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Autore: MAFU    14/03/2017    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 45

 
“Lilith, Lamia… Lord Pheles ci ha mandate per i preparativi.” Izumo bussò violentemente alla porta della loro stanza la mattina seguente. Sembrava seccata da quell’onere e dietro di lei, Shiemi reggeva un vestito impacchettato come appena uscito dalla lavanderia e una serie di borse, simili a quelle che aveva anche Izumo a tracolla. Il team di truccatrici era arrivato. Lilith spalancò gli occhi venendo abbagliata dalla luce del sole e trovandosi avvinghiata a Lamia la spinse via cascando sul pavimento di schiena, “Ahia!” strillò svegliando la sorella, “Che c’è!?” Lamia si rotolò incrociando il raggio di sole sparato dritto sulla sua fronte strillando per il bruciore agli occhi, “La luce!!!” soffiò come un gatto nascondendo la testa sotto il cuscino. “Lilith!” Izumo bussò con ancora più vigore sempre più scocciata. “Forse non ci sono…” ipotizzò Shiemi molto timorosa cercando di placare la compagna, “Impossible, ho sentito Lamia urlare.” Sbuffò l’altra senza smettere di dare colpi alla porta. “Eccomi, eccomi…” Lilith si alzò a fatica perdendo per strada la coperta sbadigliando. Quando aprì l’uscio, Izumo si bloccò col pugno alzato e trovandosela davanti conciata in quel modo divenne paonazza balzando all’indietro sbattendo contro Shiemi, anche lei imbarazzatissima. “LILITH CHE CI FAI ANCORA COSÌ!?” farfugliò agitatissima la ragazza cercando di non guardarla e di tutta risposta, l’assonnata Lilith si grattò la testa ridacchiando nervosa distogliendo lo sguardo. Al piano di sotto, Yukio era stato il primo a svegliarsi e sentendo dei rumori provenire dalla stanza delle sorelle aveva buttato l’occhio all’orologio controllando l’ora. “Sono in anticipo.” Mormorò facendosi il nodo alla cravatta. Poi guardò Rin, stravaccato sul letto ancora nel mondo dei sogni in una posa alquanto bizzarra e sospirò. D’un tratto alcune immagini della notte precedente si fecero strada nei suoi pensieri. Non riusciva a capire se si fosse trattato della realtà o di un sogno ma i fori sul collo che si sfiorò gli dettero la conferma che non si trattava di fantasia. Era stato davvero lui a concedersi in quel modo? Sentiva una strana sensazione. L’indomani sarebbe stato il giorno limite dopo l’ultimo bacio e si sentiva il tremore. Non ci voleva. Vestito e lavato, inforcò gli occhiali sistemandoseli bene sul naso e prendendo il cellulare, scorse i messaggi mandatigli da Mephisto durante la notte. Gli aveva scritto dettagliatamente punto per punto come avrebbero proceduto con i preparativi. Alle ore dieci in punto, Izumo e Shiemi si sarebbero occupate di truccare, pettinare e vestire Lilith direttamente nella sua stanza. Non erano ammessi uomini. Lui avrebbe dovuto occuparsi di radunare i ragazzi nella sua camera per dare le ultime istruzioni su come muoversi contro Astaroth. Il preside aveva addirittura allegato uno schizzo della pianta della chiesa, fatto molto a modo suo coi pastelli e nonostante si capisse poco, era comunque utile al piano. Aveva evidenziato la zona in cui si sarebbero dovuti posizionare: All’inizio della platea di destra, vicino alla porta d’ingresso. “Rin.” Yukio rimettendosi il telefono in tasca si avvicinò al fratello per svegliarlo. “Apri gli occhi, stanno arrivando gli altri.” Lo scossò per le spalle ma tutto ciò che ottenne fu un grugnito.
“Andate via…” Lamia si rigirò nel letto sentendo il fracasso che facevano le altre ragazze. Lilith con di nuovo la coperta sulle spalle si era seduta sulla scrivania mentre Shiemi e Izumo, poggiati i bagagli stavano sistemando la camera al posto suo. “Non fateci caso, non è una persona mattiniera.” Disse la succube accennando alla sorella, “Lo avevo capito.” Sbuffò Izumo, “Certo che però potresti darci una mano, è pur sempre la tua stanza.” “Vorrei ma dovrei togliermi la coperta per farlo e voi sembrate molto suscettibili…” a quelle parole entrambe le ragazze rabbrividirono. “Come non detto.” Tagliò corto Izumo finendo di impilare i vestiti ripiegati sul pavimento. “Dove li metto?” domandò Shiemi con in braccio parte di quella montagna, “Nell’armadio, lì.” Indicò Lilith dall’alto del suo trono. “Oh, grazie…” l’altra allora si sbrigò a riporli un po’ in agitazione. La coda della succube si muoveva flemmatica accompagnando il loro riordinare frenetico e nel trambusto delle pulizie, gli occhi le caddero sull’abito stritolato nell’apposita custodia che Shiemi aveva posato sul mobile accanto assieme alle borse. All’improvviso si sentì di nuovo in preda al panico. Era il giorno del matrimonio. Con il risveglio di questa consapevolezza, prese ad agitare la coda con più vigore e Izumo se ne accorse, “Che succede?” si voltò stiracchiandosi la schiena sentendola sbattere contro la scrivania, “Quello…” Lilith continuava a fissare il vestito, “È ciò che penso sia?”. L’altra fece una breve pausa premendo le labbra le une contro le altre, “Lord Pheles me lo ha lasciato stamattina davanti alla porta della mia stanza con una nota. È il tuo vestito da sposa.”. Anche Shiemi alzò la testa per controllare la reazione di Lilith ma questa non si mosse restando a fiutare l’aria. “Lo posso vedere?” “Dopo, dopo. Prima il trucco.” Gli occhi di Kamiki scintillarono maligni mentre prese in mano la trousse con un rapido gesto facendo sobbalzare Shiemi per lo spavento. “Avanti, entrate.” Yukio aprì la porta della sua stanza ai ragazzi mancanti all’appello. Ryuji entrò per primo un po’ titubante seguito da Shima e Koneko che si guardarono attorno con circospezione, “Con permesso…” mormorò l’ultimo incrociando gli occhi di Rin, “Yo! Ciao ragazzi!” li salutò incredibilmente non in pigiama. “La vostra stanza è fighissima, non penso di esserci mai stato.” Renzou guardò la fila di scaffali e alambicchi di Yukio ornati di erbe messe a essiccare. “Accomodatevi.” Tagliò corto il ragazzo sedendosi alla scrivania girando la sedia per non dare le spalle ai suoi ospiti. “Lord Pheles mi ha chiesto di radunarvi qui prima del matrimonio per le ultime direttive.” Aggiunse facendosi serio osservandoli prendere posto in stanza. “Non manca qualcuno?” chiese Ryuji incrociando le braccia trovandosi in quell’androceo seduto di fronte al professorino, “Se ti riferisci alle ragazze, sono al piano di sopra da Lilith per aiutarla a prepararsi.” “Che!? Possiamo andare a dare una sbirciatina?” saltò su Shima eccitato, “Assolutamente no, Mephisto ha detto niente uomini.” “Avanti, una piccola piccola…” “Shima, non hai imparato niente da ieri sera?” lo riprese Koneko sbuffando. “Capisco… Ma io mi riferivo a Takara.” “Oh, è lì.” Yukio indicò il letto di Rin su cui il ragazzino si era accomodato con la sua solita espressione e la marionetta infilata nel braccio. “Ahhh Oddio!” sobbalzò Shima accorgendosi di quella presenza ostile, “Sono sempre stato qui, idioti.” Disse pacatamente il loro compagno lasciando parlare il burattino senza muovere la bocca. “Ma cosa!? Lui non c’era ieri, perché è qui?” Koneko strabuzzò gli occhi e Yukio schiarendosi la voce recuperò le loro attenzioni, “Il preside ha fatto in modo di metterlo al corrente di tutto, per quanto mi ha detto. Takara è pur sempre un vostro compagno di classe.” Disse serio sistemandosi gli occhiali. “Bene, procediamo con il prossimo punto dopo l’accoglienza.” Come un robot, prese il suo cellulare riaprendo la mail di Mephisto.
“Ehrm… Izumo…” Shiemi interruppe la compagna all’opera col lucida labbra di Lilith facendola voltare con il pennello ancora posato sulla sua bocca chiusa a bocciolo di rosa. Si erano sedute al centro della camera in ginocchio sul pavimento. Kamiki le aveva legato i capelli in modo che non le fossero d’intralcio per la sua opera e la ragazza doveva solo preoccuparsi di reggere la coperta sulle sue grazie. Con le corna di mezzo era stata una vera impresa. “E questo?” la biondina sollevò un completo intimo molto provocante, bianco con pizzi e fiocchetti a formare un unico blocco tra reggiseno, bustino e perizoma con tanto di reggi calze a balze. Lo aveva trovato in mezzo alle borse datele da Mephisto con un bigliettino scritto di suo pugno attaccato, “Credo… beh… C’è scritto: Per Lilith: indossami…”. “Che!?” starnazzò Izumo arrossendo violentemente strisciando il lucida labbra sul viso di Lilith lasciandovi un rigone rosso lungo la guancia. “Ah!” la succube sussultò sbarrando gli occhi, un po’ per la vista di quel completo e un po’ per il trucco mandato a quel paese. Izumo voltandosi di scatto vide che aveva appena fatto e ringhiò guardando il soffitto, “Maledizione, devo ricominciare da capo!” urlò facendo mugolare Lamia ancora a letto. “Avete sentito?” Shima alzò gli occhi verso il piano di sopra sentendo la voce delle ragazze interrompendo Yukio. “Sembra che si stiano divertendo…” sogghignò beato sotto i sospiri esasperati di Koneko e Ryuji. “Lilith, avanti prima che ti sistemi la faccia, metti questo! Sbrigati!” Izumo spazientita aveva strappato di mano a Shiemi l’intimo da farle indossare e cominciava ad agitarsi dal momento che doveva rifarle il trucco da capo. “Non abbiamo tempo!” strillò tirandole le coperte, “Eh? Aspetta, aspetta!” pigolò la succube vedendosela piombare addosso con tutta quell’aggressività, “Faccio da sola!” cadde all’indietro sbattendo la testa con il completo tra le grinfie e fu la volta buona che Lamia allucinata tirò su la testa dalle coperte. I tonfi e gli urletti del gruppetto passarono il pavimento distraendo ancora i ragazzi. Rin si sentì sudare freddo percependo che Yukio stava un po’ spazientendosi. “Ehrm… Siamo sicuri che ce la facciano da sole?” domandò grattandosi una guancia imbarazzato stringendo la Katana tra le cosce. Non la lasciava dalla sera prima. “Va tutto bene, se la caveranno.” Gli rispose il fratello sistemandosi gli occhiali, “Stavo dicendo…” tossicchiò, “Noi ci disporremo in questa zona e copriremo le spalle a Lilith nel caso che…” l’ennesimo tonfo lo interruppe facendolo scattare in piedi. “Professor Okumura?” Ryuji spalancò gli occhi sorpreso, “Non riesco a concentrarmi.” “Vuol dire che andiamo a dare un’occhiata?” saltò su Shima lascivo e frivolo come al solito. “ALLORA, Tu… Siediti! Tu… Pulisci quel casino e Tu… Truccala!” Lamia aveva preso in mano la situazione destata in malo modo. Non era dell’umore adatto per sentir piagnucolare delle ragazzine. “Senti tu…” “Niente obiezioni.” Izumo corrucciò le sopracciglia e sbuffando tornò a inginocchiarsi di fronte a Lilith, ora con addosso quell’intimo provocante. Shiemi aveva chinato il capo e Lamia la fissò con le mani sui fianchi mentre raccoglieva gli oggetti che le altre due avevano fatto cadere rincorrendosi. “Devo dire che in fondo… Non mi dispiace questo abbigliamento…” disse Lilith ridacchiando, “Non ti muovere!” la riprese Izumo con in mano il mascara. L’altra succube pur essendo ancora in pigiama trasudava autorità da tutti i pori e sembrava che grazie a lei, la stanza avesse recuperato il suo equilibrio. Al che, sbadigliando si ributtò nel letto emettendo un gorgoglio soffocato. “Odio la mattina.” “È mezzo giorno passato.” Kamiki la guardò con gli occhi a mezz’asta. Shiemi rimesso in ordine, si andò ad accucciare alle spalle di Lilith con una spazzola, “Mentre la trucchi io penso ai capelli!” disse alla compagna sorridendo. Sembrava essere l’unica a divertirsi almeno un po’. Con delicatezza, slacciò la crocchia fatta dall’altra lasciando che i lunghissimi capelli biondi della succube le ricadessero sulle spalle. “Cerca di non farglieli cascare sul viso.” La rimproverò Izumo prendendo un altro po’ di cipria, “Sì!” le rispose Shiemi cominciando a districarglieli con molto garbo. Per prima cosa sistemò le ciocche che si erano impigliate nelle corna cercando di domare quei boccoli selvaggi. Lilith in balia di quel trucco e parrucco fissava un punto vuoto vagamente esasperata. “Avete fatto?” “No.” Rispose secca la truccatrice, “Andiamo, mi sembra assurdo truccarmi per un matrimonio che intendo mandare a monte…” “Non parlare! Questi sono gli ordini di Lord Pheles.” strillò la sopraccigliona minacciandola col rossetto e lei ammutolì soffocando un lamento. “Vi avevo detto di rimanere in stanza.” Yukio guardò con la coda dell’occhio il seguito di giovani che lo stava accompagnando al piano di sopra, “Scusa, ma sono troppo curioso!” disse Shima con gli occhi che gli brillavano, “Io sto ecco… Seguendo Shima per tenerlo d’occhio.” Disse Ryuji, “Idem.” Distolse lo sguardo Koneko ma il trio era vagamente rosso in viso. Dietro di loro Takara non accennava ad aprir bocca, estraneo a tutto e tutti. “Capisco.” Il professore si voltò sarcastico guardandoli con aria di sufficienza, “E tu Rin, che scusa hai?” “Eh? Io?” il ragazzo ridacchiò nervosamente anche lui in imbarazzo, “Sempre per tenere d’occhio Shima, che domande…” “Certo.” Yukio si sistemò gli occhiali continuando per la sua strada imperterrito, “Mi affaccerò solo un istante per chiedere di abbassare i toni e poi torneremo di filata in camera. Pheles è stato alquanto chiaro nella mail. Ne va della nostra sicurezza.” “Capito!” si sbracciò Rin pimpante, ma il fratello sapeva bene che non lo aveva affatto. “Ecco fatto!” Kamiki si alzò in piedi posandosi le mani sui fianchi soddisfatta per ammirare la sua opera. Lilith era ancora più bella di prima e i suoi occhi di rettile erano messi ancora più in risalto con quel trucco. Quello sguardo demoniaco la inquietava un po’ ma cercò di non pensarci. “E ora il vestito!” Shiemi corse energica a prendere il malloppo sotto lo sguardo della succube. “A…Aspettate.” Si alzò in piedi titubante, “Prima di vederlo avrei bisogno di andare in bagno…” fece una smorfia lasciandole di stucco.  “Ci siamo. Mi raccomando state indietro.” Yukio si avvicinò alla porta per bussare ma non appena alzò il pugno, questa si spalancò e Lilith in lingerie fece la sua comparsa sulla soglia. “DIO SIA LODATO!” Shima cominciò a piangere commosso ma la succube incrociando gli occhi di Yukio li spalancò sbattendogli immediatamente la porta in faccia. “Sono qui… Non dovrebbero essere qui… Che faccio? Impazziranno…” strinse i denti respirando affannosamente addossandosi a questa di nuovo al sicuro nella camera. “Che? Non ti scappa più?” Izumo e Shiemi la guardarono stranite mentre Lamia disturbata dal tonfo tornò a rinvenire tirandosi su a sedere sul bordo del letto. “A quanto pare non c’è verso di dormire.” Sbuffò seccata. “E adesso che si fa?” chiese Rin paonazzo. Yukio era rimasto immobile col braccio alzato e sudava tantissimo. “Non lo so. Ma non sono riuscito a dirle di fare meno casino.” Disse in tono meccanico. “Era… In… Biancheria…” balbettò Suguro asciugandosi le goccioline dalla fronte rosso come non mai, “A…Andiamo, l’abbiamo vista… Ehrm nuda, ieri… Che vuoi che sia?” incespicò Koneko seppur poco convinto, visto l’imbarazzo che provava a sua volta. Ma l’influenza di una succube come Lilith non era da prendere sotto gamba. Rin si sventolò il viso con una mano cercando di pensare a cose innocenti e Yukio lo fulminò con lo sguardo scossando il capo davanti a quello spettacolo di scarso autocontrollo generale. “Credo di aver visto la strada per il Nirvana…” continuò a piangere di commozione Shima, dando una pacca a Koneko che si nascose il viso paonazzo tra le mani, “Cercate di darvi una calmata, non potete reagire sempre in questo modo davanti a lei altrimenti come sperate di essere utile alla missione?” sbottò il professore esasperato contenendo le sue emozioni il più possibile, “Andiamo prof, l’hai guardata anche tu o sbaglio?” lo stuzzicò lo stesso Shima sorridendo sornione. “Non è come pensi, non l’ho cercato è stato un incidente.” “Come no…” “Oibò, che sorpresa trovarvi qui nella zona proibita.” La voce di Mephisto echeggiò alle loro spalle e Yukio trattenne i brividi di terrore. Beccati. “Lord Pheles…” disse a denti stretti voltandosi e lo vide giungere lungo il corridoio seguito da Amaimon. “Ero passato a controllare come procedevano i preparativi ed eccovi a spiare il sesso opposto dal buco della serratura…” “Mephisto, noi stavamo solo…” il ragazzo tentò in tutti i modi di restare professionale ma l’espressione ambigua del demone lo distraeva, “Sì, sì, non importa… è naturale siate curiosi.” Strizzò l’occhio sogghignando tutto contento, facendo piombare il gruppo nel più assoluto disagio e straniamento. “Ma io non… Ecco… Volevo soltanto chiedere di fare meno rumore. Stavano disturbando la riunione.” Disse Yukio impettito. “Fermi.” Amaimon uscì dall’ombra di Mephisto squadrando l’orizzonte, “Lilith è lì dentro?” fiutando l’aria, drizzò le antenne studiando la porta alle spalle del ragazzo. I ragazzi sentendolo incombere, si scostarono per far avvicinare i due demoni restando in silenzio a sudar freddo. Yukio serrò la bocca annuendo lievemente. “Oh sì… Prima è uscita per una manciata di secondi ed era… Ahhh…” Shima non riuscì a tenere la bocca chiusa per l’estasi ma Amaimon voltandosi di scatto verso di lui lo incenerì con lo sguardo. “L’avete vista!?” domandò insistente, “Com’era? Che faceva? Come avete osato posare i vostri occhi su di lei prima di me!?” “Eh? Ecco…” “La voglio vedere pure io!” con uno scatto fece per andare a bussare la porta con impeto, “Lilith, esci! Mostrati a me!” le ordinò riuscendo soltanto a graffiare la porta con le unghie. “Su, su… basta fare i capricci… Lasciala stare, si sta vestendo…” Mephisto lo sollevò di peso per le ascelle appena in tempo trascinandolo lontano sotto lo sguardo attonito degli studenti. “Orsù lasciamo le ragazze ai loro affa…” prima che potesse finire la frase, la porta si aprì di nuovo e una Lilith più attonita di prima comparve sull’uscio con lo stesso identico abbigliamento. Doveva assolutamente andare in bagno e non l’avrebbe fermata un nugolo di maschi arrapati. Ma si sbagliava, come incrociò lo sguardo assatanato di Amaimon e la faccia esterrefatta di Mephisto si bloccò all’istante tornando immediatamente da dove era venuta sbattendo per la seconda volta la porta in faccia ai ragazzi. Calò un silenzio imbarazzante carico di rossore sulle guance e fiato sospeso. “Deliziosa…” si leccò un labbro Mephisto dopo una manciata di secondi di elaborazione del pensiero, tenendo ben stretto Amaimon rimasto con un palmo di naso. “Ahh… Lilith, di nuovo!?” alzò gli occhi al cielo Lamia vedendola ancora buttata addosso all’uscio in quel modo. Anche Izumo e Shiemi erano sconcertate ma non mossero un muscolo. “Credo… Che me la terrò.” Balbettò la succube sospirando esasperata. “Avanti, seguitemi… Come spero abbiate capito, questo non è il posto adatto per concentrarsi…” approfittando del silenzio generale, Lord Pheles sogghignò trascinando via il fratello facendo strada ai suoi studenti. Yukio sistemandosi gli occhiali e asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte, aprì la fila guardando con aria di rimprovero i ragazzi, specialmente Shima che sembrava essere la causa principale dello scompiglio dopo Lilith. Questo ridacchiava tutto contento, apparentemente soddisfatto dalla piega che avevano preso gli eventi. “Fratellone, ce la faccio a camminare da solo.” Ad un certo punto, Amaimon si dimenò finché non toccò terra lievemente seccato. “Scusate se mi intrometto…” Yukio si avvicinò a loro mentre camminavano lungo il corridoio, “Ma siamo a posto con la cavalleria?” “Certamente, Amaimon ha già pensato a tutto ieri notte.” rispose Mephisto al posto del fratello che si limitò a fissare Yukio senza spirito. “Secondo voi dove stiamo andando?” bisbigliò allora Rin all’orecchio dei suoi compagni, “Andiamo ai posti di combattimento, figlioli.” Fu di nuovo il preside a rispondere alle domande grazie al suo udito finissimo. “Cioè? Andiamo già alla cappella?” balbettò Koneko e Mephisto fermò il passo voltandosi con un ghigno stampato in faccia, “Già, proprio così.” Schioccò le dita sparendo con tutto il gruppo. “Oh… Finalmente ce l’hai fatta ad andare in bagno.” Schioccò la lingua Lamia vedendo rientrare Lilith molto più serena. La ragazza non rispose limitandosi ad alzare gli occhi al cielo. L’altra nel frattempo aveva avuto il tempo di vestirsi e darsi una sistemata, seppur indossasse sempre l’uniforme. Notando che anche le altre ragazze non accennavano a un cambio d’abito, Lilith le squadrò da capo a piedi facendo una smorfia, “Ma come… Voi non vi mettete un po’ in ghingheri?” “No.” Izumo scossò il capo chiudendo la borsa dei trucchi finendo di mettere in ordine, “Il preside ci ha detto di vestirci comodi. Non sarà una passeggiata.” Aggiunse cupa. “Capisco…” la succube guardò altrove per poi lasciare che lo sguardo le cadesse sul vestito pronto per essere indossato. “Credo che allora sia giunto il momento di vederlo…” disse senza entusiasmo fissando l’unico lembo di pizzo bianco che sbucava dalla custodia. “Questo posto è… Incredibile.” Rin spalancò la bocca guardando il soffitto della chiesa costruita da Mephisto in quattro e quattr’otto. “Perché siamo già qui?” Yukio mantenne il sangue freddo di fronte a quello scenario vestendo i panni del professore giudizioso, “Semplice, mio caro…” Mephisto si voltò verso di loro sventolando il suo mantello, lo stesso che aveva prestato a Lilith la notte precedente e che ancora era impregnato della sua essenza, “Tutti ai vostri posti… Per le prove generali…”. “Che? Ma è prestissimo!” sobbalzò Koneko, “Lo so bene, ma Eva non è una ritardataria e non vorrete rischiare di farvi trovare impreparati…”. Amaimon guardò il tessuto svolazzargli attorno in silenzio e senza dire beo si avviò a schiena ricurva verso l’altare per studiare i due calici d’argento. “Non ha tutti i torti…” disse Ryuji serio, alle sue spalle Shima non sembrava un gran che entusiasta ma si adeguò alla massa. “Bene, uno di voi si occuperà dell’accoglienza e del congedo ospiti alle porte secondarie. Fate sasso carta forbice per decidere a chi toccherà.”, Mephisto raggiunse l’apice della brevissima scalinata di fronte all’edicola, spalancando le braccia al cospetto dei giovani cominciando a distribuire ordini sul da farsi mentre alle sue spalle, il fratello aveva impugnato una delle coppe annusandola curioso. Stava per leccarla quando l’uomo accorgendosene riuscì a fermarlo per il rotto della cuffia con un gesto elegante, “Non si tocca…” sibilò bloccandolo all’istante. “Come vuoi.” Sbuffò Amaimon scendendo le scale con un paio di saltelli svogliati andando a raggiungere il fondo della sala. Intanto il fortunato vincitori della morra fu Takara che andò ad esaminare le porte con il suo fantoccio infilato nel braccio. Con un gesto sputò dalla bocca della marionetta due bambole a grandezza umana con le sembianze di camerieri che si disposero ai lati di queste pronti a spalancarle e richiuderle se necessario. “Ottimo, adesso disponetevi all’interno della platea e ditemi se le panche sono comode!” “Eh?” Rin alzò un sopracciglio voltandosi per guardarlo storto, “Suvvia, non vorrete che ai nostri ospiti venga il mal di schiena!” “Ma sentitelo…” alzò gli occhi al cielo dandogli le spalle per fare come richiesto seppur controvoglia. Strinse saldamente la sua Katana sulle spalle senza mollare mail il cordino. Tutto stava procedendo liscio come l’olio. I ragazzi stavano prendendo confidenza con l’ambiente memorizzando ogni singolo anfratto e Lord Pheles non poteva che compiacersene. Eva sarebbe giunta a momenti e il piano avrebbe potuto cominciare ad attuarsi. D’un tratto le porte si aprirono ed entrarono le ragazze, senza però Lilith. Per rispettare lo schema del preside, era rimasta fuori in attesa, come una vera sposa. “Oi.” La voce di Lama echeggiò lungo la navata deserta facendo voltare di scatto Yukio. Deglutì incrociando il suo sguardo cercando di comportarsi come se nulla fosse. “Siete arrivate!” sorrise Shima a trentadue denti per poi perdere l’entusiasmo non appena si rese conto che mancava Lilith. “Uffa, dov’è la sposa?” chiese un po’ amareggiato, “Shima sei impossibile.” Sospirò Koneko, “Ma come, non basto io?” si pavoneggiò Lamia guardandolo maliziosa e il cuore del ragazzo riprese a palpitare, “Ma certo, Lamia!” cinguettò facendo una piroetta. Yukio alzò gli occhi al cielo smettendo di dar loro corda e tornò alle sue faccende. Izumo guardò i ragazzi alle prese con gli ultimi preparativi e si avvicinò a loro con fare indagatorio mentre Shiemi sfilando accanto ad Amaimon ebbe i brividi. Il demone fissava la porta in attesa e non accennava a staccarsi dall’ombra. “Allora, che dobbiamo fare?” Lamia tuonò un po’ scocciata posando le mani sui fianchi guardando Mephisto in lontananza. “Per ora non serve che facciate altro, accomodatevi pure e tenete la mente libera… Tua madre fiuta la paura…” ridacchiò facendole fare una smorfia. Vedendo il gruppo eseguire il suo ultimo ordine, infine sogghignò lievemente e sistemandosi il cilindro sulla nuca girò i tacchi trovandosi faccia a faccia con il gigantesco crocefisso dorato dietro l’altare. “È tutto pronto... Carissima Eva.”.
   
 
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