
sul ragazzo, si staccò da lui e prese a sbottonargli i pantaloni e li
abbassò insieme ai boxer lasciando scoperte le intimità. Lasciò una scia
di baci sul ventre del suo ragazzo mentre i loro sguardi si incrociavano
e sorridevano imbarazzati come se fosse stata la prima volta.
Nel momento in cui i loro corpi iniziarono ad appartenersi
completamente, le distanze e gli ultimi mesi sparirono nei meandri della
loro mente.
Le loro mani non si lasciavano un secondo, fremevano per toccarsi, con
la paura di non trovarsi più, volevano assaporarsi anche loro, così come
il resto dei loro corpi.
Il ricordo di quel momento così intimo si interruppe quando a far
capolino sul terrazzo fu Caroline che rimase alquanto sorpresa nel vedere
Damon lì.
"Oh, credevo di essere l'unica sveglia ma mi sbagliavo."
Mormorò, stringendosi nella vestaglia di raso e affiancando il vampiro che
accennò un leggero sorriso e si strinse nelle spalle.
"Non ho dormito molto, sono qui già da un po', mi mancava l'aria fresca
del mattino."
Caroline si morse un labbro sentendo parlare il ragazzo e sospirò appena
notando il suo sguardo, la bionda capì subito che c'era altro sotto.
"L'alba ha un certo fascino ma ti facevo più tipo da tramonto."
Damon abbozzò una risata scuotendo appena la testa.
"Pensavo che ormai l'avessi capito che sono un uomo dalle mille sorprese,
o forse non sei abituata a questo genere di cose, sai con mio fratello..."
Il moro iniziò a punzecchiarla e Care fece una smorfia e gli diede una
pacca sulla spalla.
"Dovresti farti due domande dato che avete in comune la maggior parte
delle vostre conquiste. Elena è un esempio, io ero più un tuo giocattolino
da controllare e usare, meno male che è durato poco." Puntualizzò la
bionda che scrollò le spalle.
"Touchè" Sorrise Damon passandosi la lingua tra le labbra per inumidirle,
la brezza mattutina le stava increspando.
"Elena dorme?" Alla domanda, il moro corrugò la fronte.
"Care, puoi scoprirlo da sola se Elena dorme, da ciò che ricordo sei
ancora un vampiro, perchè non arrivi al dunque e alla domanda che vuoi
farmi ma che non sai se farmi o meno?"
La vampira rimase spiazzata dalle parole del ragazzo, in effetti la sua
testolina stava tramando qualcosa ma voleva tastare il terreno prima di
agire, assunse un'aria leggermente colpevole e alzò gli occhi al cielo.
Aveva parlato con Stefan e nemmeno lui, in quei pochi giorni, era riuscito
a far uscire qualcosa dalla bocca di Damon, in realtà non ci aveva provato
molto, anche lui preferiva non pensare a quella situazione.
"Sempre così acido al mattino, eh?"
Damon sbuffò incrociando le braccia e si voltò in modo tale da averla
completamente di fronte per spronarla a parlare.
"Va bene, non si può essere gentili in questa casa, pensavo alla
conversazione dell'altro giorno e non ci vuole molto a capire che non hai
chiuso per niente occhio anche questa notte. La cosa ti tormenta ancora e
qui tutti preferiscono evitare l'argomento, compreso te. Oggi, Alaric
torna con le bambine, sai, pensavo di parlare con la baby-sitter per
tenerle qualche giorno in modo tale da non catapultarle di nuovo in questa
realtà fatta di gente che vuole la loro famiglia morta!"
La vampira sembrava voler mantenere la calma ma iniziò a gesticolare
velocemente e ciò fu un allarme per Damon che si rese conto dello stato di
preoccupazione della donna, per quanto non fossero andati mai molto
d'accordo, sapeva riconoscere alcuni suoi comportamenti. Con la sua presa
salda fermò le mani della bionda che smise subito di parlare e rimase con
la bocca semi chiusa, sgranando i suoi occhi chiari.
"Care, calmati.." Si limitò a mormorare Damon mentre la ragazza
regolarizzava i suoi respiri e abbassò la testa in senso di resa.
"Sono preoccupata e il modo in cui gli altri evitano l'argomento mi rende
furiosa e tu ovviamente hai le tue ragioni per non pensarci..e io non so
cosa fare."
"Così sveglierai tutti, calmati. Comunque cosa ti dice che io non ci stia
pensando? Ho vissuto lì dentro per un anno e mezzo è ovvio che ci stia
pensando. Solo..che non so cosa fare neanche io. Forse il vecchio me non
avrebbe perso tempo a tornare lì dentro e a fare l'eroe della situazione o
forse se ne sarebbe fregato altamente e avrebbe condiviso quanto più tempo
possibile con la sua ragazza. Ma questo Damon, questo..me è così cambiato.
Io non so più chi sono. Un tempo non volevo che gli altri vedessero il
buono in me per non dover soddisfare le loro aspettative ora..ora mi sento
perso. E tornare qui mi ha fatto sentire così amato, così atteso e non me
lo aspettavo. Volevo provare a lasciarmi tutto alle spalle ma non sono
abituato a rompere col passato."
Le parole uscirono lente dalla bocca del vampiro, lente e dolorose. Non
abbassava mai la corazza, tanto meno con Caroline che lo guardò sorpresa
senza riuscire a pronunciare una singola parola.
Non aveva mai visto Damon così vulnerabile, o almeno era capitato così
poche volte che quella confessione così a bruciapelo la sconvolse.
In così pochi giorni aveva visto Damon così cambiato, per un momento aveva
pensato che fosse solo una sua copia riuscita male ma poi quello sguardo
così perso la fece tornare alla realtà. Anche lei conosceva quella
sensazione, quando si trasformò in un vampiro quella sensazione sembrava
non volerla abbandonare, si mescolava alla fame, alla vendetta e ad un
milione di sensazioni amplificate. Il moro si accorse di aver lasciato
trasparire troppo di se e cercò di ricomporsi schiarendo la voce per poi
continuare.
"Risolveremo la questione, non stanno evitando l'argomento, stanno
cercando solo di proteggermi in qualche modo, prevedo una bella lite con
Elena. Ha fatto di tutto per farmi sentire a casa eppure mi sembra di non
ricordare nemmeno cosa sia la felicità." Finì con una risata poggiando la
schiena contro la ringhiera.
Caroline piegò la testa di lato e ridacchiò insieme al ragazzo. "Niente
che una bella chiacchierata con le amiche non possa risolvere. Lei ti ama
e non c'è bisogno che te lo dica io e questi mesi sono stati davvero duri
per lei, ti vorrebbe sotto una campana di vetro e credimi faresti lo
stesso con lei così come io lo farei con Stefan. L'amore ci acceca, e vale
anche per i vampiri dal cuore di pietra."
La bionda spostò l'argomento su altro, percepiva a pieno le sensazioni di
Damon e si rese conto che forse era meglio smorzare la tensione. Vide gli
occhi dell'uomo illuminarsi quando iniziò a parlare di Elena e le si formò
un sorriso sulle labbra.
"Da quando sei così psicologa Barbie? Spero che valga anche con te il
segreto professionale."
La bionda scrollò le spalle. "Questa conversazione non è mai avvenuta. Ci
vediamo dentro." Gli fece l'occhiolino e poi entrò dentro lasciando il
ragazzo ad ammirare il panorama.
****
Dall'altra parte della città un altra ragazzo e un altro ragazzo
condividevano un panorama, Bonnie ed Enzo abbracciati sul piccolo
divanetto in veranda a guardare il sole sorgere. Quei due condividevano
anche i silenzi, quelli più profondi. Erano stati giorni duri per tutti,
Bonnie si sentiva in colpa per non aver trovato prima Damon, per aver
lasciato perdere, per aver rinunciato, Enzo invece..Enzo non faceva che
pensare alla sua di detenzione, era un pensiero che aveva tenuto lontano
per tanto tempo e che era piombata nuovamente nella sua testa.
"Ehi, mi rendi gelosa così." Esordì Bonnie cercando di smorzare la
tensione che avvertiva nei muscoli del suo amato.
"Eh? Scusami, hai ragione. Sono un pò pensieroso ma questa notte è stata
fantastica.." Le posò dei dolci baci sul collo arrivando fino
all'attaccatura dei capelli.
"Mi corrompi eh? Siamo tutti un pò pensierosi ultimamente, questa storia
del virus ha scosso tutti. Ieri ho parlato con Elena, è stato abbastanza
straziante. L'ho sorpresa in un mare di lacrime. E' l'unica ad aver
ceduto, Stefan e Caroline non sanno cosa fare e Damon sembra avvolto da
una barriera. Non vuole toccare l'argomento, ho paura che stia tramando
qualcosa, è da lui.." Sospirò mordendosi appena il labbro.
"Il Damon che conoscevo non avrebbe perso tempo e sarebbe andato lì,
avrebbe raso tutto al suolo, virus e personale compreso." Enzo la sorprese
con quella risposta e girò il viso verso di lui corrugando la fronte.
"Sai che non è più quel Damon di un tempo, è cambiato. Ed è un bene che
cerchi la via più giusta ma questo suo chiudersi non è di certo positivo."
Scuote la testa la strega mentre intreccia la sua mano con quella
dell'amato. "Anche tu sei cambiato Enzo e non credo che prenderesti quella
strada."
"Forse non ucciderei tutti ma distruggerei ogni cosa, pur di non lasciarmi
sottrarre questo mio angolo di felicità." Il ragazzo le depositò un tenero
bacio tra i capelli, ciò fa sorridere la ragazza che chiude gli occhi e si
gode il dolce gesto.
"Ho paura che voglia tornare lì dentro senza dirlo a nessuno e il fatto
che una volta sia scappato non implica che ci riesca una seconda volta.
Ieri Elena, era a pezzi e ha la mia stessa paura. "
"Forse Damon sente gli occhi di tutti addosso, preoccupati più del fatto
che non faccia cazzate che del virus in sè."
Bonnie abbassò appena la testa, e se fosse davvero così? Ovviamente tutti
temevano questo virus, anche perchè ne sapevano ben poco ma ciò che
temevano di più era la reazione di Damon per questo non toccavano
l'argomento e cercavano di far finta di nulla tenendosi tutto per se. La
sua mente ritornò per un attimo al giorno prima, lo sguardo perso di Elena
le si era stampato nella mente.
Il giorno prima Bonnie si era recata alla tenuta Salvatore, la sua
idea era quella di parlare con Damon e forse spillare qualche
informazione da lui, ma il suo piano andò in fumo in quanto quella volta
c'era solo Elena, in realtà la ragazza se ne rese conto quando trovò il
portone aperto e una serie di lamenti provenienti dal salone la
raggiunsero. Elena appena si accorse dell'arrivo dell'amica cercò di
asciugarsi le lacrime e di ricomporsi ma Bonnie non era di certo stupida
e si avvicinò a lei preoccupata.
"Ehi, che succede? Si tratta di Damon?" Il pensiero della strega si
rivolse subito al suo migliore amico ma l'amica negò con un movimento
della testa per poi alzare gli occhi verso l'alto e passarsi le mani
sulle guancie per spazzare via le lacrime e asciugare il volto.
"Va tutto bene, è solo un pò di tensione, niente di che."
"Elena, sai che non puoi mentirmi perchè me ne accorgo. Gli altri dove
sono?"
"Stefan e Caroline sono usciti per comprare dei regali alle bambine che
tornano domani e sappiamo bene quanto lo shopping sia terapeutico per
Caroline, Damon invece è andato a fare la spesa."
Bonnie guardò stranita Elena, quando nominò il ragazzo.
"E' andato a fare la spesa? Mi stai prendendo in giro?"
Elena accennò una risata e attirò le ginocchia al petto stringendole.
"Non scherzo, ha detto che voleva prepararmi una cenetta, voleva
sorprendermi, fare qualcosa per me. Ma io me ne accorgo che è assente,
che evita l'argomento. E ho paura Bonnie. Stanotte non ha chiuso occhio,
l'ho sentito agitarsi nel letto, lamentarsi, fino a quando non ha deciso
di alzarsi. Non mi parla di quello che lo turba."
Bonnie strinse a sé Elena accarezzandole i capelli e dondolandosi
lentamente.
"O mio dio, non credevo che..cioè l'ho visto traumatizzato, ovviamente è
rimasto segnato da questa esperienza, considerando che non è la prima
volta che finisce nelle mani di questa gente. Ha bisogno di presenze."
"E io ci sono per lui, e ci sono tutti per lui, forse noi stessi abbiamo
paura di affrontarlo ma finge che tutto sia assolutamente meraviglioso,
che vada tutto bene. Non appena lo guardo in maniera più apprensiva è
come se partisse in quarta per evitare che mi preoccupi o che gli chieda
qualcosa. Lo conosco, so com'è fatto, fa tutto da solo ma non è solo. Mi
sono addirittura meravigliata di come ci abbia raccontato tutto, ha
abbassato la guardia e non è da lui." La mora pianse tra le braccia
dell'amica, Bonnie sospirò lentamente scossa dalle parole di Elena, la
situazione era più grave di quanto immaginasse. La lasciò sfogare
cercando lei stessa di trattenere le sue emozioni e dopo aver preso un
bel respiro cercò di tranquillizzarla, le prese il viso tra le mani e la
costrinse a guardarla.
"Elena, dai, non fare così, le cose si sistemeranno anche stavolta e
troveremo un modo per annientare questo virus e tutta la cavalleria al
seguito. Forse dovresti assecondarlo, ha vissuto un'esperienza
traumatica e ne avremo ancora per molto, vuole recuperare il tempo
perso. Fatti bella, metti un bel vestito, un paio di tacchi e un velo di
trucco e cadrà ai tuoi piedi. Ne avete bisogno."
"So che lui vuole un pò di normalità, ma vorrei anche affrontarlo."
Elena si coprì il viso con le mani per poi voltarsi verso l'amica.
"Una cosa alla volta, ora che ne dici se scegliamo il vestito?"
"Cosa farei senza di te eh?" Elena strinse in un abbraccio Bonnie che
ricambiò avvolgendola dolcemente tra le braccia.
Dopo pochi secondi la mora ritornò alla realtà riprendendo il discorso che
avevano interrotto, si spostò appena sistemandosi meglio nell'abbraccio
dell'uomo per poterlo guardare direttamente.
"Forse se aveste preso tutti la cura a quest'ora la cosa non ci
interesserebbe."
"Non apriamo argomenti già chiusi. Ne abbiamo parlato a lungo.."
La ragazza interruppe di nuovo il ragazzo impedendogli di terminare la
frase.
"Abbiamo chiuso l'argomento perchè voi eravate determinati a volerci
proteggere, e parlo di te, di Damon, di Stefan e anche di Caroline.
Capisco Caroline che..ha agito per difendere le sue bambine da un mondo
che di tranquillo e ingenuo non ha niente e forse anche Stefan che ha
voluto seguire il volere della sua amata ma..te e Damon non vi ho mai
capiti. Se solo Damon avesse preso la cura, se fosse diventato umano, non
sarebbe mai stato rapito."
"Probabilmente sarebbe successa qualche altra cosa Bonnie. Io, ti amo e
non ho bisogno di diventare umano per rendermene conto. Magari tra qualche
anno farò questo passo per noi ma per ora, devo essere un pò egoista."
"Per proteggermi. Parli come Damon." Sbuffò la mora.
"Per questo vai così d'accordo con entrambi."
Il ragazzo accennò una risata stringendola di più a se per addolcire lo
sguardo imbronciato della ragazza e dopo qualche secondo di pausa e un
profondo respiro riprese a parlare sorprendendo la donna ad ogni parola.
"Prima che mi confrontassi con la realtà, non ti avevo mai preso in
considerazione -ridacchiò alzando appena gli occhi al cielo- sei stata
inaspettata, una meravigliosa sorpresa, non avevo mai considerato l'idea
che tu potessi sconvolgermi la vita. Quando mi sono reso conto che ti
stavo lentamente portando alla morte, mi sono tornati in mente tutti i
momenti passati insieme, tutte le litigate, le corde rotte, le risate, le
urla e il tuo sorriso. Quello non l'ho mai dimenticato e nonostante ti
stessi proteggendo da un pò, mi sono ripromesso che non avrei mai smesso
di farlo. Il mio non è mai stato un no ad una vita con te, anche se
invecchiare mi spaventa un pò, sai potrei perdere il mio talento con la
chitarra, e non solo, e il mio accento che ti piace tanto ma rinuncerei a
tutto questo pur di non lasciarti più. Per farlo ho bisogno di te viva e
dopo la scomparsa di Damon, l'idea di un nuovo pericolo in agguato non ha
fatto che allontanarmi ancora di più dall'idea di prendere la cura e tu
non hai mai voluto considerare l'idea di diventare un vampiro. Forse sono
egoista e onestamente non importa, ma sono perdutamente innamorato di te e
posso sopportare anche questo."
Le labbra di Bonnie si gettarono su quelle di Enzo che indietreggiò la
testa leggermente colpito dall'impetuosità della donna. Un bacio
appassionato che sembrò scaricare via la preoccupazione per quei momenti
così difficili, così pieni di interrogativi difficili da affrontare.
Bonnie aveva sempre saputo le ragioni del rifiuto di Enzo e per quanto non
le condivideva totalmente, l'idea che qualcuno fosse finalmente disposto a
fare tutto questo per lei la faceva sentire privilegiata, una principessa
e considerato il suo passato non era esattamente abituata a questo tipo di
sensazioni. Enzo l'aveva messa al primo posto così tante volte da averne
perso il conto.
L'argomento cura era stato toccato anche tre anni prima, quando Elena si
risvegliò dal sua coma profondo grazie alla strega.
Profonde discussioni avevano interrotto la calma da poco ristabilita a
Mystic Falls.
"Non puoi pensare solo a te stesso Damon! Prima che Kai lanciasse
l'incantesimo mi avevi promesso che avresti preso la cura, che avremmo
vissuto una lunga vita insieme. Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Ormai
queste discussioni andavano avanti da giorni ed Elena non riusciva a
farlo ragionare.
"E' successo che tu sei stata vittima di un incantesimo, è successo che
sei stata in coma e che non hai visto come abbiamo affrontato la cosa,
non hai visto come stavo IO! Non posso permettere che ti succeda
qualcosa, non posso nemmeno lontanamente pensare a vivere senza di te.
E..se restare un vampiro mi permette di proteggerti, allora la risposta
sai qual è."
"Sei sempre il solito egoista Damon, hai troppa paura di perdermi e te
ne freghi di quello che pensano gli altri. Hai sempre fatto così, da
quando ti conosco, hai sempre fatto il possibile per proteggermi da
qualsiasi cosa. Mi hai dato il sangue per paura che potessi morire
durante il sacrificio per la trasformazione di Klaus, mi hai più volte
rinfacciato il fatto che su quel ponte ho implorato Stefan di salvare
Matt e non me, perchè tu non riesci a distaccarti da me!"
Damon si pietrificò a quelle parole.
"Da quando proteggere la persona che si ama è un reato?"
Quella volta la discussione si interruppe in quel modo, con un
Damon ferito che si allontanò sbattendo la porta e infilandosi nella sua
Camaro per intraprendere un giro per schiarirsi le idee e scaricare la
tensione e con una Elena che crollò sulla poltrona sentendosi in colpa
per aver agito in quel modo, per aver, insomma, per aver rinfacciato il
passato al suo uomo. E' vero che lui gliel'aveva promesso, che avrebbe
voluto vivere la sua vita da umano, da banale umano solo per iniziare
davvero a vivere la vita che aveva sempre desiderato con lei ma è anche
vero che l'avrebbe fatto per lei, per Elena, che il motivo era
semplicemente lei. Lui aveva una paura terribile di perderla perchè
voleva viverla quella vita perfetta da umano ma aveva bisogno di
proteggerla ancora un pò.
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"Io pensavo che lo volessi anche tu Care, insomma credevo fosse il tuo
desiderio più grande tornare umana." Stefan si rigirava il bicchiere
ormai vuoto tra le mani con lo sguardo basso seduto al tavolo della
cucina di casa Salvatore mentre Caroline era intenta a preparare da
mangiare alle ragazzine.
"Non ho mai detto di non volerla prendere, solo non ora." Alzò le spalle
disponendo gli ingredienti sul bancone per preparare della pasta.
"E perchè non ora? Caroline, la normalità è tornata tra noi e ormai sono
mesi che non avvertiamo un pericolo, sono mesi che tutti e quattro
viviamo davvero come una famiglia, potremmo davvero esserne una e magari
avere un figlio tutto nostro."
"La normalità? Sono rimasta incinta senza nemmeno averlo deciso di due
bambine, incredibili, meravigliose, bellissime che hanno dei poteri
magici e la loro vera madre è morta per mano di suo fratello il giorno
del suo matrimonio. Perdonami se in questo non ci vedo niente di
normale." La bionda buttò tutto fuori non rendendosi conto forse di star
esagerando, poggiò le mani sui bordi del bancone e prense un respiro.
Stefan senza dire una parola la affiancò ma la vampira non gli lasciò
prendere la parola.
"Ti Amo, Stefan Salvatore. E un figlio da te sarebbe l'emozione più
grande che possa mai provare così come sposarti e vivere come due
persone normali, ma ho scelto di abbracciare questa vita, anche se forse
mi è stata un pò imposta, e non posso e non voglio tirarmi indietro. Ti
chiedo di aspettare. Di aspettarmi."
Il ragazzo annuì e prense le mani della ragazza stringendole dolcemente,
accarezzò il dorso con i pollici e le baciò entrambe per poi rivolgersi
alle iridi chiare di Caroline.
"So che da quando siamo entrati nella tua vita, noi vampiri..le streghe,
le congreghe, gli originali, i licantropi..bhè ti abbiamo sconvolta.
Abbiamo rotto la tranquillità, la serenità che ti avvolgevano, che
avvolgevano quel vulcano in eruzione pieno di idee dai lunghi capelli
biondi con cui credevo di non poter mai costruire nulla perchè non ti
avevo letto ancora negli occhi e non avevo voglia di andare oltre. Va
bene, rispetto la tua volontà, lo faremo quando sei pronta."
Stefan invidiava la forza di quella ragazza, aveva vissuto cose che
qualsiasi altra persona non avrebbe mai sopportato, ma lei aveva sempre
camminato a testa alta e si sentiva questa volta di assecondare la sua
richiesta. Contrariamente a Damon ed Enzo che volevano proteggere le
loro donne, questa volta la cosa era completamente diversa. Stefan non
aveva bisogno di proteggerla perchè la sua donna aveva già tutto chiaro
in mente e aveva due bambine da proteggere e crescere, non perchè Stefan
non fosse una priorità ma perchè oltre che essere la sua ragazza e
futura moglie, Caroline era anche una mamma e si sa, cosa non farebbe
una mamma per i propri figli?
La mattinata era ormai passata e il sole splendeva alto nel cielo,
nonostante settembre fosse arrivato il calore estivo continuava ad essere
avvertito dagli abitanti della piccola città. Casa Salvatore come sempre
era affollata, quello era un giorno speciale, le bimbe di Caroline
sarebbero ritornate a casa dopo la lunga vacanza con il loro papà e
Alaric, bhè lui, non stava più nella pelle, aveva saputo del ritorno di
Damon e voleva vederlo. Il loro rapporto era sempre stato molto tumultuoso
ma lo considerava un vero amico, certo non poteva giustificare ogni sua
azione passata, ma gli voleva bene. Caroline aveva provato a spiegargli
qualcosa per telefono ma era piuttosto complicato riassumere il tutto in
poche parole, aspettava il suo arrivo ma soprattutto delle sue bambine,
gli erano mancate da morire e l'idea di doversi allontanare da loro
un'altra volta la rattristava. Era l'unico modo per proteggerle, aveva
chiamato la baby sitter di fiducia, Claire, che ormai si occupava delle
bambine da quasi tre anni e aveva inventato una scusa abbastanza
plausibile per affidarle le bambine per qualche giorno. La bionda sperava
che tutto si risolvesse in poco tempo, voleva che le ragazze
vivessero nella normalità. Quella normalità di cui aveva dimenticato il
sapore.
La bionda era nella camera delle ragazze per sistemarla, voleva che la
trovassero perfetta anche se ci avrebbero dormito solo per una o forse due
notti. Si avvicinò a uno dei loro pigiamini che erano ordinati e piegati
sul bordo del letto e lo avvicinò al viso per annusarlo e poi lo strinse
al petto. In quel momento entrò nella camera Stefan che scorse la donna
fare quel gesto così tenero e materno, si voltò per allontanarsi e
lasciarla da sola ma ovviamente Caroline si era accorta della sua
presenza.
"Non andare." Il ragazzo si fermò e girò lo sguardo verso la ragazza che
nel frattempo si era voltata verso di lui, in pochi secondi la raggiunse e
cinse la sua vita con le braccia.
"Sono qui. Tra poco le riabbraccerai." Mormorò lui all'orecchio della
donna e ricevette come risposta un profondo respiro.
"Staranno qui per poco." Il tono sommesso della bionda arrivò dritto al
cuore del ragazzo che le posò le mani sulle spalle.
"Forse dovresti partire con loro per qualche giorno invece di affidarle
alla baby sitter." Caroline si voltò verso di lui aggrottando le
sopracciglia.
"Stefan..se ho deciso di affidarle a Claire è perchè hanno bisogno di
stare lontano da noi, e in quel noi c'entro anche io. Alaric è d'accordo."
"Finirà tutto presto."
"Sai, penso a quando mi proponesti di prendere la cura, ricordi cosa ti
dissi? Che avevo bisogno di avere un vantaggio sull'oscurità del mondo
perchè dovevo proteggere le mie bambine. Solo ora mi sto rendendo conto
che l'oscurità segue me ovunque vada."
"Ehi, smettila!" Stefan le prese il viso tra le mani e la guardò dritto
negli occhi. "Smettila di incolparti. In questi anni sei stata una madre
meravigliosa e continuerai ad esserlo. Devi solo crederci, ci è rimasto
solo questo, credere che le cose si sistemino. Perchè deve andare così. Ho
vissuto per mesi col senso di colpa per aver lasciato andare di nuovo
Damon, ho creduto di non aver lottato abbastanza e invece ora è qui, certo
abbiamo un'altra sfida da affrontare ma è qui e lo sono anche le tue
bambine. Oggi pensa a passare una giornata meravigliosa con loro, goditi
la festa e poi domani portale al parco, a mangiare un gelato."
La bionda sorrise dolcemente alle parole del ragazzo e strinse le sue mani
per poi baciarle.
"Sono così fortunata ad averti, Stefan Salvatore."
"Lo so." Ridacchiò il ragazzo per poi attirarla tra le sue braccia e
avvolgerla in un bacio appassionato.
***
"Non andare dai." La supplica di Damon giunse alle orecchie della donna
che tornò in camera con solo un asciugamano a cingerle il corpo dopo la
doccia. Nonostante Damon si fosse alzato presto aveva portato Elena in
camera in tarda mattinata per distrarla dalle domande che aveva iniziato a
fare sul perchè quella notte si fosse agitato. Lei dopo un'oretta l'aveva
abbandonato per farsi una doccia, Caroline l'aveva incastrata con i
preparativi della festa.
"Se tu la notte dormissi di più, ora non saresti uno straccio."
"Ehi. Vorrei solo passare del tempo con te." Damon si portò sulla
difensiva alzandosi a sedere sul letto e appoggiando la schiena sul
cuscino.
"Lo voglio anche io, è solo che è quasi ora di pranzo e mi hai attirato
con una trappola qui per farti coccolare e io ho promesso a Caroline di
aiutarla con i preparativi per la festa e con le bambine quando
torneranno."
"Vuoi dirmi che non ti sono piaciute le mie coccole? Potrei sempre farle a
qualcun'altra."
La ragazza gli lanciò contro un cuscino. "Non sei divertente mio caro
Salvatore, dovresti farti una doccia e sistemarti un pò, sicuramente nel
pomeriggio arriveranno anche Enzo e Bonnie per salutare le bambine, forse
anche Tyler e Matt, non gliel'ho chiesto a Caroline, in realtà. Con tutta
questa storia del virus non ho pensato molto agli altri.." Ammise la
ragazza mentre si infilava il reggiseno e un paio di mutandine.
Damon iniziò a sentire il pericolo nelle parole di Elena, sospirò appena
sperando che non riprenda con le domande o le frecciatine. Venne salvato
in calcio d'angolo dalla voce di Caroline che chiedeva alla sua ragazza di
raggiungerla.
Elena si infilò di corsa un paio di Jeans e un top e si avvicinò a Damon
posandogli un dolce bacio sulle labbra. "Ci vediamo tra poco giù."
L'uomo ricambiò il bacio e dopo aver aspettato che la ragazza uscisse
decise di alzarsi. Sistemò un pò il letto sgualcito e controvoglia si
diresse verso il bagno, aprì l'acqua nella vasca e mentre questa si
riempiva fece nuovamente capolino nella stanza, si avvicinò alla sua
cassettiera, aprì uno dei cassetti ed estrapolò un foglio infilato sotto
una pila di maglioni.
Lo stense sul piano superiore del mobile e sospira appena. Il foglio
ritraeva la pianta del laboratorio della Smith, c'erano scritte, frecce,
appunti, note, aveva tutta l'aria di essere l'abbozzo di un piano. Tutte
quelle notti insonni nella cella avevano scatenato sempre di più la voglia
di vendetta e la sua mente stava elaborando un piano per tornare in
quell'inferno.
La mente dell'uomo si riempì nuovamente di quei ricordi macabri tanto da
spaventare chiunque.
La parte più difficile sarebbe stata parlarne agli altri. Decise di
rimettere via la mappa e un paio di fogli con varie indicazioni fuori che
erano allegati a quest'ultima e si avviò verso la vasca per rilassarsi, o
almeno provarci.
***
In poco più di un paio d'ore casa Salvatore si era popolata, come suo
solito, Enzo e Bonnie erano arrivati prima di tutti, gli ultimi arrivati
erano proprio Matt e Tyler ma Caroline non aveva perso tempo ad assegnare
ad ognuno di loro un compito per completare i preparativi per la festa di
bentornato. All'appello mancavano solo Alaric e le bambine, l'uomo aveva
deciso di passare prima per casa sua per posare alcuni bagagli, sistemare
un pò le bambine e farsi una doccia. Erano state via per un paio di
settimane, per volontà di Alaric che da un lato voleva lasciare un pò di
spazio a Caroline e Stefan e dall'altro non vedeva l'ora di passare del
tempo con le piccole.
Caroline non vedeva l'ora di riabbracciarle, erano pur sempre le sue
bambine per quanto inaspettate e queste due settimane erano state
interminabili per lei.
Damon stava sistemando insieme ad Enzo su una scala il festone di
bentornato mentre dal basso Bonnie si accertava che fosse dritto, Elena li
guardava divertita mentre sistemava i dolci sul tavolo. Caroline affiancò
Stefan che guardava il tutto con un sorriso sincero sul volto.
"Mi mancava vederti così sereno." Il ragazzo le sorrise avvolgendole la
vita con il braccio.
"A me mancava esserlo" Le posò un dolce bacio sulla fronte. "E' sereno, è
tranquillo, ha addirittura stretto la mano di Matt e Tyler e sappiamo bene
che non c'è mai stata questa grande amicizia, forse mi hanno rifilato il
gemello di Damon."
La bionda accennò un sorriso, reso un pò amaro dal ricordo della
conversazione di quella mattina con Damon, non era il caso di turbare
ulteriormente Stefan.
Dopo qualche minuto i ragazzi furono sorpresi dal suono del
campanello. Come promesso arrivarono allo scoccare delle 16:00. la
bionda corse subito ad aprire e ad abbracciare le bambine che non ebbero
nemmeno il tempo di fiatare.
Tutti si avvicinarono alle ragazzine e ad Alaric che sorrise nel vederli
tutti lì.
"Ovviamente il comitato di benvenuto non è per me, vedo troppi palloncini
rosa." Ci scherzò su chiudendo alle sue spalle il grande portone e
iniziando a salutare i vari ragazzi. Damon si trovava vicino ad Elena, era
rimasto rapito dalle piccole, l'ultima volta che le aveva viste avevano
poco più di un anno e ora, sembravano così cambiate. Il suo sguardo fu
rapito poi da quello di Alaric che lo raggiunse.
"Non volevo crederci quando Care me l'ha detto, sono contento di vederti,
amico." Alaric gli porse la mano, Damon sorrise e lo guardò.
"Mi sei mancato anche tu." Ridacchiò e gli strinse la mano per poi
attirarlo in un dolce abbraccio.
I ragazzi sorrisero inteneriti alla scena mentre le bambine si staccarono
da Caroline e iniziarono a salutare tutti.
Il resto della giornata passò tra dolci, palloncini e coriandoli.
Sembravano così uniti, spensierati, il pericolo era ancora là fuori ma
nessuno ci stava pensando.
Le bambine erano al centro dell'attenzione di tutti, ridevano, giocavano e
raccontavano con gioia tutte le cose che avevano fatto con Alaric.
"Io proporrei un brindisi."
Esordì Caroline, prendendo un bicchiere di champagne e mettendosi al
centro del salotto.
"Per cosa?" Domandò Elena, stretta tra le braccia di Damon.
"Per tante cose, alla famiglia per esempio"
"Direi che sono più che d'accordo." Stefan raggiunse la sua donna e gli
altri si alzarono.
"A Damon." Iniziò Bonnie.
"Alle nostre bambine" continuò Alaric facendo un occhiolino a Caroline.
"All'amore" riprese Enzo.
"All'amicizia" dice Tyler.
"Ai cambiamenti" continuò Matt alzando il bicchiere.
"Alle sorprese, quelle della vita, quelle che ti colgono quando sei a
terra e ti cambiano la vita, te la consumano e te la rendeno speciale."
mormora Elena, guardando intensamente Damon.
"Alla vita." Continuò Stefan, gli altri accennarono una risata. "Avanti,
avete detto tutti cose poetiche, che ho detto di male?"
"Tecnicamente sei morto, fa un pò strano" Dice Bonnie ridendo.
"E non è nemmeno l'unico" riprese Tyler facendo ridere anche gli altri.
Dopo questa piccola parentesi da cabaret fu il turno di Damon, che guardò
tutti e alzò anche lui il calice.
"Non volevo essere scontato come quel mangia-scoiattoli di mio fratello,
ma devo perchè è la verita, io brindo a voi."
I ragazzi sorpresi e inteneriti alzarono i bicchieri, ma Damon non perse
tempo per ricordargli di tenere a bada le smancerie.
Brindarono tra loro e vennero sorpresi dalle bambine che si infilarono tra
le gambe dei ragazzi, tanto che Elena perdendo per un attimo l'equilibrio
si rovesciò il contenuto del bicchiere sulla maglietta, il bicchiere cadde
a terra rompendosi.
" E noi? " Dicono le bambine in coro facendo scoppiare tutti a ridere.
Elena non perse tempo e raccolse il bicchiere in frantumi per poi
allontanarsi per prendere un tovagliolo e pulirsi, Damon si avvicinò. "Ti
sei fatta male?" chiese apprensivo notando che il bicchiere si era rotto.
"No no, mi sono solo buttata tutto addosso." Disse lei incurante di una
piccola ferita che il vetro rotto le aveva fatto alla mano.
"No Elena ti sei fatta male. Stai perdendo sangue dalla mano." Puntualizzò
il vampiro.
La ragazza alzò la mano e notò che c'era un piccolo graffio da cui stava
uscendo un rivolo di sangue, accennò un piccolo sorriso.
"Non è niente, ehi..va tutto bene"
Lo sguardo di Damon si era pietrificato quasi, gli era appena tornata in
mente una delle tante torture che gli infliggevano. Poteva sentire ancora
il bisturi aprirgli le membra, strinse appena gli occhi rendendosi conto
di essersi perso nuovamente nei ricordi. Elena si accorse del cambiamento
di umore ma lo associò alla sua preoccupazione per lei.
"Non è niente, ci metterò un cerotto e domani non si vedrà già niente, ora
è meglio se vado a cambiarmi, torno subito." Gli schioccò un bacio sulle
labbra e si diresse di sopra lasciando gli altri a far festa. Il ragazzo
annuì passandosi una mano sulla fronte, prese un bel respiro e buttò giù
il contenuto del bicchiere tutto d'un sorso.
La mora entrò nella sua camera, in realtà era la camera di Damon ma da
qualche anno era diventata sua di diritto.
"Dovei sistemare i miei vestiti prima o poi." Mormorò iniziando a cercare
qualcosa di pulito, i suoi vestiti sono sparsi e confusi insieme a quelli
di Damon, non che ultimamente le servisse fare ordine data l'assenza del
ragazzo, spesso utilizzava i suoi vestiti per sentirlo vicino. Si avvicinò
alla cassettiera e aprì il primo cassetto cercando un altro top. Dopo
averne trovato uno che stesse bene sui suoi jeans lo infilò. Stava per
chiudere il cassetto quando la sua attenzione venne attirata da qualcosa
di bianco in fondo al cassetto, spostò il resto dei vestiti di lato e tirò
fuori il tutto. Andò verso la scrivania e aprì i fogli, dopo pochi secondi
si rese conto di cosa stava guardando. Era una mappa e c'erano dei fogli
con degli appunti. Gli occhi le si riempirono subito di lacrime.
Damon stava organizzando un piano per tornare lì e non ne aveva parlato
con nessuno. I suoi sospetti erano fondati, lo sapeva.
"Ehi amore, perchè ci stai mettendo così tanto?" Damon irruppe nella
stanza e si avvicinò alla ragazza portando le mani sulle sue spalle, lei
si voltò e gli sventolò i fogli sotto al naso.
"Quando credevi di dirmelo?"
Lasciò cadere i fogli e scappò dalle braccia di Damon.
"Elena aspetta!!"
ECCOCI ALLA FINE DI QUESTO NUOVO CAPITOLOOO!
Come al solito i miei tempi sono lunghissimi, lo so e avete ragione se
mi odiate, stiamo entrando nel vivo della storia e spero che stiate
seguendo in tanti infatti ringrazio chi ha lasciato una recensione e
anche chi legge in silenzio, grazie, davvero grazie!! Lasciate qualche
recensione, così da permettermi di capire se vi sta piacendo o meno, le
critiche sono sempre costruttive, anche se sono alle prime armi, siate
buoniiii ahahaha.
Il capitolo è pronto da un pò solo che ogni volta cerco di fare il punto
della situazione per non lasciare al vento nessun dettaglio.
Questo finale imminente mi distrugge anche se in quanto discepola di
Julie e Shonda Rhimes non vedo l'ora ci sia un altro pò di dramma prima
della fine della serie, sì sono un po' masochista.
Buona lettura, guys!