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Autore: BambuBaoBab    21/03/2017    0 recensioni
Nata come una One-Shot ha intrapreso una gestazione prepotente, nella mia mente e tra le mie dita, fino a nascere in una Fic. Ora piange, perché vuole essere letta e giudicata.
Dal prologo.
- Tu hai dei desideri, Saiyan? – chiese Lord Bailor.
- Che domande…-rispose Vegeta – tutti hanno dei desideri.
Il Dio sorrise e giunse le mani. Dalla punta dei medi scaturì una piccola sfera di luce.
- Ingoia questa sfera Saiyan e il tuo desiderio più profondo, quello che ha covato nel tuo animo per anni si esaudirà. Ti troverai in una nuova dimensione, reale quanto quella in cui risiedi ma dove qualcosa è accaduto, o accadrà, o sta accadendo in modo diverso. Solo tu puoi decidere cosa.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bardack, Goku, Re Vegeta, Vegeta
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Prima Luce

La Galium enorme e possente attraccò a pontile dell’hangar con una maldestra manovra, corretta fortunatamente dal pilota automatico.

Non appena il portellone del ponte si aprì i sette membri del Consiglio e qualche sottoufficiale si precipitarono verso la nave.

 Alla fine del ponte la paratia che dava alla sala comandi della Galium si aprì cigolando. Lo scenario era surreale. Corpi scomposti giacevano nel loro stesso sangue mentre fili scoperti e tubi dondolavano da ogni parte. Le scintille continue provenienti dai computer e dai comandi frustavano l’aria fetida e l’ insopportabile odore di morte e bruciato.

 

- Comandante Nappa? –chiamo Kakaroth seguendo Vegeta all’interno.

 

Un rantolo proveniente da dietro la postazione del timone li richiamò.

Il gigante stava seduto a terra appoggiato alla postazione. Un buco nel suo addome su cui lui premeva la mano sinistra stava gorgogliando sangue tra le croste che imprigionavano la mano stessa.

Una gamba era piegata in malo modo e la testa solitamente lucida e scintillante era opacizzata in un grande livido gonfio.

Vegeta non fece in tempo ad aprire bocca che Turles si chinò verso il Saiyan ferito.

 

- Dov’è mio fratello Nappa?

 

Con uno sforzo ed una smorfia di dolore il guerriero aprì gli occhi, velati impercettibilmente di lacrime. Vegeta era sul punto di cacciare Turles quando il gigante parlò chiaramente:

 

-Tuo fratello ci ha venduti Turles. Era una trappola. - sussurrò

 

Il guerriero ambrato si allontanò di un passo, come colpito da una scossa elettrica. In quel momento Kakaroth   si apprestò a sollevare il ferito.

 

-Andiamo amico…ti porto in infermeria.

 

Turles fece per fare un passo verso il gruppo ma il palmo di Vegeta lo sbloccò in pieno petto.  Scioccato con gli occhi coperti di lacrime il giovane Saiyan guardò il suo Principe che teneva lo sguardo fisso sui suoi sottoposti che mestamente ritornava verso la Base. Tutti capirono che Vegeta voleva essere lasciato solo.

Quando furono usciti trovò la forza di parlare.

 

-Vegeta…ti prego, non…non può essere vero. Non è la verità. Ti prego devi credermi.

 

Le lacrime gli rigarono le guance  e si lanciarono nel vuoto portandosi con loro ogni speranza ed ogni certezza.

 

- Come posso crederti Turles? – gli rispose senza guardarlo negli occhi, rivolgendosi al pavimento.

 

L’orrore ed il fetore di quella stanza erano come benzina sulla sua anima arrabbiata.

 

-Mio fratello amava il nostro popolo, era fedele, ti stimava! Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ti prego Vegeta ci deve, c’è una spiegazione.

 

-Una spiegazione c’è. L’ha data il membro del consiglio che è quasi morto riportando, alla Base, la nave che tuo fratello ha disperatamente voluto sul confine di guerra.

 

Le ginocchia di Turles cedettero nel momento in cui Kakaroth rientrò nella sala. Senza dirsi una parola lui e Vegeta si avvicinarono . Vegeta era spaesato. Un complotto , una guerra, un tradimento. Quanto era complicato questo destino in cui si era ritrovato?

 

- Vegeta, io proporrei di sentire la versione di Nappa quando si sarà ripreso. Ma nel frattempo- disse rivolgendo uno sguardo a Turles - dovremmo tenere lui sotto chiave. E’ disonorevole… ma dobbiamo farlo, anche per la sua stessa sicurezza.

 

Il Principe respirò profondamente ed annuì.

 

- Sono d’accordo. Pensaci tu Kakaroth.

 

- Certamente.

 

I suoi passi rimbombavano ancora nel ponte quando Kakaroth portò fuori di peso Turles in lacrime. Sentiva il giovane protestare ed i suoi singhiozzi farsi più simili a degli urli.

Senza proferire parola con nessuno, il Principe prese l’ascensore e si diresse al Bunker.

I corridoi erano deserti e li attraversava a passo spedito quando una donna gli tagliò la strada. Lui la schivò prontamente ma lei riconoscendolo lo seguì.

 

-Principe Vegeta sono il Generale Tisko, da Naipec. Ho bisogno di parlarle.

 

- Non è il momento ora. -  rispose lui senza voltarsi o rallentare

 

- Mio Principe, il mio è un pianeta piccolo e la sua delegazione ed la sua legione stanno prosciugando le nostre già scarse risorse…

 

- Che cosa pretende? Che una Legione di migliaia di uomini si porti il pranzo al sacco?

 

Rispose lui senza voltarsi o rallentare.

 

- Voglio che la sua Legione riarmi il mio esercito e che lasci il mio pianeta.  Non abbiamo bisogno della vostra protezione, non più.

 

A quelle parole, Vegeta si fermò di colpo e si voltò verso la guerriera.

 

-Quindi mi sta chiedendo di lasciare in balia di un gruppetto di contadini armati di forconi un pianeta che per essere liberato dalla tirannia di Freezer è costato la vita ai miei soldati?

 

- Il mio esercito è più addestrato ora. E non siamo più soli nel sistema 8. Ci sono altri due pianeti-colonia.

Se pensate di averci salvato dalla schiavitù per farci morire di fame, potevate risparmiarvi la fatica.

 

Vegeta rifletté  un secondo prima di rispondere. Tentò di non concentrarci sull’espressione spavalda e sprezzante della donna, che lo avrebbe fatto solo innervosire.

 

-Quanti pianeti ci sono in tutto nel sistema 8?

 

- Naipec, Golia e Fuffiol che sono stati liberati; Yago e Usto sono pianeti liberi; Kisola è ancora sotto il controllo dell’esercito di Freezer.

 

- Bene. Io acconsentirò a sguarnire il tuo pianeta, anzi, se lo desiderate, l’intero settore se lei, Generale Tisko sarà in grado di formarmi una delegazione dei tre pianeti colonia e dei due pianeti liberi. Voglio un portavoce per la delegazione col quale disquisire e voglio che i contrasti interni siano autogestiti. Inoltre dovrà riorganizzare un esercito secondo i criteri di una legione Saiyan.

 

Sul volto della donna si dipinse un ‘espressione di sgomento.

 

- Come faccio a far si che 5 pianeti vadano d’accordo? Io sono un soldato.

 

 

Vegeta, che attendeva quella domanda, le fu sotto e si portò ad un centimetro dal suo viso. La furia gli montava dentro ma la represse più che poteva.

 

- Lei è venuta qui in veste di diplomatico. Un soldato avrebbe tirato fuori  Blaster e mi avrebbe sparato. Queste sono le mie condizioni, non credo che avrà problemi a dirigere il suo settore, dato che è venuta fin qui ad insegnarmi come comandare il mio impero di 500 pianeti.

 

E si voltò senza che la donna potesse replicare.

 

Suo padre riempiva l’enorme bunker sotterraneo con la sola forza dei suoi rantolii. Table e Knip stavano in un angolo del grande letto in cui il Re riposava;  dormivano tranquilli accucciati uno sull’altra. Vegeta si avvicinò cauto e li coprì con una coperta, senza distendere però la sua espressione rigida.  Lei era all’altro capezzale del letto, una mano distrattamente abbandonata in quella enorme del Re e l’altra a reggere un libro dal quale aveva levato lo sguardo per fissarlo sul Principe. Intercettando i sottili occhi neri dell’uomo, assunse una posizione ammiccante, quasi felina.

 

-Le guardie sono già venute ad  avvertirci che si è trattato di un falso allarme Vegeta. Stiamo solo attendendo che tuo padre si svegli. I marmocchi erano intimoriti e inconsolabili e lo hanno prosciugato di ogni energia.

 

Vegeta piegò la testa , leggermene infastidito.

 

-Marmocchi?

 

Lei sorrise beffarda, conscia che le sue parole non potevano raggiungere il sonno profondo del reggente.

 

-I tuoi fratelli sono solo dei bambinetti, sono deboli, figli di un seme stanco.

 

Delicatamente sfilò la mano dalla presa regale e, alzandosi, la lasciò scivolare lungo il perimetro del  letto.

 

- Un uomo di una certa età ,che ha attraversato mille combattimenti , non conserva il suo vigore nemmeno nelle sue più profonde  viscere. –sentenziò.

 

Il corpo turchese si muoveva sinuoso accompagnato dalla luce fervida e famelica degli occhi celesti.

 

Vegeta immobile la seguiva con lo sguardo mentre gli si avvicinava e con la coda dell’occhio constatava il sonno inflessibile del padre.

 

- Niente a che vedere, insomma, con l’ardore e la potenza che hanno generato in un tempo più remoto…– continuò lei sinuosa portando la sua mano sull’avambraccio gonfio e contratto del guerriero.

 

Vegeta fece per scostarsi come punto da un vespa infetta ma lei si portò dietro di lui premendo il suo corpo esile sulla schiena muscolosa e sussurrandogli col respiro caldo vicino ad un orecchio :

 

 

- E sicuramente lontano da ciò che quella potenza potrà un giorno fecondare…

 

La mano di lei si portò sul petto del Sayan il cui cuore batteva furioso e oltraggiato. Ma lei da quella manifestazione selvaggia trasse altre considerazioni ed infine prima di abbandonare quella posizione tanto equivoca sospirò, sfiorando con le labbra il lobo del Principe.

 

-Credo che la fine sia più prossima che mai… mio Re.

 

I passi felpati la allontanarono dal talamo fino a che Vegeta sentì la porta aprirsi e richiudersi. La furia montava nel suo animo, ma non sapendo come sfogarla, il suo corpo reagì inaspettatamente come aveva fatto poche volte in vita sua. E gli occhi gli si riempirono di lacrime.

Fu un istante, in cui tutto ciò che era accaduto in quei giorni lo sopraffò e tremando, di fronte al corpo quasi esausto del padre cadde in ginocchio e  rivoltò verso il pavimento.

 

Questo è certamente un lascito di quella emotività terrestre che ormai mi ha contagiato, dannazione.

 

Ma proprio quando la disperazione stava per raggiungere il suo apice qualcosa di caldo gli tocco la nuca.

Istintivamente alzò il capo e i suoi occhi velati incontrarono quelli del padre.

 

-Vegeta. Cosa è accaduto? – chiese preoccupato

 

Il tuonare della sua voce svegliò anche i due bambini addormentati.

 

- Nulla padre, perdona la mia debolezza. – rispose lui tornando in piedi.

 

- Non c’è nulla di cui scusarsi, figliolo. Sono così tanti i pensieri di un sovrano, non è semplice gestire le emozioni. E solo un cattivo sovrano non ha emozioni.

 

Vegeta deglutì guardando il padre, che giorno dopo giorno, aveva capito di non aver mai conosciuto.

 

- Hai saputo del generale Taidon, il fratello di Turles?

 

Il Re annuì vistosamente

 

- Ortagos è venuto a riferirmelo immediatamente. Cosa ne farai di lui?

 

-Per ora Kakaroth lo ha portato delle prigioni. Credo che aspetteremo di sentire la versione di Nappa e guarderemo se sono ancora disponibili registrazioni all’interno della nave.

 

Il Re annuì profondamente e tossi. Piccole gocce di sangue macchiarono il lenzuolo, come minuscole stelle rosse.

 

- Ti lascio riposare Padre, vi trasferiranno tra poco nuovamente nelle vostre stante.

 

- Aspetta Vegeta… voglio parlarti di una cosa molto importante.

 

Vegeta annuì e si stupì nel sentire la mano del padre avvolgere la sua.

 

- Bambini – disse Vegeta istintivamente – tornate pure ai vostri alloggi. Non c’è più nessun pericolo.

 

- Dopo verrete anche tu e papa? – chiese Knip con i suoi occhi verdi scintillanti che illuminavano la stanza.

 

-Si, veniamo subito. – rispose lui con un mezzo sorriso.  Un nuovo nodo in gola lo strinse ma lui lo ingoiò prontamente

 

I piccoli Saiyan come di consuetudine si sporsero a baciare le guance del padre e si defilarono.

 

Respirando profondamente il Re parlò:

 

- Voglio convocare un’ultima volta il Consiglio, Vegeta. Stavo aspettando il ritorno di Nappa e sono certo che anche se ferito riuscirà a partecipare.

 

- Certo Padre, ma posso discutere io con il Consiglio.

 

 Il Re scosse la testa.

 

- Ora la guerra è di nuovo viva figliolo. E io non voglio che quando ci sarà da prendere una decisione importante trovi il mio lento e pesante corpo  da scavalcare.

 

- Ma… tutti si fidano di me. Nessuno metterebbe in mezzo la tua figura per contrastare un mio ordine. – rispose Vegeta stizzito.

 

- Vegeta. Nei Saiyan a differenza dei lucertoloni gli eredi sono tutti uguali, lo sai bene. E per quanto Ortagos, sia un ottimo guerriero, e lo ami moltissimo, non è a lui che voglio affidare il mio Impero. Lo voglio affidare a te. E voglio che tu sia libero di agire, e che quando mi addormenterò per sempre non ci siano dispute tra te e lui.

 

Vegeta sentì le ginocchia cedere ma respirò profondamente, tentando di mantenere il controllo.

 

Non posso crederci.

 

Il Re tossì e raccolse in un unico respiro più aria possibile.

 

- Questa notte, Vegeta – concluse – sarà la tua ultima notte da Principe. Domani sarai Re.

 

Il Saiyan non fece in tempo a rispondere, che il Re prese a tossire così insistentemente da fare entrare i medici.

 

Stordito uscì dalla stanza.

 

I corridoi e gli ascensori  ricominciavano a popolarsi e lui non aspettava altro che la porta della sua stanza.  Aveva il fiato corto, in preda ad un misto di commozione ed emozione.

E poi, come se non bastasse, eccola li. Gli apparve davanti, la prima, piccola, danzante sfera di luce. Prima che qualcuno la potesse vedere la afferrò per osservarla

Avrebbe potuto risolvere i suoi problemi, e tornare a casa da Bulma e da Trunks. Così il Vegeta della dimensione in cui si trovava sarebbe stato incoronato Re, com’ era suo diritto.

 

Ma è anche un mio diritto. Ho dovuto subire per anni le angherie del lucertolone e del suo esercito. Non ho potuto nemmeno essere il vero Principe dei Saiyan.

 

La strinse con forza e la ingoiò. Respirando a fondo riprese a camminare.

 

Posò la mano sul lettore di impronte quando una voce richiamò la sua attenzione.

 

-Fratello!

 

Vegeta si girò tentando di non dare a vedere il turbinio nei suoi occhi.

 

- Ortagos…ti avevo perso di vista.

 

 L’altissimo guerriero in quattro passi fu vicino al fratello

 

- Ero andato a cercare quella splendida guerriera di Naipec…ma mi ha detto che hai già risolto brillantemente la situazione. Complimenti.

 

- Ero abbastanza intenzionato a levarmela dai piedi – minimizzò Vegeta, tentando di tagliarla corta.

 

- Immagino… ma ciò non toglie che quello che sta per accadere è più che meritato.

 

- A cosa ti riferisci ?

 

Il Saiyan sorrise e si inchinò al fratello.

 

- Li dentro c’è un regalino da parte mia. – disse -  Lunga vita  a Re Vegeta II.

 

E si voltò  senza permettere replica.
   
 
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