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Autore: WeArePerfectlyImperfect    24/03/2017    2 recensioni
Nel mondo di Abby il caso non esiste.
Tutto è predetto dai marchi (o Scottature), simboli, simili a cicatrici, che si trovano sul palmo della mano di qualsiasi essere umano.
Ogni marchio ha un significato ben preciso e ha un solo gemello, una sola Metà.
Se trovi la tua metà allora trovi la tua anima gemella, il tuo vero amore... Se non la trovi però?
O se la trovi ma scopri che il destino sta davvero incasinando la tua vita facendoti incontrare la persona sbagliata? E se non fosse Amore? Abby se ne renderà conto quando incontrerà Lui, stronzo, pericoloso e completamente inadatto a lei, eppure con il marchio reclamato dal suo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo2 - Errore Perfetto
 
«La cosa sta iniziando a degenerare… Ieri a casa nostra è stato un inferno.» Bree si avvicinò al suo armadietto e iniziò a fare la combinazione per aprirlo.
«Va bene che c’è tuo padre…» il papà della mia migliore amica era un medico, lavorava durante il giorno nell’ospedale locale e alla sera riceveva a casa le persone che non potevano permettersi le cure. Era la persona più generosa che avessi mai conosciuto, e avrei scommesso qualsiasi cosa che Bree avrebbe seguito le sue orme un giorno.
«Sì, ma anche lui è umano e ha un limite…»
«Posso darvi una mano anche io se volete… Non l’ho mai fatto, ma per dire pulire le ferite e cose del genere non dovrebbe essere così complicato no?» mi proposi, in realtà il sangue mi faceva una certa impressione, ma alla fine era per una buona causa, non mi sarei di certo tirata indietro.
Guardai l’ora, dovevo andare se non volevo fare tardi a lezione, Mr. Shirmann non perdonava i ritardi «Devo correre, passo più tardi da te ok?»
«Vieni quando vuoi, tanto c’è sempre qualcuno.»
Affrettai il passo, la mia classe si trovava proprio nella parte opposta dell’edificio H, sentii il suono della campanella. Merda. Iniziai a correre e riuscii ad infilarmi tra la porta e lo stipite proprio nel momento in cui il professore stava per chiuderla.
«Mi scusi… Non accadrà più.»
«Signorina Pevensie… Il giorno che riuscirà ad arrivare puntuale gli asini inizieranno a volare.» disse secco Mr. Shirmann «Vai a prendere posto adesso.»
«Sì signore.» abbassai la testa e andai al mio posto. Sentii delle risatine e poi udii qualcuno sussurrare «Non riesce ad arrivare nemmeno in orario a lezione, non c’è da stupirsi che poi sia l’ultima a ricevere la sua Metà… Se mai la riceverà.» mi voltai e vidi Diana che ridacchiava con due sue amiche. Certo, chi altro poteva essere?!
«Bene. Come promesso oggi guarderemo un documentario sulla storia del Creatore.» disse alquanto eccitato il professore, alla sua affermazione seguirono degli sbuffi e degli sbadigli, ma lui sembrò non accorgersi di nulla. Spense le luci, accese il proiettore e il documentario iniziò.
Non so perché continuava a stressare ancora tutti noi con questa storia, ormai la sapevamo tutti a memoria.
«Il Dottore decise che era venuto il tempo per mettere un ordine al caos che c’era nel mondo. Lui e un team di esperti studiarono e costruirono una macchina che avrebbero utilizzato una sola volta per mettere ordine nella vita delle persone, per poi distruggerla per sempre. Chiamarono la loro invenzione “il Creatore”, perché creava ordine e il destino delle persone tramite una Scottatura. Le Scottature sono marchi, incisi sui palmi delle mani di tutti gli esseri viventi e che se studiati possono svelare il destino di quest’ultimi…» portai lo sguardo sul mio palmo destro, il marchio spiccava sulla mia pelle, come una grande cicatrice circolare e con linee che si intrecciavano fra loro. Non mi era ancora consentito saperne il significato, la Lettura avveniva al compimento del diciannovesimo compleanno, anno in cui si diventava adulti nel nostro regno… Nel momento in cui avveniva la lettura del simbolo finiva la possibilità di trovare la propria Metà e si finiva direttamente nel Cortile.
«Dopo aver attivato il Creatore, il team capì che non solo la Scottatura svelava il proprio destino, ma faceva trovare anche la propria anima gemella: l’unica persona al mondo con cui si condivideva lo stesso identico destino…»
Chissà come si viveva prima della creazione di quella macchina… Tutto doveva essere incredibilmente più semplice, senza pressioni, senza destino…
 
La campanella suonò di nuovo, segnando la fine delle lezioni. Andai al mio armadietto e posai tutti i libri che tenevo in mano, grazie al cielo il week end stava iniziando, potevo prendermi una pausa per due giorni. Non feci in tempo a chiudere l’armadietto che qualcuno si sbatte contro di me facendomi cadere tutto.
«Ei! Stai attento!» gridai al ragazzo che stava correndo nel corridoio seguito da altri.
«Scusa!!» mi gridò di rimando, poi si girò verso di me, corricchiando all’indietro per qualche secondo «Dovresti venire fuori! Hanno catturato il Principe!»
«Chi?!» non stavo capendo nulla, tutto ad un tratto la scuola sembrava essersi svegliata. Gente che correva e altri che gridavano. Raccolsi velocemente tutto cercando di non essere calpestata, e poi seguii gli altri fuori nel campo da football.
Si era formato un cerchio enorme con ragazzi che incitavano alla rissa, cercai di farmi spazio per vedere cosa stava succedendo. C’era un ragazzo a terra che cercava di dire qualcosa e altri tre che continuavano a tirare calci e a trascinarlo da una parte all’altra del cerchio.
«L’abbiamo trovato che spiava dentro la nostra scuola! Pensavi di scapparci, eh Bloomwood?!» il ragazzo a terra perdeva sangue dalla bocca e teneva gli occhi chiusi, gemendo ad ogni colpo.
Guardai bene il ragazzo, mi sembrava di conoscerlo, eppure non riuscivo a ricordare… Il poveretto ad un certo punto aprì gli occhi e mi guardo, in cerca di aiuto, e in quel momento mi ricordai!
«Fermi!» mi buttai in mezzo, cercando di fermare i tre «Fermi ho detto!!» tutti si bloccarono, il più grosso dei tre venne verso di me fermandosi a pochi centimetri dalla mia faccia e mi parlò con rabbia, quasi schiumando «Cosa vuoi? Vuoi davvero proteggere Bloomwood?»
«Pezzo d’idiota, lui non è il Principe che tutti stanno cercando!» lo scostai e andai ad aiutare il ragazzo a rialzarsi, era messo decisamente male.
«Si chiama Tom Wilson, la sua famiglia si è traferita la scorsa settimana nella casa accanto a quella della mia amica. Non c’entra niente con il Principe!» Tom era appoggiato alla mia spalla e cercò di annuire. Nessuno disse una parola «Adesso andatevene, prima che vi denunci io stessa al Principe Alec.» minacciai.
In quel momento arrivò la preside «Cosa sta succedendo qua?» in quel preciso momento tutti i ragazzi che si trovavano lì sparirono praticamente all’istante, rimasi solo io con Tom e qualche altro curioso che voleva sapere come la cosa sarebbe finita.
«Cosa è successo?»
«Pensavano fosse un sospetto…» risposi lapidaria, il resto poteva dedurlo da sé. La preside annuì «Qualcuno la aiuti a portare il ragazzo in infermeria, vado a chiamare la sua famiglia.»
Io e un altro ragazzo trascinammo Tom in infermeria e lo lasciammo nelle mani della dottoressa della scuola «Si riprenderà, tranquilli.» ci rassicurò prima di mandarci a casa.
 
Bevvi un sorso del tè che Bree mi aveva preparato «Lo stavano quasi per ammazzare…»
«Sono pazzi! Solo perché non hanno mai visto un ragazzo prima non vuol dire che deve per forza essere il delfino del regno accanto!» era sconvolta, si alzò e posò la sua tazza nel lavandino. Sembrava stesse macchinando qualcosa, mi sembrava quasi di vedere il suo cervello macinare idee «Cosa stai pensando Bree?»
«Dovremmo dirlo al Re, che cosa sta accadendo intendo…»
«Non essere stupida, dovremmo denunciare al Re le decisione di Alec, non che suo figlio?»
«E perché no?» rispose lei
«Perché ci farà rinchiudere entrambe!» Bree sembrò pensare un po’ sulle mie parole, e poi annuì dandomi ragione «Hai ragione, non so a cosa stessi pensando.»
In quel momento il padre entrò in cucina e gridò «Bree prendimi delle garze e del disinfettante, non ne ho più nello studio sopra…»
«Sì arrivo!»  prendemmo tutto ciò che il padre aveva richiesto e salimmo al piano superiore, dove il Signor Hepburn aveva la stanza per ricevere pazienti.
«Non devi rimanere, so che il sangue può farti impressione Abby.»
«Tranquilla,  penso di poter resistere dopo oggi…»
«Bree, devo occuparmi di questo paziente, potete disinfettare e bendare le ferite di quel ragazzo laggiù? Si è messo in mezzo ad una rissa oggi.»
Il ragazzo ci dava la schiena, aveva capelli neri come la pece e lunghi fin sopra le spalle, si teneva il braccio e stava pazientemente aspettando che qualcuno andasse ad aiutarlo con la ferita. Posai il disinfettante sul tavolo dove era seduto «Ho dimenticato sotto le bende Abby! Tono subito, puoi iniziare a pulire il taglio» mi disse Bree prima di correre di nuovo di sotto.
Feci il giro del tavolo e mormorai al ragazzo «Fammi vedere…» lui voltò la testa e abbassò lo sguardo su di me, i nostri occhi si incrociarono e il mio cuore mancò un colpo. Aveva occhi marroni e profondi, erano cioccolato fuso con venature dorate. Le labbra erano sottili e inizialmente contratte in una smorfia di dolore, e poi distese in un sorriso dolce. Potevo sentire le farfalle nello stomaco, le budella che si attorcigliavano e un macigno pensante quintali sullo stomaco. Tutto questo nello stesso momento. Sorrisi, non potevo crederci.
Il tempo sembrò fermarsi, niente intorno a noi aveva più alcuna importanza, c’era solo più lui, e poi c’ero io. Lui era davanti a me, mi sorrideva, gli occhi gli brillavano, una tenue luminescenza gli illuminò il viso quando il suo palmo iniziò a brillare, segno che aveva trovato la sua Metà.
Sorrisi. Avevo trovato colui che stavo cercando, il nostro destino era intrecciato da quando eravamo nati, e ora lui era qui.
Il sorriso divenne più intenso e caldo, e sembrò che anche lo sguardo si fece più profondo.
Un momento.
Feci un passo indietro “Non può essere”.
Lui non stava guardando me. Aveva lo sguardo perso verso qualcosa alla mie spalle. Abbassai lo sguardo sul mio palmo. Niente, il mio Marchio non stava brillando.
Un rumore improvviso mi riportò alla realtà, facendomi voltare: a Bree era caduto il vassoio con le bende e si stava massaggiando la mano con una smorfia di dolore dipinta sul viso.
Non c’era più pericolo che Abby finisse nel Cortile, perché aveva appena trovato la sua Metà.
Quel ragazzo era destinato a Bree, e non a me.
 
 
Hello Hello again!
Aaaaaaaallora, vorrei prima di tutto ringraziare le due anime pie che hanno recensito il mio primo capitolo, graziegraziegrazie <3 I vostri commenti mi hanno davvero fatto piacere! Vorrei poi ringraziare le persone che hanno inserito la mia storia tra le seguite e le ricordate, graziegraziegrazie <3 y’all made my day!
E poi vorrei ringraziare tutti i lettori silenziosi che si sono imbarcati in questa avventura con me, grazie davvero!
Ma adesso torniamo al capitolo… Abby pensava di aver ricevuto la sue Metà e invece… Cosa accadrà adesso? In questo capitolo alcune cose che erano un po’ vaghe in quello precedente hanno iniziato a prendere più forma. J
Grazie per aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
WeArePerfectlyImperfect.
   
 
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