Crossover
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Autore: sethele    04/06/2009    1 recensioni
Cinque ragazzi: Hyoga, Sanji, Zoro, Saori e Nami. La loro vita quotidina, tra i classici amori, amicizie e litigi, tutte cose tipiche dell'adolescenza!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano dentro.
Nel lungo corridoio che dava sulle file di armadietti c’era un’atmosfera tetra: non solo per il buio dovuto all’ora e alla mancanza di illuminazione elettrica, ma perché mancava la massa di studenti e il loro chiacchiericcio; era deserto.
“Mette paura” disse sottovoce Nami, tirando fuori la torcia.
Anche gli altri la imitarono e cinque fasci di luce si allungarono per tutto il corridoio.
“Dai, andiamo alla bacheca dei trofei” disse Zoro, passando un braccio attorno alle spalle di Saori.
Così, in silenzio per non spezzare l’atmosfera misteriosa di quel luogo, si incamminarono verso un altro corridoio, nel quale iniziavano a comparire le aule.
“Eccola li!”
Sulla parete più lontana c’era un grosso mobile dalle assi di legno, chiuso da una lastra di vetro con una serratura.
“Passa la chiave!” esclamò Sanji rivolto all’amica, porgendo la mano col palmo aperto.
“Aspetta, fammela cercare…potete illuminarmi?” rispose Saori, iniziando a provare ad aprire la vetrinetta con ogni componente del mazzo, ma senza risultati.
“Ragazzi…abbiamo un problema. La chiave non è fra queste”
“Come no?” risposero i tre maschi, mentre Nami si appoggiò al muro con la testa china.
“No…non avevo pensato a quest’eventualità. Mi dispiace!”
Un silenzio carico di delusione calò nel corridoio.
“Aspettate…è il bidello a pulire i trofei! Non dovrebbe esserci una copia della chiave nel suo stanzino?” propose Hyoga, colto da un improvviso lampo di genio.
“Sei – Un – Genio!” esclamò Saori “Dai, andiamo a vedere”
“Ehm…visto che c’è stato questo imprevisto io ne approfitterei per andare in bagno…” la interruppe Zoro “Puoi darmi la chiave, amore?”
“Ma come? Proprio ora?” chiese Nami.
“Si…intanto ci metto lo stesso tempo che ci metterete voi ad andare allo stanzino, se non meno!”
“Ok. Tieni” disse Saori, togliendo dal mazzo l’unica chiave di media lunghezza che aveva un’etichetta “CHIAVE SERVIZI”.
“Vabbè, se possiamo dividerci, io e Nami vorremmo stare da soli per pochi minuti. È quasi mezzanotte e noi faremo quattro mesi!”.
“Come? È quasi mezzanotte? Che accidenti abbiamo fatto in un’ora?” domandò Zoro incredulo.
“Bhe, calcola il ritardo di Saori, il tempo per aprire e chiudere i cancelli, arrivare –con calma- qui, ci siamo dovuti accorgere di non avere le chiavi…e poi è ancora presto: sono le undici e quaranta” spiegò Nami.
“Allora potremmo fare così: ci troviamo qui a mezzanotte e cinque…Zoro, tu aspetta me e Sanji qui visto che andiamo in direzioni opposte” propose Saori, e gli altri quattro annuirono.


“Allora, come hai fatto a procurarti le chiavi della scuola?” chiese Sanji.
“Avevamo fatto un patto! Vi portavo qui ma voi non dovevate fare domande!” rispose la ragazza, inarcando le labbra in un sorriso maligno.
“Ok, ok…è un segreto, ma perché non lo vuoi svelare? Ti puoi fidare di noi…e poi siamo colpevoli quasi come te: siamo dentro a un edificio pubblico senza autorizzazione!”
“Non lo sai che è un segreto  a rendere ‘donna’ una donna?”
Il biondo non seppe cosa rispondere ma Saori subito esclamò “Eccoci arrivati”
Si trovavano infatti davanti ad una porta di metallo con appesa un’etichetta chee diceva “MAGAZZINO BIDELLO – VIETATO ENTRARE”.
“Ah, perfetto” borbottò Sanji, giusto per dire qualcosa.
“Ma dimmi…tu ne hai qualcuno di segreto?” chiese la ragazza, mentre provava a caso le chiavi.
“I-Io? S-Si…cioè, no…fo-forse” balbettò il biondo, e intanto la serratura scattò.
“Bene…che ne dici di crearci un nostro piccolo segreto?” chiese, aprendo la porta per poi baciarlo, buttandolo dentro alla stanzino.


“È stupendo qui…grazie Hyoga”
“Figurati tesoro. Anzi, dobbiamo ringraziare Saori che ci ha lasciato le chiavi!” rispose il biondo.
Erano sdraiati sul terrazzo della scuola, Nami con la testa sul petto del ragazzo.
Il cielo era tappezzato di stelle, tutte visibili grazie al fatto che da quella posizione non arrivava luce artificiale.
“Senti Hyoga…secondo te arriveremo a fare un anno insieme?”
Il biondo alzò leggermente la testa e smise di accarezzarle i capelli, bloccando la mano sul capo di lei.
“Come mai questa domanda? Hai dei dubbi su di noi?” chiese, cercando il suo sguardo.
Nami girò la testa in modo da poterlo guardare negli occhi restando appoggiata sul suo petto.
“No…è solo che…un anno è un sacco di tempo. E dopo il primo anniversario ci sarà il secondo e così via. Un muchio di tempo! E io ho tanta paura che troverai una ragazza più carina, più simpatica o comunque migliore di me. E che mi lascerai per quella!”
Hyoga restò in silenzio, ma quando parlò riprese anche ad accarezzarle i capelli.
“Amore, non pensarci neanche. Io ti amo, vorrei solo te! Per quanto tempo possa passare, ci sarai sempre e solo tu nel mio cuore!”.
“Me lo prometti?”
“Lo prometto”.


00.07 – Bacheca dei trofei

“Ce l’avete fatta?”
“Si si, è qui!” rispose Sanji, mostrando la chiave a Hyoga e Nami che erano appena tornati.
Quando Saori l’aveva baciato, erano rimasti incollati per molti minuti, ma furono interrotti dalla voce di Zoro.
“Ma non l’avete ancora trovata?” aveva chiesto, ma per fortuna dei due ragazzi era ancora lontano dalla porta e loro avevano avuto il tempo di staccarsi e di far finta di cercare la chiave giusta.
Hyoga illuminò il piccolo pezzo di metallo con la torcia per vederla meglio.
“Perfetto…possiamo aprire!”
Così, mentre Nami estraeva dalla borsa la macchina fotografica, Saori aprì la vetrinetta.
Zoro prese la coppa del torneo di calcio e la porse a Sanji, mentre tenne tra le mani quella del basket, mentre Hyoga gli si avvicinava.
“Allora. Prima ne fate una solo voi tre e poi un’altra tutti insieme con l’autoscatto, per ricordarci di questa nottata!”
Contemporaneamente al secondo flash, le luci del corridoio si accesero e, girandosi, i ragazzi videro un uomo alto, grassoccio e stempiato, una mano su un interruttore della luce e l’altra chiusa attorno a un mazzo di chiavi. Era il preside.
“Signor Ponger????”
“Papà?” borbottò Saori, impallidendo notevolmente, scatenando la sorpresa degli amici con quella semplice parola.

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Una piccolissima nota: Saori di cognome fa Pindur! Per questo i ragazzi si sorprendono: i cognomi dell'amica e del padre son diversi...nel prossimo capitolo si spiegherà tutto!
  
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