Forse quell’accumulo di informazioni era stato troppo da digerire, forse avevo solo bisogno di tempo per mettere in prospettiva quella nuova, inquietante realtà, ma nel profondo sapevo bene di aver avuto quella stupida e irrazionale reazione per un motivo ben diverso.
Sara.
Non so cosa mi fosse preso, le parole erano uscite fuori senza che me ne accorgessi. A quel punto, le espressioni sbigottite dei tre Burrows mi avevano messa a disagio e spinta alla ritirata. Con una scusa banalissima mi ero diretta nella stanza accanto ed ero uscita fuori al balcone per prendere aria.
- Va tutto bene?
- Definisci bene.
- E’ normale che tu ti senta disorientata. Anch’io quando mio padre mi ha raccontato tutta la storia stentavo a crederci.
Anormale era reagire in quel modo dopo aver sentito pronunciare il nome di Sara.
Maledizione a lei! Era troppo pretendere che quella donna uscisse una buona volta dalla mia vita e soprattutto da quella di Michael?
Comunque non era il caso di dire a Lincoln che l’origine del mio fastidio fosse legato al ritorno della donna.
- Sai, lo avevo capito fin dall’inizio che si trattava di qualcosa di grosso, ma questo supera di gran lunga le mie aspettative. - gli confessai invece. - Volevo scoprire la verità e dimostrare di aver avuto ragione contro la Reynolds e adesso scopro che, non solo c’è dentro fino al collo, ma è addirittura coinvolta in una cospirazione. Questa storia è più grande di me. Forse è persino più grande di voi. Sarebbe meglio che prendeste quell’aereo per volare dritti dritti a Panama. Non è solo contro gli uomini della Compagnia che dovrete combattere. Tutta l’America vi sta col fiato sul collo. La polizia è già sulle vostre tracce e poi c’è anche quel dannato Mahone… non avete idea contro chi vi siete messi.
- Quel poliziotto non mi spaventa.
- Perché non sai niente di lui! - insistetti decisa. - Io lo conosco bene. E’ a causa sua che sono finita dentro. Mesi fa venni accusata di diffamazione contro l’allora vicepresidente Caroline Reynolds. Non era nemmeno la prima volta che mi accusavano per lo stesso reato. Sai Linc, io ho sempre amato il giornalismo, ma… non ho sempre scritto articoli “politicamente corretti”. Le notizie gonfiate facevano vendere i giornali e facevano fruttare un bel po’ di soldi, soprattutto se riguardavano personalità illustri. Ho fatto entra ed esci dai tribunali non so quante volte, ma me la sono sempre cavata… fino a due mesi fa. Quando ho scritto sul mio blog le accuse contro la Reynolds non avevo intenzione di gonfiare la notizia, avevo delle prove… beh, avevo dei sospetti e quei sospetti oggi si sono rivelati fondati, ma due mesi fa non sono riuscita a dimostrarlo… e poi è arrivato Mahone. Intervenne al mio processo sbucando fuori dal nulla e convinse il giudice che fossi pericolosa. Mi accusò di distorcere la realtà a mio vantaggio e di aver scelto la Reynolds solo perché si trattava di un personaggio pubblico. Cercai di difendermi, ma Mahone riuscì a smontare ad una ad una le mie spiegazioni e a mettermi in cattiva luce. A causa sua il giudice decise che meritavo una lezione e mi condannò a tre mesi di carcere, fissando una cauzione troppo alta perché io o Keith potessimo permettercela.
- Non avevo idea che tu e quel federale vi conosceste.
- Non è solo questo, Linc. Io non mi fido di quell’uomo. Quando si prefigge un obiettivo non si dà pace finché non lo raggiunge e il suo nuovo obiettivo è diventato quello di catturarvi. Non si fermerà davanti a niente. Ho sentito dire che all’epoca in cui esplose il caso di Oscar Shales si accanì così tanto che rischiò quasi di impazzire. Prima di conoscere Michael non avevo mai incontrato un uomo come Mahone. E’ molto attento ai dettagli, è scaltro, intuitivo e… credo sia protetto dall’alto.
- Che intendi dire?
- Che cosa stai cercando di dirmi, Sawyer?
- Voglio solo che non sottovaluti Mahone, sarebbe uno sbaglio. La Compagnia non è l’unico nemico di cui dovete preoccuparvi.
- Non essere in pensiero per Michael. - disse all’improvviso Lincoln, addolcendo il tono. - Non gli accadrà nulla.
- Sta bene?
- Si, sta bene. Ci siamo separati due giorni fa a Tooele e da allora non abbiamo più avuto contatti, ma sono sicuro che se la caverà. Così… adesso tu e Michael state insieme?
- Però lui ti piace. - Era una constatazione, non una domanda.
- Allora sono felice per voi, dico sul serio, perciò adesso che sei fuori da Fox River cerca di prenderti cura di te. Forse Michael non te lo ha dimostrato, ma ci tiene davvero a te.
- Ti ha detto qualcosa?
- Chi, Michael? Noo. Mio fratello non si sbottona facilmente, però a Fox River ho notato il modo in cui ti guardava e dopo l’evasione l’ho visto dare un cazzotto a T-Bag solo per averti nominata con apprezzamenti poco carini. Sarò rimasto chiuso in cella per due anni, ma non sono cieco.
Nonostante i rischi che stavo correndo dando ospitalità ad un evaso, un ex galeotto appena maggiorenne e un reo confesso, ero contenta di aver ritrovato il mio amico Lincoln. Che volessi accettarlo o meno, Lincoln e Michael ormai facevano parte della mia vita, della mia storia. Forse avevo segnato il mio destino nel momento stesso in cui avevo messo piede a Fox River, ma molto più verosimilmente, avevo segnato da che parte stare nel preciso istante in cui avevo incrociato gli occhi azzurro cielo di Michael Scofield e avevo capito di essermi perdutamente innamorata di lui.
Rientrammo poco dopo per tornare dagli altri due Burrows, ma quando raggiungemmo la cucina trovammo la stanza vuota e la tavola sparecchiata. L-J era andato a mettersi sotto la doccia, accettando di buon grado i vestiti puliti che avevo comprato per lui. Burrows – senior si era accomodato in salotto per seguire in tv gli ultimi aggiornamenti sulla caccia agli evasi. Lincoln allora aveva deciso di aiutarmi a riordinare, nonostante fosse palesemente chiaro che stesse per crollare dalla stanchezza. Aveva afferrato uno straccio e cominciato ad asciugare i piatti gocciolanti nel lavello, nonostante lo avessi quasi supplicato di andare a letto.
- Se penso che fino a qualche tempo fa mi preoccupavo ancora di tenere T-Bag alla larga da te e di non finire sulla sedia elettrica, e guardami adesso: sono a Los Angeles. Non c’ero mai stato a Los Angeles… beh, a dire il vero non mi ero mai spinto più a ovest del Nebraska.
- Ah, ti ci voleva proprio questa condanna a morte! - esclamai sarcastica.
- Oh si, non vedevo l’ora di fare questa bella gita. Ho sempre amato queste avventure on the road: scappare da una parte all’altra, restare per giorni interi con addosso gli stessi vestiti perché non puoi fermarti da nessuna parte a fare una doccia, ridursi con pochi spiccioli in tasca insufficienti persino per comprare del dentifricio e un dannato spazzolino.
- Ne avete passate proprio tante, eh?
- Credimi, non puoi neanche immaginarlo. Prima mi hanno sparato ad una gamba mentre cercavo di tirare fuori mio figlio da quel tribunale di Chicago, poi ho quasi rischiato di saltare in aria quando insieme a Michael abbiamo finto la nostra morte per depistare i federali. Mi sono introdotto nella casa di una brava donna, fingendomi un tecnico della compagnia elettrica, ho pagato un tizio perché picchiasse mio figlio e lo spedisse in ospedale e… - Si bloccò con un piatto in mano, gli occhi bassi e la voce incrinata dal rimorso. - … ho quasi fatto ammazzare L-J in un tentativo di fuga. Gli avevo promesso che non avrei mai fatto lo sbaglio che mio padre fece con me, abbandonarlo, e invece domani dovrò affidarlo a dei perfetti sconosciuti perché se restasse con me rischierebbe la vita.
- Vuoi dire che L-J non verrà con voi in New Mexico?
- No. Domani incontreremo degli amici di mio padre in Arizona. Gli affideremo L-J, così forse sarà al sicuro.
- Sono sicura che L-J sa che è per il suo bene. Aspetterà il tuo ritorno perché gliel’hai promesso. - dissi, stringendogli un braccio per dimostrargli la mia comprensione.
- E’ tutto diverso rispetto a Fox River… anche tu sei diversa. - riprese dopo qualche minuto di silenzio. - Stamattina, prima che arrivassi, pensavo di ritrovare la ragazzina pallida e mal nutrita che avevo lasciato a Joilet, la stessa ragazzina spettinata come uno spaventapasseri che camminava per i corridoi, guardandosi le spalle. - Gli lanciai addosso la spugna, punta per l’offesa, e lui in tutta risposta se ne uscì con una risata. - No, dico sul serio, quasi non ti riconoscevo.
- Sono sempre io, solo che ho smesso di puzzare di vernici e disinfettante e non porto più quella specie di tendone da circo che continuavano a far passare per una tuta.
- Si, hai ragione, questa canottiera striminzita ti dona molto di più. Non avrei mai pensato che sotto quella tuta enorme nascondessi una simile… carrozzeria.
- Lincoln!!! - Si stava prendendo gioco di me spudoratamente. - Piantala!
- Spero tanto che Michael se ne accorga presto.
- Basta! - sbuffai imbarazzata, andando a recuperare la spugna.
- Non importa. Te lo dovevo. - dissi, scrollando le spalle.
- Tu non mi devi proprio niente.
- Si invece, tu mi hai salvata un’infinità di volte a Fox River.
- E tu hai aiutato Michael a portare a termine l’evasione. Direi che siamo pari.
- Non saremmo mai pari. Se non fosse stato per te e Michael, non sarei mai uscita viva da quella prigione. Io non potrò mai restituirvi il favore, vorrei davvero fare qualcosa per aiutarvi ma non so come. Non posso fare niente per dimostrare la tua innocenza, non posso sgominare la Compagnia che vi dà la caccia e non posso convincere Mahone a desistere… posso solo preoccuparmi per te e per Michael.
- Ehi, non le voglio sentire queste cose, chiaro? Se sono fuori e sono vivo è anche grazie al tuo aiuto, e anche Michael la pensa come me. E poi, non dovresti preoccuparti per noi, fin ora tutto sommato ce la siamo cavata.
- Mmm… fino ad ora ve la siete cavata, ma domani come farete a raggiungere il New Mexico se non siete nemmeno riusciti a proseguire verso sud e avete dovuto prendere la direzione opposta?
Avevo la sensazione che Lincoln stesse sottovalutando il problema. Non ero un’esperta di blocchi e strategie militari, ma al posto del mio amico non sarei stata così ottimista. Raggiungere il New Mexico sarebbe stato tutt’altro che una passeggiata.
- Hai ragione, in qualche modo farete, ma con il mio aiuto.
- Cosa?
- Lincoln, voglio venire con voi domani. - dissi, prendendo su due piedi quella decisione.
- Toglitelo dalla testa. La risposta è no.
- Perché?
- E me lo chiedi anche? Se anche volessimo sorvolare sul fatto che stare in nostra compagnia sarà molto pericoloso, stai dimenticando che i federali ci stanno ancora alle costole. Che cosa accadrebbe se ti trovassero con noi?
- Sawyer, tu non verrai con noi! - tagliò corto, prima di gettare il panno sopra il lavello.
- Vuoi davvero che Mahone scopra che ci stai aiutando e dirami un mandato di cattura anche per te? Ma insomma, la ritrovata libertà ti ha già stancata?
- Basterà stare attenti. Sei stato tu a dirmi che questo Boshoi Booze è il luogo in cui vi incontrerete con Michael e conoscendo il soggetto, si tratterà certamente di un luogo segreto. Se i federali e gli uomini della Compagnia non sanno dove siamo diretti, non potranno scovarci e se non potranno scovarci, non potranno neanche scoprire che sono coinvolta.
Lo vidi sospirare seccato. - Perché ci tieni tanto a venire?
Non gli mentii. - Voglio rivedere Michael.
- Gli dirò di telefonarti.
- Non è una buona idea. Le linee telefoniche saranno sicuramente state messe sotto controllo dai federali… e poi non è la stessa cosa. Ormai ho deciso Linc, verrò con voi.
- Oh, Gwyneth viene con noi?
- No, assolutamente no! - ribatté Lincoln irremovibile.
- Non ascoltarlo, abbiamo già deciso che sarò dei vostri. - intervenii testarda.
- Gwen ragiona, perché pensi che abbia deciso di affidare L-J a degli sconosciuti? Perché so che è pericoloso e non voglio che corra inutili rischi, come non voglio che li corra tu. Se i federali ci scoprissero diventeresti nostra complice e questo, credimi, non è neanche la parte peggiore. Se qualcuno della Compagnia scopre che sei coinvolta, diventerai un bersaglio, proprio come noi.
- Avete bisogno del mio aiuto. Se non siete riusciti a dirigervi verso il New Mexico, significa che Mahone sa che siete diretti lì e avrà già fatto piazzare posti di blocco ad ogni entrata ed uscita e questo che si tratti dell’Arizona, del Colorado, del Texas o dell’Oklahoma.
- Forse la tua amica ha ragione. - s’intromise per la seconda volta l’uomo accanto alla porta. - Se non riusciremo a raggiungere Michael in tempo, lui salirà su quell’aereo senza aspettarci.
- No papà, non permetterò che Gwyneth venga nuovamente coinvolta. L’ho già permesso una volta quando ho accettato che venisse a conoscenza dei nostri piani di evasione e non…
- Mi sa che hai i ricordi un po’ confusi, amico! - ribadii fiscale. - Ho scoperto da sola i vostri piani, prima ancora che Michael me ne parlasse, e non sei stato affatto tu a coinvolgermi ma sono stata io ad insistere per far parte dei lavori nella stanzetta delle guardie.
- Già, ma questa volta non potrai appellarti a Pope, né a nessun altro per farmi cambiare idea.
Gli feci l’occhiolino, mentre Lincoln alzava gli occhi al cielo, incapace di replicare. Ad un metro da noi, Aldo si lasciò scappare una risata.
Finalmente la logica dell’argomentazione parve avere effetto. Lo vidi sbuffare stanco e assumere un’aria scontenta, ma alla fine smise di discutere.
- Farai tutto quello che ti dirò finché non saremmo arrivati, e dopo aver deciso cosa fare insieme a Michael, salirai sul primo pullman e tornerai qui senza fare storie. E se per la strada incontriamo anche il minimo pericolo, ti abbandono nella prima stazione di servizio che incontriamo e io e mio padre proseguiamo da soli. Prendere o lasciare.
- Ti prometto che farò la brava… “papà”. - scherzai.