Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: sofimblack    08/03/2017    1 recensioni
Dal II capitolo:
«Vuoi una caramella?»
Lui la guardò con attenzione ancora maggiore. Non si erano mai presentati, non si conoscevano, eppure lei non si era presentata né gli aveva chiesto il suo nome. No, lei gli aveva sorriso offrendogli una caramella. Una caramella. Anche lei studiava le persone, non si era sbagliato, ma aveva l’impressione che i loro studi si muovessero su due piani diversi.
[...]Quando però lei gliela porse, e lui allungò la mano per prenderla, accaddero due cose contemporaneamente.
Si sfiorarono appena, e una lieve scossa attraversò entrambi... probabilmente pure questo è un cliché, eppure tramite quel tocco leggero presero effettivamente la scossa, era decisamente così, non ci si poteva sbagliare.
La seconda cosa fece invece cadere Rae nello sgomento. L’atmosfera, da tranquilla e rilassata, si era fatta per lei tesissima. Una sensazione terribile, sconvolgente e in qualche modo triste la attraversò, velandole per un momento gli occhi di panico. 5 novembre, 5 novembre, 5 novembre.

Cosa sarebbe potuto accadere se Rae, una ragazza molto "intuitiva" e dal passato difficile, avesse incontrato Elle durante il caso Kira? Forse il finale sarebbe stato diverso...
Beh, spero di avervi sufficientemente incuriositi! Buona lettura ^^
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IV
Istinto

 



 

Metà Dicembre


 

 

R

 

Era appena tornata a Winchester in seguito al funerale di suo padre, celebrato nel paesino dal quale se ne era andata un paio di anni prima. Erano passati quattro giorni da quella telefonata spaventosa.
Da quando le avevano detto che suo padre era morto, Rae aveva vissuto come in automatico. Aveva chiamato il proprietario del negozio nel quale lavorava, prendendo un congedo. Aveva fatto la valigia, era salita sul treno ed infine era tornata in quel luogo per lei insostenibile chiamato casa.
Ogni cosa era esattamente come la ricordava, come congelata nei suoi ricordi. Kathelyn era andata da lei, l’aveva abbracciata e non aveva detto niente, perché non c’era niente da dire. In qualche modo era riuscita ad apprezzare la sua presenza, anche se in realtà era ormai indifferente a tutto ciò che la circondava. Vedere il corpo di suo padre le aveva fatto capire ancora di più quanto tutta quella situazione fosse reale. Dopo che sua mamma era morta anche il solo guardarlo in faccia le era sempre rimasto difficile: lui era stato rinchiuso in quella clinica, prigione o quel che era e lei, talvolta, era andata a trovarlo, comunque incapace di parlargli. Nonostante fosse passato molto tempo era una situazione in cui non aveva mai saputo che fare e dalla quale era sempre scappata, da vera codarda.
Rae aveva combattuto per anni col senso di colpa per essersene andata quella sera, per avere abbandonato sua madre... certo, alla fine era riuscita in qualche modo a capire che non era stata colpa sua e, razionalmente, poteva pensare anche che non era colpa nemmeno di suo padre. Che era stata la malattia a fargli perdere la testa, a fargli vedere cose che non c’erano, e quando si era accorto di ciò che aveva fatto qualcosa in lui si era spento per sempre, distruggendolo per il dolore… eppure il ricordo di sua mamma, di quella notte, era rimasto marchiato a fuoco nella sua mente. Nella parte più recondita ed ignobile di se stessa aveva sempre saputo che non lo avrebbe perdonato mai, addossandogli la colpa di ciò che era accaduto.
Eppure adesso nemmeno lui c’era più, ed il mondo le era come crollato addosso. Incredibile quanto la morte di una persona ti stravolga le prospettive di una vita, lasciandoti ad annaspare, con la sensazione del terreno che si sbriciola sotto i tuoi piedi e nessun appiglio. Era caduta in una specie di trance apatica, insensibile a qualsiasi impulso esterno… eppure, durante il funerale, un’emozione si era fatta strada dentro di lei. Mentre il prete parlava dentro il suo cuore e la sua mente era germogliato un pensiero, che aveva messo rapidamente radici. Non era esattamente rabbia. No, quella era vendetta.


 

Ok, no. In realtà era una follia punto e basta.
Era quello che si stava ripetendo da almeno otto ore, e ne aveva quasi altrettante davanti a sé su quell’aereo per rimuginare e torturarsi. La sua impulsività era sempre stata un problema. Ma sul serio aveva mollato tutto e aveva preso il primo aereo disponibile per il Giappone? E se anche avesse trovato Kira? Se fosse riuscita in ciò che nemmeno il grande Elle stava riuscendo? Cosa voleva fare esattamente? Vendicare suo padre? Fare giustizia? Kira era un assassino senza il minimo scrupolo, l’avrebbe uccisa immediatamente! Sentiva però che doveva farlo, per se stessa, per i suoi genitori, per il mondo in generale… inoltre ormai era sola al mondo, la sua morte non avrebbe certo sconvolto chissà quante persone, perciò tanto valeva provare. Infine, era un po’ troppo tardi per i ripensamenti, considerato che era sospesa sopra un qualche punto imprecisato dell’Asia, incastrata tra il finestrino ed una tipa grassoccia che non aveva fatto altro che mangiare patatine o guardare commedie di dubbio gusto. La tizia aveva tentato ogni tanto di fare conversazione con lei ma Rae, che certo non era nello stato d'animo ideale per farsi quattro chiacchiere superficiali e di cortesia, aveva deciso di fingersi addormentata per le ore restanti. Continuava a rimuginare su quella specie di piano, che in realtà piano non era, per vendicarsi di Kira. Se non altro aveva un vantaggio di cui quasi sicuramente il famigerato Elle era sprovvisto: lei sapeva che quelle morti non erano morti normali. Che c’era qualcosa che andava al di là del concreto e del razionale, qualcosa di sovrumano… e quello, nel bene o nel male, ormai era il suo campo.

 

La prima cosa che la colpì appena si ritrovò a Henada* fu la folla. C’era veramente troppa gente, quasi le mancava il respiro. Aveva i sensi all’erta e si sentiva frastornata, come se l’energia di tutta quella gente la stesse prosciugando; a tutto ciò si aggiungeva il jet leg, che sicuramente non le facilitava le cose. Nonostante indossasse una maglietta a mezze maniche aveva la schiena sudata e si sentiva ribollire dal caldo, mentre trascinava a fatica dietro di sé la valigia appena recuperata e si guardava attorno alla disperata ricerca di un’indicazione utile. Infine notò il cartello della salvezza: “smoking area”. Era una tabagista incallita e non poteva farci niente, inoltre sapeva che all’estero non si poteva fumare ovunque, quindi tanto valeva approfittare di quell’occasione. Facendosi strada tra la gente raggiunse la stanza fumatori e si abbandonò su una poltroncina. Rapidamente si girò una sigaretta, aspirò una boccata di fumo e finalmente si rilassò un poco. Doveva fare il punto della situazione. A Tokyo c’era arrivata, il passo successivo era raggiungere l’hotel e poi iniziare la sua ricerca. Sarebbe andata in giro e avrebbe prestato molta attenzione ai telegiornali - sperando nei sottotitoli in inglese -  ma essenzialmente avrebbe dovuto affidarsi ad un bel colpo di fortuna. Non poter controllare le proprie percezioni era davvero fastidioso, ma contava molto sul suo istinto che, nonostante le sue varie perplessità, l’aveva guidata fino a quel punto. Spense la sigaretta nel portacenere e si avviò fuori, fiera e determinata.

 

*Henada: è l’aeroporto internazionale di Tokyo, come forse si sarà in effetti intuito ^^’
 

 

 

L

 

Quella sera aveva ricevuto la conferma dei suoi sospetti: Kira, per uccidere, aveva bisogno di conoscere il volto della persona in questione. Oltretutto aveva trovato un modo per sfruttare le informazioni della polizia. Dannazione. Adesso doveva capire chi, tra gli agenti, era collegato in qualche modo a lui; poter sfruttare le forze dell’FBI gli era di grande aiuto in questo senso. I suoi occhi scuri scrutarono pensosamente la lista che aveva davanti a sé, quella che conteneva ogni informazione su ogni singolo agente della polizia giapponese. Non poteva precludersi nessuna pista, eppure era convinto che si dovesse cercare tra i ragazzi in età scolastica, probabilmente non troppo piccoli… uno studente delle scuole superiori, il figlio di qualcuno magari. Era rimasto sul vago per far sì che le indagini non fossero svolte con negligenza, ma per aver accesso a quelle informazioni doveva trattarsi di qualcuno davvero molto vicino alla polizia giapponese, e qualcuno che oltretutto sapesse trafficare con i computer. Certo, non poteva escludere l’opzione che uno degli agenti magari si fosse lasciato sfuggire qualcosa, ma quella era una possibilità con percentuali molto basse. A piedi nudi - come sempre -  si avvicinò alla finestra, contemplando la città sotto di sé. Tra quelle migliaia di luci c’era Kira, lo sapeva; era ad un soffio da lui eppure così inafferrabile. E nonostante tutto, la cosa lo intrigava. Voleva scoprire la sua identità, avere prove, incastrarlo, ma al contempo non poteva fare a meno di godersi quella partita entusiasmante. Era un caso davvero molto difficile e, per questo, molto stimolante. Una vera e propria sfida, come non gli capitava da tempo. Non poteva impedirsi di pensare che finalmente aveva trovato un degno avversario. In fondo stavano giocando, anche se era un gioco spietato in cui la posta in ballo era la vita delle persone… più lui era lento, più gente moriva. Si portò un dito al labbro inferiore, continuando a macinare dati ed informazioni. Come faceva ad uccidere? Chi era Kira? Doveva assolutamente venire a capo di quel caso, con ogni mezzo. Si avvicinò lentamente al computer portatile su cui campeggiava una W a caratteri gotici.

«Watari.»

«Dimmi Ryuzaki.»

«Vorrei una torta con la panna.»





Hi everybody! :) 
Nello scorso capitolo non ho messo "l'angolo dell'autore" solo perché mi pareva stonasse un po' col finale ma tranquilli, non vi siete liberati di me ^^. Dunque, informazioni pratiche: sto cercando di aggiornare con costanza, tendenzialmente di giovedì (ovviamente lo dico oggi che è mercoledì... vabbe .-.) e quindi cercherò di continuare così... INOLTRE, ATTENZIONE ATTENZIONE, siccome questo è un capitolo imperdonabilmente corto e mi sento magnanima -ohohohoh- domani ho intenzione di pubblicare il prossimo capitolo, quindi in via del tutto eccezionale questa settimana ve ne beccate due (che poi magari vi interessa pure il giusto e allora vabe).
Informazioni meno pratiche: bo niente, vi risparmio i miei soliti momenti di panico ed insicurezza nella speranza di scrivere una roba decente... in realtà, volevo solo RINGRAZIARVI. Grazie grazie grazie a chi ha messo questa storia tra le preferite, le seguite o le ricordate; grazie anche ai lettori silenziosi e GRAZIE a chi ha recensito, ma anche a chi recensirà... conoscere i vostri pensieri, consigli, insulti (xD) in realtà è una cosa sempre bella, perciò sentitevi liberi di condividerli, se vi va :)  Detto ciò vi saluto ~

 sofimblack

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: sofimblack