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Autore: Layla    10/03/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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23)Il giardino delle  lucciole.

 

Yukari p.o.v.

 
Non c’è niente di meglio che stare sdraiata tra le braccia del mio ragazzo tra le fresche lenzuola in una giornata estiva secondo me.
Ormai sarà quasi ora di pranzo e faremmo meglio ad accendere i cellulari, li abbiamo spenti per non essere disturbati dai ragazzi in certe attività, e ritornare rintracciabili nel mondo.
Io accendo il mio e Lee il suo, immediatamente si scatena un caos di messaggi non letti e chiamate perse, hanno chiamato tutti incluse mogli e fidanzate.
“Wow! Stai assente per un paio d’ore e il mondo intero ti cerca!”
Commento io.
“È febbre da gossip! Vogliono sapere se stiamo insieme o meno e se sei partita.
Immagino saranno anche preoccupati.”
In quel momento il cellulare di Lee inizia a suonare e lui me lo passa senza dire una parola, io guardo il mittente – Oli – e rispondo.
“Alla buon’ora, cazzone!
Pensavo di dover chiamare la polizia e poi le pompe funebri perché ti eri ammazzato dopo che Yukari ti aveva mollato. Bella mossa farti vedere baciare quella malattia venerea ambulante di Jennie invece di dire a Yukari che non la ami.
Dove cazzo sei e dove cazzo è la mia migliore amica?
Rispondi o vengo a casa tua e ti ammazzo!”
“Sono qui Oli, calmati.”
Rispondo con un sorrisino ironico che mi increspa il volto.
Quando Oli è agitato inizia a parlare a macchinetta e a minacciare di morte chiunque lo turbi o lo abbia fatto arrabbiare.
“Yukari?”
“Ah ah.”
“Dove diavolo sei, anzi dove diavolo siete?”
Ruggisce lui costringendomi ad allontanare il cellulare dalle orecchie, è bello essere rimasta qui.
“Siamo a casa di Lee.”
“E perché cazzo non ci avete avvisati?”
“Davvero non lo indovini, Oli?”
Lo sento sbuffare dall’altra parte.
“Conigli, non siete altro che conigli!
Noi andiamo a mangiare al bar della spiaggia, il solito, verrete?”
“Sì, verremo. Lasciaci il tempo di sistemarci.”
Chiudo la chiamata e scoppio a ridere.
“Oli stava dando i numeri, sembrava una mamma apprensiva.”
“Oli è una mamma apprensiva e molto severa per i membri della band, ci bacchetta se non facciamo bene  i compiti.”
Rido ancora.
“Gli ho detto che saremmo andati con loro al solito bar sulla spiaggia, quindi, a malincuore, dobbiamo lasciare questo letto così comodo e fresco.”
“Ah, che palle! Me lo dovevo aspettare comunque.”
Usciamo dal letto e ci facciamo una doccia, poi ci vestiamo e infine usciamo di casa mano nella mano e ci dirigiamo alla spiaggia chiacchierando.
Troviamo Oli e il resto della band fuori dal bar e ci scrutano tutti con aria apprensiva e l’attenzione di tutti si focalizza sulle nostre mani.
“Voi due avete risolto?”
“Sì.”
“E state insieme?”
“Beh, non ancora ufficialmente, ma sì.”
“Lee, non glielo hai ancora chiesto?”
Ride Matt Kean.
“No, prima ho dovuto convincerla che non ero uno stronzo che voleva solo scoparla e poi a farmi perdonare il bacio con Jennie. Rimedio subito, comunque.”
Si inginocchia e prende una delle mie mani fra le sue, facendomi arrossire come una ragazzina.
“Lee, smettila!”
“Sh! Non rovinare il momento.
Yukari, vuoi essere la mia ragazza?”
“Sì, lo voglio.
Adesso puoi alzarti? Ci stanno guardando tutti, pensano tu mi stia facendo una proposta di matrimonio!”
“E non ti piacerebbe sposartelo, generale Yamashita?”
“Sì!”
Poi mi metto una mano davanti alla bocca, magari l’ho spaventato, affrettando tanto i tempi.
“Ah, lo sapevo!”
Esclama Oli.
“Zitto, Sykes! Magari adesso Lee si è spaventato e non mi vuole nemmeno più come ragazza?
Perché diavolo mi hai fatto dire una cosa del genere all’inizio della nostra relazione?
Come se non sapessi che i ragazzi hanno paura del matrimonio!
Adesso…”
Non saprò mai cosa succederà adesso perché Lee mi bacia.
“Stai calma, non penso al matrimonio ora, ma se dovesse succedere la mia sposa deve essere una strana giapponese dai capelli azzurri e che indossa un chimono bianco.”
Io arrossisco e gli altri fischiano come dementi.
“Grazie mille.”
Entriamo nel bar e ci sediamo al nostro solito posto, ordiniamo tutti un panino tranne Oli che ordina un’insalata specificando chiaramente che non ci vuole tacchino, prosciutto o altra roba di derivazione animale, il solito vegano.
Mangiamo tranquillamente, nessuno fa cenno all’assenza di Hannah, ho l’impressione che dopotutto il loro matrimonio non sia solido come vogliono far credere e che mia madre abbia peso un abbaglio con lei, d’altronde nemmeno lei è infallibile.
“Stasera si va a ballare, siete dei nostri?”
Chiede Matt Nicholls.
“Negativo, stasera ho intenzione di godermi un po’ di tempo con la mia ragazza, magari in un ristornate a lume di candela e senza nessuno di voi attorno.”
“Che stronzo!”
“Vi voglio bene, ma – ehy! – io e Yukari dobbiamo anche far sviluppare la nostra relazione.”
“Se vuoi andare a ballare, vai. Non voglio esserti d’intralcio.”
Lee mi prende per mano e mi fissa negli occhi.
“Tutto quello che voglio fare stasera è andare in quel ristorante giapponese che ti piace tanto, mangiare tanto buon cibo e godermi una serata con te.”
Io sorrido come non ho mai sorriso mai.
“Va bene.”
“Siete diabetici!”
Esclama Oli, fingendosi schifato, quando il luccichio nei suoi occhi tradisce la sua felicità per noi.
Mi era mancata la mia famiglia inglese, sono felice che Vic mi abbia rifiutata perché se non fosse successo non avrei mai iniziato a guardare Lee in modo diverso dall’amico che è sempre stato e non sarei così felice.
“Sono felice di essere qui e vi ringrazio tutti per avermi accolto come un’amica e non come una stronza che per secoli non si è fatta sentire.”
“Ti vogliamo bene, Yukari.”
Mi dice semplicemente Matt Kean.
Già, è questa la chiave di tutto: volersi bene.

 

La sera è arrivata, fa meno caldo e io mi sto preparando per l’appuntamento con Lee, andremo in un ristorante giapponese quindi ho deciso di onorare le mie origini nipponiche indossando un corto yukata senza maniche bianco a fiori viola con un obi azzurro come i miei capelli.
Decido di non legare i capelli e di lasciarli sciolti, mi trucco gli occhi di nero e metto un rossetto rosso fuoco, sembro vagamente una ragazza tradizionale giapponese perché sono naturalmente pallida.
Metto tutto nella tipica borsa giapponese che è coordinata allo yukata e fatta dello stesso tessuto, è davvero piccola, ci stanno a malapena le sigarette, un accendino, il cellulare e un mini portafoglio.
Un discreto bussare mi distrae dai miei pensieri.
“Sì?”
“Yukari, sei pronta?”
“Metto le infradito e arrivo.”
Lo sento mormorare un confuso “infradito?” e poi apro la porta facendolo rimanere a bocca aperta e a occhi sgranati.
“Yukari, tu ti sei messa un chimono!”
“È uno yukata, un chimono estivo.”
“Che differenza fa? Tu sei splendida e io sembro un barbone, forse è meglio non uscire.”
Sospirando prendo un giornale musicale abbandonato sul mobile fuori dalla stanza e lo picchio sulla zucca del mio ragazzo.
“Beh?”
“Mi sembravi uno di quei flipper bloccati che hanno bisogno di una botta per ripartire.”
“Eh?”
“Sì, ho messo uno yukata. Non c’è bisogno di reagire così, io volevo solo vestirmi un po’ carina per te.”
Arrossisco di botto.
“Beh, missione riuscita!”
“Adesso possiamo andare?”
“Sì, andiamo.”
Sembra imbarazzato del suo sfogo di prima, ma Lee è così: ogni tanto ha delle crisi di timidezza di cui si vergogna poi.
Scendiamo al piano inferiore e lui prende le chiavi della macchina borbottando qualcosa che non capisco, forse quanto è stupito, non lo saprò mai.
Usciamo e saliamo in macchina, sta scendendo quella che si preannuncia una bella notte, il cielo è di verde acqua scuro e iniziano già ad accendersi le prime stelle nei punti in cui il blu si fa vivo.
Io sospiro e sorrido.
“Cosa c’è?”
“Niente, Lee. Solo penso che sia una bella notte e quasi non ci credo.
Stamattina mi sembrava di stare in mezzo a una tempesta e di annegare, da sola, senza che nessuno potesse aiutarmi o salvarmi e adesso sono qui con te felice.”
“Serve un po’ di tempesta prima di raggiungere il bel tempo e io non ho più intenzione di lasciarti andare.”
Mi stringe la mano e io sorrido.

 
Il ristorante di Lee è alla periferia di Brighton e dà sul mare.
È un luogo isolato, circondato da un grande giardino in stile giapponese con tanto di laghetto, la villa però è ottocentesca e invece di un portico c’è una grande finestra a bovindo.
“Ti assicuro che questo posto è meraviglioso!”
Entra e mi sembra di aver passato oltrepassato la soglia dello spazio e del tempo ed essere stata scaraventata nel Giappone antico. Il pavimento è di lucido legno e sulle pareti ci sono eleganti stampe a motivi floreali e di gru, la stanza è abbastanza grande e sul fondo si intravede una parete con una finestra circolare con decori di legno e un fusuma, la porta scorrevole in legno e carta tipicamente nipponica.
“Wow!”
“Vero? Vedrai il resto.”
Da dietro un paravento esce una donna in chimono che ci sorride.
“Posso aiutarvi?”
“Ho prenotato un tavolo per due a nome Malia.”
“Certo, seguitemi.”
La donna si dirige verso il fusuma lo apre e ci troviamo in un’ampia stanza con molti separé e un portico giapponese che dà sul mare.
Accidenti! Lee si è impegnato per darmi un appuntamento indimenticabile!
Arriviamo al nostro tavolo che è davanti al portico, ci sediamo, la vista del mare è incantevole e la brezza marina è piacevolmente rinfrescante.
“Spero che il tavolo sia di vostro gradimento.”
“Lo è.”
“Grazie mille, tra poco vi sarà portato da bere e l’occorrente per il nabe.”
Con un leggero inchino la donna se ne va lasciandoci da soli.
“Nabe?”
“Sì, so che ti piace e questo è uno dei pochi locali che lo fa.”
“Lee, ti amo!”
“Sì, ti amo anche io!”
Dice ridendo, poco dopo la cameriera arriva con dell’acqua, il fornello, la pentola piena di brodo dashi, a cui fa seguito il resto delle cose da cucinare: pollo, verdure e condimento.
“Buon divertimento.”
Ci dice con un sorriso prima di congedarsi.
“Come funziona questa roba?”
“Allora, prendi qualcosa con le bacchette e lo metti nella pentola, poi aspetti che cuocia.”
Lee guarda un po’sospettoso i due bastoncini di legno, come se non fosse certo di saperli usare correttamente.
“Vuoi che chieda alla cameriera uno spiedo o qualcos’altro?”
“Che? No! Ce la farò da solo.”
Con cautela prende qualche pezzo di pollo, di verdura e dei funghi e li mette tutti nella pentola d’argilla, io faccio lo stesso.
“Grazie, Lee.”
“Di niente, tesoro. Mi spieghi di preciso come mai ti piace questo cibo?”
“Uhm… Perché è un’occasione per stare insieme come famiglia o come gruppo di amici. È un piatto tipicamente invernale che crea un sentimento di cordialità, si cucina insieme, si chiacchera e ci si sente più vicini al prossimo. È per questo che mi piace.”
Gli rispondo sorridendo, poi tiro fuori la mia roba e lui fa lo stesso.
“Adesso?”
"Uhm, la mangi o se vuoi ci metti qualche salsa.”
Io verso un po’ di salsa di soia sul mio, lui assaggia il suo.
“Credo ci metterò un po’ di salsa di soia.”
“Non è buono?”
“No, lo è. Sento che manca qualcosa.”
Lui versa un po’ di salsa di soia e prende un altro boccone.
“Oh, sì! Adesso è perfetto!”
Mangiamo quello che abbiamo cotto e poi mettiamo altra roba nella pentola di terracotta.
“È buffo.”
“Cosa?”
“Questo è un piatto tipicamente invernale, noi lo mangiamo a Natale di solito.”
“Fai finta di essere in Australia.”
“Ottimo suggerimento. Sii sincero, ti piace il nabe o lo stai mangiando solo per farmi felice?”
“Devo dire che all’inizio ero un po’ scettico e che usare queste bacchette non è facile, ma hai ragione. È buono e crea una bella atmosfera. È bello cucinare insieme e cucinare quello che vuoi, almeno se fa schifo è colpa tua.”
Ridacchia come uno scemo.
“Come lo fate a Natale?”
“In un modo leggermente diverso. C’è anche dell’altra carne e se mio padre si sente ispirato ci mette anche del riso e del pesce e poi è lui che cucina.”
“Uh?”
“Non siamo noi che mettiamo quello che più ci piace nella pentola e poi lo cuociamo, è lui che decide cosa mettere e fa le porzioni. Ridendo e scherzando si chiama il signore del nabe e ha ragione, gli riesce sempre benissimo.”
“Mi piacerebbe assaggiarlo.”
Dice prima di mettersi in bocca una generosa porzione di pollo e verdure.
“Oh, succederà, stai tranquillo.
I miei vorranno conoscerti.”
“La cosa non mi sorprende, ma mi spaventa un po’, e se non gli piacessi?”
“Sii te stesso e andrà tutto bene.”
Lui annuisce.
“Anche i miei vorranno conoscerti, soprattutto mia madre, ogni tanto è così curiosa sulla mia vita da mettermi a disagio.”
Io rido imbarazzata.
“Speriamo di piacerle.”
“Basta che mi veda felice con te e non ci saranno problemi.
Ma perché stiamo parlando di cose spiacevoli davanti a del buon cibo?”
“Non lo so, sinceramente.
Cambiamo argomento?”
“Sono d’accordo.”
Annuisce lui.
Iniziamo a parlare del Giappone e di come l’abbiamo visitato in modo frettoloso e poco accurato durante i vari tour che abbiamo fatto, pressati come eravamo dal dover fare un concerto in una città diversa quasi ogni sera.
Alla fine decidiamo che durante le prossime vacanze lo visiteremo per bene, dando la giusta attenzione a ogni cosa, io potrò persino mostrargli il luogo d’origine dei miei antenati: un villaggio in campagna.
Ci sono andata una volta da piccola ed era solo un gruppo di vecchie case tradizionali in mezzo ai campi di riso, adesso sarà tutto cambiato immagino, anche se in fondo al cuore spero di no.
Tra una chiacchiera e l’altra finiamo tutto il cibo e nella pentola non c’è più brodo.
“Ah, è stata una bella mangiata!”
Commenta Lee.
“Vuoi anche il dolce?”
“Non dico mai di noi al dolce, Malia.”
Gli rispondo sorridendo.
Questo appuntamento sta andando alla grande, non pensavo sarebbe andato così bene dato che stamattina eravamo sull’orlo di lasciarci per sempre.
“Cosa mi consigli?”
“Eh?”
Chiedo confusa.
“Il dolce, cosa mi consigli, Yukari?”
“Ah, oh! Budino alla menta!”
“A cosa stavi pensando?”
“A niente di importante.”
“Dai, dimmelo.”
“Che questo appuntamento sta andando alla grande e non lo credevo possibile visto che stamattina ci stavamo per lasciare per sempre.”
Dico a voce bassa, rossa come un pomodoro, non mi piace che mi si becchi con il fianco scoperto.
“Magia del nabe?”
“Forse, dai pensiamo al dolce! La cameriera sta arrivando.”
La donna in chimono che ci aveva portato l’occorrente per il nabe torna per recuperare la pentola e i piatti.
“È stato di vostro gradimento?”
“Sì, molto. Era davvero ottimo.”
“Desiderate un dolce? Del caffè?”
“Vorremmo il dolce, c’è il budino alla menta?”
“Sì, certo. Ne porto due?”
“Sì, grazie.”
La donna finisce di sparecchiare e se ne va.
Poco dopo torna con due budini alla menta molto gelatinosi, sono molto buoni e li divoriamo nonostante tutto quello che abbiamo mangiato prima.
Prendiamo il caffè e un bicchierino di sakè, poi usciamo. Il giardino è invaso da piccole lucciole gialle che si librano sopra il terreno, non le vedevo da quando ero piccola, pensavo si fossero estinte.
Prendo una mano di Lee e gliele indico.
“Guarda, ci sono le lucciole!”
“Figo!”
I suoi occhi si illuminano.
“Non le vedevo da quando ero bambino, ne prendiamo qualcuna e la liberiamo a casa?”
“No.  Non hai mai visto “Una tomba per le lucciole”?
I protagonisti prendono delle lucciole, le portano nella caverna in cui vivono e le liberano, la mattina dopo le trovano tutte morte.
Godiamoci lo spettacolo adesso, intanto che sono vive e libere.”
Rimaniamo un attimo nel giardino, camminando lungo i sentieri e sentendoci un attimo fuori dal tempo in una dimensione dove la modernità non esiste solo la natura incontaminata.
Un quarto d’ora dopo usciamo dal giardino incantato e io mi accendo una sigaretta, scuotendo la testa, una lucciola vola via e torna verso la sua casa.
“Un giardino magico, chi l’avrebbe mai detto…”
“Già, a proposito di magia… Adesso ti porto in un posto che è magico per me, il mio posto segreto.”
Io mi illumino.
“Finalmente me lo mostri!”
“Come fai a sapere che ce l’ho?”
“Ogni tanto sparivi e ho ipotizzato che ce l’avessi.”
“Buona ipotesi.”
Saliamo in macchina e guidiamo per un paio di chilometri, poi ci fermiamo in una piazzola e Lee scende, io faccio lo stesso. Davanti a noi, mezzo nascosto da un albero c’è un sentierino.
“Fa attenzione, è un po’ accidentato. Usa la pila del cellulare.”
“Ok.”
Iniziamo a scendere il sentiero pietroso, io mi chiedo dove porti, a una radura? Al mare?
Continuiamo a scendere per un tempo che mi sembra infinito, poi finalmente la discesa finisce e mi trovo davanti a una piccola spiaggia che dà sul mare.
“Wow!”
Esclamo senza fiato.
La luna e le stelle si riflettono sul mare come se fosse un immenso specchio, è tutto così calmo e rilassante che sembra impossibile che una cittadina grande come Brighton sia a pochi chilometri di distanza.
“Forza, vieni.”
Mi tende una mano e poi mi fa sedere su una roccia piatta.
“Questo è il mio posto segreto e ho pensato di condividerlo con te, perché mi piacerebbe trascorrere un periodo abbastanza lungo con te. Diciamo che un giorno mi piacerebbe portarci i nostri figli e dire loro che questo è il posto in cui mamma e papà si sono dichiarati il loro amore.”
Due lacrime sfuggono al mio controllo, io le asciugo subito e sorrido.
“Sì, sarebbe una bella storia da raccontare loro.”
Mi avvicino al suo volto e lo bacio, lui ricambia e mi stringe a sé con forza.
“Ti amo, Yukari.
Voglio stare con te per sempre.”
“Ti amo, Lee.
Voglio la stessa cosa.”
Ci baciamo ancora e penso che queste promesse siano il migliore auspicio per l’inizio della nostra storia.
Sono sicura che davvero un giorno mostreremo ai nostri figli questo posto.

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione.  Siamo arrivati al penultimo capitolo, spero che questa storia vi sia piaciuta.

 

   
 
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