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Autore: Dea Agnesa    11/03/2017    6 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Clary era ancora seduta sulla panchina del parco, a guardare due bambini che giocavano con un cagnolino, quando arrivò Jace con in mano due bottigliette d’acqua. Ne passò una a Clary e si sedette.
    - Alec?- domandò Jace non vedendo suo fratello.
    - È andato via qualche minuto fa – spiegò Clary.
    - Come ti è sembrato?-
    - Cosa intendi?-
    - Ha detto che va tutto bene, che con Magnus non ci sono problemi, eppure…credo che mi stia mentendo – rispose Jace sospirando.
    - Quindi credi che…abbia litigato con Magnus?-
    - Non lo so…lo vedo così teso, sempre pensieroso…-
    - Mi ha detto che ha confidato i suoi sentimenti a Magnus in una lettera ma non sa se sono ricambiati perché è andato via prima che lui potesse rispondergli. Forse è in ansia per questo…-
    - Clary io…non lo so, ma se quell’uomo si azzarda a farlo soffrire…- rispose Jace stringendo i pugni.
    - Ehi – lo rassicurò lei mettendogli una mano sulla spalla – Alec è grande, sa badare a sè stesso. Non puoi proteggerlo sempre, ci sono cose che deve risolvere da solo.-
    - È mio fratello, Clary!-
    - Certo e capisco che tu non voglia vederlo soffrire, ma se ci sono davvero dei problemi tra lui e Magnus devono risolverli tra di loro…-
    - Forse hai ragione tu, ma lo terrò comunque d’occhio!-
    - E se invece si trattasse di Jonathan?- chiese Clary
    - Jonathan?-
    - Alec mi ha detto che Jonathan lo sta evitando – rispose lei facendo spallucce – Per questo motivo è andato via. Vuole andare a parlargli. –
    - Jonathan che evita Alec? Scherzi? Lo adora…-
I due rimasero un po' in silenzio ad osservare i due bambini di prima, che adesso gridavano rincorsi dal cane, il quale evidentemente era stanco di farsi trattare come un giocattolo. Poi Jace si voltò verso Clary. I suoi capelli rossi erano mossi dal vento e sul viso aveva un’espressione serena, ridacchiava gustandosi la scena dei bambini.
    - Sto pensando una cosa- disse lui
Clary si voltò verso di lui e notò con imbarazzo che la guardava attentamente.
    - Che cosa?- domando lei.
Jace la afferrò per il polso e se la portò sulle gambe, cingendole la vita con un braccio.
    - Sei troppo distante – gli disse Jace
Clary arrossì ma sorrise compiaciuta – E così va meglio?- gli chiese.
    - Ancora non ci siamo – gli disse Jace prima di metterle una mano dietro il collo e baciarla. Il bacio fu dolce e lento, quando Jace staccò le sue labbra da quelle della ragazza la abbracciò forte. – Così va meglio –
Clary si allontanò per poterlo guardare.
    - E pensare che fino ad un mese fa ero invisibile per te-
    - L’importante è che adesso siamo insieme, io e te, e non ho intenzione di lasciarti andare – gli disse Jace.
Clary sorrise, gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò forte.
 
 
 
Era stanco di questa indifferenza da parte del suo amico. Quella mattina, Alec, svegliatosi di buon’ora e avendo visto dalla finestra del piano di sopra Jonathan uscire di casa a capo chino non ci pensò due volte a scendere velocemente le scale, cosa che mandò a sbattere sua sorella sulla parete e quasi travolse il gatto. Fece il più in fretta possibile per poterlo raggiungere e parlarci ma quando arrivò in strada dell’amico non c’era neppure l’ombra.
I tanti tentativi falliti di poterlo stanare quando usciva o rientrava in casa portarono Alec a reputare che l’unica alternativa fosse andare a trovarlo al lavoro. Jonathan da un annetto infatti, lavorava part-time come Barman nello stesso locale in cui di tanto in tanto si esibiva la band di Simon. Lì non avrebbe potuto evitarlo o almeno lo sperava. Dopo tutto quello che aveva passato negli ultimi giorni Alec sentiva il bisogno di parlare con lui.
Entrò nel locale guardandosi intorno. Jonathan era al bancone e stava servendo un gruppo di ragazze che gli gettavano occhiatine di apprezzamento. Era talmente intento a lavorare che non notò Alec che prendeva si sedeva in un posto libero proprio di fronte a lui.
    - Potrei avere una birra?- chiese Alec
    - Arriva subito – rispose Jonathan senza alzare gli occhi.
Quando riempì il bicchiere e lo appoggiò sul bancone i suoi occhi si incrociarono con quelli di Alec e rimase di sasso.
    - Alec! Cosa ci fai qui?- chiese lui.
    - Bevo una birra – rispose lui alzando il bicchiere – e vorrei sapere perché il mio migliore amico mi evita e non risponde alle mie chiamate –
Jonathan parve imbarazzato.
    - Non ti sto evitando Alec, sei tu che te ne sei andato a Tokyo senza neppure salutare!-
    - Oh…vedi è successo tutto molto in fretta – tentò di spiegare Alec arrossendo.
    - Lascia stare, non importa!- gli rispose secco l’amico.
    - Sembrate proprio una vecchia coppia sposata da anni-
Entrambi si voltarono. Una ragazza giovane e bassina si avvicinò a Jonathan. Alec ricordava si chiamasse Beth, lavorava anche lei in quel locale e aveva gli stessi turni di Jonathan. Chissà perché.
    - Jonathan, ci sarebbe da prendere uno scatolone sul retro, potresti farlo tu? Per me è davvero troppo pesante – cinguettò la ragazza.
Alec alzò gli occhi al cielo.
    - Si ci penso io, tanto qui ho finito – rispose Jonathan lanciando una breve occhiata ad Alec.
    - Aspetta, Jonathan!- gridò Alec alzandosi ma l’amico andò via senza voltarsi.
Alec si sedette amareggiato con la ragazza che lo scrutava con interesse e un sorrisetto irritante sul volto.
    - Beth – la salutò Alec sperando di poter aspettare il ritorno dell’amico senza la sua compagnia.
    - Alec – fece lei continuando a sorridere.
    - Ti serve qualcosa?- sospirò il ragazzo
    - No, in realtà mi domandavo una cosa-  rispose lei sogghignando.
    - Non vedo l’ora di saperlo –
    - Vedi, mi domandavo, se fosse stato difficile per te, un ragazzo così timido e riservato, fare coming out –
    - C…cosa?- disse Alec, guardando adesso la ragazza con occhi spalancati.
    - Si insomma, io non avrei mai detto che tu fossi gay…tutta materia prima sprecata-
    - Io non sono…chi ti ha detto…perché dici una cosa del genere?-
Alec era visibilmente imbarazzato. In  quell’utimo mese era riuscito a fare notevoli passi avanti ammettendo con sé stesso di essere gay e soprattutto di fronte a sua mamma e i suoi amici, ma per farlo sapere già al resto del mondo non era ancora pronto.
     - Non dirmi che non l’hai letto – gli disse la ragazza con le sopracciglia sollevate.
     - Di che cosa stai parlando?!-
     - Dell’articolo che Camille ha scritto sul suo blog!- vedendo l’espressione smarrita di Alec la ragazza prese gongolante il suo cellulare – Immagino che i tuoi “amici”, se così possono essere definiti,  abbiano voluto tenertelo nascosto ma io credo sia più giusto che tu lo legga…non c’è bisogno che mi ringrazi, mi piace aiutare la gente, sono fatta così –
Dopo essersi vantata passò il suo cellulare ad Alec che lo prese con mani tremanti. Lui neppure sapeva che quella vipera di Camille avesse un blog, e anche se lo avesse saputo di certo non gli sarebbe importato, quella donna era capace solo inventarsi storie per calunniare la gente.
Alec trovò subito quello che gli interessava e iniziò a leggere in fretta scorrendo con il dito sullo schermo del cellulare.
 
DALLA RUBRICA “PETTEGOLEZZI TRA AMICHE”
LA VITA SEGRETA DI ALEXANDER LIGHTWOOD: DA TIMIDO VERGINELLO AD ABILE SEDUTTORE.
 
Ben ritrovati cari lettori con un altro articolo della rubrica “pettegolezzi tra amiche” che noto con piacere stia ricevendo molto consensi. Sapete che è una gran gioia per me girovagare in città alla ricerca di qualche succulento scoop da proporvi, ebbene proprio oggi mi sono imbattuta, casualmente, in qualcosa che sono sicura troverete davvero interessante. Sapete che ormai da tempo sostengo che Robert Lightwood, EX commissario di Scotland Yard (chi volesse saperne di più vi invito a leggere il mio articolo “Ha tirato troppo la corda? Robert Lightwood fine di una carriera”) abbia degli scheletri nell’armadio, fin troppi e tutti accatastati. Adesso posso sostenere con convinzione che probabilmente la cattiva influenza del padre abbia corrotto anche il figlio, Alexander Lightwood. Il giovane sembra essere un ragazzo modello, ottimi voti, educato, con la fedina penale pulitissima… eppure nasconde qualcosa. Questa mattina avevo proprio voglia di rilassarmi, dopo una lunga nottata di lavoro (lo faccio solo per voi miei adorati fans) ho deciso di andare a prendere un the caldo al London Cafè, non avrei mai immaginato di fare un incontro simile. Mentre mi dirigo verso il bagno sento degli inequivocabili “suoni” provenire dal bagno degli uomini, e quì si cada nell’indecenza, in quanto come ben sapete il London Cafè è frequentato anche da famiglie, cosa sarebbe successo se in quel momento fosse entrato nel bagno un bambino? Non potevo permettere che accadesse, così ho aperto la porta pronta a dire che sarebbe opportuno fare certe cose a casa propria. Vi lascio immaginare chi mi ritrovo davanti. Esatto, proprio Alexander Lightwood, mezzo nudo insieme ad un biondino. Come se quello non fosse abbastanza, il giovane mi ha anche afferrato dal polso e spintonata dentro. Devo ammettere che mi sono spaventata, ma tranquilli porto sempre con me lo spray al peperoncino. Non voleva farmi del male, ho scoperto subito, ma si è offerto di “concedersi a me” senza giri di parole, se non avessi detto a nessuno quello che avevo visto. Non so per chi mi avesse preso, ma io non metto a tacere la verità e non mi faccio di certo corrompere. Voglio dare un consiglio a questo ragazzo, come potrebbe fare una sorella maggiore: sei libero di frequentare ragazzi o ragazze, ma ci sono cose che devono essere fatte nell’intimità di una casa e non in luoghi pubblici.
Sembra che il figlio abbia più scheletri nell’armadio rispetto al padre, basti vedere come si veste. Consiglio: togli gli scheletri e fatti un guardaroba nuovo.
Baci baci da Camille.
Al prossimo pettegolezzo.
 
Alec non poteva credere a quello che stava leggendo. Per sicurezza lo riguardò più e più volte.
    - Allora? Chi è il biondino che era al bagno con te? Muoio dalla curiosità…in fondo a questo punto non ha più senso mentire, non trovi?- gli disse Beth riprendendosi il cellulare.
Alec non riusciva a parlare. Quello era davvero troppo. Ricordava bene quel giorno e l’articolo non riportava nulla di vero. Ma soprattutto in quanti lo avevano letto?
    - Alec?! Perché non parli!?- gli chiese lei infastidita.
    - Non ho niente da dirti!- gli rispose Alec guardando la ragazza con odio.
    - Guarda non ci vedo nulla di male se ti piacciono i ragazzi, ma fare una proposta del genere a Camille solo per impedirle di scrivere l’articolo…-
    - Io non ho fatto nessuna proposta!!-
    - Ma quindi ...- Beth sembrava non ascoltarlo – ti piacciono sia le donne che gli uomini, o Camille era un’eccezione?-
    - Non toccherei una donna come Camille neanche se mi puntassero contro una pistola, talmente mi disgusta!-
     - Non sei nella posizione per parlare di lei così, è stata una gran signora a non denunciarti!-
    - Ma stai SCHERZANDO?! Denunciarmi per cosa? Non l’ho mai toccata!- rispose Alec che iniziava a innervosirsi.
    - Ma avresti voluto, vero? Magari ti sarebbe piaciuto fare una cosa a tre con quel tuo amichetto –
    - Adesso BASTA! Questo è davvero ridicolo!- parlò forse un po' troppo forte, tanto che chi era seduto lì vicino si girò a guardarlo – Ok è vero sono GAY, e con questo?! Chi mi conosce sa che quell’articolo dice solo cazzate e di quello che pensano persone come TE non me ne frega niente!- girò le spalle per andarsene ma poi ci ripensò e tornò a rivolgersi alla ragazza – E sai cosa ti dico? Sono innamorato di un ragazzo…e il suo nome è MAGNUS BANE!-
Beth si portò una mano a coprire la sua bocca spalancata in segno di sorpresa ma i suoi occhi guardavano oltre Alec. Il ragazzo si voltò e vide dietro di lui Jonathan che lo guardava con un’espressione che non gli aveva mai visto prima, era immobile e i suoi occhi assenti.
    - Jon…- la voce di Alec era carica di dispiacere – Io…te lo avrei detto…-
L’amico prima che Alec gli si potesse avvicinare scappò via. Ancora una volta Alec lo guardò andar via con il cuore spezzato.
 
 
La testa gli scoppiava e la spalla gli faceva male. Magnus provò ad aprire gli occhi, le sue palpebre erano pesanti e la prima cosa che riuscì ad avvertire era il freddo del pavimento in cui si trovava. Cercò di tirarsi su a sedere ed ebbe un capogiro. Si prese la testa con una mano nella speranza che il dolore scomparisse. Dopo un paio di respiri profondi aprì gli occhi e si guardò attorno. Si trovava sul pavimento di una stanza, senza nessun mobilio, senza finestre, senza luce. Si rese conto che non era una vera stanza ma una cella, al posto della porta vi erano delle sbarre di ferro. Si tastò il corpo con le mani per assicurarsi che non vi fossero ferite, quando fu certo di stare bene si trascinò fino alla parete per appoggiarsi con la schiena e lasciarsi andare ad una risata disperata. Si era cacciato in situazioni assurde nella sua vita ma mai quanto questa.  Ripensò a tutto a quello che era successo con Valentine e sapere che i ricordi affioravano facilmente alla memoria gli fece tirare un sospiro di sollievo. Quindi lo stronzo ancora non lo aveva drogato. Non voleva perdere i suoi ricordi, ma soprattutto non voleva perdere Alec. Chiuse gli occhi ripensando al suo adorato occhi blu, a quanto volesse vederlo o semplicemente sfiorarlo. I suoi occhi si spalancarono quando, nel silenzio, sentì dei passi di qualcuno che si avvicinava e seppe che il momento in cui il ragazzo sarebbe uscito per sempre dalla sua vita si stava avvinando.
 
 
Alec ritornò a casa con i nervi a fior di pelle. Sicuramente Izzy e Jace erano a conoscenza dell’articolo eppure non gli avevano detto nulla. Impossibile che una cosa del genere venisse dimenticata. Gliene avrebbe dette quattro a tutti e due.
Entrò come una furia e si fermò all’ingresso.
    - IZZY, JACE DOVE SIETE!!?-
Dalle scale Alec vide scendere Max e cercò di assumere un’espressione neutra. Non voleva farsi vedere arrabbiato dal fratellino.
    - Fratellone, che succede?-
    - Niente, Izzy e Jace non ci sono?-
    - Sono usciti…sei arrabbiato? Sei tutto rosso in viso –
    - No, va tutto bene Max…- gli sorrise Alec.
Max lo guardò attentamente, si avvicinò al fratello prendendolo per mano e insieme si sedettero sulle scale. Alec guardava Max con le sopracciglia alzate e un sorrisetto stampato sul viso.
    - Hai saputo dell’articolo?- gli chiese a bruciapelo Max.
    - TU…anche tu l’hai letto??- chiese sgomento Alec
    - Certo…- rispose tranquillo Max
    - Max…io…devi credermi non farei mai nulla…mi dispiace così tanto che tu l’abbia letto ma ti giuro che è tutto falso!-
    - Si lo so…-
    - Lo sai?-
    - Non bisogna credere a tutto quello che si legge- fece spallucce Max.
    - No…hai proprio ragione – sorrise Alec.
    - Io Jace e Izzy siamo dalla tua parte. Non ti basta?-
    - Mi basta. Certo che mi basta.  Grazie Max- gli rispose Alec abbracciandolo.
Sciolse l’abbraccio quando sentì un messaggio sul suo cellulare. Sperò con tutto il suo cuore che fosse Magnus. Non lo era, ma la delusione prese il posto della sorpresa quando vide che il mittente era Jonathan. Aprì il messaggio con il cuore che gli batteva forte, forse voleva dirgli che la loro amicizia era finita o che era profondamente deluso dal suo comportamento o che non voleva più avere a che fare con lui…ma nulla di tutto questo poteva essere peggiore di quello che c’era scritto in realtà.
 
Ho preso il tuo amichetto, se vuoi rivederlo vivo vieni da solo alla vecchia fattoria degli Holton, fuori Londra. Niente polizia o lo faccio a pezzi. Hai un’ora.
 
 
 
 
 
Ciao a tutti scusate davvero se aggiorno tardi ultimamente ma a fine mese mi laureo e sto sclerando perché ho un sacco di cose da fare. Spero davvero di postare il prossimo capitolo prima della laurea perché sarà davvero un capitolo moooolto importante. Intanto spero che questo vi sia piaciuto, come al solito se volete darmi qualche opinione, suggerimento, critica…sarei felice di leggerli. Inoltre vorrei solo fare una piccola precisazione, in modo tale che si capisca meglio la storia, le vicende di Magnus e Alec non sono nella stessa linea temporale, consideriamo anche che Alec adesso è a Londra mentre Magnus è a Tokyo e già c’è una distanza di 12 ore. Praticamente quello che sta vivendo Magnus è accaduto un po' prima rispetto a quello che sta vivendo Alec. Non so se è chiaro XD. Vabbè alla prossima. Un bacioooo :*
  
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