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Autore: always_strong28    10/03/2017    1 recensioni
Louis è il proprietario di un pub e Harry è un fotografo che ha bisogno di aiuto per un progetto. Louis è scontroso, Harry il contrario. Louis ha un segreto. C'è inoltre tanto tormento e fluff.
-- dal testo --
"Perché continui a tornare qui esattamente?" Chiese Louis, incrociando le braccia sul petto.
"Mi piace la tua faccia. E Niall fa delle battute fantastiche. Ah, ovviamente anche la birra è buona."
La storia appartiene a pinky_heaven19 (ho il suo permesso per tradurla)
Link qui: http://archiveofourown.org/works/6623869
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passarono altri due mesi prima che tutte le persone sulla loro lista venissero intervistate e fotografate. Stavano tornando al pub dopo aver intervistato l'ultima persona, una tatuatrice ventiseienne che aveva aperto il suo studio poco più di un mese prima e aveva delle storie pazzesche da raccontare. 

 

"Sai cosa dovresti fare?" Chiese Louis ad Harry mentre giravano l'angolo. "Dovresti andare oltre il progetto fotografico e scrivere un libro su queste persone o qualcosa del genere." 

 

"Un libro? Non so scrivere un libro," rispose Harry, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso. Louis li odiava, odiava che nascondessero gli occhi di Harry, specialmente quando erano così brillanti con il sole. 

 

"Perché no? Sei stato tu a dirmi che posso fare quello che voglio." 

 

"L'ho detto perché so che hai altri talenti." 

 

"Anche tu hai altri talenti." Louis fece ondeggiare le sopracciglia ed Harry rise. 

 

"È vero. So fare l'uncinetto." 

 

"Cazzate, non è vero. Io, invece, so fare la maglia con i ferri." Disse Louis orgogliosamente. 

 

"Davvero?" 

 

"Ho trascorso un sacco di tempo con mia nonna." 

 

"Mi faresti un cappello?" 

 

"Sta arrivando l'estate e tu vuoi un cappello? I tuoi capelli non ti bastano per tenere la testa al caldo?" Chiese Louis passando velocemente le mani tra i ricci del ragazzo. Il vento imperversava e avevano bisogno di una sistemata. 

 

"Penso che li taglierò. Si stanno facendo piuttosto lunghi." Disse Harry, arricciandosi una ciocca tra le dita. 

 

"No!" gridò Louis prima di potersi fermare. Vide un mezzo sorriso sulla bocca del riccio. "Voglio dire, sono i tuoi capelli. Puoi tagliarli se vuoi. Puoi anche rasarti del tutto per quello che mi riguarda." 

 

"Ci penserò su." Disse Harry seguendo Louis dentro al pub. Louis avrebbe dovuto fare un lavoro migliore nel nascondere il suo amore per i capelli del ragazzo. 

 

Furono accolti da un felice Niall. 

 

"Com'è andata con Angie?" 

 

"Meravigliosamente, è davvero fotogenica." Disse Harry mentre si sedeva su uno sgabello. Erano ancora le 11:15 e il pub era completamente vuoto. Era un sabato un po' moscio. 

 

"Credo sia per via dei capelli viola," disse Niall, "stavo pensando a farmeli anche io." 

 

"Dovresti rimanere sul biondo, amico." Ribatté Louis, prendendo un paio di bottiglie d'acqua per sé e per Harry. 

 

"Perché non lasci che tornino del tuo colore naturale?" Staresti benissimo con i capelli più scuri, Nialler." Disse Harry scompigliando i capelli del ragazzo. 

 

"Harry sta pensando di tagliarsi i suoi," lo informò Louis. 

 

Niall guardò Harry sconvolto. 

 

"Non farlo. Significherebbe tagliare via una grande parte del materiale pornografico di Louis. Tagliati le gambe, faresti meno danni." 

 

La risata di Harry riecchieggiò nel locale e coprì il sibilo di Louis. 

 

"Che cazzo dici, Niall? Tappati la bocca." 

 

Harry stava ancora ridendo con le braccia sul bancone e la testa nascosta. Quando alzò lo sguardo il suo volto era rosso e c'erano delle vere e proprie lacrime sulle guance. 

 

"Era una battuta, non mi masturbo pensando a te." Louis era rosso come un peptone e se avesse guardato Niall l'avrebbe incenerito. 

 

"Scusa per aver riso, è stato per il modo in cui l'ha detto Niall…" E scoppiò a ridere di nuovo, Niall lo seguì a ruota e Louis ne ebbe abbastanza. 

 

Andò in cucina, umiliato. Camminò nello stanzino avanti e indietro, cercando di farsi passare l'imbarazzo. Poteva ancora sentirli ridere e si rifiutava di tornare di là. 

 

"Ehi, Lou. Devo andare," gridò Harry attraverso la porta. "Grazie per avermi accompagnato, passa una buona giornata. Spero ti divertirai questa sera." 

 

L'allusione nel tono di Harry non passò inosservata e Louis grugnì frustrato, appoggiandosi al lavandino. 

 

"Ehi, amico," sentì Niall entrare in cucina, "scusami, sei davvero arrabbiato?" 

 

Louis si voltò a guardare l'amico e Niall lo stava fissando ansioso. 

 

"Sai perché mi sono imbarazzato e incazzato così tanto?" 

 

"Perché quello che ho detto è vero?" Chiese Niall con un sorriso comprensivo. 

 

"Sì," Louis scivolò lentamente, sedendosi a terra. Niall vicino a lui a gambe incrociate. 

 

"Dovresti fare qualcosa in merito, amico. Darai di matto se continui così." 

 

"Cosa dovrei fare?" 

 

"Chiedigli di uscire. Sono sicuro che ne sarebbe felicissimo." 

 

Louis sbuffò. 

 

"Penserebbe che io stia scherzando o la tensione tra noi sarebbe insopportabile." 

 

Lou, state flirtando da mesi ormai." 

 

"Esatto! E non è successo niente. Inoltre lui è uno che ama gli scherzi, non so mai se prendere sul serio la metà delle cose che dice." 

 

"Stai scherzando vero? Ti sta sempre appiccicato e ti accarezza." 

 

"Accarezza anche te allo stesso modo. Ad Harry…piace molto il contatto fisico." 

 

 "Louis, sono tuo amico e te lo dirò nel modo più carino possibile," disse Niall piano, ma praticamente ad un centimetro dall'orecchio di Louis. "Datti una svegliata! Cristo, la tensione sessuale tra voi due è così…così…faccio fatica a guardarvi, davvero." 

 

Louis sospirò. Niall aveva centrato il punto, ma era in quel modo da mesi e da quella sera in cui avevano scattato le foto nel giardino si erano avvicinati ancora di più. 

 

Si incontravano sul tetto più volte di quante Louis potesse contarne. Harry era affascinato dai fiori e trascorreva ore a fotografarli da ogni angolazione. Louis non l'avrebbe mai ammesso ma era andato a sbirciare l'instagram di Harry ed era stato davvero orgoglioso quando Harry aveva postato la foto della panchina sotto l'albero con la frase "il mio posto preferito in assoluto." Louis non poteva che essere d'accordo con lui. 

 

Il riccio era al pub ogni sera, tranne per quei giorni in cui aveva qualche turno di notte e Louis non era mai di cattivo umore quando c'era lui. Parlavano e ridevano. Harry accettava Niall e i suoi doppi sensi, allo stesso modo in cui Niall accettava le freddure dell'altro. Erano terribili e Louis rideva per ogni singola battuta. 

 

Molto spesso salivano su nel giardino dopo la chiusura per mangiare qualcosa. Qualche volta Niall si univa a loro, qualche voltano. Louis apprezzava entrambe le situazioni, ma quando erano solo lui ed Harry sentiva crescere uno strano formicolio nel suo stomaco. 

 

Non che si comportassero in maniera diversa con o senza compagnia: Harry era sempre pronto ad una carezza leggera, sempre con una mano sul braccio o sulla gamba di Louis, qualche volta scostava i capelli di Louis dal volto. Né Niall né Liam avevano detto una parola (Harry aveva timidamente chiesto se avesse potuto portare Liam a vedere il giardino quando sarebbe tornato in città). Ora che Louis sapeva che non c'era niente di romantico tra Harry e Liam, pensava che quest'ultimo fosse un ragazzo in gamba. 

 

Giocavano a Fifa quando erano da Louis e a pin pong da Harry. Girovagavano nel vicinato chiacchierando e scattando foto alle persone che Louis gli indicava. Poi c'erano le partite di tennis che andavano a vedere da Niall. I viaggi con metropolitana fino a Londra nelle domeniche pomeriggio per visitare qualche spazio che potesse accogliere la mostra di Harry. 

 

E c'erano le partite di calcio, in cui Harry perdeva sempre, ma Louis non vedeva l'ora che arrivassero. Le sessioni notturne di bevuta nel giardino sul tetto, la visita a qualche punto turistico dove ogni tanto si scattavano un selfie. E c'era un'immagine precisa di un Harry bagnato e senza maglietta che impediva a Louis di prendere sonno la notte. 

 

"Vedrò che posso fare, okay?" disse Louis con un sorriso triste e diede una pacca sul ginocchio di Niall prima di alzarsi. "Faresti meglio a baciarlo prima che lo faccia io." lo prese in giro Niall e Louis ritornò indietro. Non c'erano ancora clienti. 

 

"Non ti azzardare." disse Louis con finta rabbia. 

 

"Ho avuto un sogno erotico su di lui una volta, lo sai," continuò il biondo, "non sono riuscito a guardarlo in faccia per giorni…" 

 

"E chi è che non ha sogni erotici su di lui?" Louis scosse la testa. 

 

"Avrei voluto dire: te." 

 

"Aaaaah…" quella fu l'unica risposta di Louis prima di scoppiare a ridere seguito da Niall. 

 

Louis doveva davvero fare qualcosa. Ovviamente non lo fece. 

_____________________________

 

Erano le tre passate di un qualsiasi mercoledì pomeriggio, un paio di settimane dopo, ed ecco Harry entrare nel pub, con il volto arrossato e sudato, gli occhi spalancati e talmente agitato da non contenersi. Niall e Louis si scambiarono uno sguardo preoccupato. 

 

"Lou! Niall!" gridò Harry, facendo sobbalzare un uomo seduto al bancone. 

 

"Che c'è Haz?" Louis provò a suonare calmo, ma fallì. 

 

"Mi scusi, Signore," disse Harry all'uomo, poi fece un profondo respiro prima di focalizzarsi sui due ragazzi che erano usciti da dietro al bancone e si erano piazzati di fronte a lui. "Oh ragazzi, ho corso per arrivare qui, datemi un secondo:" disse, piegandosi e mettendo le mani sulle ginocchia. 

 

"Che è successo?" Niall non riuscì a nascondere la preoccupazione nel suo tono. 

 

Louis stava in pied idi fianco ad Harry con un braccio intorno ai fianchi del riccio. Harry alzò lo sguardo e gli sorrise. 

 

"Non ci crederete," continuò, sorridendo. 

 

"Cosaa?" 

 

"C'è un posto in città che esporrà i miei lavori alla fine del mese!" 

 

"Cosaaaa!?" Gridarono all'unisono Niall e Louis. 

 

"Sì! Sapete quel posto a cui non avevo ancora chiesto perché credevo non mi avrebbero mai preso in considerazione, vicino a quel ristorante che sembra uscito da un'episodio di Sherlock?" 

 

"Non ci credo!" Il sorriso di Louis era tanto luminoso quanto quello di Harry. "Sei serio? Perché se è uno scherzo, è di cattivo gusto." 

 

"Sono serissimo!" disse Harry passandosi una mano tra i capelli. "Anche io non riuscivo a crederci all'inizio. Sai che porto sempre le foto con me, allora stavo passando proprio lì davanti e mi sono detto 'ehi, cos'hai da perdere?', sono entrato, ho parlato con qualche persona e per farla breve, hanno amato la mia idea ancor prima di mostrargli gli scatti. Quando li hanno visti, abbiamo subito preso accordi." 

 

"È fantastico Harry," disse Louis orgoglioso del ragazzo, davvero orgoglioso. Prima che potesse congratularsi con lui, Niall lo batté sul tempo. Stritolò Harry in un abbraccio e gli diede due baci sulle guance. Harry rise e ricambiò l'affetto. 

 

Quando Niall si tirò indietro, Harry si voltò verso Louis e si abbracciarono stretti. Il collo di Harry era umido mentre Louis lo abbracciava. Sentì i muscoli del riccio guizzare sotto le sue mani mentre lo teneva vicino a sé. 

 

"Sono così orgoglioso di te." sussurrò nell'orecchio di Harry. 

 

"Grazie. Grazie per avermi aiutato." 

 

Harry sciolse l'abbraccio, ma tenne il ragazzo vicino. Louis osservò lo sguardo di Harry che cadeva sulla sua bocca e per un secondo era sicuro che il riccio stesse per baciarlo, lì in quell'istante. I suoi pensieri dovevano essere stati compresi, perché Harry abbassò gli occhi, mordendosi un labbro. 

 

"È l'adrenalina, scusa," mormorò prima di lasciare andare Louis. Quest'ultimo non ebbe il tempo di dire nulla perché il telefono di Harry iniziò a squillare. "È Liam, l'ho chiamato mentre stavo venendo qui per dargli la notizia ma non mi ha risposto." 

 

Harry quindi rispose alla chiamata e si diresse verso un angolo, con un grande sorriso sul volto. 

 

"Che notizia pazzesca, eh." Disse Niall, più felice del solito. Louis annuì. 

 

"Harry se lo merita." 

 

Voleva parlare con Niall del quasi bacio; ma Niall era lì e aveva visto e aveva anche deciso di non menzionare nulla. Comunque Louis era scosso. Osservava Harry che camminava avanti e indietro, parlando forse al  telefono. Il riccio alzò lo sguardo e beccò Louis a fissarlo. Sorrise e alzò il pollice. Louis fece lo stesso provando a non rimuginare troppo sul momento che avevano condiviso. Sapeva che si sarebbe rovinato se ci avesse pensato. 

 

Harry riattaccò e tornò da loro. 

 

"Devo tornare alla galleria, vogliono che sistemiamo tutto per la mostra," suonava eccitato come un bambino, e Louis non poteva biasimarlo. "Devo anche andare a casa e preparare tutto." 

 

"Sono certo che ameranno ogni cosa." 

 

"Lo spero; odierei dover lasciar fuori anche solo una storia." Disse Harry, prendendo un fazzoletto dal bancone e scribacchiandoci qualcosa sopra. Si diresse verso l'angolo con la scatola dei suggerimenti e infilò il fazzoletto lì dentro. "Ti chiamo dopo per dirti i dettagli." 

 

"Certo. Ciao, Harry. E ancora congratulazioni." 

 

"Ciao, Lou," sorrise ampiamente, mostrando le fossette, "Grazie, ciao Nialler!" gridò e Niall rispose allo stesso modo. 

 

Louis lo guardò uscire con lo stomaco in gola. 

______________________________

 

Quella sensazione non lasciò Louis per tutto il mese a seguire prima della "première", così gli piaceva chiamarla. Sarebbe stata una serata una serata solo per le persone influenti nel campo della fotografia, niente pubblico. E apparentemente ci sarebbe stato un aperitivo molto chic e aveva preso in giro Harry ogni giorno per quel motivo. 

 

Ora che la grande sera era arrivata, le battute erano l'ultima cosa che aveva in mente Louis. 

 

"Come sto?" chiese timido a Niall, uscendo dalla cucina del pub dopo due interi minuti di ragionamenti. Non c'era una porta da cui scappare, quindi sarebbe dovuto passare di lì. Niall si voltò a guardarlo e la sua espressione cambiò. 

 

"Amico! Wow, Louis. Tutto in tiro!" 

 

Louis indossava un paio di skinny jeans neri, non aderenti come quelli di Harry, ma che esaltavano i suoi lati giusti. Aveva inoltre delle scarpe nere lucide e una camicia blu con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Aveva inoltre speso un'enorme quantità di energia per sistemarsi i capelli. Aveva chiamato la sorella per farsi aiutare, e aveva finito per lavarsi i capelli due volte perché ci aveva messo troppa lacca. 

 

"È…troppo?" Chiese, insicuro. "Troppo poco? Devo mettere una giacca sopra la camicia? Una cravatta?" 

 

"Amico, va benissimo. Hai una camicia e un paio di scarpe, formale ma casual. Non è la serata degli Oscar, andrà alla grande. Stai da Dio." 

 

"Grazie," Louis sorrise. "Meglio andare non voglio arrivare in ritardo." 

 

"Pensavo iniziasse alle sette e trenta." 

 

"Sì, ma Harry mi vuole lì un'ora prima, mi ha detto che mi vuole mostrare qualcosa prima che le altre persone arrivino." 

 

"Prima che tu vada, dobbiamo farci una foto!" Disse Niall veloce e prese il suo telefono. Louis roteò gli occhi ma acconsentì, si mise di fianco all'amico e scattarono qualche selfie. 

 

"Non incrociare gli occhi! Non è il momento per le facce buffe! Ti sei rasato e i tuoi capelli non sembrano come quelli che hai appena sveglio. Sorridi, okay?" 

 

"Va bene," disse Louis, poi chiese a Niall di mandargli le foto. "Ora devo andare o arriverò tardi di sicuro." Disse, andando in cucina a prendere un pacchetto. 

 

"Divertiti, Lou!" disse Niall e Louis lo salutò. 

______________________________

 

La stazione non era lontana dal pub, e doveva camminare solo qualche isolato per arrivare a prendere la metro. Giocherellò con il telefono per tutta la durata del viaggio, controllando costantemente l'ora. Erano le 6:32 quando arrivò alla galleria d'arte e trovò le porte chiuse. Rimase lì in piedi non sapendo cosa fare, poi provò a bussare. 

 

La porta si aprì qualche secondo dopo, quando una donna bruna con un vestito rosso acceso gli venne ad aprire. "Siamo ancora chiusi." 

 

"Sono qui per vedere Harry. Harry Styles, uno degli artisti che esporrà le sue foto sta sera." 

 

"E lei è…?" 

 

"Louis Tomlinson." 

 

"Oh, si accomodi" Il nome sembrava aver acceso una lampadina nella donna. "Da questa parte, Signor Tomlinson." 

 

Louis la seguì fino alla reception. 

 

"Il suo amico ha fatto un lavoro impressionante. È molto raro che permettiamo a dei nuovi fotografi di mostrare il loro primo progetto qui," disse mentre controllava la lista degli invitati. 

 

"Beh, ha molto talento," Louis non riuscì a nascondere l'orgoglio nella sua voce. 

 

"Mi dia quell," disse prendendo il regalo dalle mani di Louis. "Riceverà i regali più tardi." 

 

"Ma voglio darglielo io in persona…" 

 

"La sua sezione della mostra è a destra in fondo al corridoio," disse la donna indicando la direzione. "Il Signor Styles è già lì." 

 

Louis prese un profondo respiro, si asciugò le mani sudate sui jeans e iniziò a camminare nella direzione indicatagli. 

 

Spalancò la bocca dallo stupore quando vide l'allestimento. Non era mai stato in quella galleria, ma sapeva che, comparandola con le altre che aveva visitato, quella era la migliore. 

 

Il pavimento di mogano era scintillante, i muri bianchi erano alti il doppio del normale ed erano il perfetto sfondo per le opere. Le finestre, alte, vicino al soffitto, erano incorniciate con lo stesso legno del pavimento. Al centro del soffitto invece, pendeva un candelabro di cristallo, il più spettacolare che Louis avesse mai visto. 

 

Lungo i muri, ad altezza volto, c'erano appese le foto che Harry aveva scattato. Erano grandi come dipinti, ma non c'era cornice intorno, solo la luce li faceva risaltare. Sotto ogni foto c'era una targhetta con delle scritte che Louis non riusciva a decifrare da lontano. Dall'altra parte della stanza, inoltre, c'era il bar, già pronto a servire ogni tipo di drink. 

A parlare con il barista, c'era Harry. 

 

"Haz…" sussurrò Louis senza quasi rendersene conto. 

 

Harry era semplicemente da togliere il fiato. Indossava degli skinny jeans neri e una camicia di seta bianca, era una visione. Le maniche erano al gomito, i primi tre bottoni slacciati e rivelavano un accenno del tatuaggio che aveva sul petto, mentre la camicia era infilata nei pantaloni. Luois sorrise quando vide gli stivali dorati, erano così da Harry che non riuscì a trattenere un sorriso. 

 

Harry apparentemente aveva trascorso molto tempo a sistemare i suoi capelli, che ora ricadevano il morbidi ricci voluminosi. Era assolutamente bellissimo. 

 

Harry lo vide solo quando Louis era già al centro della stanza, e la felicità nel sorriso del riccio fece perdere un battito a Louis. 

 

 

"Lou!" Esclamò abbracciandolo stretto. Louis si sciolse, lasciando che Harry sostenesse il suo peso, "sono così felice che tu sia qui," mormorò all'orecchio di Louis. Harry doveva aver sentito il corpo di Louis rilassarsi e poi tremare per quelle parole sussurrate. 

 

"Guardati, Harold," disse Louis scostandosi ma appoggiando le mani sugli avambracci del riccio, senza preoccuparsi di nascondere la sua sfacciataggine nell'ammirarlo dall'alto in basso. "Stai benissimo." 

 

"Lo pensi davvero? Ero preoccupato che fosse un po' troppo," disse timido. 

 

"Sei perfetto. L'unico problema è che questi stivali ti fanno ancora più alto. È piuttosto ingiusto nei miei confronti, davvero." 

 

Harry sorrise e Louis lo abbracciò di nuovo. 

 

"Penso di averlo detto milioni di volte nel mese scorso, ma sono orgoglioso di te." 

 

"Beh, sono contento di sentirlo ancora. Hai un buon profumo." 

 

"Dopobarba," disse Louis passandosi una mano sul viso. "Anche tu hai un buon profumo." 

 

"È il balsamo," rispose Harry ondeggiando i ricci. Louis rise e gli strinse un braccio. "Sei davvero bello, Lou. Mi piacciono i tuoi capelli." 

 

"Grazie, ci ho messo solo un'ora a farmi questo ciuffo." Harry rise. "Forza, fammi fare un giro." chiese Louis, ed Harry prese Louis a braccetto e lo accompagnò vicino ad una foto. Era l'autista dell'autobus che passava proprio di fronte al pub. 

 

L'uomo era in posa di fronte al mezzo, in uniforme, con le mani sui fianchi e un grosso sorriso in volto. Louis si ricordava quel giorno, avevano parlato con lui mentre guidava perché non si poteva fermare. Harry aveva provato a fare delle foto mentre guidava, ma era riuscito solo a cadere addosso a Louis quando il bus era ripartito. Era stata una bella giornata. 

 

Sulla placca c'era scritto: 

 

George Wellington - 02/08/1977 

 

Nato a Greenwich, George guida sullo stesso percorso per Tottenham da quanto ha iniziato a lavorare come autista di autobus nel 1997, all'epoca suo secondo lavoro. È conosciuto per aver memorizzato i nomi dei passeggeri e le loro fermate, oltre che per le battute e il buon umore che sempre lo accompagna. George ha una moglie e due figli, entrambi vogliono seguire le sue orme: William come autista e Sophia come pilota d'aerei. Alla fine della sua giornata, a George piace andare a rilassarsi in compagnia di qualche amico al pub William's. 

 

"Harry è fantastico. Lo ameranno sicuramente," disse guardando Harry, che a sua volta lo osservava con ansia. 

 

"Che c'è?" 

 

"Voglio mostrarti un'altra cosa. Non voglio che ti arrabbi, okay?" 

 

"Okay…" rispose Louis e si lasciò guidare all'angolo opposto della stanza, dove era appesa l'ultima foto della mostra. I suoi occhi si spalancarono quando vide la foto. 

 

"Non deve rimanere qui, okay? Possiamo toglierla se vuoi. Ho già lo staff in attesa pronta a rimuoverla nel giro di qualche secondo se non la approvi." 

 

Louis riusciva a malapena a sentire quello che Harry gli stesse dicendo. Osservava la foto. La sua foto. 

 

"Quando l'hai scattata?" chiese, senza guardare Harry. 

 

"È la prima foto che ti ho fatto, ti ricordi? Stavi ridendo, ho scattato e poi ti eri incazzato con me." 

 

Louis se lo ricordava. Nella foto era nel pub, guardava in su e rideva. I suoi occhi erano due fessure circondate da rughette e i capelli un caos, il colletto della camicia che indossava aveva bisogno di essere stirato e si doveva anche radere, ma era una foto bellissima. Doveva ammettere che era affascinante. La luce calda, l'angolazione, la messa a fuoco, con le bottiglie sfocate nello sfondo e lui in primo piano. 

 

Abbassò lo sguardo e lesse la placca.

 

Louis W. Tomlinson - 24/12/1991 

 

Nato nel cuore di Tottenham e vero fan di calcio, Louis è attualmente il proprietario del pub William's, ereditato da suo padre all'età di 21 anni. Louis trascorre le sue giornate a lavorare e a coltivare la sua passione: il giardinaggio. È l'orgoglioso possessore di un giardino pensile. 

È Louis, inoltre, ad aver unito le persone per questo progetto con la sua personalità gioiosa e ammaliante. 

 

Louis lesse il testo una seconda volta. Guardò di nuovo la foto, poi rilesse il tutto per una terza. 

 

"Lou? Sei arrabbiato?" Chiese Harry masticandosi nervosamente un labbro. "Lou? Dì qualcosa, ti prego." 

 

"È…" ricercò le parole giuste da usare, "È la mia foto più bella," disse. 

 

Harry sorrise fino a far comparire la sua fossetta. 

 

"Ti piace davvero?" Era davvero sollevato. 

 

"Sì, davvero." 

 

"Posso lasciarla su, allora?" Gli occhi di Harry erano pieni di speranza e stava giocherellando con i ricci, nervoso. 

 

"Certo," Louis sorrise ed Harry lo trasse a sé in un altro abbraccio. Il terzo di quella sera. Stava andando bene. 

 

"Prima che io mi dimentichi! Devi firmarmi qualche scartoffia per la privacy ecc…" disse Harry. 

 

"Ci penserò dopo. Come ti senti?" 

 

"Ansiosissimo. Mi sono già mangiato tutte le unghie e sto sudando." 

 

"Questo posto sarà pieno di persone in meno di un'ora. Ti sentirai meglio dopo." 

 

Gli ospiti speciali erano le 17 persone fotografate per il progetto. 

 

"Mi sento già meglio grazie a te." Disse Harry e Louis guardò in basso imbarazzato. 

 

"Ti ho preso un regalo, ma la receptionist me lo ha tolto prima che potessi dire una parola." 

 

"Un regalo? Che regalo?" Gli occhi di Harry si erano accesi. 

 

"Lo vedrai alla fine della serata, immagino." 

 

"Starai con me fino alla chiusura, vero?" La scintilla nello sguardo del riccio era davvero affascinante. 

 

"Beh, c'è uno speciale di golf alla TV, volevo guardarlo…ma penso che rimarrò qui." Lo prese in giro Louis. 

 

"Grazie, non so cosa farei senza di te." 

 

"Sei nato per la folla, te la caveresti alla grande." Louis gli diede una pacca sulla spalla ed Harry lo guardò con affetto. 

 

"Prendiamoci qualcosa da bere," disse, dirigendosi al bar. 

 

Poco dopo un'ora, iniziarono ad arrivare gli ospiti e Louis era un po' alticcio. La galleria si riempì di moltissime persone eleganti per persino un giornalista che avrebbe scritto un pezzo sulla mostra. 

 

Louis non rimase con Harry tutto il tempo. Al contrario, si mise a chiacchierare con le persone che conosceva, mangiucchiando qualche tartina e divertendosi. 

Aveva guardato Harry per tutta la sera, lanciandogli occhiate e sorrisi quando i loro sguardi si incontravano. 

 

Vide Harry chiacchierare con quelli che credeva fossero del circolo artistico della città; lo vide inoltre mettersi in tasca molti biglietti da visita. Ogni volta che si incrociavano, Harry gli raccontava come stesse andando, e Louis non riusciva a trattenersi dal congratularsi con lui ogni singola volta. 

 

Era quasi mezzanotte quando le persone iniziarono ad andarsene. 

 

"Com'è andata la tua notte speciale?" Chiese Louis mentre erano entrambi vicino al bar, finendo i loro drink. 

 

"È stata incredibile, davvero," rispose Harry eccitato, "Ho incontrato così tante persone, pezzi grossi." 

 

"Oggi Londra, il resto del mondo domani." rispose Louis gentile mentre altre persone venivano a salutare e ringraziare Harry. 

 

Alla fine, quando anche l'ultima persona era uscita, l'hostess dell'ingresso diede ad Harry i regali. Erano parecchi. 

 

"È normale ricevere regali da sconosciuti per una cosa del genere?" Chiese Harry mentre li scartavano insieme. C'erano anche molti bouquet di fiori e sembrava come se Harry fosse un divo del cinema e ci fosse stata la sua prima première. 

 

"Non lo so, ma non riesco a trovare il mio. Non doveva stare così a lungo dentro la scatola." 

 

"Di che colore è il pacchetto?" 

 

"Oro," disse Louis sorridendo. "Molto simile ai tuoi stivali." 

 

"È questo?" domandò Harry, alzando una piccola scatola. 

 

"Sì! Non è molto, non aspettarti chissà che…" 

 

Harry non lo stette ad ascoltare e iniziò a scartare il pacchetto, tirando fuori un piccolo barattolo dalla scatola di cartone. 

 

"È per i tuoi te'." Spiegò Louis, soddisfatto dall'espressione sorpresa di Harry. Erano un piccolo cespuglio di rose colorate. C'erano tre boccioli, uno dei quali già pronto a schiudersi. 

 

"Lou, è fantastico!" esclamò Harry, toccando leggermente i petali con la punta delle dita. 

 

"Pensavo che un bouquet di rose fosse troppo….non lo so, sfrontato. Chiaramente sbagliavo." Disse Louis indicando i numerosi mazzi per Harry. 

 

"Lo adoro," disse, stringendo il vasetto al petto. "Devo annaffiarlo?" 

 

"Penso possa aspettare finché tu non arrivi a casa." 

 

"A proposito di casa, sono stanco morto. Andiamo?" 

 

Louis aspettò pazientemente che Harry salutasse e stringesse le mani di tutto lo staff prima di andare. La mostra sarebbe stata aperta al pubblico dal giorno seguente e aveva promesso che sarebbe passato. E L'unico regalo che decise di portarsi a casa quella sera fu quello di Louis. 

 

Quando uscirono dal palazzo, poco dopo mezzanotte e mezza, un vento freddo li prese alla sprovvista. Era quella la primavera inglese e Louis rabbrividì immediatamente. 

 

"Vorrei aver portato un cappotto da darti," mormorò Harry mentre cercava di scaldare Louis frizionando le braccia del ragazzo con le sue mani. 

 

"Tranquillo, la metro è vicina. Come fai tu a non avere freddo? La tua camicia è di seta, santo Dio." 

 

"Non sento freddo tanto facilmente." rispose Harry. Poi rimasero lì, in piedi, in silenzio. La strada era deserta a parte loro due; avrebbero dovuto iniziare a camminare, ma nessuno dei due lo fece. 

 

"Grazie per essere stato con me sta sera," disse Harry rompendo il silenzio. "E grazie per avermi lasciato mostrare a tutti la tua foto." 

 

"Di nulla. Mi piace quella foto dopotutto. I miei clienti si sono congratulati con me ma nessun altro mi ha riconosciuto." 

 

"Beh, sei molto diverso in quella foto rispetto ad ora." 

 

"Wow, grazie." Rispose Louis sarcastico. "È stato un commento perfetto per la mia autostima, grazie tan…" 

 

Non riuscì a finire la frase perché le labbra di Harry erano sulle sue, i loro petti fusi insieme. Louis non fu per niente imbarazzato dal gemito che gli scappò di bocca mentre allacciava le braccia dietro al collo di Harry e tirava il ragazzo a sé, mettendosi sulle punte per essere alla stessa altezza. 

 

Il bacio sapeva di vino e gomma da masticare alla menta e anche se le labbra di Harry erano fredde, erano anche morbide e umide. Sentì il riccio respirare ed esalare un sospiro caldo sulla sua guancia mentre piegava la testa per baciarlo per bene, lentamente, muovendo le labbra a tempo. Louis sobbalzò quando sentì la mano libera di Harry appoggiarsi sul suo sedere e stringere la presa leggermente. 

 

"Quello che volevo dire," disse Harry in un sussurro, muovendo le labbra sul collo di Louis, "è che sta sera sei ancora più bello del solito, è una bellezza diversa. Ma in realtà ti preferisco più selvaggio."

 

Louis prese il mento di Harry tra le mani e lo avvicinò di nuovo a sé, unendo le labbra impazientemente. Aveva aspettato troppo per interrompere quello che stavano facendo per chiacchierare. Leccò il labbro inferiore di Harry e ottenne un gemito dal ragazzo e un bacio ancora più bagnato. La bocca di Harry era morbida e calda, calda abbastanza da far ansimare Louis. 

 

"Ehi voi due, prendetevi una stanza!" Urlarono un gruppo di ragazzini affacciati da un finestrino di un'auto che passava a tutta velocità. 

 

Si staccarono, entrambi ridendo e con le guance arrossate. Harry appoggiò le sue braccia sulle spalle di Louis e gli sorrise. 

 

"Portami a casa, Louis Tomlinson." 

 

Non se lo fece ripetere due volte. 

__________________________________

 

Eccoci quiiii!! 

Ci siamo amici, finalmente ce l'hanno fattaaaaa! 

Il prossimo capitolo sarà bollente ;) quindi get ready. 

Non so precisamente quando pubblicherò perché la settimana che arriva è San Patrizio qui in Irlanda e alcune mie amiche verranno a trovarmi! Abbiate pazienza e vedrete che l'attesa varrà la pena! 

 

Marica x

   
 
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