Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: lmpaoli94    10/03/2017    0 recensioni
Era lì seduta in quel letto d’ospedale. Era ferma immobile. Da troppo tempo non si muoveva. Era quasi un anno che era in coma per colpa di un brutto incidente stradale. I genitori e tutti i familiari non avevano mai perso la speranza. Nemmeno il suo ragazzo Roberto che stava sempre accanto a lei nella certezza che un giorno si fosse risvegliata… Ma un giorno l’arrivo di una ragazza sconosciuta in ospedale che ha avuto lo stesso incidente della sua amata, gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
20°
 
Dopo che il tormentatore di Angelo se ne fu andato, la signora Palieri cercò di calmare sua figlia visibilmente agitata per il corso delle cose.
«Tesoro, cosa ti ha detto quel ragazzo per turbarti così tanto?»
«Non ne voglio parlare, mamma. Lasciami sola»
«Ma… Tu devi parlarmene…»
«Non ora! Non insistere, per favore… E lasciami sola»
A malincuore, la signora Palieri lasciò la stanza della figlia per poi recarsi a parlare con il marito, accusandolo di tutte le colpe da quando aveva fatto amicizia con Angelo.
«Hai visto cosa è successo! Hai visto come ha ridotto nostra figlia!»
«Elizabeth, calmati…»
«Se tu l’avessi mandati via, tutto questo non sarebbe mai successo! Rebecca è ancora molto debole fisicamente e psicologicamente e non si può permettere di sentirsi dire certe cose!»
«Ma cos’ha sentito che gli ha dato così fastidio?»
«Non lo so, non me lo ha detto… Alfredo, sei avvisato. Se ritrovo qui il ragazzo e sei stato tu ad acconsentire di vedere nostra figlia, ti assicuro che prenderò appuntamento con il mio avvocato per iniziare le pratiche di divorzio!»
Il signor Palieri non aveva mai assistito a questo tipo di sfuriate. Anche perché prima d’ora, sua moglie non ne aveva mai avute.
Quando iniziarono ad avvenire, pensò che sarebbe stata una cosa passeggera, ma man mano che i giorni passavano, sua moglie peggiorava ulteriormente di carattere.
E per di più, Angelo aveva dato il colpo di grazia.
Addirittura erano arrivato a sentire la parola “divorzio”, parola mai detta in tutti quegli anni vissuti insieme.
 
«Ciao amore, posso entrare?» domandò timidamente il signor Palieri per parlare con sua figlia.
«Vieni pure papà»
l’uomo anziano si accomodò seduto sul letto di sua figlia.
«Come ti senti oggi?»
«Dopo aver parlato con quel ragazzo, molto male. Ma ora mi sto riprendendo piano piano»
«È tutta colpa mia! Non dovevo incitarlo a restare nei giorni prima che tu ti svegliassi qui in ospedale»
«Non ti preoccupare papà. Non è colpa di nessuno»
«Tua madre non la pensa così…»
«Parlerò con mamma più tardi e chiarirò io questa storia» ribattè Rebecca per rassicurare suo padre. «Grazie, figliola. Lo sai che non ho mai visto tua madre arrabbiarsi con me come prima? Sembra che si sia svegliata tutta d’un tratto per tirare fuori le unghie e difenderti ad ogni costo»
«nemmeno io mi aspettavo la sua reazione nei confronti di Angelo»
«Tua madre ce l’ha sempre avuto con quel ragazzo, dal primo momento che lo ha visto»
«E non aveva tutti i torti…»
«Io purtroppo, l’ho capito tardi…»
«Ti prego papà, non guardarmi con occhi tristi e afflitti. Non dopo che sono stata in coma tutto questo tempo… Piuttosto, toglimi una curiosità, è da quando mi sono svegliata che non ho più visto Roberto in giro. Che fine ha fatto?»
Era venuto il momento di spiegare alla ragazza che era stato lui a causargli l’incidente.
Come avrebbe reagito la ragazza?
«Vedi Rebecca… Roberto non è qui perché… Come posso dire…»
«Gli è successo qualcosa di grave? Non è che pure lui ha avuto un incidente, vero?»
«No, figliola. Niente di tutto questo. Roberto non è qui con te perché… è in prigione»
La giovane donna fissava suo padre con occhi sconcertati e pieni di tristezza.
«Oh mio Dio. Per quale motivo?»
«È molto difficile dirtelo Rebecca e non vorrei essere io a dirtelo, ma è mio dovere…»
«Papà, mi stai facendo preoccupare…»
«Tesoro ti prego, non interrompermi… Stavo dicendo che è mio dovere parlartene»
L’uomo fece un gran respiro e cercò di trovare tutte le parole che potessero essere le più giuste possibile. «È in prigione perché è stato lui a causare il tuo incidente e a mandarti in coma»
Ora lo sguardo della ragazza era perso nei suoi pensieri. Pensava a quando lo aveva conosciuto la prima volta al liceo. Quando Roberto gli aveva dato appuntamento a cena fuori in un ristorante intimo e romantico. E quando l’ultima volta si erano visti prima che lei salisse in macchina verso il suo brutale destino.
«Rebecca, cos’hai? Stai bene?»
«No papà, non sto affatto bene. Come è potuto accadere tutto questo?»
«Ha manomesso i freni della tua auto e così sei andata schiantarti contro un albero»
«Sei sicuro che sia stato proprio lui?»
«Sì, me lo ha confessato proprio a me»
Rebecca si era voltata dall’altra parte del letto per dare le spalle al padre e per non farsi vedere che stava piangendo.
«Mi dispiace tanto, tesoro. Nemmeno io mi sarei immaginato che fosse stato lui a causarti questo… Ma per fortuna alla fine hanno vinto i suoi sensi di colpa e ora sta scontando la sua pena prima del suo processo che ci sarà tra qualche giorno»
«Nessuno ha vinto in questa brutta situazione che malgrado tutto, sono io la protagonista. Roberto si è macchiato di un crimine nei miei confronti. E tutto questo perché eravamo sul punto di lasciarci… A volte la vita è davvero crudele e certe volte vorrei proprio non esistere»
«No Rebecca! Ti proibisco di dire certe cose! Ti sei già scordata che sei stata…»
«E come potrei scordarmelo?!» lo interruppe con le lacrime agli occhi. «Non sono così scema come tu pensi!»
«No tesoro, non volevo dirti questo. Io…»
«Lasciami in pace e di a tutti coloro che vogliono entrare a farmi visita, che mi sto riposando e riflettendo sul da farsi»
«Come vuoi tu, Rebecca»
Anche il signor Palieri aveva discusso con la sua unica figlia.
Elizabeth e Alfredo non si sarebbero mai immaginati che dovevano affrontare questi tipi di problemi con la figlia che si era appena risvegliata.
Appena uscito dalla stanza, incrociò sua moglie che stava per entrare dalla figlia per dargli un po’ di tè appena pronto e alcuni biscotti per fare merenda.
«Alfredo, hai parlato con Rebecca?»
«Ahimè, sì. Gli ho raccontato del crimine che ha fatto Roberto nei suoi confronti»
«Ma sei impazzito?! Come ti è venuto in mente?!»
«Dovevo farlo! Qualcuno doveva farlo il prima possibile, e il compito è toccato a me»
«Dovevamo aspettare altro tempo prima di parlargliene! Così ora è più turbata che mai!»
«Mi ha chiesto dove fosse Roberto e cosa avrei dovuto rispondere?»
«Accidenti!... Posso almeno entrare per dargli la merenda?»
«No, ha detto che non vuole vedere nessuno»
«Come immaginavo. E ora cosa ne faccio di tutto questo ben di Dio?»
«Mi è appena venuto un certo languorino… Che ne dici di fare merenda insieme? Così potremmo riaggiustare le cose tra di noi. E cosa più importante, ti devo chiedere scusa. Scusami per aver dato fiducia a quel mascalzone di Angelo. Non se lo meritava proprio!»
La donna fissava il marito con sguardo dolce e gentile che egli non vedeva da tanto tempo.
«Mmh, accetto le tue scuse. Ma che mi dici di Roberto? Riuscirai a perdonarlo come ho fatto io?»
«Magari un giorno di questi potremmo recarci in prigione per andare a fargli una visita. Che ne dici?»
«Mi sembra una grandissima idea! Su, andiamo a bere questo tè prima che si raffreddi»
Angolo d’autore lmpaoli94
Eccoci qua!
La vita di Rebecca continua ad essere sconvolta da verità allucinanti.
E questo è solo l’inizio.
Come andrà a finire la storia?
Non vi resta altro che continuare a leggere…
Intanto voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto almeno un capitolo di questa storia che tra pochi capitoli avrà un termine. Forse…
A presto
lmpaoli94
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94