Cinque ragazzi: Hyoga, Sanji, Zoro, Saori e Nami. La loro vita quotidina, tra i classici amori, amicizie e litigi, tutte cose tipiche dell'adolescenza!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Erano dentro.
Nel lungo corridoio che dava sulle file di armadietti c’era
un’atmosfera tetra: non solo per il buio dovuto
all’ora e alla mancanza di illuminazione elettrica, ma
perché mancava la massa di studenti e il loro
chiacchiericcio; era deserto.
“Mette paura” disse sottovoce Nami, tirando fuori
la torcia.
Anche gli altri la imitarono e cinque fasci di luce si allungarono per
tutto il corridoio.
“Dai, andiamo alla bacheca dei trofei” disse Zoro,
passando un braccio attorno alle spalle di Saori.
Così, in silenzio per non spezzare l’atmosfera
misteriosa di quel luogo, si incamminarono verso un altro corridoio,
nel quale iniziavano a comparire le aule.
“Eccola li!”
Sulla parete più lontana c’era un grosso mobile
dalle assi di legno, chiuso da una lastra di vetro con una serratura.
“Passa la chiave!” esclamò Sanji rivolto
all’amica, porgendo la mano col palmo aperto.
“Aspetta, fammela cercare…potete
illuminarmi?” rispose Saori, iniziando a provare ad aprire la
vetrinetta con ogni componente del mazzo, ma senza risultati.
“Ragazzi…abbiamo un problema. La chiave non
è fra queste”
“Come no?” risposero i tre maschi, mentre Nami si
appoggiò al muro con la testa china.
“No…non avevo pensato a
quest’eventualità. Mi dispiace!”
Un silenzio carico di delusione calò nel corridoio.
“Aspettate…è il bidello a pulire i
trofei! Non dovrebbe esserci una copia della chiave nel suo
stanzino?” propose Hyoga, colto da un improvviso lampo di
genio.
“Sei – Un – Genio!”
esclamò Saori “Dai, andiamo a vedere”
“Ehm…visto che c’è stato
questo imprevisto io ne approfitterei per andare in
bagno…” la interruppe Zoro “Puoi darmi
la chiave, amore?”
“Ma come? Proprio ora?” chiese Nami.
“Si…intanto ci metto lo stesso tempo che ci
metterete voi ad andare allo stanzino, se non meno!”
“Ok. Tieni” disse Saori, togliendo dal mazzo
l’unica chiave di media lunghezza che aveva
un’etichetta “CHIAVE SERVIZI”.
“Vabbè, se possiamo dividerci, io e Nami vorremmo
stare da soli per pochi minuti. È quasi mezzanotte e noi
faremo quattro mesi!”.
“Come? È quasi mezzanotte? Che accidenti abbiamo
fatto in un’ora?” domandò Zoro incredulo.
“Bhe, calcola il ritardo di Saori, il tempo per aprire e
chiudere i cancelli, arrivare –con calma- qui, ci siamo
dovuti accorgere di non avere le chiavi…e poi è
ancora presto: sono le undici e quaranta” spiegò
Nami.
“Allora potremmo fare così: ci troviamo qui a
mezzanotte e cinque…Zoro, tu aspetta me e Sanji qui visto
che andiamo in direzioni opposte” propose Saori, e gli altri
quattro annuirono.
“Allora, come hai fatto a procurarti le chiavi della
scuola?” chiese Sanji.
“Avevamo fatto un patto! Vi portavo qui ma voi non dovevate
fare domande!” rispose la ragazza, inarcando le labbra in un
sorriso maligno.
“Ok, ok…è un segreto, ma
perché non lo vuoi svelare? Ti puoi fidare di
noi…e poi siamo colpevoli quasi come te: siamo dentro a un
edificio pubblico senza autorizzazione!”
“Non lo sai che è un segreto a rendere
‘donna’ una donna?”
Il biondo non seppe cosa rispondere ma Saori subito esclamò
“Eccoci arrivati”
Si trovavano infatti davanti ad una porta di metallo con appesa
un’etichetta chee diceva “MAGAZZINO BIDELLO
– VIETATO ENTRARE”.
“Ah, perfetto” borbottò Sanji, giusto
per dire qualcosa.
“Ma dimmi…tu ne hai qualcuno di
segreto?” chiese la ragazza, mentre provava a caso le chiavi.
“I-Io? S-Si…cioè,
no…fo-forse” balbettò il biondo, e
intanto la serratura scattò.
“Bene…che ne dici di crearci un nostro piccolo
segreto?” chiese, aprendo la porta per poi baciarlo,
buttandolo dentro alla stanzino.
“È stupendo qui…grazie Hyoga”
“Figurati tesoro. Anzi, dobbiamo ringraziare Saori che ci ha
lasciato le chiavi!” rispose il biondo.
Erano sdraiati sul terrazzo della scuola, Nami con la testa sul petto
del ragazzo.
Il cielo era tappezzato di stelle, tutte visibili grazie al fatto che
da quella posizione non arrivava luce artificiale.
“Senti Hyoga…secondo te arriveremo a fare un anno
insieme?”
Il biondo alzò leggermente la testa e smise di accarezzarle
i capelli, bloccando la mano sul capo di lei.
“Come mai questa domanda? Hai dei dubbi su di noi?”
chiese, cercando il suo sguardo.
Nami girò la testa in modo da poterlo guardare negli occhi
restando appoggiata sul suo petto.
“No…è solo che…un anno
è un sacco di tempo. E dopo il primo anniversario ci
sarà il secondo e così via. Un muchio di tempo! E
io ho tanta paura che troverai una ragazza più carina,
più simpatica o comunque migliore di me. E che mi lascerai
per quella!”
Hyoga restò in silenzio, ma quando parlò riprese
anche ad accarezzarle i capelli.
“Amore, non pensarci neanche. Io ti amo, vorrei solo te! Per
quanto tempo possa passare, ci sarai sempre e solo tu nel mio
cuore!”.
“Me lo prometti?”
“Lo prometto”.
00.07 – Bacheca dei trofei
“Ce l’avete fatta?”
“Si si, è qui!” rispose Sanji, mostrando
la chiave a Hyoga e Nami che erano appena tornati.
Quando Saori l’aveva baciato, erano rimasti incollati per
molti minuti, ma furono interrotti dalla voce di Zoro.
“Ma non l’avete ancora trovata?” aveva
chiesto, ma per fortuna dei due ragazzi era ancora lontano dalla porta
e loro avevano avuto il tempo di staccarsi e di far finta di cercare la
chiave giusta.
Hyoga illuminò il piccolo pezzo di metallo con la torcia per
vederla meglio.
“Perfetto…possiamo aprire!”
Così, mentre Nami estraeva dalla borsa la macchina
fotografica, Saori aprì la vetrinetta.
Zoro prese la coppa del torneo di calcio e la porse a Sanji, mentre
tenne tra le mani quella del basket, mentre Hyoga gli si avvicinava.
“Allora. Prima ne fate una solo voi tre e poi
un’altra tutti insieme con l’autoscatto, per
ricordarci di questa nottata!”
Contemporaneamente al secondo flash, le luci del corridoio si accesero
e, girandosi, i ragazzi videro un uomo alto, grassoccio e stempiato,
una mano su un interruttore della luce e l’altra chiusa
attorno a un mazzo di chiavi. Era il preside.
“Signor Ponger????”
“Papà?” borbottò Saori,
impallidendo notevolmente, scatenando la sorpresa degli amici con
quella semplice parola.
Una piccolissima nota: Saori di cognome fa Pindur! Per questo i ragazzi
si sorprendono: i cognomi dell'amica e del padre son diversi...nel
prossimo capitolo si spiegherà tutto!