Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: scriveremibasta    22/03/2017    3 recensioni
"Mi ha sussurrato tre regole, all'ombra di un cespuglio di rose rosse. Le avevo trovate strane, folli...ma non avevo proferito parola. Lei mi aveva guardato e, all'ombra di quel cespuglio, mi aveva cambiato la vita. Se ne andava sempre senza salutarmi ma non mi offendevo...anzi, mi piaceva da impazzire."
Inuyasha, un giovane ragazzo che si ritroverà a fare da servitore alla famiglia Higurashi.
Tre importanti regole a scandire la sua esistenza, insieme al ticchettio dei tacchi della sua padrona. Ce la farà a rispettarle?
Chissà che non scopra qualcos'altro oltre al segreto che oscura quella famiglia...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi sento debole di fronte a quello sguardo.
Di fronte ai suoi occhi, di fronte a quello sguardo color zaffiro. Mi sento incredibilmente debole.
Mi…giudica? Lo fa.
È come se mi leggesse l’anima. Non mi piace, mi mette sotto pressione…
“Ma allo stesso tempo sento come se non ne potessi fare a meno” pecco di superbia, vorrei essere costantemente osservato da quello sguardo. Vorrei possedere quello sguardo.
Sento il bisogno di averla.
Voglio sentirla, voglio sentire il sapore del suo sangue…
Deglutisco, perdendomi in quello sguardo che, ora come ora, mi guarda con una scintilla di divertimento.
-Avanti, Inuyasha…- mi sussurra, avvicinandosi, gattonando verso di me –So che lo vuoi…-
La situazione è irreale.
Cosa ci facciamo sopra un letto, entrambi in biancheria intima…?
Sono seduto, inginocchiato, i miei occhi osservano frenetici e bramosi la sua figura. La saliva mi viene meno, ho bisogno di mordere quel collo candido, di sentire il sapore del liquido scarlatto che tanto bramo…
Sangue. Datemi sangue.
La sento ridacchiare, mentre si muove ancora verso di me. Arriva a qualche centimetro dal mio volto, il solito sorriso furbo ad abbellirle il volto –Hai intenzione di mordermi?- mi chiede, il suo fiato sfiora la mia mandibola che, subito, viene serrata.
Lotto con tutto me stesso per non saltarle addosso.
Ricordi? Non puoi mordere qualcuno, Inuyasha. Te lo sei ripromesso, sarebbe…verrebbe meno ai tuoi propositi. Tu non vuoi essere un vampiro.
-No- sussurro, parlando per la prima volta –Non posso…- mormoro, mentre una mano corre a spingerla lontana, per la spalla. Lei non fa resistenza, si fa spingere via come un docile agnellino.
Le scappa solo un ghigno.
-Perché no?- mi chiede, guardandomi dritto negli occhi. E di nuovo: mi sento risucchiato, messo alla prova, giudicato. Non voglio che mi guardi…ma lo voglio.
Sfuggo presto con lo sguardo, mordendomi il labbro.
-Non vuoi saggiare il mio sangue, Inuyasha?- la sua voce è soffusa, seducente, si sistema seduta toccandosi distrattamente il collo –Non vuoi mordermi?- rincara la dose, con voce ancora più bassa.
Tremo, cercando di trattenermi.
Ma so allo stesso tempo che è una lotta inutile, già persa: mille voci combattono contro una, la mia testa mi dice di no…ma tutto il resto si.
Con una mossa fulminea le sono addosso, schiacciandola sotto il mio peso.
Ansimo, guardandole il collo ed evitando volontariamente il suo volto. Sento il suo sguardo malizioso e soddisfatto bruciare su di me, e ciò mi basta.
Abbasso piano il volto verso il suo collo, deglutendo un’ultima volta.
Ne lecco la giugulare, prima di morderla.
Ed è rosso. O nero…
Ho chiuso gli occhi, godendomi il momento. Godendomi il suo sapore.
Sperando di non separarmene mai più. Sperando di rimanere per sempre in quel modo.

È un doloroso fischio, quello che mi sveglia.
Le orecchie iniziano presto a dolermi, perciò mi porto le mani a coprirle, cercando invano di fermare l’assordante rumore. Non sono io a farlo smettere.
Cessa qualche secondo dopo, da solo.
Mi lascio scappare un sospiro, liberando le mie orecchie e girandomi supino sul letto.
-È successo di nuovo- sussurro –Ho di nuovo fatto quello strano sogno- porto un braccio a coprirmi gli occhi, cercando di rilassarmi e riflettere su ciò che ho sognato.
Posso considerarlo come…un avvertimento?
Il mio subconscio sta, di nuovo, cercando di dirmi qualcosa?
Vuole che beva sangue…
E lo voglio anch’io, è inutile mentire a me stesso.
Ma non posso. Non voglio essere un vampiro.
“E la prima cosa da fare, sarebbe andare contro la tua natura?” con uno sbuffo mi giro di lato, ignorando quegli stupidi pensieri. Non voglio andare contro la mia natura…solo…mi fa schifo bere sangue, succhiare sangue. Chiudo gli occhi.
“E invece ti attrae”
Apro gli occhi.
Dormire ancora è inutile. Non ho più sonno e non ho intenzione di stare qui a discutere con me stesso inutilmente. Quindi mi alzo, dirigendomi verso il bagno a passo lento.
Solo ieri ho detto di voler ritrovare Kagome…o, almeno, cercarla…ed oggi sento già che non ho assoluta voglia di vederla. Cercarla…dove? Riuscirò a trovarla? Perché farlo?
Sbuffo per l’ennesima volta, aprendo il rubinetto ed iniziando a riempire la doccia della vasca bianco perla del mio bagno –Non serve pensarci, Inuyasha, fallo e basta- sussurro contro me stesso, iniziandomi a spogliare con stizza.
“È tutto, indovinate un po’, così confuso” penso, inarcando le sopracciglia scettico ed immergendomi dentro la vasca, una volta riempita. Come già sapevo: i muscoli, una volta a contatto con l’acqua calda, si rilassano subito. A rilassarsi, però, non sono i pensieri.
Passo un bel po’ di tempo nella vasca, pensando a cosa farò dopo…tutto questo, e cosa potrei fare ora.
Mi sto ancora strofinando i capelli, quando la porta del bagno viene spalancata.
-Non si usa più bussare?- mormoro, aprendo gli occhi che prima avevo chiuso per non farmi andare shampoo in essi. “Aspe, ma questo intruglio alle erbe può essere chiamato shampoo?”
Una volta che capisco chi ho davanti, mi acciglio.
-Inuyasha, giusto?-
Il padrone di casa, Riku Higurashi, è proprio qui di fronte a me.
A me, che ora mi sto facendo il bagno ed ho la testa completamente insaponata e delle probabili borse sotto gli occhi. A me, che ora sono un vampiro e la bocca aperta che fa vedere i canini non è l’unica cosa che lo prova. A me, che non mi ha mai visto come un vero e proprio essere umano. A me.
Deglutisco “Porca vacca”
-Si, e…- mi schiarisco la voce –Non può aspettare che finisco di lavarmi? Non sono nella situazione adatta per parlare, come vede- sorrido nervosamente.
Lui non dice una parola. Lo sguardo è fermo, nessuna emozione trapela da esso.
-Ho bisogno di parlarti- anche il tono non da prova di nulla.
-Ed io ho bisogno di finire di lavarmi- rispondo a tono, gettando a peso morto le mani in acqua.
Lui serra la mascella –Bene- fa –Ti aspetto fuori. Non prenderti tempo- e, detto ciò, esce.
Rimango qualche secondo immobile, semplicemente allibito da quello che è appena successo.
Ma decido di non darci poi tanto peso: “Si parla di Padron Higurashi” penso ironicamente “Non si può fare aspettare un uomo di quel calibro” schiocco la lingua, lasciandomi andare ad un ghigno beffardo.

La risata di Naraku risuonò nell’aria.
Stava andando tutto così immensamente bene…aveva imbrogliato perfettamente quel ragazzino e tutta la sua “banda” e non ci aveva perso assolutamente nulla. Anzi, aveva persino ottenuto la sfera e quel libro.
-Ho fatto bene a mandare un clone, al posto mio- ghignò, pensando a tutto il sangue che era uscito dalla testa del poveretto, una volta che quel Sesshomaru gli aveva piantato il coltello nella tempia.
Ora, il prossimo passo del suo piano: distruggere Inuyasha.
Emotivamente e psicologicamente. Un soggetto diventava più debole quando crollava dal punto di vista psicologico. Ghignò, ridendo follemente: l’avrebbe completamente distrutto.
“E come farlo in un modo migliore, se non servendosi della figlia degli Higurashi?”

Sesshomaru sbuffò, lasciandosi andare alla poltrona.
Che cazzo avrebbe fatto ora? Il suo piano era fallito sotto tutti i punti. Non era riuscito a trasformare Inuyasha in umano perché quella vampira aveva fatto prima di lui ed ora Naraku aveva la sfera.
La sfera che conteneva l’energia di suo fratello.
O, almeno, una parte.
Da quella sfera poteva nascere un licantropo vero e proprio, Naraku l’avrebbe creato facilmente con la sua magia nera, ma cosa voleva fare, invece? Creare un licantropo…perché? Non sarebbe stato meglio assorbire il potere di quella sfera?
Sbatté violentemente un pugno nel bracciolo della poltrona, stringendo i denti. Quel pazzo aveva ucciso sua madre, ed ora che voleva fare? Considerandone la pazzia, nulla di buono…
Ma Sesshomaru sentiva che c’era qualcuno, nelle retrovie, di molto più pericoloso di Naraku.
Glielo diceva il suo istinto di lupo.
Inspirò a fondo, sentendo l’orologio ticchettare.
-Rin…- chiamò con voce roca –Dov’è lei?- disse, provando un moto di rabbia al solo pensarci. La piccola, che prima era pacificamente accoccolata sul divano e pareva dormire, aprì velocemente gli occhi, guardando il padrone come se prima non stesse riposando.
-Sta dormendo- disse, alzandosi e stropicciandosi un occhio.
Il maggiore annuì, mostrandosi più nervoso del previsto.
“Per ora, è meglio che non lo sappia nessuno…”

-Di cosa voleva parlarmi?- finisco di abbottonarmi la camicia, entrando nella stanza e correndo subito con lo sguardo al Signor Higurashi. Quello, che prima osservava minuziosamente un quadro, si volta velocemente verso di me, lo sguardo color zaffiro freddo e privo di emozioni.
“Dev’essere un vero tiranno…” penso, riconoscendo in lui alcuni tratti di Kagome.
-Mia figlia non ti ha detto che posso leggere nel pensiero?- fa, ironico, aprendosi in un ghigno bastardo.
Mi mordo la lingua a quelle parole: me n’ero completamente dimenticato, in realtà…
-Si, lo ha accennato- faccio spallucce, cercando di restare il più calmo possibile –Ma non credo che questa sia la risposta alla mia precedente domanda…-
Lui ride. Freddo e calcolatore, mi prende palesemente in giro.
-Che peperino- mi dice –Accomodiamoci- fa, poi, sedendosi nel mio letto.
Lo seguo, sedendomi nella sedia proprio davanti ad esso.
Ci guardiamo per qualche secondo, poi lui comincia a parlare –Vedi, Inuyasha- sputa con freddezza il mio nome –Sono qui per parlarti di…quello che sta succedendo- il suo sorriso mi sta sul cazzo…
Faccio spallucce –Che sta succedendo?- chiedo, inarcando le sopracciglia in una smorfia scettica ed eloquente. Vediamo un po’ fin dove ti spingi, paparino…
-Oh, lo sai benissimo!- sbotta lui, tra il divertito ed il rabbioso.
-Dipende- faccio, mantenendo la calma.
-Non voglio che ti metta con mia figlia- dice tutto d’un colpo, lui –Sei un licantropo…- inizia, con una smorfia –Eri- si corregge –Ed ora? Credi di essere un vampiro? No, sei sempre uno sporco mezzo-sangue. Vampiro o meno, solo perché mia figlia ti ha trasformato, non credere di poter essere al nostro livello. Sporcheresti solo il nostro sangue puro…- dice tutto con tono schifato, stizzito ed altezzoso.
Inarco di nuovo le sopracciglia, affrontandolo –A meno che non sia ceco, o completamente impazzito…io mi vedo vampiro- parlo con una calma raggelante –Ah, no, ma aspetti…- faccio poi, un ghigno stronzo nel volto ed il tono più strafottente che sono riuscito a trovare –Lei, per vampiro, intende un signorotto ricco d’alta società, con un posto tra le persone più influenti del paese e con un fascino raggelante…- ridacchio, chiudendo per un attimo gli occhi –Ora si capisce tutto…- sussurro, sempre divertito –Beh, sua figlia condivide le sue stesse idee. Non mi considererà mai se non come un giocattolo, come un servo…quindi non vedo come si possa preoccupare- termino il tutto con un’alzata di spalle, strafottente come prima.
Sono convinto di ciò che ho detto: Kagome mi vedrà sempre come un servitore.
Evidentemente, però, suo padre non è d’accordo quanto lo sono io.
-Conosco mia figlia, credimi…ed arrivare a trasformarti-
-Sua figlia- lo interrompo –Non fa altro che quello che vuole. Le piace giocare ed è egoista. Scommetto che per tenermi qui con lei per sempre, arriverebbe ad imprigionarmi- continuo, il tono deciso, che non accetta repliche –Come quelle tre regole…- sussurro, ad un tono di voce quasi inaudibile.
Lui pare avermi sentito –Quali regole, scusa?- chiede, il tono sospettoso ed improvvisamente freddo e nervoso. Mi mordo la lingua, maledendomi per essermi lasciato scappare una cosa importante come quella.
-Nulla- dico, velocemente.
Lui mi guarda qualche secondo neutro, poi si apre in un sorriso folle –Okay- dice, con voce da pazzo, iniziando poi a ridere –Tutto okay- sussurra, infine, andandosene velocemente dalla stanza.
Rimango solo nella stanza, turbato e con una nuova consapevolezza: devo assolutamente trovare Kagome.

Si appoggiò al muro, ancora con quel sorriso folle.
Aveva capito come fare, come allontanare quei due e preservare il suo sangue puro.
Non avrebbe mai lasciato che la sua Kagome si sporcasse, divenisse impura, per uno sporco mezzo-sangue come lui. No…gliel’avrebbe fatto odiare.
Si sarebbe odiati a vicenda ed allontanati sempre di più.
Non avrebbe lasciato che la sua piccola diventasse sporca.
Non avrebbe lasciato che si legasse a lui.
No…

Mi siedo sul letto, lasciandomi andare ai pensieri.
Devo trovare Kagome, si…ma come faccio? “Sempre la stessa domanda, diamine…” stringo i denti, lasciandomi andare ad un lamento. Mi servirebbe sapere qualcosa…ma quella ragazza è un fottuto mistero, e fa sempre ciò che vuole…potrebbe anche essere andata in Alaska!
“Beh, ma qualcosa la deve pur aver lasciata…” si, certo, e che dovrei fare? Andare nella sua stanza e-
-Geniale…- sussurro, spalancando gli occhi. Nel peggiore dei casi non troverò nulla.
Ma tentar non nuoce.
“Beh, in questo caso potrei essere decapitato seduta stante da Paparino…” penso, ironico, sgattaiolando fuori dalla porta “Ma, sempre nel peggiore dei casi, posso uscirmene con una scusa” annuisco, convinto.
Non so minimamente dove sia la sua stanza, ma il mio olfatto fa il lavoro per me: non credevo che i vampiri avessero un odore…“Ed il suo è anche particolarmente buono…” non appena mi accorgo di ciò che ho pensato, stringo i denti, sbuffando.
Inuyasha? Tieni a posto gli ormoni!
-Dovrebbe essere questa…- mi dico, aprendo la porta da dove, il delicato odore di rose, si sente più forte.
Non appena sono dentro, una cosa mi salta subito all’occhio: sembra non essere mai stata usata da nessuno. Il letto è perfettamente ordinato, le lenzuola pulite e profumate e la finestra aperta da cui proviene un venticello fresco e rilassante.
Inspiro l’odore, beandomene. Kagome non sembra esserci mai stata, qui dentro, ma la camera è zeppa del suo odore…lo riconosco perfettamente.
“Sembro un cane” ridacchio, alludendo al mio olfatto fine e sviluppato.
So che non è una cosa carina da fare, ma inizio ad aprire i cassetti del suo comò. Inutile dire che vi trovo soltanto le sue camicie, vari maglioni e…la sua biancheria intima.
Sbianco non appena mi trovo davanti a vari paia di mutande e reggiseni; posso quasi sentire il sorriso divertito e malizioso di Kagome. Chiudo subito il cassetto, decidendo che è ora di passare all’armadio.
“Cosa trovo ora, un completino hot?” penso ironicamente, aprendo le ante.
No, tutto normale.
Scarpe, pantaloni e varie giacche, sistemate perfettamente. Come ho già detto: come se nessuno le avesse mai usate. Arriccio il naso: chi mai metterebbe le scarpe nell’armadio?
-Uff. Nulla di interessante…- esclamo, giocando con la tenda del baldacchino –Potrei vedere in bagno ma…- “Tentar non nuoce, Inuyasha, ricordi?” giusto.
Apro la porta della stanza con sguardo scettico. So perfettamente che non troverò nulla e, appunto, è un bagno come tutti gli altri. Nuovo e perfettamente “non-usato”, ma pur sempre come tutti gli altri.
Richiudo la porta alle mie spalle con un sorriso nervoso.
“Kagome, giuro che, appena ti trovo, dovrai darmi una scusa perfetta…per non farti uccidere.”
-Sempre se prima non ti uccido io, Inuyasha-
Voce vellutata, soffusa e vagamente beffarda. Mi si forma un nodo in gola, gli occhi si spalancano ed il battito cardiaco accelera.
“I vampiri hanno un cuore?” penso distrattamente, voltandomi verso quella voce “Non ci credo”
Non ho il tempo nemmeno di pensarlo che mi è addosso: il suo corpo premuto sul mio che, a sua volta, preme contro la parete. O la porta?
Non lo so.
Questa ragazza annulla completamente tutte le mie facoltà mentali.
-Mi sorprendi sempre, lo sai?- mormoro, a corto di fiato, guardando dritto dentro quegli occhi color zaffiro –Sparisci, ed ora ti fai ritrovare qui e…- non riesco a finire le parole, le sue labbra premono sulle mie, provocandomi un colpo al cuore.
Non so come, quando e perché. Voglio solo abbandonarmi alle sensazioni.
Le circondo i fianchi, protendendomi verso di lei ed approfondendo il bacio. Lei mi circonda il collo con le braccia, la sento sorridere.
È un bacio appassionato, il nostro. Che sa di parole non dette e sentimenti mai espressi.
È semplice chimica, elettricità statica…magia.
La tiro di più a me, premendo i nostri corpi e sentendo mille scosse attraversarmi la spina dorsale.
Non ha senso, non ha mai senso…
Eppure mi sento bene.
Velocemente la afferro dalle cosce, alzandole le gambe e facendole circondare il mio bacino, poi scambio le posizioni, sbattendola al muro con poca grazia; piccola vendetta per i dolorosi morsi che mi ha dato.
A quel punto siamo entrambi a corto di fiato, quindi ci stacchiamo.
Non mi trattengo dal morderle il labbro inferiore con un ghigno, tirandolo.
-Allora?- sussurro, ansimando –Qual è la scusa?- le chiedo, guardandola con lo stesso ghigno.
Lei mi accarezza le spalle, stringendole leggermente e seguendomi nel ghignare.
-Prima di tutto ciao- sussurra maliziosa –Secondo, vedo che diventare vampiro ti ha fatto anche crescere in altezza…- ridacchia; ed, effettivamente, lo noto anch’io: siamo alla stessa altezza.
Mi lascio andare ad una bassa risata –Okay, padroncina- faccio, divertito –Ora mi dici perché sei fuggita e mi hai lasciato da solo in questo schi- mi poggia un dito sulle labbra, sussurrandomi uno “Sssh”.
Non dice nulla, mi guarda solamente in silenzio, con un sorriso dolce e misterioso.
Nemmeno io dico nulla, anch’io sorrido…
-Mi sei mancata- le sussurro, in un modo che nemmeno io immaginavo di fare mai.
Lei annuisce, mormorando un “Anche a me”; le sue mani mi accarezzano il collo.
Deglutisco, facendo cadere lo sguardo sul suo di collo.
Candido e sicuramente morbido…
-Vuoi mordermi, Inuyasha?- il suo è un sussurro soffuso, ma non per questo non ne sento il tono divertito e malizioso. Non rispondo, vergognandomi io stesso della risposta.
-È…- mi lascio scappare, stringendo la presa sulle sue gambe –Sbagliato…-
-Sbagliato? Sei un vampiro…è normale per noi, desiderare di bere sangue. Di succhiare e mordere…- fa spallucce –Se vuoi, puoi farlo- ghigna, infine.
-No…- la mia voce è sempre più bassa –Non-
-Non puoi vivere senza bere sangue, Inuyasha. Non puoi farlo perché sei debole, il tuo corpo si è abituato da qualche giorno ad essere un vampiro ed ha bisogno di nutrimento, molto nutrimento- mi spiega.
Io abbasso lo sguardo, non volendo affrontare la realtà.
-Poco importa se ne bevi dalle sacche per la trasfusione- il suo tono è schifato.
-Come fai a saperlo?- alzo di scatto il volto, guardandola con le sopracciglia aggrottate.
Lei ridacchia –Si sente dal tuo odore. Chissà di quand’è quel sangue che hai bevuto- si lascia andare ad un ghigno stronzo –Hai bisogno di sangue vero, Inuyasha- si avvicina al mio orecchio –Hai bisogno del mio sangue- sussurra, con tono che mi fa rabbrividire.
Stringo ancora la presa sulle sue gambe.
-Farà male?- le chiedo, preoccupato. Lei si tira indietro, facendo spallucce, stavolta con un sorrisetto.
Senza attendere altro tempo mi pretendo verso il suo collo, spingendo il suo corpo più vicino al mio; la sua mano si va ad adagiare sulla mia schiena. Deposito un bacio, facendola ridacchiare, poi apro la bocca.
Non ne ho il coraggio…ma ne sento il tremendo bisogno…
Deglutisco a bocca spalancata.
-Suvvia, di che hai paura?- mi sussurra Kagome, carezzandomi la testa.
Mi scappa un leggero ringhio e, a quel punto, non esito più: affondo i canini nella pelle morbida del suo collo ed è paradiso.
Al diavolo, ha vinto di nuovo lei.

Sesshomaru entrò dentro la stanza.
Da una parte il corpo senza vita…dall’altra, un letto vuoto.
Strinse i denti, sentendo il bisogno di uccidere qualcuno.
-Questo è un bel problema…- sussurrò, portandosi una mano a coprire gli occhi.

-Seconda regola, Inuyasha: sii mio, sempre e solo mio-


Angolo autrice <3
Holaaaa
Da tantissimo che non ci si legge… xD
Si, lo so, è quasi un mese che non aggiorno (forse di più xD) ma non avevo proprio ispirazione, ed invece di scrivere un capitolo controvoglia che facesse schifo, ho preferito aspettare.
Che ne dite? Ne è valsa la pena? ;)
Inuyasha e Kagome sono un continuo tira e molla, ed ora ci si mette anche il padre di Kaggy a rompere i maroni. Povero Sesshy, gliene stanno capitando di tutte, in questo momento… :3
Voi che ne pensate? Che sta accadendo?
Naraku spiega un po’ quello che vuole fare e si capisce anche cosa è successo prima che Inu svenisse…
Che vorrà fare con quella sfera? E quel fantomatico libro?
Sesshomaru la pensa giusta?
Presto si capirà di più su Kikyo, Bankotsu e compagnia bella! Ci sarà un bel colpo di scena… ;3
Beh, anche stavolta ho finito.
Mi scuso per gli errori.
Alla prossima!
   
 
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