Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    13/03/2017    1 recensioni
L'esperienza del primo amore, gli effetti della pubertà, la tristezza della solitudine, il desiderio di rincontrarsi, la fiducia nel destino. Tutto può essere possibile nell'impossibilità dei loro universi, è sufficiente crederci.
[Prompt della Shaosaku week dal 29/02 al 06/03/2016]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Syaoran
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il portale si dissolse e noi arrivammo in un nuovo mondo. Per la prima volta riuscimmo ad atterrare sui nostri piedi, senza precipitare, né cadere, né finire spiaccicati a terra l'uno sull'altro. Ci guardammo attorno. Il sole non era ancora alto nel cielo, ma faceva molto caldo; eravamo circondati da una calca indistinta di persone e tante voci si frapponevano, confondendoci. Era come se stessero in attesa di qualcosa, trepidanti. Forse un grande evento. Tra l'altro, indossavano abiti dai tagli più svariati, centinaia di colori, armi e variopinte parrucche. Distolsi lo sguardo quando un ragazzo si avvicinò a Kurogane-san esclamando:
«Bel cosplay!»
«Cosplay?», ripeté Fay-san mentre io cercavo di ricordare dove avessi già sentito quel termine.
Kurogane-san borbottò, pensieroso: «Una volta lo disse anche la strega, huh... È forse una sorta di offesa?»
Improvvisamente ricordai e Mokona aggiunse, spiegando allo sguardo sperduto di Sakura: «Un cosplay è quando ti vesti come il tuo personaggio preferito.»
«Quindi sta dicendo che sei un travestito, Kuro-tan.»
Lui si irritò, una vena gli pulsò sulla fronte. «Shiroi manjuu, passami Sou, gli faccio vedere io chi è il travestito.», abbaiò.
Mentre Fay-san e Mokona continuavano a prenderlo in giro presi Sakura per mano e dissi agli altri di allontanarci ed esplorare il luogo, per capire in che tipo di mondo fossimo finiti. Ci facemmo largo tra la folla che continuava a chiacchierare senza pensieri, ignorandoci bellamente, come se fossimo una visione comune. Incredibile pensare che per una volta ci fossimo mimetizzati bene con l'ambiente e involontariamente.
Raggiungemmo un vasto parco pieno di alberi e panchine sotto l'ombra di essi. Feci sedere Sakura su una di queste e mi avvicinai a un manifesto poco lontano. Lessi cercando di interpretarlo e tornai dagli altri, prendendo posto accanto a Sakura.
«Se non ho sbagliato a leggere dovrebbe esserci scritto “Comics” ed è un evento che si tiene tutto l'anno.»
«Comics?»
Guardai Fay-san che aveva appena parlato.
«Non ne sono convinto, ma termina con una lettera che si scrive così.» Con un rametto disegnai sul terreno una croce trasversale.
«Oh, una “x”!», esclamò.
«La riconosci?»
«Anche Mokona la riconosce!!», gioì, saltellando sulle mie gambe.
«Quindi si legge “cs”?», chiesi conferma e loro annuirono.
Kurogane-san e Sakura guardavano da una parte all'altra come per capacitarsi di quello che dicevamo e, esattamente nello stesso momento, provarono a ripetere. «Kusu?!» Alla voce gutturale di Kurogane-san istantaneamente si frappose quella insicura della principessa. «Ki... Kis?»
Mentre Fay-san e Mokona correggevano Kurogane-san io sorrisi al tentativo di Sakura.
«Più o meno, non devi pronunciare la “i”.»
«Kis!», ripeté convinta, per poi portarsi subito una mano alla bocca, imbronciata. «Perché non ci riesco?»
Ridacchiai.
«Perché il linguaggio di base di Clow è diverso dal luogo in cui ci troviamo. Certo, Mokona funge da traduttore per noi, ma anche così è complicato celare la nostra lingua madre.»
«Eh? Sai davvero tante cose, Shaoran-kun.», mi sorrise a trentadue denti e arrossii lievemente davanti al suo sguardo ammirato. Non ero poi così acculturato, c'erano moltissime cose che dovevo ancora imparare.
«Sakura, com'è che lo pronunci tu?», si intromise Mokona, scendendo dalla spalla di Fay-san alle mani di Sakura.
«Kis. Ma sbaglio.»
Mokona scosse la testa.
«Non proprio, perché sembra che tu dica “kiss” e simbolicamente lo si può scrivere con una “x”!»
Alzai un sopracciglio al suono di quella parola. Ero certo d'averla letta, sicuramente, da qualche parte.
«Kiss...», Sakura ripeté più volte il termine portandosi un dito alle labbra, pensierosa, e io ricordai.
«Ah! Significa ba-» Mi bloccai prima di continuare, arrossendo. Cosa c'era di male nel dirlo? Perché mi imbarazzavo tanto? Osservai le sue labbra un'ultima volta, prima di sviare lo sguardo.
«Shaoran, perché non dai un kiss a Sakura? Così lo capirà sicuramente!», propose Mokona, al che la guardai spalancando gli occhi.
Eh?!? Non potrei mai! Insomma, lei è la principessa, come potrei... Argh.
Mi arruffai i capelli, alzandomi.
«Direi che è il momento di cercare la piuma.», proposi, non riuscendo a guardare la principessa in faccia. Ebbi appena il tempo di concludere la frase che fui spinto da parte da una ragazzina, la quale si tuffò praticamente su Sakura.
«Ti-ho-trovata!», esclamò cantilenando. Sakura la guardò confusa, quando la nuova arrivata la afferrò per mano trascinandola via in tutta fretta.
«Ho come un senso di dejà-vu.», mormorò Fay-san e Kurogane-san ci disse, spaesato quanto noi:
«Era Tomoyo-hime. Solo molto più piccola. Dovrebbe avere dieci o undici anni.»
«Quindi, la principessa di Kuro-tan ha appena rapito la principessa di Shaoran-kun.», osservò Fay-san, mentre io continuavo a non perderle di vista. «Ahh è così ingiusto, anche io voglio una principessa!»
«Fayyy sono io la tua principessa!»
«Aww Mokona sei la principessa più bella.»
Sakura e la presunta Tomoyo di questo mondo svanirono in un edificio; corsi in quella direzione e solo una volta arrivato e nascostomi dietro dei grandi scatoloni mi accorsi che Fay-san, Mokona e Kurogane-san mi avevano seguito.
«Potevi avvisare.», mi rimbrottò Kurogane-san, incrociando le braccia.
Mi scusai mortificato per essere scappato così, dopodiché ci voltammo a guardare il luogo in cui ci trovavamo. C'era una sorta di basso palco con un tappeto d'erba finta e uno sfondo dipinto con un'immagine fantastica, cielo azzurro, alti fiori e arcobaleni; nell'angolo a sinistra era situato un grosso albero, mentre per terra erano sparsi vari oggetti che dalla nostra postazione non riuscivo ad identificare. Persone vestite tutte allo stesso modo andavano avanti e indietro, parlando in un linguaggio tecnico, per cui faticai a capirli. Uno di loro indossava occhiali da sole sopra la testa e sembrava essere il capo per come dava ordini e direttive. Somigliava moltissimo a Shogo del paese di Hanshin e Piffle.
«Sembra un set fotografico.», ci sussurrò piano Mokona.
«In cosa consiste?», chiese allo stesso modo Fay-san.
«Si fanno delle foto a persone, solitamente a modelli.»
Nello stesso tempo Sakura apparve sul palco, spinta dalla piccola Tomoyo. Alla vista del suo abbigliamento sbarrai gli occhi. Non aveva mai indossato qualcosa di un celeste tanto carico e con una quantità così assurda di fiocchi, veli e merletti. Calzava ballerine nere con calze bianche e i suoi capelli erano stati tirati in due piccole code ai lati del viso. Da quando la conoscevo non aveva mai avuto i capelli così mossi, come le onde del mare.
«Ora ti spiego!», esclamò Tomoyo su di giri, prendendola per mano e trascinandola accanto all'albero, facendola accomodare. «Il tema è “Alice nel Paese delle Meraviglie”, ti basta essere naturale e giocare con gli oggetti che trovi qui a terra. Ad esempio...»
Continuò a parlare, ma io ormai non prestavo più attenzione, totalmente stregato da quella visione. La principessa aveva raccolto un libro. La principessa lo aveva aperto, dopo averlo pulito dalla polvere col palmo della mano. La principessa aveva sorriso sfogliando le pagine, un sorriso genuino, come non lo vedevo da tempo. Era bellissima. Nell'istante in cui mi accorsi del mio pensiero mi diedi dello scemo.
Con la coda dell'occhio colsi uno scatto di Mokona che saltava impettita sul palco, esclamando: «Voglio essere io il bianconiglio!»
Tomoyo rimase un attimo allibita, ma si riprese in un battito di ciglia e applaudì, prendendola in braccio e facendole indossare un vestito che prima si trovava addosso ad un animale di pezza, ormai divenuto inutile. Non appena lei scese dal palco e sussurrò delle parole all'uomo con gli occhiali partirono dei flash in successione. Mokona sembrava a suo agio, mettendosi in posa e cantilenando «Sono una vip!» - seppure non avessi la minima idea di cosa significasse -, mentre Sakura sobbalzava ad ogni scatto, finché non si parò gli occhi con una mano per la forte luminosità.
Stavo per intervenire quando Mokona fece fermare tutto domandando: «Anche i nostri compagni di viaggio possono partecipare?»
«Chi sono i vostri compagni?»
«Loro tre!»
Mokona indicò dalla nostra parte, e tutte le luci furono puntate su di noi; così il nostro nascondiglio era appena stato scoperto. Mi morsi le labbra, preoccupato per le eventuali conseguenze che ne sarebbero derivate, mentre Fay-san salutava con nonchalance e Kurogane-san li studiava uno ad uno, assottigliando gli occhi.
Rialzai lo sguardo verso Sakura, ma era difficile vederla ora che era in ombra.
Tomoyo corse verso di noi, pensierosa, squadrandoci dalla testa ai piedi. Poi i suoi occhi cominciarono a brillare come due gemme e afferrò le mie mani, esclamando eccitata: «Kamijo-sama!» Alzai un sopracciglio. Passò a Fay-san e ripeté la stessa azione, cambiando parola: «Teru-sama!». Idem con Kurogane-san: «Masashi-sama!» Poi si voltò dove aspettava Sakura. «E lei potrebbe essere Hizaki-sama! Manca solo Yuki-sama, ma fa nulla. Portateli nei camerini e aiutateli a cambiarsi.», ordinò e così fu fatto.
Dopo un tempo che sembrava infinito finalmente ci fecero uscire da quella stanza piena di abiti, specchi, trucchi e parrucche. Ci rimirammo tutti e tre e a stento riuscimmo a riconoscerci. Non era per l'abbigliamento, ma per i nostri visi. Cosa ci avevano fatto? Mi sfiorai una palpebra, col risultato che mi feci il polpastrello nero. Per non parlare dei capelli! Ce li avevano riempiti con una sostanza gelatinosa e uno spray profumato per darvi una determinata forma, anche se quello che ne soffriva di più era certamente Kurogane-san. Gli avevano messo in testa altri capelli neri e rossi, più lunghi, e tra noi tre era quello con gli occhi evidenziati da linee più nere.
Fummo raggiunti da Mokona, la quale immediatamente si complimentò: «State benissimo!»
«Grazie Mokona.», sorrise Fay-san.
Sembrava molto divertito da quella situazione.
Kurogane-san non disse una parola per tutto il tempo, finché non ci guidarono verso il palco. Arrivati qui Tomoyo ci elogiò con le lacrime agli occhi, facendo riferimento a certi “Versailles”, a quanto li amasse e quanto vi somigliassimo. In breve tempo Sakura si ricongiunse a noi e quando la guardai mi lasciò nuovamente senza fiato. I suoi capelli, ancora ondeggianti, erano alzati e tenuti con forcine, incoronati da un piccolo diadema. Le sue iridi verdi, delineate da quelle linee scure, risaltavano persino di più. Il suo collo e le sue braccia erano carezzati da morbide perle che, sotto forma di pendenti, scendevano anche dalle sue orecchie scoperte. Il suo abito era ampio, vaporoso, stretto in vita, le circondava il corpo come una nuvola rossa al tramonto.
Deglutii a fatica, realizzando che era quello l'aspetto di una principessa. Era quello il portamento che doveva avere, quelli gli abiti che doveva indossare, quelli i gioielli che doveva possedere. Lei avrebbe dovuto avere sempre, ogni giorno, la possibilità di vivere negli agi, nella ricchezza, nella sfarzosità più assoluta. E io non avrei mai potuto fare nulla di tutto ciò. Non avrei mai potuto farla sentire come meritava. E se adesso non poteva trovarsi a palazzo, se adesso era costretta a viaggiare per i mondi, se lei aveva perso tutti quei frammenti di se stessa... Era tutta colpa mia. Tutto provocato da un mio errore, dalla mia disattenzione. Se soltanto fossi stato più attento, più cauto, adesso lei…
«Shaoran-kun?», mi chiamò e fu un colpo al cuore.
Mi costrinsi ad alzare lo sguardo e il suo, probabilmente, rifletteva il mio. Schiuse le labbra, come se fosse incapace di proseguire, mentre sbatteva gli occhi, come a capacitarsi che quello davanti ai suoi occhi fossi davvero io. Ma neppure io stesso ne ero più sicuro. Mi sentivo improvvisamente come un pesce fuor d'acqua in quella mise, ma dovevo ricordare che era soltanto un gioco. Che nulla era reale. Che anche se la voce di Tomoyo e Mokona mi ripetevano che avevo l'aspetto di un principe io non lo ero. E non lo sarei mai stato. Ma d'altra parte mi domandavo cosa mi costasse fingere di esserlo almeno per quel giorno.
Immerso totalmente nei miei pensieri non m'ero neppure accorto che le foto erano cominciate.
«Shaoran-san.» Mi sentii chiamare da Tomoyo, così la guardai, anche se mi pareva di muovermi a rallentatore. «Hai uno sguardo profondo ed è davvero perfetto per il personaggio, ma ora che abbiamo finito potresti fare un sorriso. Quanto meno, dedicalo alla tua principessa.»
Finito? Ma quando…? Quando avevamo cominciato?
Totalmente spaesato guardai Sakura alla mia sinistra, la quale mi sorrideva timidamente, le sue guance più rosee del dovuto. Accusai la macchina fotografica e tutte quelle attenzioni.
«Va tutto bene?»
Annuii, ma prima che potessi emettere qualsiasi suono una ragazzina accanto a Tomoyo – Chun’yan? - sbuffò rumorosamente.
«Potrei capire perché se vi piacete a vicenda continuate a guardarvi come due pesci lessi? I grandi sono proprio stupidi.»
Eh? Un attimo, cosa?! Oh no.
Impallidii. Guardai Sakura. Lei mi fissò a bocca aperta.
Oh no!
Arrossì di botto, divenendo della stessa sfumatura del suo abito. Si voltò verso Chun’yan ed esclamò: «Devi aver frainteso! Nel mio cuore c'è già una persona importante, anche se non ricordo più chi sia. Sto viaggiando per recuperare questi ricordi e per quanto anche Shaoran-kun sia per me una persona importante, finché non riuscirò a ricordare chi è colui che mi sfugge non posso... Io non posso...» Si morse le labbra, guardandomi. «Non voglio ferirti.»
Ferirmi? Non sapevo bene neppure io come sentirmi.
«Questa persona del tuo passato, ti piace?», le chiese nuovamente la bambina.
«I-io... Io non lo so... Non ne sono sicura... So soltanto che era una presenza davvero molto, molto importante. E anche se non so più chi sia, la sua ombra continua a vivere in me. Quindi...» Indugiò, ma a me bastava. Avevo capito.
Mi allontanai, rendendomi conto solo in quel momento che intanto Fay-san e Kurogane-san erano già andati a cambiarsi ed eravamo rimasti in pochi. Li raggiunsi e mi spogliai in fretta, indossando nuovamente i miei abiti. Il sogno era finito. Forse nulla di quello che avevo appena vissuto era stato reale. Insomma, possibile che Sakura avesse lasciato intendere che io... le piacessi? ... Io??
Quando uscimmo da quel set, pronti a trasferirci in un nuovo mondo, mi sentivo ancora un po' rintronato. Tutto era accaduto troppo in fretta. Quasi in un battito di ciglia. E non avevamo neppure trovato una piuma. L'unico risultato fu che Sakura, poco prima di partire, volle parlarmi in privato. Ero avvolto in una nuvoletta allucinogena, quindi non ero proprio sicuro che tutto quel che mi chiedesse fosse vero e non soltanto frutto della mia fervida immaginazione.
Per questa stessa ragione, quando improvvisamente insistette sul fatto di mostrarle cosa fosse un kiss non esitai. Mi avvicinai a lei, le presi una mano senza neppure pensarci, e sul suo palmo feci riposare quella sua piccola richiesta. La guardai di sottecchi. Lei sorrise e le sue guance si fecero nuovamente rosse.
«Non è la prima volta che lo penso, ma Shaoran-kun, a volte sembri davvero un principe.»
Mi inebriai della sua risata cristallina, sentendomi diverso. Totalmente diverso.
Sì, probabilmente stavo solo sognando.




NdA:
Piccolo omaggio ai Versailles (per chi non lo sapesse, sono un gruppo musicale visual kei giapponese)
Stavolta sarò meno logorroica del solito e cercherò di non rompere le scatole con le note, a meno che non sia necessario. Quindi, non sapendo quando la mia voce riprenderà il sopravvento, vi ringrazio già da adesso per leggere questa breve raccolta :3 
  
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