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Autore: Eevaa    09/03/2017    1 recensioni
«Dimostrami che i saiyan non sono solo cattiveria e vendetta, dimostrami che i saiyan possono ragionare, dimostrami che sai controllare la rabbia! Non tornare ad essere l'aguzzino che eri un tempo: sei cambiato! Le questioni umane si gestiscono da terrestri e oramai fai parte di questo pianeta, che tu lo voglia o no. Dammene la prova!» (Cap. 8)
«Io non sono fatto così. Non sono paziente come te, non lo sarò mai. Io non sono una persona buona» bisbigliò nuovamente il principe alzandosi dal tappeto, tentando di non voltarsi ad osservare quello scenario surreale che lui stesso aveva creato. (Cap. 11)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE NEWBORN SAIYAN



CAPITOLO 22 - IO SONO UNA PERSONA BUONA


Sapeva che Trunks stava nascondendo qualcosa, se lo sentiva e l'aveva capito dal suo ritardo sul campo di battaglia, oltre che dal modo in cui aveva reagito alla notizia del bambino di Eva.
Eva. L'aveva lasciata dormire sul prato, senza disturbarla. Non avrebbe voluto spaventarla e quindi le aveva scritto un messaggio dicendole che sarebbe tornato di lì a poco; dopo essere sparito per quattro mesi lasciandola sola e per giunta incinta non si sarebbe sorpreso a vederla spaventata da una sua fuga all'alba della loro seconda notte insieme. Oramai il principe dei saiyan aveva ben capito come funzionavano le questioni d'amore terrestri e si sentì soddisfatto del proprio operato. Una volta non avrebbe mai lasciato un messaggio, una volta non si sarebbe fatto tutti questi problemi, ma oramai aveva ben imparato a domare il suo carattere, soprattutto in momenti delicati.
Volò verso la Capsule Corporation con un brutto presentimento, quasi una sensazione di sgomento, e i suoi presagi non erano affatto errati.


«Dove diamine le hai trovate? Come hai fatto a prenderle?» la voce del principe dei saiyan tremò alla vista di ciò che il proprio figlio gli aveva fatto trovare nel giardino sul retro della deserta Capsule Corporation. Guardò meglio per essere certo che fosse tutto vero, e diamine se lo era. 
«Sono partito per Neo Namek sette giorni fa. Le ho solo prese in prestito e portate fino a qui»
«Vuoi dire che le hai rubate!»
«Nessuno si è accorto di nulla, sono certo che appena avremo finito di usarle voleranno al loro pianeta da sole! E' solo un prestito..»
Vegeta lo ammonì con lo sguardo, come se gli importasse realmente qualcosa che il figlio avesse rubato le sette sfere ai namecciani. No, non gli interessava proprio nulla di quei musi verdi, a chi voleva darla a bere. Ciò che lo impauriva più di ogni altra cosa era come fosse intenzionato ad usarle e un piccolo presentimento già ce l'aveva. Avrebbe voluto fuggire via per non sentire quello che il ragazzo avrebbe voluto dirgli, ma non riuscì a muovere un solo muscolo. 
«Papà, lo so che sei confuso. Non avrei voluto crearti questo problema, ma io lo so quanto hai sofferto per i sensi di colpa per la morte di Bulma. Me lo hai detto tu stesso.. così, dopo quella discussione che abbiamo avuto, mi è venuta l'idea di trovare le sfere del drago di Namek per invocare Polunga e provare a riportarla in vita. Ho sempre saputo che il drago Shenron non fa resuscitare chi è morto in circostanze naturali, ma magari con Polunga è diverso! Perché non fare un tentativo, mi sono detto. Riportare in vita la mamma avrebbe fatto svanire in te ogni senso di colpa, ma quando sono tornato ho scoperto di Eva e del bambino e.. non sono riuscito a dirti niente. Sapevo che ti avrei confuso ancora di più»
Il principe dei saiyan chiuse gli occhi. Non lo sapeva. Non sapeva trovare una risposta alla dichiarazione di suo figlio e non sapeva cosa sarebbe successo a compiere un atto del genere. Trunks aveva ragione: sentimenti contrastanti albergavano nel cuore del principe dei saiyan.
Eva, quella meravigliosa saiyan dai capelli rossi e gli occhi misteriosi che l'avevano stregato, era incinta. Sarebbe diventato padre, di nuovo. Aveva deciso di ricominciare e il cielo solo sapeva quanto stava bene quando stava con lei. Non si conoscevano bene ma era come se fossero la stessa persona. 
Ma ora quella possibilità di far tornare indietro Bulma lo stava sconvolgendo: cosa avrebbe fatto? Come avrebbe fatto a dirle che un'altra donna portava in grembo suo figlio? Sarebbe dovuto ritornare ad essre suo marito? Lei lo avrebbe perdonato? Lui ce l'avrebbe fatta pur provando dei sentimenti per la rossa saiyan? 
«Trunks.. cosa devo fare?» domandò il principe, disperato, in preda al più totale sconforto. Bastarono due occhi, i due grandi occhi azzurri del figlio che ricambiavano il suo sguardo per fargli tornare la lucidità e prendere una decisione. 
Nei mesi precedenti avrebbe dato qualsiasi cosa per poter chiedere perdono a Bulma per quella notte di capodanno in cui l'aveva usata, avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro ed evitare che morisse. Ora aveva l'occasione di farlo e soprattutto lo doveva ai propri figli: avrebbe riportato in vita la loro madre e ne avrebbe pagato ogni conseguenza futura. Voleva rivedere Bulma e, in un modo o nell'altro, espiare la sua colpa. 
Il figlio non ebbe il tempo di rispondere alla sua domanda, vedendo il padre aprire le braccia al cielo proferendo parole di natura strana «Takkarapt Poppolunga Pupilitoparo»
Trunks era al corrente che Vegeta parlasse un poco il namecciano, ma gli fece parecchio strano sentirlo con le proprie orecchie.
«Grazie, papà» sussurrò il giovane dai capelli lunghi sorridendo al principe, il quale socchiuse gli occhi alla luce accecante proveniente dal terreno.

Dalle sette grandi sfere di Namek comparì un gigantesco drago muscoloso dagli occhi rossi, facendo annuvolare il cielo sovrastante la città dell'ovest.
Il principe dei saiyan non perse tempo e iniziò a formulare la propria richiesta dopo che il drago rivolse ad egli il consueto saluto. Trunks non riuscì a capire una parola di quello che si dissero, ma bastò guardare la faccia impallidita del padre per capire che qualcosa non stava andando come sarebbe dovuto.
«Cosa succede?»
«Non.. non può farlo» sentenziò il principe dei saiyan con voce rotta, vedendo il figlio spalancare gli occhi deluso e amareggiato «Polunga può riportare in vita chi è morto di cause naturali, ma egli non può far resuscitare chi ha scelto di morire per propria volontà. Bulma si è suicidata intenzionalmente con quei farmaci»
Trunks cadde con le ginocchia a terra, poggiando poi le mani nell'erba fresca del giardino. Serrò i pugni sollevando del terriccio, digrignando i denti dalla frustrazione.
Vegeta, anch'egli deluso dalla decisione del drago, si lasciò sfuggire un ringhio di disappunto, che venne però interrotto dalla possente voce della grande entità magica. Il principe sbarrò gli occhi, sentendo la bizzarra proposta proferita da quella possente voce. 
«E adesso che ha detto?» domandò Trunks rialzandosi.
«Dice che.. dice che può farmela incontrare, ma a condizioni molto severe»
«Quali sarebbero?»
«Mi manderà in un luogo oscuro chiamato "limbo", nel quale verrà chiamata l'entità di Bulma. Ma dovrò andarci solo io, non potremo più esprimere altri desideri e.. avrò tempo solo sette minuti»
Il ragazzo dai capelli turchini annuì piano, lasciando al padre la decisione di accettare la proposta del drago. Il principe, dal canto suo, sapeva bene perché gli aveva offerto tale possibilità: i conti erano in sospeso. Polunga era a conoscenza della loro storia e aveva voluto offrire a Vegeta la possibilità di fare ciò che Bulma non gli aveva dato il tempo di fare: scusarsi.
Il cuore del principe dei saiyan batteva all'impazzata quando finalmente decise di accettare la proposta del drago. In men che non si dica ogni particella del suo corpo si scompose.


Vegeta aprì gli occhi, ma tutto intorno a sè era buio e senza riferimenti. Gli sembrò di stare nello spazio aperto, non si udiva alcun rumore, non si percepiva alcun odore. Poteva percepire solo sé stesso fino a quando, con lo stesso procedimento di materializzazione con il quale era stato portato lì, una figura snella e chiara comparì piano piano di fronte ai suoi occhi. 
«Bulma..» sospirò il principe dei saiyan correndole incontro. Non avrebbe mai pensato di poterlo fare, non le aveva mai dimostrato tanto calore durante tanti anni di matrimonio, ma senza indugio l'abbracciò forte, facendo sprofondare il naso tra i capelli turchini. Non avevano alcun odore di mare e questo ricordò lui che ella non era nient'altro che un'entità spirituale. 
«Vegeta.. oh, Vegeta» mormorò lei carezzando la possente schiena del saiyan con un gesto d'affetto così vivo e così puro. Era come un bambino, un bambino spaventato e pieno di sensi di colpa. La voce risuonava come ovattata, senza eco, ma la sua figura brillava di luce propria. 
«Mi dispiace tanto, Bulma, mi dispiace così tanto» quelle parole così difficili, così dure da pronunciare, uscirono dalla bocca del principe dei saiyan come vento e tempesta.
«Dispiace anche a me, tesoro» rispose lei staccandolo da sè «sono stata stupida, il mio gesto estremo vi ha fatti soffrire come non meritavate»
«Bulma, ti chiedo perdono, avrei voluto dirtelo prima. E adesso io e Trunks abbiamo provato a riportarti in vita ma..»
«Lo so. Ma è troppo tardi, Vegeta. Devi dire a Bra e Trunks che mi dispiace» lo interruppe la donna dai capelli turchini guardandolo dritto negli occhi scuri. Due occhi lucidi di un uomo che nella vita aveva affrontato più sfide di qualsiasi altro.
La sofferenza nel suo cuore era pesante come un macigno. 
«Smettila di torturarti. Non è colpa tua se sono morta»
«Se ti avessi perdonata non lo saresti»
«Capisco perché tu non l'abbia fatto. Avevi le tue ragioni e io le mie colpe. Ma ora devi andare avanti, devi farlo per i nostri figli.. e per nuovo saiyan che nascerà»
Il principe strabuzzò gli occhi di fronte a quella dichiarazione. Lei sapeva. Lei sapeva ogni cosa. 
«Io..»
«Non devi giustificarti, Vegeta. La mia vita sarebbe finita presto, in ogni caso. Quanti anni mi sarebbero rimasti? Dieci? Quindici? Sono vecchia. Tu invece sei un saiyan, la vostra vita dura molto di più di quella di noi terrestri. Hai ancora tanto da affrontare, tanto da vedere. E io sono fiera dell'uomo che sei diventato. Anzi, dell'uomo che ti ho fatto diventare!» la donna abbozzò un sorriso, facendo intendere al principe che molto di quello che era divenuto lo doveva soprattutto a lei. E aveva ragione, oh se aveva ragione. 
Ciò non toglie che non si sarebbe di certo aspettato una reazione così comprensiva da parte della sua defunta ex moglie, la quale durante tutta la vita aveva dimostrato un carattere ben più cocciuto, testardo e egocentrico di quanto potesse esserlo quello di un saiyan di alti borghi. Forse la morte le aveva insegnato qualcosa. 
«Vorrei poter tornare indietro» 
«Il nostro tempo insieme era già finito prima della mia dipartita, ed è inutile che tenti di nascondermelo, maledetto testone» lo rimproverò l'azzurrà puntandogli un dito contro, facendolo indietreggiare «Noi entità sappiamo tutto! Oltreciò, io già ero perspicacie prima di morire, figuriamoci ora»
«Ma..»
«Niente "ma". Non mentire a te stesso, Vegeta. Cosa avresti fatto se fossi riuscito a riportarmi in vita, ora? Saresti tornato da me?»
Il principe aggrottò le sopracciglia, pensieroso. Quell'insopportabile so tutto io aveva colto nel segno.
«La risposta è "no", se ci stai pensando. E non perché oramai hai fatto il "danno" e lei è incinta, o perché la trovi più carina di me. Anche se ne dubito, scimmione. Che rimanga tra noi, quando ero giovane ero mille volte più bella di lei » dichiarò la vanitosa azzurra senza aspettare una sentenza da parte del saiyan, prima di procedere con la frase più scottante e inaspettata che mai si sarebbe aspettato di sentire «Perché tu la ami»
Vegeta indietreggiò ulteriormente e in un attimo vide la propria vita passare di fronte ai propri occhi. Forse stava morendo anche lui, o forse quella frase lo aveva risvegliato dal profondo sonno in cui era sostato per mesi, passivo alla vita. 
L'immagine di Eva passò nei meandri della sua mente e lo capì. Bulma aveva ragione, così come ce l'aveva Trunks. 
L'amava. E mai l'avrebbe ammesso, per altro. Soprattutto di fronte alla sua ex moglie (defunta, per giunta).
«Il tempo sta per scadere, Vegeta» sospirò lei tornando ad essere gentile e amorevole come all'inizio, comprendendo che il cuore di quel burbero ex marito aveva subito già abbastanza duri colpi negli ultimi anni «Promettimi una cosa, fallo per me. Fallo per quello che siamo stati. E fallo per i nostri figli»
«Tutto quello che vuoi»
«Non sentirti più in colpa per me. Vai avanti. E vivi!» 
Bulma lo guardò dritto negli occhi, carezzandogli poi una guancia. E fu in quel momento che ella la percepì, quasi non fosse una mera entità: una calda lacrima rigava il volto di quel duro principe, di quel guerriero che era diventato a tutti gli effetti un vero terrestre, un uomo vero e migliore. 
«Te lo prometto, Bulma. E ti ringrazio.. per tutto» 
«Abbraccia i ragazzi da parte mia. Abbracciali forte. Buona vita, principe dei saiyan»
La guardò scomparire tra il buio delle tenembre e sentì la propria testa e il proprio cuore farsi più leggeri, come se un grosso macigno gli fosse stato tolto di dosso. 
In men che non si dica il proprio corpo si scompose proprio come quello dell'azzurra, per poi sdraiato nel giardino della Capsule Corporation, sovrastato da un sole caldissimo e un ragazzo dai capelli lilla e gli occhi azzurri impazienti di chi avrebbe voluto sapere ogni minimo dettaglio di quel viaggio nel limbo. 
Polunga non c'era più, era scomparso. Probabilmente le sfere del drago si erano dileguate verso il loro pianeta nativo dal quale erano state sottratte (o "prese in prestito" come preferiva dire Trunks).
Ricordò perfettamente l'ultima volta che aveva abbracciato affettuosamente suo figlio, lui era ancora un bambino. Ma questa volta fu diverso, questa era una promessa fatta col cuore alla donna che aveva amato per gran parte della vita. 
Si mise seduto e strinse a sé quel ragazzo, inaspettatamente e come mai prima di allora avrebbe pensato di fare. Era successo davvero: era diventato una persona buona.


Eva si trovava ancora seduta sull'erba del giardino di casa sua quando finalmente vide tornare il principe dei saiyan in volo. Uno strano sorriso si fece largo sul viso di lui, uno di quelli rari. Aveva un'espressione strana in volto e le sembrò così diverso rispetto alla sera precedente, così sereno, così tranquillo. 
«Hey, ma dove sei stato?» le domandò curiosa, guardandolo avvicinarsi ulteriormente a lei.
«Sono stato da Trunks, mi ha chiesto di aiutarlo in una faccenda..» mentì a fin di bene Vegeta prima di continuare «sei pronta?»
«Pronta per cosa?»
«Prepara le valigie, da oggi ti trasferirai da me»
  
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