Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: trenodicarta    08/03/2017    2 recensioni
Simone e Viola si avvicinano, lui le offre la sua amicizia e lei la accetta con diffidenza. Lei nasconde una storia tormentata e lui un segreto doloroso. Lei è ferita, lui è l'ultimo che possa guarirla. Il loro rapporto si fortifica ogni giorno sempre di più, fino a quando Viola non scopre la vera identità di Simone, da quel momento ogni sua certezza si distrugge, di nuovo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 12



Era il suo compleanno. 
E lo detestava. 

- Non era il caso di organizzare una festa a sorpresa, lo sai? - Borbottò Simone, voltandosi a guardare sua madre, che sorridente camminava al suo fianco. 

Inutile dire che il sorriso le si spense immediatamente nell'udire quelle parole.  Elisa assunse un'aria sorpresa e al tempo stesso dispiaciuta: era stata scoperta, ancora una volta. Ogni anno si impegnava nella preparazione di una festa a sorpresa per il compleanno del figlio, che puntualmente la smascherava.

- Fingi almeno di essere sorpreso quando entrerai in casa. - Lo pregò, mentre insieme attraversavano il vialetto di casa per avvicinarsi alla porta dell'enorme villa in cui Elisa dimorava da decenni. 

- Tranquilla, sarò un perfetto attore. Fingo da quando avevo 14 anni. -

Elisa trattenne una risatina, mentre infilava la chiave nella serratura e la girava lentamente. Nel mentre sussurrò un rassicurante: - Stavolta ti piacerà... - 

Se Viola verrà... Non disse ad alta voce quest'ultima parte, si limitò a pensarlo.
Quella ragazza si sarebbe presentata? Chi poteva saperlo.
La prima e ultima volta che si erano viste, Elisa aveva accennato qualcosa a proposito del compleanno di Simone e Viola si era limitata a dire: "Ci penserò".  

- SORPRESA! - Le voci degli amici e colleghi di Simone distolsero Elisa dai propri pensieri...per qualche istante. 

- Wow... - Mormorò Simone, assumendo un'espressione sbalordita. - Chi se lo aspettava? - Mormorò poi a voce più bassa, rivolgendo un'occhiata eloquente a sua madre, la quale si limitò a sorridere, mentre con lo sguardo già stava cercando Viola per la stanza.

C'erano tutti: amici di famiglia, parenti, colleghi di lavoro di Simone. Tutti tranne lei. 
Elisa decise di non scoraggiarsi, d'altra parte poteva anche essere semplicemente in ritardo. Sarebbe venuta, ne era certa. 
Mezz'ora dopo però, la sua sicurezza cominciò a scemare, fino a scomparire totalmente. Dispiaciuta Elisa osservò in lontananza Simone parlare con qualcuno e abbozzare qualche "Grazie per il regalo", per poi congedarsi con una scusa e uscire in giardino.

- Non posso credere che non sia venuta... - Sussurrò Elisa delusa da se stessa: avrebbe dovuto essere più convincente. Eppure era certa di averla quasi convinta, era certa che sarebbe venuta.

La madre di Simone era una di quelle donne sempre pacate e calme, costantemente pronte a nascondere anche il minimo segno di nervosismo dietro un finto sorriso, eppure quella volta non ci riuscì: l'irritazione fu talmente tanta che rovesciò un bicchiere di champagne a terra.

- Oh no, accidenti... - Sibilò la donna, guardandosi attorno così da poter attirare l'attenzione della cameriera assunta appositamente per quella festicciola.

- In genere sono io quella che fa cadere le cose. - 

Elisa mise a fuoco la figura che le si era avvicinata di lato, stentando quasi a riconoscerla:  era Viola. 

- Scusi per il ritardo, io... non sapevo cosa mettere. - 

Era una bugia: Viola aveva indossato senza incertezze il corto vestito floreale che le cingeva la vita sottile alla perfezione. L'abbigliamento non era stato un problema, così come non lo era  guidare fin lì. La difficoltà era arrivata nel momento in cui aveva parcheggiato davanti casa di Elisa, rimanendo lì chiusa per mezz'ora, indecisa sul da farsi.

- Stai molto bene. - Commentò alla fine Elisa. - Simone è uscito in giardino, se vuoi salutarlo. - Le indicò più che volentieri le vetrate in fondo alla stanza, dalle quali si poteva godere di un piccolo scorcio del giardino.

Viola annuì, più volte, osservando titubante la direzione che le era stata indicata, prima di decidersi a muovere un passo dopo l'altro verso quest'ultima, sotto lo sguardo speranzoso di Elisa.
La brezza fresca di quella giornata soleggiata colpì in viso la ragazza, dandole una sensazione di benessere, mai quanto quella che provò nel vederselo lì davanti. 

- Viola. -

Simone ed Elisa avevano lo stesso modo di pronunciare il suo nome, la stessa intensità, lo stesso tono. Era impressionante. 
La ragazza scrollò appena le spalle, corrugando il viso nel notare una sigaretta tra le dita del poliziotto. 

- Da quando fumi? - 

Era assurdo: non si vedevano da settimane, avrebbe potuto chiedergli di tutto, eppure la sua curiosità principale fu rivolta a una semplice sigaretta. 

- Ehm... fumo ogni tanto, quando sono nervoso. - Mentre pronunciava quelle parole, Simone gettò a terra il mozzicone, quasi volesse nascondere le prove del suo atto.

- Sei nervoso? Strano, è il tuo compleanno, dovresti ess... -

- Che ci fai qui, Viola? - Fu lui a tagliare corto quella volta e questo sorprese entrambi.

La ragazza ne rimase delusa, si aspettava un incontro diverso, una reazione diversa, ma probabilmente se lo meritava: non poteva aspettarsi un'accoglienza a braccia aperte, visto il modo in cui l'aveva trattato nell'ultimo periodo. 

- Tua madre mi ha invitato. -

- Mia madre? -

- Sì, è una lunga storia. - E lei non era lì per raccontarla ovviamente. A proposito: perchè era lì? Non lo sapeva bene nemmeno lei. - Io volevo solo dirti... - Non si era nemmeno preparata un discorso. - Volevo solo dirti "auguri". - Dichiarò infine veloce. - Non sarei dovuta venire, scusa. - Farfugliò veloce, voltandosi immediatamente pronta ad andarsene.

- Aspetta! - Simone la bloccò, colmando con un passo la distanza tra entrambi e afferrandole un braccio. Non l'avrebbe lasciata andare via, non così almeno. - Tutto qui? -

Era tutto lì? 

- No, c'è dell'altro. - Confessò la ragazza. - Perchè? - Sbottò infine rialzando lo sguardo sui suoi occhi. - Perchè hai insistito con me? -

Era una bella domanda, che meritava una bella risposta.

- Per lo stesso motivo per cui tu sei qui. - Sussurrò infine lui, inchiodandola lì sul posto con quegli occhi azzurri.  Comprendendo che lei non avrebbe detto nulla, fu Simone a parlare di nuovo: 
- Senti, che ne dici di ricominciare da zero? Io sono Simone e tu sei Viola e ci siamo conosciuti oggi a questa terribile festa. -

Viola ridacchiò e scosse la testa. - No, non voglio ricominciare dall'inizio. Significherebbe cancellare tutto quello che di bello mi hai fatto provare fino ad ora. -

***

Se prima Viola era riuscita a passare inosservata, appena rientrò in casa tenendo per mano Simone, la situazione fu del tutto differente. Le persone le rivolsero occhiatine incuriosite, domandandosi chi fosse quella misteriosa ragazza. 

- Se vuoi ce ne andiamo. - Le disse all'orecchio ad un certo punto Simone, temendo si potesse sentire a disagio.

- Stai scherzando, mi sono messa questo vestito per farmi osservare. - Mormorò divertita lei, causando una risatina in entrambi. 

Per nessuno sarebbe stato piacevole essere al centro dell'attenzione, specie in una situazione assurda come quella, eppure Viola se la cavò egregiamente. Sorrise ogni volta che Simone la presentava come una sua cara amica e rispose secca e senza esitazioni quando le veniva chiesto dove si fossero conosciuti. "Stazione di polizia" fu la risposta data dalla ragazza, nella speranza che potesse placare ogni altra curiosità. Così fu, ben presto nessuno fece più caso a Viola, tutti tornarono a chiacchierare tra loro, discutendo a proposito del cibo servito e del magnifico arredamento della casa. 
Fu inevitabile pensare a Monica. Era stata lei ad occuparsi dell'intero arredamento giusto? Ovunque si voltasse Viola riconosceva la sua firma, era come se quell'arpia fosse lì. Viola avrebbe voluto domandare a Simone se l'avesse più rivista, ma non lo fece, non era il momento. 
Qualche ora dopo le persone se ne furono andate e l'ampio salotto della villa apparve vuoto, animato solamente da Elisa, impegnata nel dare istruzioni ai camerieri che silenziosamente stavano ripulendo tutto.

- Casa tua è fantastica. - Commentò Viola, mentre il poliziotto le mostrava il resto della villa.

- Sì, è il vantaggio di essere ricchi. - Si limitò a dire Simone, facendole un occhiolino. 

- Se avessi saputo prima della tua ricchezza mi sarei gettata tra le tue braccia da un pezzo. - Ovviamente scherzava... forse. 

- Forza dai, andiamo nel mio modesto appartamento. - Dichiarò lui dando un'occhiata all'orologio al polso e rendendosi conto che fosse ora di andare. 

- Va bene, prendo la borsa. - 

Simone annuì brevemente, prima di lasciare andare la mano di Viola, così che lei potesse recarsi in cucina, dove aveva lasciato la sua borsetta. Quest'ultima era ancora sulla sedia in legno su cui era stata posata. Viola l'afferrò veloce, volendo andarsene al più presto per rimanere sola con Simone...ma un rumore la frenò. Proveniva dal corridoio lì vicino.

- Elisa? - Chiamò Viola, certa che fosse la donna. 

I rumori provenivano da una stanza precisa, nella quale Viola non esitò ad entrare. Scoprì che si trattava di uno studio, ma al suo interno non c'era Elisa, bensì un uomo. 
Quest'ultimo sobbalzò nel notare la presenza silenziosa di Viola, ma il suo viso non fu sorpreso, al contrario si adombrò nel vederla, era come se non gli facesse piacere averla lì.
Si conoscevano per caso? La osservava come se fosse così. 
Viola dal canto suo era sicura di non aver mai visto quell'uomo, si concesse comunque qualche istante per poterlo studiare: i capelli brizzolati circondavano un volto che dimostrava all'incirca sessant'anni. Forse era il fratello di Elisa? Un amico di famiglia? Gli occhi verdi di quell'uomo non le dicevano nulla, così come i lineamenti del viso completamente sconosciuti. Una rughetta profonda tra gli occhi di quello sconosciuto attirò per qualche momento l'attenzione di Viola, la quale però tornò subito in sè dichiarando: 

- Mi scusi, non volevo spaventarla. Ho sentito un rumore e ho voluto controllare. Se sta cercando Simone per gli auguri posso chiamarglielo. -

Quell'uomo non lasciò trasparire alcuna emozione, se ne stava lì, stoico e immobile a scrutarla. A Viola non piacque il modo in cui la stava osservando, fu per questo che si voltò pronta a chiamare Simone o Elisa, per domandare loro chi fosse quell'inquietante ospite che rovistava tra i cassetti della scrivania dello studio.

- Non disturbarti a chiamare Simone, sono qui per prendere degli oggetti che mi appartengono. -

Viola apparì confusa. 

- Sono Luigi, il patrigno di Simone. - Si presentò finalmente e quella volta fu Viola a rimanere senza fiato. - E tu sei la ragazza che ha mandato in galera mio figlio, se non sbaglio. -



Angolo Autrice
Sì, c'è un nuovo personaggio: Luigi. L'avevamo già nominato in qualche capitolo precedente, è il padre di Riccardo. Per chi non se lo ricordasse è anche colui che ha salvato Viola, ma è anche colui che ha fatto in modo che Riccardo scappasse (o almeno che ci provasse). Nonostante abbia salvato la vita della nostra protagonista, si capisce perfettamente anche da queste poche righe, che non è un suo fan. Nel prossimo capitolo vedremo meglio, non credo comunque che sia un personaggio che apprezzerete (io stessa, la ragazza che l'ha "creato", non lo sopporto: per scrivere i suoi dialoghi ho dovuto ragionare come purtroppo ragiona la maggior parte della gente ignorante quando si parla di violenza ai danni delle donne.) 
A parte questo, volevo precisare una cosa sulla gif iniziale: mi sono ispirata a Mila Kunis e Stephen Amell per le descrizioni fisiche di Viola e Simone, quindi ogni tanto quando trovo un'immagine che li ritrae insieme la inserisco volentieri, ad ogni modo voi ovviamente potete immaginarvi i personaggi come più preferite. 
Colgo l'occasione per farvi gli AUGURI DONNE :3
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: trenodicarta