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Autore: Najara    25/03/2017    7 recensioni
"È cosa nota e universalmente riconosciuta che due giovani sorelle non vedano l’ora di divertirsi e, un ballo, presenta sempre l’occasione perfetta."
Alex e Kara Danvers stanno per conoscere le nuove vicine, le affittuarie di Netherfield Park, un incontro che cambierà la loro vita.
Un'AU SuperCorp (con accenni Sanvers) nell'ottocento dipinto dal noto romanzo di Jane Austen.
Storia partecipante all’Iniziativa FemUniverse2016 indetta dal gruppo “In Femslash, We Trust (Official Group)".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo: Il ballo

 

Netherfield era bellissima, le luci la illuminavano attirando l’occhio, mentre la musica risuonava all’interno delle sue stanze colpendo l’orecchio come un suadente richiamo.

Kara si guardò attorno, suo malgrado emozionata, non aveva mai partecipato a un ballo tanto sontuoso. Alex accanto a lei aveva indossato un abito blu, ed era sorprendentemente elegante e bella, lei al contrario aveva optato per il bianco: un lungo abito bianco che sfiorava il pavimento salendo fino al collo. Aveva lasciato i capelli ricadere in ciocche ordinante attorno al suo viso e indossato gli orecchini di sua madre. Era contenta del suo aspetto, ma al contempo temeva di non essere all’altezza dell’eleganza generale della sala, vista la semplicità del suo vestito privo di pizzi, fronzoli o ricami.

“Eccovi.” Le accolse Maggie, Kara la guardò sorpresa, la donna, come sua sorella, aveva scelto un elegante vestito lungo, di colore nero che faceva risaltare la sua pelle ambrata. “Sei bellissima.” Aggiunse, miss Sawyer, guardando Alex. Gli occhi delle due donne si allacciarono poi Alex abbassò lo sguardo arrossendo un poco, Kara sbatté le palpebre sorpresa, non aveva mai visto sua sorella arrossire per un complimento!

“Lo siete tutte e due.” Aggiunse, poi, la padrona di casa sorridendo anche a lei. “Entrate e divertitevi.” Kara fece qualche passo avanti, ma vide Maggie posare la mano sul braccio di Alex e sentì che aggiungeva. “Non appena avrò finito con i miei doveri di ospite ti raggiungerò e, allora, balleremo.”

Kara si sarebbe voltata a guardarle, ma qualcosa le suggerì di non farlo, sapeva che avrebbe interrotto un momento intimo e questa strana consapevolezza la lasciò perplessa, che ci fosse qualcosa che le sfuggiva in quell’amicizia?

Mise da parte quei pensieri bizzarri e si guardò attorno. Vi erano quasi tutti i loro vicini e lei si trovò impegnata a salutare la maggior parte di essi. Alla fine vide James che parlava fitto con Winn e si avvicinò.

“Avete visto Mon-El?” Chiese, ormai chiamare il ragazzo con il suo nome daxamite era diventata un’abitudine.

“Mi ha chiesto di scusarlo con miss Sawyer e con voi. Un improvviso impegno lo ha obbligato a recarsi a Londra.” Spiegò Winn e Kara fece una smorfia insoddisfatta, i loro piani per scoprire come stavano davvero le cose erano appena sfumati.

“Ah sì? Improvviso? Molto comodo, forse, dopo tutto il ragazzo è un codardo che teme il confronto.” Ipotizzò Alex e Kara scosse vigorosamente la testa.

“No, è più probabile che sia troppo educato per rischiare di scatenare una scenata e rovinare la serata a tutti. Io dico che il suo è stato un gesto da gentiluomo.”

“Lo scuseresti anche se ti rubasse il naso.” L’accusò Alex, mentre i due giovani le fissavano stupiti.

“Lui è un principe, non ruberebbe mai il mio naso…” Ritorse in maniera infantile Kara e Alex dovette ridere.

“Come vuoi, ma cerca di goderti la serata anche se non potrai ballare con il misterioso e affascinante principe di Daxam.” Al suo tono Kara fece un’altra smorfia, poi i suoi occhi si bloccarono su una figura appena apparsa nella stanza.

Lena era vestita di bianco, un abito intarsiato di piccoli ricami d’oro, disegnato con un profondo decolté che attirava lo sguardo su di una collana in oro e sulla sua pelle bianca e perfetta della donna. I capelli erano acconciati in maniera diversa dal solito, Kara l’aveva sempre e solo vista con un severo chignon, ma questa volta erano morbidamente intrecciati e poi raccolti dietro al suo collo. Splendidi orecchini oscillavano ad ogni suo movimento, mentre la donna si guardava attorno fino a incrociare il suo sguardo. Eccoli: quegli occhi che avrebbero potuto competere con qualsiasi gioiello e uscirne vittoriosi.

Kara distolse lo sguardo, tese la mano a Winn e lo attirò sulla pista da ballo, conscia che nessuno ballava ancora, ma temendo di essere invitata dalla ragazza.

Presto il suo esempio fu imitato e si formò una lunga fila di ballerini, sorridenti e vocianti.

Il ballo era iniziato.

 

Kara lanciò uno sguardo attorno a sé, non vedeva più Lena dall’inizio della serata, ma era impossibile non notare Maggie, sempre intenta a ballare con Alex, le due donne sembravano profondamente perse, come se non esistesse più nessun altro al mondo, come se fossero sole, come se… Kara corrugò la fronte a quel pensiero e proprio mentre stava per dargli forma Maggie prese la mano di Alex e la portò via. Chissà cosa stava pianificando la donna questa volta. Kara sperò che non fossero convolti antichi archibugi pronti a esplodere.

Il ballo era quasi finito, molti ospiti iniziavano a sbadigliare dietro i loro eleganti ventagli e, probabilmente, presto sarebbero tornati a casa.

“Posso?” Quella voce le diede un brivido, come succedeva sempre quando la coglieva di sorpresa, come in quel caso. Si voltò e incontrò lo sguardo indecifrabile di Lena Luthor. La donna le tendeva la mano in un invito inequivocabile. Le dita di Kara sfiorarono le sue e lei percepì un secondo brivido, non si erano mai toccate prima.

I loro occhi si allacciarono per un istante, ma Kara distolse lo sguardo, avrebbero ballato assieme, ma non le perdonava di aver allontanato, con il suo atteggiamento, il giovane e simpatico principe di Daxam, poco importava che i suoi occhi fossero, indubbiamente, incantevoli e che provasse strane tentazioni al solo sfiorarsi delle loro dita.

Lena sembrò valutare il suo atteggiamento, per un lungo istante rimase lì, immobile, tenendo la sua mano sollevata, aspettando, forse, che lei la guardasse di nuovo. Un piccolo sospiro indicò che aveva capito che non sarebbe successo.

“Se non desiderate ballare con me, lo capisco.” Mormorò, sorprendendo Kara, non si era aspettata una simile rassegnazione in Lena. “Consideratevi libera dalla vostra promessa.” Aggiunse la donna, ma per qualche ragione non lasciò la sua mano. Kara alzò gli occhi e non trovò quelli della donna che, singolarmente, aveva lo sguardo basso.

“Ballerei con voi se non foste stata così ingiusta verso Mon-El.” Lena lasciò la sua mano come se si fosse bruciata e alzò lo sguardo, questa volta non vi era nulla di simile alla rassegnazione nei suoi occhi, ma invece in essi brillava la rabbia.

“Non giudicate cose di cui non sapete nulla.”

“Conosco il principe abbastanza bene da poter dire che è un uomo onesto.” Sul viso della donna passò un lampo d’ira, subito sostituito dal sarcasmo.

“Il principe sorride e ci si dimentica di porgli le domande giuste, di ascoltare per davvero le sue affermazioni.” Scosse la testa.

“Non…”

“Vi ho visto passeggiare con lui, non c’è bisogno di essere dei geni per capire che siete voi la sua prossima preda. Siete caduta vittima del suo fascino e neppure la verità vi salverà.” Kara sgranò gli occhi e arrossì davanti a un’affermazione così diretta. Tentò di trovare una risposta adeguata, ma Lena le aveva tolto la capacità di formulare una frase logica.

“Io… io…” La giovane Luthor scosse di nuovo la testa poi chinò il capo congedandosi bruscamente. Andò via tenendo la schiena dritta, i pugni stretti lungo il corpo e incidendo con un passo degno di una marcia militare. Era furiosa e tutto del suo corpo lo indicava.

Kara distolse lo sguardo e si voltò appoggiandosi ad un piccolo tavolino e prese un profondo respiro, provava uno strano senso di malessere, qualcosa che assomigliava molto a del rimorso. Scosse la testa: no, era sicura di quello che diceva e di certo il modo in cui Lena l’aveva trattata era inaccettabile, offensivo e degradante, come si permetteva di darle della sciocca ragazzina che cadeva nella rete di un ragazzo solo perché era di bell’aspetto e di nobili natali?

“Kara.” Eccolo di nuovo, quel maledetto brivido. Si voltò rossa in volta, pronta a litigare di nuovo, ma quando incrociò gli occhi lucidi di Lena tutta la sua bellicosità scomparve. “Perdonatemi. Miss Danvers…”

“Kara può… può andare bene.” Accettò senza saperne il motivo se non che, forse, vedere quel piccolo sorriso comparire sulle labbra di Lena Luthor non fosse affatto una cosa spiacevole.

“Kara.” Riprese la donna, gli occhi sempre fissi su di lei, in un miscuglio di titubanza e tristezza. “Quello che ho detto era ingiusto e dettato da…” Si interruppe e scosse la tesa. “Questo è una serata di festa e io l’ho rovinata, non volevo dirvi quelle cose.” Ammise e Kara si sentì immediatamente blandita.

“Non avrei dovuto parlare di… beh, sapevo che tra di voi vi è un’inimicizia e non avrei dovuto accennarne.” Lena accettò le sue parole con un piccolo cenno di ringraziamento, poi chinò il capo e si voltò per andarsene, ma Kara si ritrovò a posare la propria mano sul suo braccio fermandola. Gli occhi di Lena cercarono subito i suoi pieni di interrogativi.

“Dobbiamo ancora danzare.” Le ricordò lei con un piccolo sorriso.

“Credevo che…”

“Mi piacerebbe… se pensate che io sia all’altezza di danzare con una Luthor…” Arrossì un poco, perché improvvisamente gli occhi di Lena erano diventato morbidi e dolci, mentre sulle labbra della donna si era disegnato un sorriso.

“Ne sarei felice.” Rispose e poi le tese, per la seconda volta, la mano. Kara la prese prontamente e sentì le dita della donna afferrare le sue in una stretta asciutta e sicura. Rimasero in attesa che il ballo in corso finisse, in silenzio, senza che le loro mani si lasciassero, poi, quando fu il momento Lena la guidò al centro della stanza, tra gli altri ballerini.

I violini assieme alle viole riempirono la sala di musica e loro due iniziarono a muoversi sull’elegante pavimento di lucido marmo bianco. Le loro mani si toccarono per poi lasciarsi e ritrovarsi ancora, gli abiti frusciarono, mentre i loro corpi si sfioravano nei movimenti della danza, le loro labbra si sorrisero, mentre i loro occhi si cercavano dopo ogni giravolta. La musica sembrò farsi lontana e Kara si perse in quello sguardo profondo e calmo.

Poi, prima di quello che potesse immaginare, Lena, in linea davanti a lei, piegò il capo chiudendo la danza. Kara sbatté gli occhi, confusa, per un istante aveva perso completamente il contatto con la realtà. Arrossì, poi, in ritardo rispetto alle ballerine al suo fianco, eseguì una riverenza. Quando alzò di nuovo lo sguardo, Lena era molto più vicina, negli occhi una luce nuova che Kara aveva visto nascere nel suo sguardo mentre danzavano e che, in un modo che non capiva, le fece battere veloce il cuore.

“Io…” Iniziò la donna e Kara aspettò tesa le sue parole, il cuore che accelerava ancora, senza nessun motivo.

“Kara!” Sobbalzò sorpresa, spezzò il contatto visivo con Lena e si voltò nel sentirsi chiamare con voce così tesa da Alex.

“Cos’è successo?” Chiese, preoccupata dal viso bianco e dal modo in cui gli occhi di Alex scattavano a destra e a sinistra, mentre la ragazza la raggiungeva.

“Io... Maggie…” Scosse la testa e poi notò Lena, questa volta la maggiore delle Danvers arrossì. Fece alla donna un cenno con la testa e poi tirò Kara lontano. Lei si voltò verso Lena, ma la ragazza non la guardava più, i suoi occhi erano alla ricerca di qualcuno, preoccupati. Kara, allora, decise che doveva smetterla di pensare alla Luthor e, invece, occuparsi di sua sorella che sembrava a dir poco sconvolta.

Raggiunsero il vestiario e recuperarono gli scialli con cui erano arrivate per poi correre fuori e chiedere ai valletti di far venire il loro calessino.

Malgrado le domande di Kara, Alex rimase in silenzio fino a quando non furono a casa. Lì iniziò a camminare avanti e indietro nella stanza, incapace di dar voce ai suoi sentimenti.

“Alex!” La scosse, ormai esasperata dal suo silenzio.

“Mi ha baciato.” Lasciò uscire di getto Alex e Kara sgranò gli occhi sorpresa.

“Chi?” Chiese. Non aveva mai visto sua sorella tanto scossa, non era certo il genere di ragazza che non sapeva rimettere al suo posto un giovanotto troppo intraprendente o che si lasciava baciare per errore! Kara l’aveva vista quando, a dodici anni, aveva steso con un pugno un ragazzino che aveva osato tentare di rubarle un bacio.

“Maggie…”

“Ha baciato anche Maggie?” Questo era davvero troppo! Ecco perché sua sorella era così sconvolta.

“No.” Kara guardò Alex confusa, non capiva più cosa stesse cercando di dirle e il fatto che andasse su e giù per la stanza non aiutava.

“Fermati e dimmi quello che è successo.” Chiese con voce calma, comprendendo che, forse, sua sorella necessitava di comprensione più che di qualsiasi altra cosa.

“Maggie…, lei, mi ha baciato.” Kara guardò sua sorella senza parole, mentre una piccola parte di lei le mormorava che forse, forse, non avrebbe dovuto essere poi così tanto sorpresa.

“Oh.” Disse, poi nel vedere il viso di sua sorella scrutare il suo volto aggiunse: “E…?” Alex sbatté le palpebre, forse si era aspettata una reazione più sconvolta da parte sua, forse si aspettava del ribrezzo per Maggie o dell’incomprensione, ma Kara conosceva bene sua sorella e l’affezione che aveva mostrato per questa nuova amica era stata molto particolare a ben rifletterci.

“E? Non c’è nulla da aggiungere, sono scappata via…”

“L’hai lasciata lì senza dirle quello che provi per lei?” Chiese allora Kara, questa volta con tono pieno di disapprovazione. Alex la fissò per un lungo istante e poi scoppiò a piangere. “Oh, no, non fare così… vieni qua.” L’attirò nel suo abbraccio e la strinse a lungo accarezzandole la schiena e lasciando che tutte le emozioni e le paure che provasse venissero fuori.

Sua sorella era una roccia, ma aveva appena capito di essere innamorata e non era un sentimento facile da accettare, soprattutto quando ad amarsi erano due donne. Non che non fosse mai successo, aveva sentito di un matrimonio tra una donna, capitano di marina e una giovane figlia di un baronetto[1], solo qualche mese prima, ma quando toccava a te era tutto diverso. Kara poteva, dal suo punto di vista esterno, immaginare lo sconvolgimento che provava la sorella, così la lasciò piangere mentre le accarezzava i capelli e le mormorava che tutto sarebbe andato per il meglio.

 

“L’ho baciata.” Lena sospirò.

“L’avevo immaginato.” Disse all’amica che fissava il fondo del bicchiere con occhi lucidi.

È fuggita via…” Continuò Maggie quasi senza ascoltarla. “Mi ha guardata stupita, ha fatto due passi indietro poi si è voltata ed è fuggita.” Alzò lo sguardò su Lena, seduta sul divanetto accanto a lei, un bicchiere quasi intatto accanto. “Credi che… domani magari, se le parlo…”

“Non augurerei a nessuno di provare un amore non corrisposto, meno che mai alla mia più cara amica.” Sospirò e scosse la testa. “Ho visto il suo viso quando è venuta a prendere la sorella, era pallida come se avesse visto un fantasma e…”

“Perché devo sempre innamorarmi di persone sbagliate?” Chiese frustrata Maggie afferrando la bottiglia e versandosene un’abbondante dose nel bicchiere. Lena la osservò mentre si scolava il liquido ambrato senza quasi battere ciglio. Aveva già visto l’amica distrutta da un amore non corrisposto, non avrebbe permesso che succedesse di nuovo, non importava quello a cui avrebbe dovuto rinunciare a sua volta.

“Domani ce ne andiamo.” Decretò e Maggie la guardò, gli occhi scuri lucidi per il dolore o l’alcool, Lena non riusciva più a distinguere. “Ho nascosto la testa nella sabbia per un tempo sufficiente, torno a Londra.”

“Ma…”

“E tu verrai con me.” Affermò e Maggie osservò il bicchiere vuoto per poi annuire.

“Va bene, hai ragione.”

 

Alex sellò il cavallo all’alba. Dopo aver pianto come una fontana per un tempo indefinito si era ripresa e aveva parlato con Kara, a lungo, alla fine aveva capito che non poteva soffocare quello che provava, perché era bello e giusto e la rendeva libera, le permetteva di essere ciò che voleva essere. Maggie era la persona giusta e lei… lei era innamorata persa di Maggie. Con un sorriso cavalcò fino a Netherfield Park, la speranza e la paura che lottavano nel suo petto.

 

Kara stava scribacchiando qualcosa sul suo taccuino quando sentì il rumore sordo degli roccoli sul selciato. Stupita guardò verso la finestra. Alex era partita da poco, non poteva già essere di ritorno, eppure eccola lì. Uscì nel cortile e guardò la donna che la fissava con occhi vuoti.

“Se n’è andata.” Riuscì solo a dire, la voce spezzata dal dolore.

“Andata?” Chiese Kara senza capire.

“Gli affittuari di Netherfield sono partiti questa mattina con le primi luci dell’alba. Questo mi ha riferito il personale che stava chiudendo la casa.”

“Chiudendo la casa? Ma…” Kara cercò di protestare, ma poi cedette davanti al viso teso della sorella.

“Ho perso la mia occasione di essere felice.” Affermò la donna e Kara non riuscì a trovare una risposta per lei.

 

 

Note: Abbiamo avuto il nostro ballo! Malgrado un momento in cui tutto sembrava perduto alla fine Lena e Kara hanno avuto la loro occasione… purtroppo, però, sono state interrotte.

La povera Alex non ha reagito molto bene al bacio di Maggie e poi, quando ha superato il comprensibile shock, era troppo tardi.

Insomma, un capitolo importante e che funge da punto di svolta. Cosa succederà adesso? Qualche idea chi ha letto “Orgoglio e Pregiudizio” ce l’avrà… ;-)

Dimenticavo: niente Mon-El… qualcuno ha la coda di paglia o gli affari a Londra erano davvero urgenti? Chissà!

 

Al prossimo capitolo che, ormai lo sapete, uscirà domani se si arriverà a 5 commenti! J

Per intrigarvi posso dirvi che arriverà un nuovo personaggio… un personaggio che ci manca moltissimo nella serie! ;-)

 

Aggiungo l’immagine che mi ha ispirato l’abito e l’acconciatura di Lena, così lo vedete con i vostri occhi quanto fosse bella, perché la mia descrizione di certo non le rende il giusto merito.

 



[1] Piccolo riferimento alla mia vecchissima storia Brittana tratta dal romanzo di Jane Austen “Persuasione”.

  
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