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Autore: OlicityAllTheWay    20/03/2017    2 recensioni
Dopo TAAANTO tempo ritorno :D Nuova Fanfiction. Dovrebbe avere tre capitoli, massimo quattro :D
Parte dalla fine della 5x15 per cui se siete indietro attenzione SPOILER!!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacio :*
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE TEAM

 

Sento la testa leggera. Un suono ripetuto centinaia di volte che cerca di riportarmi a galla. Come in loop.

Cerco di concentrarmi ma il dolore alla testa è troppo forte, preferisco dormire. Ma quel suono non mi lascia in pace. Non è un suono. E’ la voce di Oliver.

Aguzzo l’udito: è la voce di Oliver, con una nota di disperazione, che ripete il mio nome all’infinito.

Devo svegliarmi per fargli capire che sto bene. Adrian mi ha colpito talmente tante volte e talmente forte che mi sono lasciata andare all’oblio.

Apro gli occhi, lentamente e sbatto le palpebre più volte cercando di abituarmi alla luce. Sento freddo e quando mi guardo intorno capisco perché: il pavimento è bagnato e io sto proprio su una pozzanghera. Seguo la scia dell’acqua e trovo Oliver, anche lui bagnato e conciato molto peggio di ieri.

<< Ehi, sei sveglia. Grazie a Dio >> sospira pesantemente.

Mi metto a sedere anche se la testa mi gira un po’.

<< Cosa è successo? >> gli chiedo.

<< Niente di nuovo. Mi sta torturando, attraverso te, per ottenere qualcosa che non so cosa sia. Dice che vuole che ammetta i miei peccati. Gli ho detto che ho ucciso suo padre quando non avevo ancora un cammino definito. Ma lui continua a dire che non è quello che vuole sentirsi dire >>

<< Oliver, promettimi una cosa >> lui mi guarda aspettando che continui: << Non fare come fai sempre. Non permettergli di entrare nella tua testa. Sei cambiato, sei cresciuto, sei diventato un uomo migliore in questi quattro anni. Noi sappiamo quello che hai passato su quell’isola – o ovunque tu sia stato in quei cinque anni di cui non vuoi parlare, nemmeno con me nonostante ci stessimo per sposare >> lo vedo teso: << comunque, non è questo il punto…il fatto è che quegli anni ti hanno reso quello che eri, ma non quello che sei ora. Credimi >> faccio una breve pausa: << E mi dispiace >>

<< Per cosa? >>

<< Per tutto quello che stai passando, per Susan, per il fatto che nonostante tu sia cambiato il mondo intorno a te non lo vede e ti riserva quest’inferno >>

<< Ha ragione, sai? >> mi dice lui, non mi guarda negli occhi.

<< Non è vero Oliver, non sei un mostro e poi… >>

<< Per Susan e per te, intendo >>.

Il mio respiro accelera: << In che senso? >>

<< Ci tengo a Susan, ma non è lei il mio punto debole, non è lei che mi rende vulnerabile >> fa una pausa, poi incatena i suoi occhi ai miei: << Tu lo sei >>.

Stare con lui mi manca così tanto che fa male. Anche dopo tutto questo tempo. Ho bisogno di lui, molto di più di quanto mi piaccia ammettere. Non perché sia una donna che ha bisogno di un uomo per avere una posizione o una vita. Ho bisogno di lui perché è lui. Perché è la mia anima gemella, la persona che mi completa e che mi rende migliore.

 

Un bip quasi inudibile mi inonda l’orecchio. Salto sul posto e Oliver si allarma: << Che c’è? Ti fa male qualcosa? >> muove le mani in aria, verso di me, come se volesse accertarsene lui stesso. Ma ovviamente non ci arriva.

<< No no! Mi sono appena ricordata che ho ancora l’auricolare che ci mette in comunicazione con il resto del team. E’ praticamente invisibile quindi Adrian non se ne dev’essere accorto >>

<< Puoi metterti in contatto con il resto del team? >>

<< Credo di sì. Ho appena sentito un suono, forse ci stanno provando loro >>.

Clicco il pulsante minuscolo dell’auricolare e la voce di Curtis mi raggiunge. Sapevo che sarebbe riuscito a contattarmi: << Felicity, finalmente! State bene? >>

<< Beh, bene è un parolone. Ma per adesso siamo vivi >> guardo di sottecchi Oliver pentendomi della pessima scelta di parole.

<< Stiamo organizzando una missione di salvataggio >>

<< Non sarà facile, Curtis. Siamo chiusi in questa stanza, bloccata da un’enorme parete d’acciaio. Come pensate di fare? >>

<< Non preoccuparti per quello, ce la faremo >>.

Chiude la comunicazione.

<< Ce la faremo Oliver >>.

In quel momento entra Talia che ci guarda con fare sospetto. Non credo che abbia sentito la nostra conversazione ma non si sa mai. Si avvicina a me, ma guarda Oliver.

<< Non ti azzardare a toccarla >> dice lui fra i denti.

Talia ride: << Non ne ho l’intenzione >>.

Qualche momento più tardi entra anche Adrian che si avvicina a Oliver.

<< Dobbiamo andare. I tuoi amici ormai sanno dove sei e non voglio rischiare che ti portino via. Non ho ancora finito con te >>.

Quasi fossero sincronizzati Adrian e Talia si inchinano per liberarci dalle catene. Io non posso fare molto, ma credo che Adrian abbia fatto un errore madornale a liberare Oliver. Ha tanta rabbia repressa e credo che la sfogherà su di lui tra pochissimo.

Nel momento in cui Adrian fa quel movimento Oliver gli da una testata che fa volare all’indietro il procuratore. Il mio uomo si lancia in avanti e si mette alle spalle di Chase tenendo il collo di quest’ultimo con le catene: << Liberami o giuro che ti ammazzo >>

<< E tu lascialo o giuro che ammazzo lei >> dice Talia tenendo una freccia piuttosto affilata sul mio collo.

Oliver tentenna per un attimo ma non si fa intimorire.

Proprio quando le cose si stanno per complicare irrimediabilmente una sfera argentata con un led blu “vola” dentro la stanza, lasciata aperta dai duei.

Si ferma vicino a Talia e il normale beep aumenta di frequenza.

<< Che diavolo è quest’aggeggio? >>.

Ha giusto il tempo di chiederselo che scoppia facendola stramazzare a terra. Il che mi rende libera e sento Oliver che mi urla di scappare.

Lo faccio e nelle scale mi scontro con Rene: << Ehi biondina, tutto bene? >>

<< Sì, sì sto bene >> rispondo trafelata: << Ma Oliver ha bisogno del vostro aiuto >>.

Quando esco trovo Lance e corro nella sua direzione. Mi poggia le mani sulle spalle e si inchina leggermente in avanti per controllarmi mentre mi chiede se sto bene. Annuisco e aspetto con ansia che Oliver esca da quel bunker. Vivo, possibilmente.

I rumori dei combattimenti aumentano e sento anche alcuni spari e sono sicura che provengano dalla pistola di Rene.

Dopo qualche minuto vedo Rene, Curtis e Dinah uscire. Sembrano incolumi.

Di John e Oliver ancora nessuna traccia. Mi mangiucchio le unghie, nervosamente, quando finalmente lo vedo.

Riesce a camminare e stare in piedi tranquillamente, la gioia che mi invade è indescrivibile.

Corro verso di lui e gli salto praticamente addosso: allaccio le gambe intorno al bacino, le braccia intorno al suo collo. Sembra sorpreso e fa un passo indietro come avesse perso l’equilibrio per un attimo, ma si ricompone subito.

<< Ehi va tutto bene, è tutto finito >>.

Lo stringo più forte: << E’ tutto finito per merito tuo, quindi grazie. Mi hai salvato la vita, di nuovo >> dice accarezzandomi i capelli.

<< Ti amo >> gli dico. Ecco, l’ho fatto, gliel’ho detto. Dopo tanti mesi gli confesso che lo amo ancora.

Lui si irrigidisce e penso di aver detto la cosa sbagliata; serro gli occhi e faccio per scendere ma lui mi acchiappa e mi risistema.

<< Ti amo anche io >> lo dice guardandomi negli occhi, come se fosse la cosa più naturale del mondo e come se fosse passato un giorno dall’ultima volta in cui lo abbiamo detto.

E dopo mesi facciamo ricongiungere le nostre labbra che si incastrano come due pezzi di un puzzle. I nostri cuori si incastrano come due pezzi di un puzzle. E finalmente tutto sembra al posto giusto.

 

 

   
 
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