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Autore: Warlock_Vampire    26/03/2017    2 recensioni
"Io, che ho conosciuto molto presto cosa fossero dolore e odio e che solo dopo molto tempo ho compreso l'amore; io, che ho imparato ad uccidere prima ancora di saper vivere; io, che ho vissuto per secoli nella profonda convinzione che ognuno può ottenere ciò che vuole, sempre e comunque, sacrificando tutto, se necessario; dopo così tanto ho davvero bisogno di mettere nero su bianco i fatti."
In queste memorie Katherine Pierce si racconta, dalla sua fragile umanità alla trasformazione in Vampiro, ripercorrendo tutte le tappe più significative della sua lunga esistenza.
AVVERTENZA: La lettura di questa storia è un contributo, una spin off, di The last challenge (il nostro crossover). Pertanto, consigliamo la lettura di The last challenge, anche se non è essenziale.
Inoltre, essendo la "nostra" Katherine, le vicende in cui è coinvolta sono frutto dell'immaginazione degli autori e nulla hanno a che vedere con la Katherine di The Vampire Diaries, pur ricalcandone l'aspetto e il carattere.
Precisato questo, buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Katherine Pierce, Klaus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entroterra veneziano – Repubblica di Venezia, 1421
 
Destino ha voluto che a tre anni dal mio arrivo, sia stata costretta a lasciare Venezia.
Mi manca già la città, col suo brulicare di vita, i colori, le feste dell’alta società e gli agi di casa Trevisan. Si ritorna ora alla fuga, a cui credo sarò costretta per il resto della mia vita.
Forse è questo che costituisce l’ordinarietà di un Vampiro: il non avere radici, il vagabondare per il mondo. Aggiunge pepe a questa eternità che altrimenti con l’andare del tempo diventerebbe noiosa.
Questa volta, però, non fuggo sola. Fuggo con Rose.
Qualche giorno fa è arrivata una soffiata al Tribunale dell’Inquisizione di Venezia e Rose è stata accusata di stregoneria e incarcerata. Tra lo scandalo generale, sono venuti sino a palazzo Trevisan e l’hanno catturata, come si cattura un criminale alla macchia o una bestia selvatica da condurre al macello.
Evidentemente qualche membro della sua cara Congrega ha pensato che fosse furbo e molto più comodo lasciare che l’Inquisizione si occupasse di una Strega ribelle, piuttosto che affrontarla a volto scoperto.
Tutti sanno come vanno queste cose: accusa, torture, confessione, rogo. O meglio, a Venezia l’Inquisizione non è mai stata feroce come in altri Paesi -almeno finora-, ma il putiferio scatenato l’altro giorno quando sono venuti a prendere Rose, mi ha fatto subito pensare che avessero prove certe della sua colpevolezza.
Mi sono interrogata a lungo sul da farsi. Salvarla oppure lasciare che venisse uccisa?
Se l’avessi soccorsa, poi sarei dovuta fuggire con lei, mentre se l’avessi lasciata morire, magari sarei potuta restare a Venezia un altro po’.
Ho deciso di aiutarla, ma non senza condizioni. “Le Streghe non fanno mai nulla per nulla”, questo me lo ha sempre detto Nikolaj, “e neppure noi dobbiamo”.
Così ho atteso il giorno del processo, in cuor mio speravo che fosse dichiarata innocente, ma Rose non ha avuto questa fortuna.
Il giorno della condanna, cioè ieri, mi sono recata sul luogo dell’esecuzione, già denso di veneziani curiosi. Rose era là, sopra una pedana di legno, in attesa. Era pallida e disordinata; i vestiti laceri erano li stessi che indossava giorni prima quando era stata arrestata, i capelli sporchi ricadevano in ciocche scomposte ai lati del viso, gli occhi segnati da occhiaie profonde. Qualche graffio sul viso e una ferita più seria sul sopracciglio confermavano che non aveva subìto un trattamento gentile.
Gli occhi di Rose percorrevano, sgomenti, la folla, e si sono bloccati quando hanno incontrato i miei. Gliel’ho letta in viso, quella domanda che mi sono posta anche io: “mi salvi, o mi guardi morire?”. Ho curvato impercettibilmente le labbra, in quello che voleva essere un mezzo sorriso di incoraggiamento, ma non so se Rose abbia capito che ero lì per salvarla.
«Venuta a goderti lo spettacolo, Vampira?» ha bisbigliato una voce al mio orecchio. Mi sono voltata di scatto, e ho incontrato gli occhi grigi di uno Stregone sulla cinquantina, più basso di me di qualche centimetro. Un ghigno soddisfatto si è disegnato sul suo volto, mentre io sono rimasta impassibile, non ancora del tutto riavutami dalla sorpresa.
«Esattamente. Come tutti gli altri…» ho risposto dopo qualche istante.
«Non ti conviene fare sciocchezze, Vampira. Non sono l’unico Stregone qui».
Quale blanda minaccia! Credeva forse di spaventarmi? Gli avrei riso in faccia. Povero illuso! Solo perché hanno il dono della magia, le Streghe tendono sempre a sentirsi un po’ superiori alle altre Creature, senza tenere in conto delle qualità che le altre possiedono.
Ho sollevato, sdegnosa, un sopracciglio e ho risposto:
«Davvero?». Ho allungato un braccio verso la donna che stava in piedi affianco a me, ignara di tutto, concentrata com’era a fissare il palco. Le ho strappato il cuore dal petto senza che neppure un gemito lieve uscisse dalle sue labbra.
Era il momento di agire.
«Ops, non era una Strega?» ho chiesto, retoricamente, sorreggendo il cadavere di quell’innocente che aveva avuto solo la colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
L’ho spinta tra le braccia dello Stregone e sono scattata a velocità vampiro sul palco, ho preso Rose per le braccia e l’ho trascinata via, riprendendo la mia corsa soprannaturale.
Tra il clamore generale ho scorto quattro figure inseguirmi, incantesimi scagliati a caso, nel vano tentativo di colpirci. Rose era un fagotto inerte tra le mie braccia e a malapena la sentivo respirare, forse ancora sconvolta per quel mio salvataggio avventato e senza preavviso alcuno.
Ho imboccato un vicoletto laterale, in cui quasi non riuscivo a passare, tanto era stretto. Era un vicolo cieco, se non si teneva conto del fatto che terminava nientemeno che sull’acqua di uno dei numerosissimi canali che scorrono fra gli edifici di Venezia.
Che fare? Mi avrebbero raggiunta e non avrei avuto scampo. Rose era debole e per di più, la sua magia era impedita da pesanti manette di ferro che avevo subito riconosciuto come un artefatto che aveva il potere di privare una Strega della sua magia fintanto ché venivano indossate.
Ho gettato Rose nel canale e mi sono tuffata subito dopo di lei. Il suo corpo ha toccato il fondo melmoso e lì è rimasto, la risalita impedita dal peso delle catene. Ho sperato che avesse preso fiato a sufficienza, perché non sapevo per quanto saremmo dovute rimanere lì nascoste.
Ho sentito le Streghe e gli Stregoni affacciarsi sul canale, senza indovinare che eravamo proprio sotto i loro piedi. Poi se ne sono andati e dopo qualche secondo, ho deciso di arrischiarmi a risalire.
E così ho salvato Rose e siamo scappate alla villa estiva dei Trevisan, nelle campagne fuori Venezia. Ho dovuto soggiogare tutta la servitù, affinché si dimentichino di noi nel momento stesso in cui usciremo di qui.
Rose riposa adesso. Le ho dato il mio sangue e pare essersi ripresa, almeno fisicamente. Non so –e forse non mi racconterà mai- di quello che è accaduto nei giorni di prigionia e delle torture subite. Non c’è nulla che io possa fare per il suo dolore spirituale, che solo il tempo saprà lenire.
Non so dove andremo adesso. Ma le ho detto ciò che voglio: voglio che sia la mia Strega. Un Vampiro ha sempre bisogno dei servigi di una Strega; Nikolaj ne aveva almeno tre o quattro al suo servizio.
Rose ha accettato. Non mi tradirà, di questo ne ho la certezza. Il suo animo è buono e poi resta il fatto che l’ho salvata e di questo mi sarà sempre riconoscente. Certi gesti non si dimenticano mai e sempre ci si sente in debito, non importa quanto tempo passi o i tentativi che si fanno per ripagare quel debito.
Sto pensando a Nikolaj? Forse. Anche lui mi ha salvata, eppure io l’ho tradito.
Non ho l’animo buono di Rose, io.


 
Cogliamo l'occasione per ringraziare di cuore chi segue questa storia e la recensisce, e chi legge in silenzio. La vita di Kath è un'avventura, nel vero senso della parola, e scrivere di lei è davvero stimolante! Quindi grazie a chi si è appassionato, a chi ci ha detto cosa ne pensa e a chi ancora non l'ha fatto.
Come sempre, siamo impazienti di avere un vostro parere!
Warlock&Vampire
  
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