Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: DreamerGiada_emip    07/03/2017    2 recensioni
Attenzione: questo libro è il sequel di Dark Angel, presente anch'esso sul mio profilo, se non si conosce la storia precedentemente nominata sconsiglio vivamente la lettura di questo sequel.
La bella Lilith viene costretta a una vita che non avrebbe mai nemmeno immaginato. Il suo nome, i suoi sogni, le sue perdite di controllo, il suo sangue la legano indissolubilmente a questo nuovo e oscuro regno. La ragazza non sa come uscire da questa situazione che non ha mai desiderato, vorrebbe ritornare in quella che considera la sua vera famiglia, ma un'ombra oscura la tiene incatenata.
Nella villa Sakamaki, i sei fratelli non sanno cosa fare, la loro preda è scomparsa tra le fiamme sotto i loro occhi. Soprattutto il giovane Subaru è alla disperata ricerca di quella che ormai considera la sua unica ragione di vita. È deciso a ritrovarla e riportarla a casa, per tenerla con sé al sicuro per sempre.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Subaru’s P.O.V.
 
 Mi siedo sul divanetto accanto alla finestre e osservo fuori in silenzio. Fra poco sorgerà l’alba. In un attimo un’idea mi folgora la mente. Recupero un foglio di carta e una matita, per poi tornare nella sala degli strumenti. Fortunatamente Shu se n’è già andato. Sposto il pianoforte con estrema attenzione per vedere perfettamente il simbolo sul pavimento. All’interno del cerchio si vede uno strano simbolo appena accennato. Non ci avevo fatto troppo caso prima, ma ora forse potrebbe darmi una risposta esauriente. Lo scarabocchio al meglio sul fogli e poi mi avvio fulmineo fuori dalla stanza, senza nemmeno rimettere a posto il pianoforte. Arrivo in giardino in pochissimo e, senza dire niente a nessuno, salgo sulla limousine.
 
«A scuola, immediatamente» ordino al famiglio con tono impaziente. Lui non risponde e parte subito con una sgommata. Appoggio il gomito sullo schienale del sedile e osservo fuori. Vogli arrivare il prima possibile, forse lui potrà darmi una risposta. Il professore di rune antiche, materia a cui non mi sono mai particolarmente interessato, ma che forse in questo caso potrà essermi utile. Osservo attentamente il simbolo scarabocchiato malamente sul foglio, non credo di averlo nemmeno mai visto ed è molto diverso da tutti quelli che conosco. Arriviamo in meno tempo del solito, grazie alla guida un po’ spericolata. Scendo dalla macchina fulmineo e attraverso il giardino quasi di corsa prendendomi delle occhiate incuriosite da tutti. Per i corridoi urto altre persone, ma non ci bado e continuo con la mia marcia. Finché non vengo afferrato per un braccio e bloccato di colpo.
 
«Ehy Sakamaki, dove vai così di fretta?» mi volto di scatto fulminando con lo sguardo il gruppetto di licantropi che mi sta osservando divertito. Sento la presa sul mio braccio serrarsi ulteriormente.
 
«Non sono certo affari vostri» ringhio in risposta strattonando il braccio fino a liberarlo. Sto per ripartire ignorandoli completamente, ma uno di loro mi sbarra la strada.
 
«Ci hai urtato, dovresti scusarti» un ghigno gli incornicia il volto. Stringo i denti.
 
«Non mi scuso con le bestie» controbatto irritato. Mi stanno facendo perdere tempo e io non ho la pazienza per sopportarli. Ora men che meno. Cerco di aggirarlo, ma lui mi si pianta nuovamente davanti. Carico un destro pronto a smontargli quella faccia da sberle. Ma uno dei suoi compagni mi stringe il polso in una morsa dolorosa, prima ch’io possa scagliare il colpo.
 
«Non dovresti essere così scontroso, vista soprattutto la tua situazione svantaggiosa» afferma il tizio che mi trattiene. Gli ringhio contro con rabbia. Li osservo uno a uno, sono cinque ragazzi dalla pelle abbronzata e i muscoli fin troppo esagerati. Mi libero dalla presa del licantropo. Carico di nuovo il destro che viene bloccato, ma con un calcio lo allontano di circa cinque metri facendolo atterrare sulla schiena. Poi mi trasporto a una ventina di metri di distanza continuando a camminare per trovare il professore. Non sono interessato a una rissa, almeno finché non avrò ottenuto ciò che voglio, poi dopo posso fracassarli di botte quanto vogliono. Lo trovo nel suo studio, da solo, quasi completamente al buio, chino su un enorme tomo. Sembra non sentirmi nemmeno entrare, ma io so che è perfettamente consapevole della mia presenta.
 
«Subaru Sakamaki, cosa ci fai qui? Che problema ti spinge a presentarti qui da me?» chiede con quel suo tono così cavernoso. Solleva lo sguardo di scatto su di me. È il professore più misterioso della scuola e forse quello che incute più soggezione e angoscia. Forse tutto ciò dipende dal fatto che il suo volto resti sempre in penombra, nascosto dal cappuccio di quel mantello che lo avvolge. Di lui si vedono solo quegli occhi viola accesso che ti scavano nell’anima per mettere alla luce i tuoi segreti nascosti e le tue paure più indicibili. Ogni tanto si scorge un sorriso folle e storpiato da quel cappuccio.
 
«Vorrei che tu mi dicessi cosa significa questo simbolo» vado dritto al punto tirando fuori il foglietto di carta. In un attimo la creatura scatta verso di me fino ad arrivarmi di fronte. Mi strappa di mano il foglietto e lo esamina da vicino. Si volta di nuovo verso di me fissandomi intensamente, i suoi movimenti vanno a scatti.
 
«Perché lo vuoi sapere?» la sua voce grottesca sembra il rombo di un tuono. Sposta di nuovo il suo sguardo sul foglietto ispezionandolo nuovamente.
 
«Dimmi cosa significa prima, poi te lo dirò» controbatto facendo un passo verso di lui impaziente. Lui scatta verso di me ponendo il suo viso a un soffio dal mio, la mia visuale è completamente bloccata da quegli occhi magnetici. Non mi muovo di un millimetro contrastandolo fieramente.
 
«Giocare con questi sigilli ti porterà solo guai, giovane vampiro» mi alita sul viso dicendo quelle parole. Faccio una smorfia di disgusto. Il mio olfatto sopraffino non gradisce granché questa vicinanza.
 
«Non è un gioco e non sono io ad adoperarli» affermo sempre più innervosito. I giri di parole sono solo una perdita di tempo, ma non posso spronarlo eccessivamente, dopotutto è un professore.
 
«Questo simbolo è presente soltanto in un libro, di cui ne esiste un’unica copia, non si sa chi sia lo scrittore, quindi considerando l’impossibilità per te di leggerlo sommata alla tua indifferenza per l’argomento, mi chiedo come tu possa conoscere questo sigillo» si allontana di un passo da me, cosa di cui gliene sono grato. Sospiro e per un attimo stringo i pugni per trattenermi dal fare qualcosa di sconsiderato.
 
«La nostra preda è scomparsa sotto i nostri occhi all’interno di un cerchio di fuoco, inciso sul pavimento all’interno del cerchio di legno bruciato vi è questo simbolo» spiego sbrigativamente ormai convinto che non mi avrebbe mai svelato nulla se prima io non gli avessi rivelato il motivo della mia richiesta. «Io voglio ritrovarla e credo che questo simbolo possa ricondurmi a lei»
 
«Forse si… e forse no…» dondola leggermente la testa a destra e sinistra. Mi scruta attentamente, incatenando i suoi occhi ai miei. «Rappresenta Satana, la sua ribellione, tutto ciò che lo ha portato ad essere Principe della Menzogna, Maestro di Errore e Signore delle Tenebre» spiega con voce grave e sguardo adombrato. Sbatto le palpebre un paio di volte senza dire nulla.
 
«Stronzate…» sussurro con gli occhi fissi nei suoi alla ricerca di un qualcosa che possa smentire ciò che ho appena sentito. «Vorresti dire che Lilith è stata presa da Satana?»
 
«Non mi sento di escludere questa possibilità» inizia a camminare per il suo studio facendo frusciare il suo mantello nero. Lo seguo con gli occhi, senza perderlo di vista nemmeno un attimo.
 
«Parla chiaro» taglio corto ormai stufo dal suo parlare per enigmi. Se sta dicendo la verità non ho tempo da perdere. Ci sarà pur un modo per ritrovarla e riportarla a casa. Che sia stato Satana o chiunque altro non mi importa, nessuno mi impedirà di riprendermi ciò che è mio. E lei mi appartiene. Nonostante la sua ostinazione a dire che lei non è di nessuno. Non è vero, lei è mia e mia soltanto. Stringo i pugni.
 
«Se ciò che mi hai detto è vero, potrebbe essere, ma la vera domanda da porre è: perché?» mi porge nuovamente il foglietto, poi torna sul suo libro. Lo sfoglia lentamente studiando con attenzione ogni pagina. Osservo le sue mani, ha le unghie appuntite e nere. Si muove con una lentezza snervante, non so quanti attimi passano prima che lui prende nuovamente la parola. «Forse ha venduto la sua anima al diavolo, oppure lui può volere qualcosa da lei...» si blocca nuovamente. Sbuffo esasperato.
 
«C’è una terza ipotesi, non è vero?» muovo un passo verso di lui, il fatto che gli piaccia tenermi sulle spine mi fa innervosire. Intravedo un ghigno subdolo nell’ombra del cappuccio.
 
«Spera e prega che l’ultima ipotesi non sia vera…» sussurra in maniera misteriosa. Sto per chiedergli ulteriori spiegazioni, ma lui mi fa segno di tacere con un gesto sbrigativo della mano. Stringo i denti. Odio la gente che mi da ordini, eppure da quanto ne so nemmeno lui ama essere contraddetto, quindi decido di lasciare perdere. Le informazioni che voglio ottenere sono più importanti. Con un balzo si avvicina a una grande libreria e inizia a picchiettare con l’unghia sui libri, uno dopo l’altro. Li osserva tutti con attenzione, alla ricerca di chissà che cosa. Dopo qualche attimo inizia a canticchiare un motivetto inquietante di cui non capisco le parole, a causa della lingua sconosciuta. La voce è troppo cavernosa. Per me che sono abituato alla voce soave di Lilith, questo ringhio gutturale è una sottospecie di tortura. A lui però non sembra importargli, continua imperterrito a gorgogliare questa litania insopportabile.
 
«In cosa consiste l’ultima ipotesi?» chiedo per farlo tornare a parlare, tutto pur di far tacere questo maledetto canto. Si ferma per un attimo con l’unghia nera su un libro, ma poi riprende a percorrerli uno ad uno. Passa un tempo interminabile.
 
«La considero troppo inverosimile anche solo per spiegartela» dice con estrema calda e semplicità. Sospiro frustrato. Non ho scoperto nulla di davvero interessante. Non credo che Lilith sia così stupida da vendere l’anima al diavolo e non credo nemmeno che il Diavolo possa volere qualcosa da lei. La terza ipotesi è, a quanto pare, impossibile. Che altro posso fare per scoprire qualcosa in più di quel che le è successo?
 
«D’accordo, grazie» suona molto più ironico di quanto non volessi farlo sembrare. Gli volto le spalle e sto per uscire, ma lui mi fa fermare.
 
«Subaru» mi chiama. Io mi volto di profilo per dargli almeno la parvenza di star ascoltando. «Nel remoto caso l’ultima ipotesi si avverasse, prega che lei non vi consideri suoi nemici, perché in quel caso vi ritrovereste in abominevoli guai» sento una sfumatura di divertimento nella sua voce, ma non ci bado. Esco dal suo studio. Ora ne ho l’assoluta conferma. È pazzo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: DreamerGiada_emip