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Autore: pierjc    21/03/2017    0 recensioni
Il giovane Leonardo, insieme alla sua fidanzata, si dirige al di fuori dello stress della grande capitale italiana per recarsi in una tranquilla campagna. Però, invece di trovare il relax sperato, si imbatte in un vecchio rudere abbandonato, all’interno del quale scopre dei resti umani. Quel corpo stringe tra le mani un antico diario nazista, chiuso da un lucchetto a quattro cifre e che presenta una sola misteriosa parola: Niederhagen. Decide di mostrare quel reperto alla sua amica Francesca, bibliotecaria appassionata del periodo storico in questione. Scopriranno che quel diario era appartenuto alle SS e che all’interno della copertina è contenuto un particolare acido il quale, in caso di manomissione del lucchetto, scioglierebbe tutte le pagine distruggendo tutte le informazioni in esso contenute. Come riuscire a capire come trovare la combinazione necessaria?
Genere: Avventura, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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CAPITOLO 1
 
Italia, ai giorni nostri.
 
«Cambi CD, per favore?» disse stizzita Elena.
«Non ci penso nemmeno!» rispose altrettante irritato Leonardo.
Ma, incurante della risposta, la ragazza tolse il disco. Non le piacevano molto i gusti del suo fidanzato. Antiquati e passati di moda. Preferiva di gran lunga le hit del momento, quelle che passavano incessantemente le radio.
Così aprì il portaoggetti e cominciò a sfogliare tra gli album.
«Ovviamente i miei preferiti non ci sono!» sentenziò.
«Mi sa che inavvertitamente li ho lasciati a casa» commentò lui.
«Certo, come no. Tanto meglio, ascolteremo un po’ di radio».
Cercò di trovare una stazione di quelle che ascoltava spesso, ma in aperta campagna era impossibile dato lo scarso segnale. L’unica frequenza raggiungibile stava passando un pezzo di un noto cantante paesano.
«Ah, adesso hai anche cambiato stile?».
«Sempre meglio di quella spazzatura che stavamo ascoltando prima!» puntualizzò Elena.
Il sole caldo batteva sul parabrezza mentre i finestrini abbassati facevano passare folate di vento caldo che andavano ad attenuare parzialmente l’afa.
«Sempre belle le tue idee! Venire in campagna con questo caldo!» rimproverò la ragazza.
«Sta tranquilla! Tra un po’ ci sarà il tramonto e mi ringrazierai di averti portata qui!»
Era da qualche settimana che l’amore che Leonardo provava per Elena era iniziato ad affievolirsi. Così stava tentando di riaccendere la fiamma portando la sua ragazza in un posto romantico dove le avrebbe comunicato questo suo malessere.
Mentre le note di fisarmonica provenienti dallo stereo stavano per concludere la canzone la macchina si arrestò. “Il posto deve essere questo!”. Il giovane c’era stato solo una volta, parecchi anni prima, quando vi si era recato insieme a suo nonno per cacciare la selvaggina.
 
«Cosa sono quelli, nonno?» disse il piccolo indicando dei panni messi alla rinfusa su di un albero.
«Quelli servono per spaventare gli uccelli. Come una specie di spaventapasseri» gli spiegò.
«Ma gli spaventapasseri non stavano in mezzo ai campi?».
«Possono stare in mezzo ai campi così come sugli alberi, ragazzo. L’importante è che non facciano avvicinare gli uccelli».
«E allora, se non fanno avvicinare gli uccelli, perché siamo venuti a cacciarli proprio qui?».
«Perché si sono abituati a quello spaventapasseri e ormai non ne hanno più paura. Guarda lì! Un gruppetto di merli su quell’albero!».
Con abili colpi ne prese due. Sarebbero stati parte della cena.
 
«Che ore sono?» chiese Elena, distogliendolo da quei ricordi.
«Credo che ci voglia ancora un bel po’ al tramonto».
«Che facciamo?».
«Aspettiamo! Andiamo lì, in quella casa, almeno staremo al fresco!».
Così si diressero ed entrarono in quel rudere dove le molteplici piante avevano formato un luogo perfetto per stare all’ombra.
«Chissà quanti anni ha questa vecchia casa!» domandò incuriosito Leonardo.
«Abbastanza per crollarci addosso» rispose con distaccata impassibilità Elena. «Io qui in terra non mi ci siedo. Chissà che animali ci sono!».
Tutto l’interesse per quella antica casa sparì immediatamente dopo quelle parole. “Vorrei non essere qui con te” pensò lui. Era sempre più deciso a rivelarle i suoi nuovi sentimenti. Non poteva credere che la sua ragazza avesse avuto quel profondo cambiamento nel corso degli anni. “Qualche anno fa ci saremmo divertiti tanto in questo posto”.
Sbadatamente Elena, nel cercare di crearsi un appoggio pulito sul quale sedersi, inciampò e urtò qualcosa facendola cadere.
«Attenta!» urlò Leonardo andandole incontro e aiutandola ad alzarsi.
«Dannazione! Voglio andarmene di qui! Io odio la campagna!» strillò Elena sempre più a disagio in quel posto.
Dopo aver pronunciato quelle parole il suo sguardo andò a ciò che aveva fatto cadere poco prima. Aveva la consistenza di qualcosa di duro, ma non sembrava né una pietra né un mattone. Si avvicinò per capire meglio cosa fosse e, dopo aver identificato l’oggetto, gettò un urlo agghiacciante che risuonò per tutto il campo, facendo scappare via gli animali vicini.
   
 
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