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Autore: Val__    23/03/2017    2 recensioni
Alistair Brain era sempre stato attratto dal mistero e quando nel suo liceo l'enigmatico ladro senza faccia comicia a colpire, lui ed un improbabile gruppo di detective si ritroveranno a formare il Club del doposcuola più improvvisato di sempre per risolvere il mistero e beccare Faceless.
Riuscirà Alistair a smascherare l'autore dei furti senza farsi distrarre dalla crescente attrazione tra loro?
Qual'è il vero scopo dei furti di Faceless e perché sembrano gravitare intorno al ragazzo?
Ecco a voi un tentativo di mystery con un pizzico di "Occhi di Gatto" qua e là.
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"Raccolse le forze e si spinse in un ultimo scatto per raggiungere il ladro, ma non appena girò, si ritrovò costretto ad inchiodare per non finirgli contro.
Faceless era lì, davanti a lui con quel ghigno macchiato di presunzione fisso sul volto.
Il ladro lo afferrò per entrambi i polsi prima che potesse cadere all'indietro, ma Brain fu sicuro che non si trattasse di un impeto di gentilezza quando sentì la schiena sbattere contro la superficie dura e bitorzoluta del muro."[...]
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[Storia partecipante al contest "Cantami, o Diva...” Indetto da Dollarbaby sul forum di EFP.]
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Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Faceless

3. Deduzione e Sospetti

Ovviamente Brain non aveva nessuna intenzione di raccontare di come si era ritrovato con la lingua di Faceless in bocca, quindi quando Sarah chiese loro di esporle l'accaduto il giorno dopo durante la riunione del gruppo, aveva raccontato solo i dettagli rilevanti.
< Ha una maschera viola e oro che gli lascia scoperta solo la bocca e anche l'interno del mantello ha gli stessi colori > raccontò con un filo di voce, osservato da un po' troppe paia di occhi.
< Hai riconosciuto qualcos'altro? Capelli? Altezza? > chiese attenta Sarah.
< Credo più o meno la mia stessa altezza... o forse più alto, ma non ricordo di aver notato il colore dei capelli... > rispose.

Sai com'è, è un po' difficile essere osservante quando sei piuttosto impegnato a farti limonare...

< Credo avesse una sorta di cappuccio, per quello non hai notato i capelli... > intervenne Lara, attirando in parte l'attenzione e regalandogli un po' di sollievo.
Dopo gli eventi del giorno prima, Alistair non sembrava capace di rilassarsi. Anche solo al nominare il ladro senza faccia, sentiva come se lo stomaco si stesse attorcigliando e il cuore saltagli fuori dalla gola.

Oh Santo Cielo! Non posso prendermi una cotta per il tizio più ricercato dell'istituto!

E invece...
< Quindi cerchiamo un tizio generico, dall'altezza generica e vestito da carnevale... molto utile > commentò Lance.
< Oh, perché tu e i tuoi amichetti del nuoto siete stati molto utili > lo punzecchiò Melory, mantenendo un'aria composta.
< Beh, io ho chiesto! Non è colpa mia se nessuno ha visto niente! > obbiettò lui con una smorfia.
Melory gli lanciò un'occhiata eloquente.
Era vero che non si era sprecato più di tanto fino a quel momento, ma c'era da apprezzare il fatto che come minimo se ne fosse interessato.
< Ok, sentiamo allora, tu che hai fatto? > domandò aggressivo.
< Melory ha sfruttato il suo ampio seguito sui vari social media per divulgare il messaggio lasciato in bacheca e per annunciare pubblicamente la formazione del club. Molte delle nostre informazioni le dobbiamo a lei, compresa quella del furto dell'insegna da esporre per l'open day della prossima settimana, del quale nemmeno io ero a conoscenza > si inserì Mark, massaggiandosi le tempie come se la discussione e la perdita di tempo lo ferissero a livello personale.
< D'accordo, ora che abbiamo queste tanto fighe informazioni? > chiese Lara, accasciandosi sul tavolo ed allungando le braccia in uno strano modo di stirarsi.
Sarah saltò in piedi, trascinando una lavagna bianca a doppia facciata che aveva recuperato chissà dove. La girò, esponendo un elenco di oggetti rubati da Faceless con tanto di proprietari e di informazioni sul suo conto. Ad un lato tutti i biglietti lasciati dal ladro erano fissati con delle vivaci calamite di forme e colori improbabili.
Si fermò brevemente ad aggiungere le informazioni acquisite dal racconto di Lara e Brain per poi girarsi verso il gruppo con aria soddisfatta.
< Ora si passa alla deduzione! > annunciò.
Melory sospirò < Traduzione per favore? >.
< Significa che ora guardiamo i fatti nell'insieme e troviamo dei temi ricorrenti o delle cose che accomunano le vittime dei furti o gli oggetti rubati o... altra roba del genere > spiegò Brain.
La ragazza gli sorrise riconoscente ed Alistair dovette distogliere lo sguardo dopo aver ricambiato timidamente.
I capelli rossi raccolti in una concio scombinato, il trucco impeccabile che dava ai suoi occhi uno sguardo felino, i denti bianchi e splendenti. Non poteva reggere tutta quella perfezione.
Nessuno sarebbe dovuto essere capace di tenere un aspetto tanto impeccabile dopo più di cinque ore di scuola, nessuno. Tant'è vero che non doveva nemmeno guardarsi allo specchio per essere consapevole dell'aria scombinata da scienziato pazzo che i suoi cappelli color castano-banale avevano assunto sin dalla fine del pranzo. Eppure, ogni volta che Melory gli si presentava davanti le sue certezze andavano in fumo per poi esplodere epicamente sotto i suoi occhi.

Passarono il resto del pomeriggio a discutere delle possibili soluzioni, per poi rinunciare frustrati alla fine della giornata.
Lance era così scocciato dall'assenza di progressi che tanto per prendersela con qualcuno si mise a provocare Sarah ed Alistair < Ma voi due non eravate quelli che divorano gialli a destra e a manca? Cos'è, nella realtà è troppo difficile? >.
Venuta da un tizio come Lance Clark, non si sarebbero dovuti sentire nemmeno scalfiti, figuriamoci offesi. Ma una provocazione era una provocazione... e questa sembrava essere andata a segno in modo particolarmente diretto.

Quella sera i due amici non si diedero pace finché non ebbero passato in rassegna tutti i gialli delle rispettive librerie, vari episodi di vecchi telefilm come la signora in giallo, Poirot e persino alcune puntate del loro amato Detective Conan ed il tutto messaggiandosi senza mai una pausa.
Persino una volta steso nel letto, faccia spalmata sul cuscino, Brain non poté trattenere un lamento insoddisfatto. Già si vedeva trascorrere l'ennesima nottata in bianco.
Questa cosa della sua cotta per Faceless poi non migliorava di certo la situazione. Toglierselo dalla testa sembrava una missione impossibile, quindi tanto valeva sfruttare bene quel tempo cercando una soluzione e non fantasticando sulla sensazione delle sue mani calde intorno ai polsi o a quel sorriso tanto affascinante quanto irritante, sopratutto molto meglio che pensare a quel bacio intenso e...

Cazzo.

Si rimproverò mentalmente, tentando di ristabilire la concentrazione. Si allungò verso il comodino per raggiungere lo zaino, frugando per dieci minuti buoni, alla ricerca del foglio sul quale aveva trascritto tutti gli indizi presenti sulla lavagna bianca di Sarah.
Lo fissò insistente, ma con la mente svuotata.

...Niente.

Si massaggiò la base del naso, sentiva gli occhi pronti a chiudersi e stava quasi per arrendersi, quando il suo cellulare si mise a vibrare sul comodino.
Scattò sorpreso, fissandolo per qualche secondo prima di prenderlo in mano.
Una chiamata da un numero sconosciuto alle tre di notte. Chi diavolo chiama alle tre di notte?!
La prima idea che gli passò per la testa fu che si trattasse di qualche folle della compagnia telefonica che voleva morire male svegliando gli utenti ad un'ora più indecente del solito, ma quello sarebbe stato troppo indecente persino per loro.
Stanco di ragionare e troppo curioso per lasciar cadere la chiamata, rispose in un bisbiglio < Pronto? >.
Si aspettava di tutto, dalla voce elettronica, ad un semplice tonto che aveva sbagliato numero, o persino un conoscente ubriaco, ma di certo, non si aspettava che a rispondergli fosse una voce troppo profonda per la norma.
< Ti ho svegliato Sleeping Beauty? > domandò lo sconosciuto dall'altro capo. Alistair rabbrividì. Il tono di chiunque fosse dall'altro capo della chiamate era stato evidentemente modulato ed il risultato era sicuramente degno di qualche film horror.
< S-Sarah? > tentò alquanto terrorizzato.
La voce rise piano e nonostante la modulazione, Brain riuscì a riconoscerla. Roca e breve quanto un soffio. Sussultò, restando in silenzio per un qualche breve attimo.
< Se sei chi penso tu sia, giuro che urlo > deglutì, sperando vivamente di non dover mantenere la parole e svegliare l'intero quartiere.
< Non lo trovo molto conveniente > rise di nuovo il suo interlocutore.

Faceless aveva trovato il suo numero...
Faceless aveva trovato il suo numero e lo aveva chiamato...
Faceless aveva trovato il suo numero e lo aveva chiamato alle tre di notte...

Ora stava decisamente per urlare, ma per un motivo del tutto diverso.
Sentiva le guance farsi bollenti e nel toccarsi un orecchio, imbarazzato, lo senti scaldarsi a sua volta.
< Come hai... il mio numero... Io... > sentiva la bocca asciugarsi e la lingua attorcigliarsi, non c'era modo di riuscire a finire una frase e si sentì d'un tratto molto stupido.
< Ho le mie fonti... > rispose vago il ladro. < Allora, avete qualche pista? In caso contrario sarei molto felice di incontrarti per uno... scambio di informazioni >.
Brain si accese ancora di più, con la netta sensazione che lo scambio in questione non avrebbe riguardato semplici informazioni.
< Oh, certo > cominciò tenendo sempre il tono il più basso possibile. < Come se tu ci guadagnassi a farti beccare > sbottò.
< La mia era solo una proposta... prima riuscirai ad arrivarci, meglio riuscirai a... rimediare >.
Brain batté le palpebre un paio di volte, come per assicurarsi di aver sentito bene.
< Cosa dovrei rimediare, esattamente? > indagò, cauto.
Seguì qualche momento di silenzio, come se stesse riflettendo se e cosa rivelare.
< Diciamo semplicemente che sono il tipo a cui piace fare un po' il bullo con il ragazzo che mi piace > asserì vago. < Vedi di starci attento >.
Dopo un'affermazione del genere, che il cervello di Alistair funzionasse ancora era un miracolo.
Balbettò qualcosa di poco comprensibile in risposta, la cui unica parte chiara era un < 'Ddio! Smettila di incasinarmi il cervello! > borbottato forse un po' troppo ad alta voce, ma che Faceless sembrò apprezzare molto.
< Ma è così divertente... > sogghignò compiaciuto.

Quella sera continuarono a parlare di tutto e niente per un paio di ore e nonostante Brain si sentisse come se stesse camminando a tre metri dal suolo, il risultato della sua notte insonne fu che dovette trascinarsi a scuola come uno zombie. Il lato positivo era che se fosse riuscito a notare qualcuno tanto morto vivente quanto lui, avrebbe individuato un possibile sospetto.
Peccato che andava alle superiori. E lì tutte le mattine i corridori sono popolati da teenagers privati dal sonno per via di nottate di studio disperato dell'ultimo secondo.

Parcheggiò la bici il più vicino possibile all'entrata e si trascinò per il cortile, verso due sagome che riconobbe come Sarah e Melory, sedute sul muretto vicino all'entrata.
Melory era la perfezione anche quella mattina e se ne stava mezza stesa con un paio di vistosi occhiali da sole che la facevano sembra ancora più una diva.
< Buongiorno... > mormorò stanco il ragazzo.
Sarah ricambiò il saluto e gli sorrise appena. Era meno pimpante del solito, ma pensò fosse per la nottata in bianco che probabilmente anche lei aveva trascorso, per motivi più nobili dei suoi.
< Non sapevo fosse iniziata l'apocalisse zombie > commentò Melory. < Niente paura, basterà un quintale di correttore a testa e quelle tremende occhiaie saranno solo un brutto sogno! > affermò, tirando fuori l'attrezzatura e cominciando a trafficare con la faccia di Sarah, che, esausta, non provò nemmeno a ribellarsi.
< Io passo, lo zombie è il mio look naturale e sfidare la natura sarebbe troppo > rispose Brain, facendo sorridere entrambe le ragazze.
Melory stava ancora armeggiando con i capelli biondi di Sarah, quando un altro morto vivente crollò al suo fianco, mentre un ordinato e perfetto Mark si adagiava vicino ad Alistair.
< Clark mio Dio! Perlomeno avvisa se devi arrivare a scuola con quella faccia! > strepitò la rossa, uscendo dal personaggio della regina dei ghiacci, strappando un sorriso a Sarah, che si era scoperta preferirla di gran lunga nelle vesti di regina del dramma.
Lance sbuffò, stirandosi rumorosamente < Ti prego spegniti almeno per stamattina, o se intendi schiamazzare, sopprimimi prima... > borbottò, con la voce ancora assonnata.
Brain lo trovò quasi tenero così stanco certo, questo prima che gli lanciasse un'occhiataccia facendolo tornare in sé. Doveva essere la stanchezza.
< Tu sei bravo in matematica? > tirò fuori all'improvviso.
Alistair batté le palpebre un paio di volte prima di riuscirsi capace a rispondere < Discretamente, perché? >.
Lance si strofinò le tempie, come se avesse difficoltà a rispondere e Mark che pareva averlo notato, parlò per lui.
< È stato chiamato alla lavagna la settimana scorsa e non sapeva una quantità estrema di nozioni base, quindi ora la professoressa vuole fargli una prova di verifica in buona parte su argomenti dell'anno scorso > spiegò lucidamente.
< Ouch, c'è in ballo la promozione? > chiese Alistair.
< Già... Ho provato ad aiutarlo ieri sera, ma il materiale che gli ha fornito è un po' troppo ampio e alcune cose dell'anno scorso... le ho rimosse... > ammise con un po' di disagio.
Mark e Lance erano di un anno più grandi, ma nel caso di quest'ultimo, forse per il suo comportamento un po' infantile, Brain sembrava dimenticarlo spesso.
Sorrise comprensivo, cercando di metterlo più a suo agio < Mi servirà un po' di ripasso, a me basta meno di una settimana per rimuovere tutte le nozioni della verifica, ma un ripasso non mi farà male >.
Lance emise un sospiro di sollievo < Ti devo la vita Brain, LA VITA > scandì.
La risata che ne uscì, si trasformò in uno sbadiglio involontario.
< Possiamo iniziare prima delle attività del club... tanto Lara si fa sempre aspettare... se hai tempo con tutto il tuo multitasking un'altra mano di sicuro farà comodo, Mark > propose.
< E io che pensavo fosse un appuntamento di studio > storse la bocca Melory, prendendoli un po' in giro.
< Perché non lo è? > chiese sarcastico Mark, ma con il solito tono posato.
La battuta fu così inaspettata che dopo una risata collettiva si girarono tutti a guardarlo. Lui restituì l'occhiata, serio < Cosa? Anche io so fare umorismo... > commentò, quasi offeso.

Brain si aspettava parecchie difficoltà nell'insegnare a quello che sembrava essere lo stereotipo dell'atleta dalla testa vuota, per imparare tutto il programma di un anno, più che un po' di ripetizioni, serviva un miracolo per la quale né lui, né il principino della scuola erano attrezzati, ma Lance quel giorno aveva deciso di sorprenderli.
< Tutto chiaro! > aveva esclamato raggiante, dopo appena una mezz'ora di spiegazione. E sembrava esserlo veramente.
Andando avanti di esercizio in esercizio, di spiegazione in spiegazione, Lance Clark affrontava gli argomenti come affrontava le sue gare di nuoto, con impegno e, all'apparenza, con estrema facilità.
Mark e Alistair lo fissavano increduli.
< Ok, come diamine fa la tua media a far piangere, se sei una specie di prodigio dell'apprendimento? > domando scioccato Mark, sistemandosi meglio gli occhiali da riposo sul naso.
Lance alzò le spalle < Studiare non è difficile, ma non è proprio la mia priorità... se sono stanco dopo gli allenamenti semplicemente non apro libro o leggo qualche cosa giusto per la sufficienza > confessò, impegnato a risolvere uno dei problemi dal libro di testo.
< Ma è... > iniziò confuso. < Fenomenale! > finì con il sorriso più raggiante che Brain gli avesse mai visto. < Se ti ci impegnassi potresti sistemare i tuoi voti in un attimo e per l'ultimo anno una borsa di studio non te la toglie nessuno! > continuò. Sembrava essere davvero stupito e mostrava perfino un certo orgoglio negli occhi.
Lance lo guardò imbarazzato, ma con un mezzo sorriso che stava evidentemente cercando di sopprimere.
< Se non te la senti di studiare da solo, sono sicuro che a Mark non dispiacerà aiutarti tra un impegno e l'altro > azzardò Brain con un sorriso gentile, mentre l'altro annuiva convinto.
< Non so... non vorrei essere d'impiccio > mormorò il ragazzo, fingendosi troppo concentrato sul quaderno per rivolgere lo sguardo verso gli altri due.
< Nessun impiccio amico, un ripasso è sempre utile > lo corresse con rinnovata serietà Mark.
Lance saltò appena a quella frase, alzandosi finalmente a guardare i compagni e limitandosi ad annuire con forzata disinvoltura, ma con una certa luce in viso.
Le ragazze entrarono rumorosamente proprio in quell'istante, trascinando a braccetto una Lara più lamentosa che mai.
< Ma non potete lasciarmi fare buco almeno per oggi? Ho DAVVERO troppo sonno > mugugnò lei.
< No can do, sorella! > le rispose Sarah. Un po' del suo brio sembrava essere tornato rispetto al mortorio di quella mattina, forse grazie alla magia del make up di Melory.
Lanciò Lara sulla sedia per poi rivolgere un sorriso agli altri, fermando il suo sguardo su Alistair.
< Ehi Brain! Hai, tipo, due secondi per parlare? > chiese, ed il suo sorriso sembrò farsi un po' più forzato.
Annuì, con una certa preoccupazione, mentre notava che anche gli altri sembravano straniti da quella improvvisata.
La seguì fuori dalla stanza ed ancora per qualche passo per il corridoio. Sembrava volersi allontanare dalla porta il più possibile.
< Sarah? Che hai? Oggi non sembri proprio in te > la fermò lui, poggiandole una mano sulla spalla quando pensò che quel suo camminare fosse più mirato a tardare quel loro chiarimento il più possibile.
Lei lo guardò, più seria di quanto fosse mai stata < Brain. Io ti conosco e mi fido di te, TANTO, ma ho bisogno di chiedertelo e spero tu non me ne faccia una colpa >.
Il ragazzo si faceva più allarmato ad ogni secondo, ma aspettò che continuasse senza metterle fretta.
< Io posso fidarmi di te ciecamente, non è vero? > pronunciò quella domanda scandendo ogni lettera.
< Certo, ovvio! > rispose lui. < Sarah che succede, mi stai preoccupando... >.
Lei non rispose, ma tirò fuori un foglio di carta stropicciato dalla tasca della gonna di jeans e glielo mostrò, attendendo la sua reazione.
A lui bastò un'occhiata perché il panico e la confusione si impossessassero di lui.
< Non capisco > deglutì con urgenza prima di continuare. < Cosa... perché... è il mio nome. Perché è il mio nome? > balbettò nel caos più completo, reggendo il pezzo di carta con mani ora tremanti.
< Non lo so, non ne ho idea, pensavo... non lo so > fece lei con voce incerta e lo sguardo preoccupato.
Alistair continuò a fissare ciò che teneva in mano, cercando di inquadrare la situazione.
Nel foglio che Sarah gli aveva dato, gli oggetti rubati da Faceless erano stati scritti in un ordine diverso da come li aveva presentati in precedenza, messi uno sotto all'altro come un elenco, con la prima lettera maiuscola e dei numeri a fianco.

Arriccia capelli 24/1
Lecca-lecca 31/1
Infradito 8/2
Spazzola 16/2
Tastiera 21/2
Arpa 1/3
Insegna 9/3
Racchette 17/3

< L'altra sera le ho provate tutte, avrò riguardato i messaggi di Faceless un centinaio di volte e ho notato solo in quel momento dei numeri sul retro del foglio > spiegò lei con voce tremolante.
< Date? > chiese lui.
Lei annuì solo.
< Non ho idea perché ci sia il mio nome qui. Te lo giuro, sono confuso quanto te > cercò di convincerla lui.
< Ti credo, al cento per cento > sorrise appena lei. < Ma non sarei riuscita a togliermelo dalla testa finché non te ne avessi parlato >.
Prese un respiro, guardando negli occhi il migliore amico, abbracciandolo senza una parola per quella che gli sembrò un'eternità.
Aprì bocca solo quando si staccarono, con lo sguardo fermo < Rimarrà tra noi due ok? Promesso >.
Non era necessario, ma Alistair apprezzò il gesto e le sorrise per rincuorarla.

Purtroppo Sarah non poté mantenere quella promessa.
Rientrarono al club senza una parola, celando difficilmente l'austerità sui loro volti ed alzando ulteriori sospetti tra i compagni.
< Quindi! > iniziò con voce squillante l'amica, rompendo il silenzio e l'atmosfera rigida, presente sin dal loro ingresso. < Qualcuno ha novità? Perché noi abbiamo assolutamente zero idee di come continuare la ricerca! > annunciò.
Era sempre stata una pessima bugiarda e se non fosse stato così teso, Brain sarebbe scoppiato a ridere davanti al suo tentativo.
< Non mi sei sembrata a corto di pensieri questa mattina... > indagò Melory, in modalità regina dei ghiacci.
Persino dall'altra parte del tavolo, Brain vide Sarah cominciare ad arrossire terribilmente, partendo dalle orecchie. Era sempre a disagio quando doveva raccontare una bugia.
< Puoi dirglielo se vuoi... > intervenne senza pensarci due volte, attirando tutti gli sguardi dei presenti. Non poteva sopportare la vista della sua migliore amica in un bagno di sudore sotto gli sguardi interrogatori degli altri.
Sarah scosse la testa, mordendosi il labbro.
< Di cosa stiamo parlando... esattamente? > intervenne Lara.
La ragazza tirò dietro le orecchie alcune ciocche bionde, lanciando un ultimo sguardo di conferma all'amico, che si limitò ad annuire.

Quello che seguitò il racconto non fu proprio quello che Brain aveva immaginato... fu molto peggio.
Lance aveva preso a guardarlo con sospetto, con l'occhiata omicida più spaventosa di sempre, Mark e Melory avevano iniziato un'interminabile discussione con Sarah su come avesse potuto non dirlo subito, mentre lei difendeva a spada tratta il suo migliore amico, incredula su come gli altri due potessero davvero credere che fosse capace di una serie di furti del genere, mentre Lara assisteva alla discussione con un cipiglio difficile da interpretare e la bocca che si apriva e chiudeva come un pesce rosso fino a quando, stanca di non riuscire a prendere parola, sbatté forte i pugni sul tavolo, zittendo tutti i presenti: < Vorrei ricordarvi che durante le interviste, io ed Alistair eravamo insieme ed ho TOTALMENTE visto lui e Faceless in contemporanea nello stesso posto>.
Sarah puntò il dito contro di lei trionfante < Giusto! Come lo spiegate questo? > sorrise.
Mark si acciglio scuotendo la testa < Peccato che venendo dalla persona più inaffidabile della terra come testimonianza non valga molto >.
Lara lo guardò come se stesse per saltargli addosso da un momento all'altro < Come scusa? > fece furiosa.
Alistair si alzò e le si avvicinò cauto, pronto a tenerla ferma nel caso avesse seriamente l'intenzione di iniziare una rissa.
< Potreste benissimo essere complici e diciamocelo, se fossi stata tu a condizionarlo, pensare ad Alistair come l'autore dei furti sarebbe molto più credibile > aggiunse lui, il mento alto e lo sguardo di sfida.
Lara emise come un ruggito e si alzò pronta ad affrontare il principino a pugni, mettendo da parte le semplici parole, ma Brain scattò ponendosi fra i due e stringendola per la spalle.
< Ok, calma! Stiamo andando un tantino fuori di testa qui > constatò, distraendo la ragazza dalla sua furia assassina. < Avete altre prove oltre ad un pezzo di carta da parte mia e una supposizione basata su precedenti per lei? > chiese, facendo appello alla parte più razionale dei ragazzi del gruppo.
Nessuno di loro aprì bocca.
< Esattamente > li zittì lui, mentre Lara tra le sue braccia aveva smesso di ribellarsi.
< Giusto. Possiamo levare entrambi dalle attività del gruppo fino a quando non avremo delle prove o qualcosa del genere? > propose Melory, guadagnandosi l'ennesimo grugnito da parte di Lara.
< D'accordo... ma solo temporaneamente, chiaro? E ovviamente nessuno deve portare queste accuse fuori da qui, sopratutto che nessuno riferisca nulla al preside > dichiarò Sarah, con una punta di amarezza nella voce.
Tutti si scambiarono una sguardo concorde, mentre Sarah guardava colpevole l'amico.
Brain provò a rassicurarla con un mezzo sorriso, ma Lara interruppe il momento trascinandolo fuori dalla stanza con rabbia ed urlando insulti a tutti i presenti.

Quella sera Alistair, come da routine, non riuscì a chiudere occhio.
Stava ancora fissando il soffitto quando, alle tre in punto, il suo cellulare vibrò leggermente.
Un messaggio da un numero sconosciuto che recitava solamente: “ Ops <3 ”.
Sorrise, rimproverandosi subito dopo.
Quel maledetto lo aveva appena fatto sbattere fuori dal club, ma che diavolo stava facendo?
Sbuffò, rigirandosi tra le coperte e fissando la schermata luminosa del cellulare per qualche altro secondo prima di decidersi a rispondere: “Devo davvero piacerti un sacco per meritarmi tutto questo tormento”.
La risposta arrivò qualche momento dopo: “L'hai detto”.
Signori e Signore, ecco come trasformare la testa di Alistair Brain in un casino con solo tre parole.

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Siparietto di Val

Ehilà!
Dopo una mezza morte causa il mio pessimo tempismo biologico, ho smesso di soffrire nel letto e mi sono laciata nel maledetto html per distrarmi. (Come se non avessi tre libri da studiare con il quale sarebbe decisamente più opportuno distrarsi...)
Terzo capitolo! Questo sì che dovrebbe far nascere sospetti!
Se non nasce niente... ho fatto bene il mio lavoro nel tenervi segreta l'identità del ladro! *w*
Il prossimo sarà l'ultimo dei capitoli partecipanti al contest menzionato in descrizione, quindi preparatevi mentalmente per una bella sorpresa, un mezzo finale (anche se poi andrò avanti) e... purtroppo anche un rallentamento degli aggiornamenti, visto che ho un'altra storia da scrivere e che non ho iniziato il quinto capitolo nemmeno per finta!
Detto ciò, torno a morire! Vi auguro una mmmmmeravigliosa giornata/serata/notte!
Ci si "vede" alla prossima! Kisses <3

Val__

  
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