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Autore: DonnieTZ    13/03/2017    7 recensioni
[Destiel] [Dystopian!AU]
In un universo in cui tutto è controllato - perfino l'arte e le relazioni - si racconta della leggendaria connessione che collega le anime gemelle quando esiste la possibilità concreta che il loro amore si realizzi. Cas, con la sua fede nel rigido sistema che governa tutto, è un pittore solitario; la voce che improvvisamente sente una sera qualsiasi, invece, è quella di Dean, un cantante che il sistema lo odia.
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Avrebbe voluto essere in grado di chinare la testa, di sottostare alle regole, ma c'era qualcosa nella sua anima che non voleva saperne. C'erano passioni e tormenti e incubi dietro le palpebre quando arrivava l'alba e lui andava a dormire. Cantare rendeva tutto così evidente da fare quasi male. Ma quella sera c'era il vago pensiero di dover ricacciare indietro la malinconia, perché non era solo a sentirla vibrare nella mente.
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Non aveva davvero idea di cosa stesse dipingendo, non riusciva a carpire un'immagine completa, ma sapeva che riguardava Dean. C'erano angoli più scuri, sfumature che si incupivano fino a diventare nere, ma il verde smeraldo brillava al centro della composizione, come una luce lontana.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2. Dipingere il piacere
 
 
Cas si alzò, scompigliato e intontito dalla nottata, grazie all'avviso degli altoparlanti che gli rese noto il suo ritardo. Non dormiva tanto a fondo da molto tempo, ma uscire da quelle profondità era più complicato di quanto ricordasse.
Buongiorno, raggio di sole.
La voce era ancora lì, calda e accogliente.
“Dean” pensò soltanto, in risposta, quasi a ricordare a se stesso cosa fosse accaduto la sera prima.
Si passò una mano fra i capelli, diretto al piccolo bagno che si apriva sulla stanza, mentre la voce tornava a visitarlo.
Dormito bene?
Cas elaborò indistintamente qualcosa di molto simile a un “sì”, per poi chiudersi in bagno e prepararsi alla giornata; il quadro incompleto a premere in un angolo della mente, reclamando attenzione. Cercò di non soffermarsi troppo su tutti i significati che quella connessione portava con sé, mentre si lavava, si pettinava e si vestiva.
Senti, ammetto che la situazione sia un casino, ok? Dovremmo solo ignorare la cosa. Probabilmente smetterà per conto suo.
“Non credo funzioni così, Dean.”
Ah, sei un grande esperto.
“No, Dean, sono realista.”
Cas controllò che tutto fosse in ordine nella stanza, prima di avvicinarsi alla porta e passare il polso vicino al lettore del microchip. Il piccolo schermo si illuminò, gli augurò una buona giornata e gli ricordò qualche impegno futuro con voce elettronica.
Cos'è quel quadro a cui continui a pensare?
“La mia ultima commissione.”
Sei un artista, certo. L'avevo intuito, ieri sera, ma è strano. È come se tutto fosse...
“Frammentario.”
Già.
Cas si incamminò, salutando i negozianti che vendevano i loro lavori artigianali e le loro creazioni artistiche. La strada era percorsa dai camion delle consegne – si appuntò mentalmente di ordinare la spesa, perché il frigorifero era praticamente vuoto – e dai mezzi pubblici che permettevano di spostarsi attraverso il quartiere e, con i regolari permessi, per tutta la città.
Non hai fatto colazione.
“Non faccio mai colazione, Dean.”
La colazione è il pasto più importante della giornata.
Cas percepì la stanchezza dell'altro, forse uno sbadiglio, mentre avvicinava il polso alla porta dello studio per aprirla ed essere avvolto dall'odore familiare dei colori ad olio.
“Dovresti andare a letto.”
Fra un attimo.
“Sei a casa?”
Sì, non hai sentito l'avviso? Casa, dolce casa.
Cas ignorò il sarcasmo di Dean. Infilò l'enorme camicia che usava per dipingere, incrostata di vecchie macchie multicolore, prima di gettare un'occhiata al quadro nell'angolo. Non riusciva neanche a lasciarlo sul cavalletto, quando lasciava lo studio, perché gli sembrava soffocante rientrare e trovarselo lì, come se gli urlasse di mettersi a lavoro.
Questa è la fregatura del sistema: prendono una cosa che ami e la trasformano in un lavoro fino a fartela odiare.
La voce nella sua testa stava parlando di cose che non dovevano essere pensate, che Cas non voleva nel suo cervello.
Ehi, non volevo infastidirti.
“Sono un artista. È quello che so fare ed è quello che farò” rispose Cas, prendendo il quadro e riposizionandolo sul cavalletto con più convinzione di quanta ne sentisse davvero.
Quale sarebbe il problema con questa commissione?
“Non... non mi sembra il caso di... parlarne.”
Ma i pensieri si erano già spinti a spiegare, anche senza che Cas lo volesse davvero. Il committente – un agiato assicuratore del centro – voleva un quadro che comunicasse passione, calore, amore. Cas aveva sospettato da subito che la questione riguardasse un'anima gemella, perché quando aveva chiesto se volesse un ritratto specifico, magari di sua moglie, il committente aveva ignorato la domanda e aveva richiesto qualcosa di più vago. Forse il suo subconscio aveva analizzato la questione così a lungo da scatenare la connessione.
Pensi che capiti a molti? Sentire questo legame o qualsiasi cazzo di cosa sia quello che ci sta succedendo.
“Penso capiti a più persone di quante crediamo, Dean. Non se ne parla molto. Da qualcuno ho sentito dire che c'entra la vicinanza, che il processo si innesca solo quando c'è la reale possibilità di incontrarsi” pensò Cas, sistemando i colori.
Incontrarsi era una follia. Più di quanto non lo fosse indugiare in quelle conversazioni tutte mentali con un perfetto sconosciuto. Si chiese quanti cedessero alla curiosità e quanti invece fossero abbastanza forti da resistere. Cas la passione non l'aveva mai conosciuta, figurarsi l'amore. Era fermamente convinto di poter essere soddisfatto da qualsiasi persona avessero scelto per lui in futuro.
Forse è questo il problema. Non puoi dipingere di qualcosa che non conosci, amico.
Cas si soffermò su quell'idea, un po' risentito, nonostante fosse la pura e semplice verità.
Sai cosa? Ti lascio lavorare. Mi faccio una doccia e una bella dormita.
 
Dean era rimasto seduto al piccolo tavolo della sua stanza, la bottiglia di birra in mano, concentrato sulla connessione con Cas. Non era certo gli piacesse, il tipo, anche se la curiosità di sapere come fosse, chi fosse, c'era eccome. Sembrava avere un palo su per il culo, con tutta la sua fede nel sistema. Arrivò perfino a pensare che il destino, o Dio, o chi per lui, si fosse sbagliato: quella non poteva essere la sua anima gemella. Eppure c'era qualcosa, in lui, che ricordava a Dean i suoi stessi dubbi.
Lo lasciò al suo lavoro, cercando di non pensarci, per buttare la bottiglia vuota nel contenitore riservato al vetro, prima di infilarsi in bagno. Abbandonò a terra i vestiti, entrò nella doccia e fece partire il getto caldo, ripercorrendo passati recenti e lontani.
La sera prima aveva sentito la quiete di Cas impossessarsi anche di sé mentre cantava, e il concerto era scivolato via piacevolmente fra una canzone e l'altra. Jo gli aveva detto che sembrava diverso e quella mattina lo aveva accompagnato fino al confine del quartiere degli artisti, forse per sincerarsi stesse bene, salutandolo con sguardo incuriosito mentre lui faceva scorrere il polso vicino al lettore per aprire il cancello. Quello era il suo unico permesso: dal quartiere degli artisti a quello dove si trovava il locale di Ellen, ogni sera per sei sere la settimana. Ogni altra concessione – quelle per il tempo libero, per i viaggi, perfino quelle per andare a trovare suo fratello o Bobby o Charlie – gli erano state revocate dopo che la storia di Benny era venuta a galla. Aveva cercato di non pensarci, rientrando a casa, e sentire il risveglio di Cas mentre gli altoparlanti avvisavano del cambio di turno era stata quasi una benedizione.
Sotto la doccia, però, quei pensieri tornarono con una certa prepotenza, sotto forma di ricordi nitidi delle ore passate insieme, i corpi saldi uno contro l'altro, il calore della pelle, la sensazione di essere esposto, vulnerabile, pronto da prendere.
Dean si abbandonò al getto di acqua calda, sfiorandosi con una mano, lentamente. Una parte della sua mente non avrebbe voluto, ma il suo corpo si rifiutava di obbedire, schiacciando il senso di colpa nell'oblio in favore dell'eccitazione.
 
Cas sentì il brivido scorrergli lungo la spina dorsale, cavalcandogli le vertebre. Prese il pennello, le dita leggermente tremanti, e iniziò a dipingere. Morbide e sinuose pennellate rosse modificarono l'asettica trama che aveva abitato la tela fino a quel momento, rendendola viva e vibrante. Dentro gli si agitava un universo sconosciuto, che si sfogava abbozzando linee e forme impregnate di un erotismo che gli era sconosciuto. Ricordavano corpi avvinghiati, figure intrecciate che emergevano dalle nebbie del colore.
Non seppe davvero dire quanti minuti passarono, ma riconobbe l'eco del piacere. La sensazione, forte ma distante allo stesso tempo, lo colse impreparato, tendendogli appena i muscoli, spezzandogli il fiato fra i denti. Non era nulla di davvero fisico. Non per lui, almeno.
“Dean.”
Seguì uno strano silenzio, a quel richiamo mentale. Dean c'era, Cas poteva avvertire il vortice caotico dei suoi pensieri mentre riemergeva dall'orgasmo, ma sembrava volerlo tagliare fuori.
Dopo qualche lungo secondo, però, tornò.
Cazzo, Cas, scusa. Non ho pensato che...
“Non importa.”
Merda.
“Non importa, Dean.”
Cas osservò il risultato di quell'inspiegabile trance, la tela completamente dipinta, perfetta nel modo imperfetto in cui l'arte sapeva essere bella.
Hai finito il tuo quadro.
La costatazione secca di Dean arrivò a Cas come un'illuminazione: sì, aveva finito il quadro. Non sapeva spiegarsi come, non sapeva spiegare nulla di quello che gli stava succedendo, ma il dipinto non lo avrebbe più tormentato con tutti i suoi significati.
“Grazie, Dean.”
Figurati, amico. È stato un piacere.
E Cas quasi lo vide sorridere con gli occhi della mente.


 
Ciao!
Avrei voluto aggiornare ieri sera, ma rientrata avevo proprio bisogno di non pensare a nulla.
Ecco, quindi, a una settimana di distanza, il secondo capitolo! Come vi sembra? Se vorrete farmi sapere sarò solo felice. Anche se, dopo le recensioni ricevute dal primo (GRAZIE) ora ho una vaga ansia da prestazione! XD
Alla prossima settimana!
DonnieTZ

 
   
 
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