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Autore: pierjc    22/03/2017    0 recensioni
Il giovane Leonardo, insieme alla sua fidanzata, si dirige al di fuori dello stress della grande capitale italiana per recarsi in una tranquilla campagna. Però, invece di trovare il relax sperato, si imbatte in un vecchio rudere abbandonato, all’interno del quale scopre dei resti umani. Quel corpo stringe tra le mani un antico diario nazista, chiuso da un lucchetto a quattro cifre e che presenta una sola misteriosa parola: Niederhagen. Decide di mostrare quel reperto alla sua amica Francesca, bibliotecaria appassionata del periodo storico in questione. Scopriranno che quel diario era appartenuto alle SS e che all’interno della copertina è contenuto un particolare acido il quale, in caso di manomissione del lucchetto, scioglierebbe tutte le pagine distruggendo tutte le informazioni in esso contenute. Come riuscire a capire come trovare la combinazione necessaria?
Genere: Avventura, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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CAPITOLO 60
 
“Basta, devo pensare a salvare Roberto e Francesca!”. Leonardo si era distratto fin troppo con quel corpo. Ci sarebbe tornato più tardi, quando i loro problemi con quell’individuo armato sarebbero finiti.
Uscendo dalla sala della bara si accorse di essere in bella vista e si gettò subito dietro un gruppo di scatoloni contenenti dei fascicoli. Di cosa si trattava? Informazioni segrete del reich? Per essere state nascoste in quel bunker questo era quasi certo. Dovevano essere preziose almeno quanto i migliaia di lingotti d’oro che riempivano quel posto.
Il ragazzo si sporse di qualche centimetro, per poter vedere cosa stesse succedendo. Fortunatamente non era ancora stato individuato. Vide l’uomo con la pistola ridere e continuare a parlare. “Perfetto, Roberto sta prendendo tempo”. Ma quanto ancora potevano resistere? Proseguì a girare intorno al gruppo alla ricerca di qualunque cosa potesse stuzzicargli la mente. Nulla. L’unica soluzione era usare la sua pistola soporifera. Ma doveva essere veloce e preciso. Tutte qualità che non possedeva.
Si immaginò per qualche istante l’attimo successivo al salvataggio. Per questa volta sarebbe stato lui l’eroe e non il poliziotto. Sarebbe stato lui a togliere i suoi amici dai guai. Ma rinvenne quasi subito. La situazione era ancora pericolosa.
Trovò una posizione adatta ed estrasse la sua arma. La puntò ai danni del bersaglio e, con mano tremante, fece fuoco.
In quel momento gli passarono per la mente tutti gli avvenimenti delle ultime settimane. Di come la sua vita fosse stata sconvolta dal ritrovamento di un semplice diario in un posto in cui nessuno si sarebbe mai preoccupato di cercare. Della sua relazione con Elena. Di come fosse finita dopo tutto quel tempo insieme. E infine di Francesca. Così si fece una promessa. Se fossero usciti vivi da quella situazione avrebbe rivelato alla ragazza i suoi veri sentimenti. Ormai non poteva più nascondere il suo amore per lei. I segnali erano chiari. Stava bene solo quando si trovava in sua compagnia, si ingelosiva ogni qual volta Roberto la abbracciava o le stava particolarmente vicino e quei giorni passati insieme erano stati indimenticabili. Forse aveva perso la situazione perfetta per dichiararsi. Ne aveva avute parecchie, ma non le aveva sfruttate. Probabilmente era stato meglio così. Stava uscendo da una relazione che aveva preso una brutta piega e tuffarsi a capofitto in un’altra non era certo la cosa migliore da fare. Aveva voluto pensarci bene e capire se i suoi sentimenti fossero veri. E a quanto pare lo erano. Adesso che si era trovato a vederla in pericolo non si era posto il minimo problema nel cercare di salvarla. E lo avrebbe fatto a tutti i costi. Piuttosto avrebbe preferito morire con lei.
 
Dopo aver premuto il grilletto, Leonardo, rimase esterrefatto. Non era successo nulla. Riprovò ancora e ancora. Nulla. La pistola non funzionava. “Ma che diavolo?”. La scosse leggermente e riprovò. “Accidenti!”. Provò ad aprire il caricatore e si accorse che non c’erano più proiettili. “Com’è possibile?”.
Li aveva finiti tutti. Doveva quanto prima trovare una soluzione alternativa. Non c’era più tempo ormai. Si diede un’altra occhiata intorno ed ebbe l’illuminazione. Avrebbe dovuto agire subito. Non era sicuro di farcela, ma doveva tentare.
Ciò che aveva attirato la sua attenzione era stata una libreria posta a pochi passi da Losener. “La farò cadere su di lui”. Forse aveva visto troppi film d’azione, ma quello era l’unico modo per poter uscire da quella situazione. Lentamente si mosse e si avvicinò allo scaffale. Era pieno zeppo di libri e scartoffie. “Spero solo di riuscire a farlo cadere”. Cominciò a spingerlo e si rese conto che era molto più pesante di quanto si aspettasse. Fece forza con tutto il corpo e per poco non si lasciò sfuggire un grido di fatica. Ma si trattenne. L’effetto sorpresa era ancora dalla sua parte.
 
Francesca, girando lo sguardo, vide Leonardo e cercò di contenere l’entusiasmo. Li avrebbe salvati. Non tutto era perduto. Avevano ancora una piccola speranza di uscire vivi da quella vicenda. Accorgendosi che, ormai, Roberto non aveva null’altro da dire, intervenne nel discorso, prolungando una conversazione ormai in dirittura di arrivo.
«Io, però, vorrei sapere una cosa che forse lei non saprà dirmi» disse.
«Non siamo mica in un talk show! Ho prolungato la vostra vita per troppo tempo. Perlomeno voi sarete i fortunati ad essere morti nel luogo in cui risorgerà il nazismo. Forse ci sarà un piccolo capitolo nei libri di storia: “Gli unici ad essere riusciti a scoprire il nostro segreto”».
Dopo quelle parole Kurt scoppiò una grassa risata.
«Basta stupidaggini. Addio».
In quel momento si sentì tramortire. Cadde a terra spinto da una forza alle sue spalle. “Che diavolo sta succedendo?”. La sua pistola sparò, ma il colpo fu infruttuoso. Senza avere il tempo di accorgersi di nulla, si ritrovò per terra, incastrato sotto svariati chili di libri e cartacce.
«Dannazione!» urlò. «Vi ucciderò! Vi ucciderò tutti!».
 
«Oh Dio! Leo!» gridò Francesca, in preda alla gioia.
«Qualcuno ha chiamato un eroe?» chiese Leonardo, in modo ironico.
«Sei arrivato al momento giusto, amico» disse Roberto.
Nessuno di loro, però, si era accorto che quello scaffale aveva urtato una delle travi che reggevano quel posto. Il colpo aveva piegato il legno che, poco a poco, stava sempre di più cedendo.
L’attenzione del gruppo si focalizzò su Losener, che da terra, sembrava fosse in grado di liberarsi e tornare ad essere un pericolo per tutti loro.
«Leo, vieni qui, aiutami a far cadere quest’altro scaffale» propose il poliziotto.
«Vuoi ucciderlo?».
«No, solo renderlo immune per qualche ora. Il tempo di chiamare la polizia locale e salvare il mondo».
«Ma ti senti? Salvare il mondo? Non siamo mica i Fantastici 4?».
«È vero, ce ne manca uno. Dai aiutami».
Entrambi esercitarono un’enorme quantità di forza per far cadere lo scaffale preso di mira. Conteneva sicuramente altri lingotti d’oro.
Da sotto la libreria, Kurt, continuava a borbottare e, quando si sentì cascare addosso altri chili, perse conoscenza per l’eccessivo peso.
Quella caduta aveva ulteriormente debilitato lo stato della trave che, cadendo, aveva iniziato a rendere instabile il soffitto. Lentamente anche le altre travi cominciarono a soffrire il carico sopra di loro. Era evidente che ormai il peso non era più equamente distribuito.
«Dobbiamo uscire subito di qui» gridò Francesca. «Svelti!».
La luce era ormai del tutto svanita, il grasso animale che fungeva da alimentazione era quasi tutto bruciato e quel labirinto di oggetti ammassati non rendeva facile l’individuazione dell’uscita.
«Dove diavolo è la porta?».
Correndo per la propria salvezza, Leonardo riuscì a dare un’ultima occhiata alla bara di Hitler, prima di vedere le travi collassare una dietro l’altra.
«Di qua! Svelti!».
Roberto guidava i suoi amici attraverso i cunicoli di quel bunker. Non ebbero neanche il tempo di richiudere l’enorme portone dell’ingresso. Era una corsa contro il tempo. Rimanere un secondo in più in quel posto sarebbe significato una morte certa.
   
 
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