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Autore: _MartyK_    26/03/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Alla fine delle lezioni, gli otto ragazzi sgattaiolarono via dalla sala da ballo, dirigendosi ognuno verso i propri dormitori.
Jungkook salutò Shin Hye sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi e mormorando 'notte hyung-nim', con tanto di leggera pacca alla spalla. Stessa cosa per Jin e Hoseok.

Una volta dentro, i ragazzi si fiondarono all'armadio per prendere asciugamani, accappatoi, shampoo e tutto l'occorrente per fare la doccia.
Stavano combinando un casino e in più urlavano come dei forsennati, Shin Hye l'aveva capito fin da subito che Taehyung non era uno con le rotelle a posto.
Per fortuna o sfortuna - a seconda di come la si vuole prendere - Jimin e Yoongi si accorsero dello strano umore della ragazza, probabilmente imbarazzata da tutti quei fisici da sballo in bella mostra.
Fu il corvino ad avvicinarglisi per prima.

- Stanca eh?- ridacchiò guardandosi intorno.
La mora annuì con un sorriso cordiale, Jimin intanto aveva poggiato una spalla alla parete della stanza e li fissava di sottecchi.

Vide Taehyung assalire la povera schiena di Namjoon e brontolare mugolii incomprensibili all'orecchio umano, per poi tirargli piano delle ciocche di capelli e urlare qualcosa a proposito del bagnoschiuma e delle mutande, chiedendosi chi fosse il responsabile della scomparsa di questi ultimi.
L'altro fece una smorfia con la bocca e si dimenò per far sì che quella scimmietta dal cervello poco evoluto lo lasciasse in pace, ottenendo scarsi risultati.
Continuarono così per dieci minuti buoni, il tutto sotto gli occhi esterrefatti di lei e Yoongi.
Stranamente Jimin era impassibile.
Il corvino puntò lo sguardo sul suo e poggiò il gomito sulla fredda parete bianco latte della camera, bloccandole ogni via d'uscita con fare disinvolto.
Con la coda dell'occhio si accorse che il castano si era irrigidito, sorrise.

- Senti... queste giornate non ci danno un attimo di pausa- si fermò giusto un secondo per osservare la sua espressione.

- Vero- bofonchiò lei.
Provare ad alzare lo sguardo per specchiarsi in quelle minuscole e vispe fessure? Ma neanche per idea.

- Mi chiedevo se ti andrebbe di staccare la spina per un po', magari il pomeriggio- propose lui.
Shin Hye deglutì rumorosamente e annuì timida.
Era un appuntamento quello?

- Da amici, giusto? Insomma, lo sai chi sono e...- Yoongi bloccò la parlantina con un dito sulle sue labbra. Il sorriso divenne più grande.

- Ho capito, non preoccuparti. Ti farò un piccolo regalo- borbottò misterioso, roteando gli occhi al cielo.
Ammiccò nella sua direzione e le scompigliò i capelli, per poi fiondarsi all'armadio e tirar fuori la sua roba.

- Yah, Park Jimin!- urlò e lanciò al ragazzo la propria roba. Quello prontamente l'afferrò e lo guardò storto.

- Andiamo a farci la doccia!- cantilenò il più grande, imitando la voce vibrante dei tenori e facendo scappare un sorriso a Shin Hye.
Sorriso che si spense ancor prima di nascere, dato che il castano la scimmiottò e mormorò in labiale uno scocciato 'quanto sei patetica'.
Chiusero la porta, l'unica anima viva in quel buco di stanza era la sua.
Decise di farsi una doccia rilassante nell'unico cesso presente lì dentro, dopotutto era estenuante vivere ventiquattro ore su ventiquattro con una fasciatura che ricordava uno strizza-tette.



Il getto d'acqua bollente si scontrò con il suo viso, i capelli si inumidirono subito.
Pensò al passato, a quanto fosse impopolare sia alle medie che alle superiori, alle prese in giro dei suoi compagni di classe perchè era sovrappeso e all'essere stata friendzonata, per così dire, così tante volte che neanche il tizio più sfigato del mondo avrebbe potuto batterla.
E poi comparve Min Yoongi.
Lui e il suo dolcissimo quanto rassicurante sorriso; lui che, con tutti i suoi pregi e difetti, aveva trovato il coraggio di chiederle di uscire insieme.
Stava sognando o cosa?
Perchè mai nella sua vita un essere umano di sesso maschile aveva osato avvicinarsi a lei standole a venti centimetri di distanza, mai.
Sorrise impercettibilmente nel pensare che a tutto c'è una prima volta, bisogna solo aspettare.

E lei di pazienza ne aveva molta.



























* * *





























Il mattino seguente si presentò a scuola quasi in ritardo, fortuna che il professore di coreano non si faceva subito vivo.
Si strinse nello zaino e a stento borbottò un mezzo 'buongiorno' all'intera classe, la quale era troppo impegnata ad oziare e ad annoiarsi.
Nessuno le prestò attenzione, ma poco importava.
Piuttosto, storse il naso quando si accorse che c'era un'enorme busta sul suo banco.
Mise lo zaino dietro la sedia e lesse il bigliettino su di essa:

Al più bel maschiaccio che abbia mai incontrato ;) ti va di essere una femminuccia per un giorno?
Guarda dentro la busta e fammi sapere che ne pensi. Ti voglio bene.

- Lo sai chi sono XD


Sospirò di felicità e passò una mano sul suo petto: il battito era lievemente accelerato e sapeva di chi era la colpa.
Nel frattempo Hoseok si allontanò dal gruppetto attorno a Jimin e salutò Shin Hye pretendendo di battere il cinque con lei.

- Youngjae hyung! Come butta?- esclamò tutto pimpante, non a caso era il suo sunshine.

- Alla grande e a te? Yah, dove hai tirato fuori questo modo di fare così americanizzato?- scherzò lei mostrando la linguaccia.

- Oh sorry man! Ti ho offeso?- ridacchiò lui, riferendosi al linguaggio informale usato in precedenza.

- Ma smettila!- l'altra gli tirò una pacca alla schiena, per poi scattare in piedi come un'automa alla vista del professore. Il resto degli alunni la imitò.

Dio, quell'uomo era più imprevedibile dei disastri terrestri. Si massaggiò le tempie e chiuse gli occhi, ripetendosi mentalmente di stare tranquilla per le prossime (e dannate) cinque ore.
Essere un aspirante Idol non era affatto facile.




Mancava un minuto alle undici in punto e Jung Hoseok era il ragazzo più nullafacente sulla faccia della terra.
Shin Hye si portò la mano alla bocca e trattenne le risate quando lo vide armeggiare con l'orologio e contare a bassa voce i secondi che mancavano al suono della campanella. In effetti non aveva tutti i torti, era davvero orribile per un cervello medio apprendere il giapponese.
Si voltò verso di lui e tirò un sorrisone.

- Quanto manca?- mormorò.

- Cinquantanove secondi e dieci centesimi all'intervallo... cinquantaquattro, cinquantatre, cinquantadue- continuò imperterrito lui, non staccando gli occhi dall'aggeggino al polso.
La ragazza roteò lo sguardo al cielo e scosse la testa affranta, poggiandola sul banco.

- Hyung muoviti!- l'avvisò il compagno.

- Cinque, quattro- lanciò uno sguardo di sfida al professore che si era appena accorto di non essere seguito da tutti.

- Signorino Jung!- lo sgridò lui. Hoseok tirò un sorriso diagonale.

Tre
Due
Uno

Bomba atomica.
L'uomo non fece in tempo a minacciargli di mettere la nota sul registro che la campanella si fece sentire in tutta la sua magnificenza.
Inutile dire che era il frastuono preferito dagli adolescenti. Banchi e sedie furono scaraventati a terra senza pietà, i ragazzi varcavano senza problemi l'uscita dell'aula, non curandosi di cose come mettere a posto i libri eccetera. Cosa importava? Era ricreazione, ci si doveva divertire e basta.
Peccato che non fosse così per Shin Hye.
Raggiunse il suo armadietto, e fin qui nulla di strano. Mise la password e lo aprì, ritrovandoselo pieno zeppo di colla stick e chewing-gum spiaccicate ovunque.
L'anta era ricoperta da scritte e parole poco educate, 'vaffanculo' e 'puttanella' per fare un esempio.
Sgranò gli occhi e spalancò la bocca, arrivando a chiedersi se la mandibola non le stesse per cadere a terra.
Sentì qualcuno tirare un pugno ad un altro armadietto e sussultò per lo spavento. Richiuse il suo e si voltò verso l'essere spregevole che aveva prodotto il rumore, l'unico essere femminile che conosceva.

- Che cosa vuoi?- urlò esasperata. Jae Rin rise con il dorso della mano davanti alla bocca, sembrava una finta contessa.
Quel giorno era accompagnata da altre due ragazze, una di loro le si avvicinò e le strattonò i capelli. Trattenne un gemito di dolore.

- Ti avevo ordinato di rubare il cellulare di Jimin, ma a quanto pare te ne sei dimenticato- esordì la leader, con tanto di mani sui fianchi.
L'altra affianco sfoggiò un sorrisetto strafottente.

- Non avevi specificato quando- biascicò Shin Hye, facendo fatica per il dolore.
Jae Rin intimò con lo sguardo alla sua amica di aumentare la stretta, e così fu.
La mora fece per urlare ma venne bloccata dalla lurida mano dell'altra.

- Prova a fare scenate e dirò la verità su di te- la minacciò per l'ennesima volta.
Le lacrime solcarono il suo viso pallido, ma non erano lacrime di tristezza. Era il dolore. Ed essere minacciata da una siliconata coi trampoli era piuttosto umiliante.

- Prendilo ora- disse poi.

- Eh?-

- Hai capito bene, prendilo ora. Lui non è in classe- suggerì quella.
L'amica allentò la presa e Shin Hye si massaggiò la nuca, rivolgendole un'occhiata gelida.

- A cosa ti serve?-

- Non sono cazzi che ti riguardano, prendi quel dannato telefono e portamelo-

La mora annuì sconsolata.

- Glielo restituirai prima o poi, no?- domandò speranzosa.
Il barlume di speranza che si stava facendo strada verso il cuore ritornò al buio totale quando Jae Rin le rise in faccia.

- Certo, più poi che prima!- la scimmiottò.
Shin Hye deglutì e voltò le spalle alle tre arpie, dirigendosi a passo felpato verso la sua classe.

Sentì quella blaterare qualcosa a proposito della sua lentezza, così accelerò il passo ed entrò. Guardò a destra e a manca: non c'era nessuno.
Con lo sguardo cercò lo zaino di Jimin e quando lo trovò, lo prese e vi frugò dentro: certo che c'era di tutto. Dai sacchetti di patatine vecchi di mesi alla stagnola del panino, fazzoletti sporchi e frammenti di cartine delle caramelle. Non sembrava nemmeno il suo zaino, insomma, c'era di tutto tranne che l'occorrente scolastico.
Una volta trovato il cellulare, richiuse lo zaino e lo rimise esattamente nello stesso posto e nella stessa posizione in cui l'aveva trovato.
Uscì dalla classe e camminò a testa bassa fino al faccia a faccia decisivo con Miss Corea.
Non aveva mai rubato in vita sua e ora si ritrovava ad aver compiuto il furto del secolo. Jae Rin si girò e rigirò tra le mani il piccolo oggetto e cacciò un urletto isterico assieme alle sue accompagnatrici.

- Ragazze vi rendete conto? Questo è il cellulare di Park Jimin!- esclamò sollevando il braccio in aria.
Le due svitate saltellarono felici e insieme l'abbandonarono come se nulla fosse accaduto.

- Yah, neanche un ringraziamento!- fece sarcastica Shin Hye.
L'altra sventolò una mano di fronte a lei in modo svogliato.

- Domani i bidelli ripuliranno l'armadietto- l'avvisò.
La mora sbattè la schiena contro il muro e si coprì la visuale con le mani, cadendo in ginocchio e lasciandosi sopraffare dai sensi di colpa.
Se credeva di non riuscire a guardare in faccia Jimin per ciò che era successo settimane prima, di sicuro in quel momento non gli avrebbe rivolto più neanche la parola.





























 * * *


























In sala da ballo non andava di certo meglio. Miranda, l'insegnante, aveva annunciato che si sarebbe assentata per un bel po' di tempo per problemi di famiglia, così i ragazzi erano costretti a seguire le lezioni con Karl, il tizio più odioso del mondo.
Inutile dire che, appena entrato, fece una delle sue battute sarcastiche affatto divertenti, dicendo che avrebbe fatto loro passare le pene dell'Inferno se non l'avessero ascoltato. Visto lo scarso entusiasmo, si era affrettato ad aggiungere che - appunto - era una battuta e i ragazzi risero forzatamente, tanto per accontentarlo ed evitare scenate.
Mise un CD e premette play sullo stereo, facendo partire la musica. L'uomo si posizionò davanti allo specchio ed incominciò a far andare su e giù i fianchi, esibendosi in una fantastica wave. I presenti lo guardarono incantati.

- Bene, voglio che imitate ciò che ho appena fatto- esordì quello, battendo forte le mani.
La musica partì da capo e i ragazzi cercarono di copiare i movimenti dell'insegnante.
Shin Hye provò a copiare ciò che stava facendo Jin, dato che se lo ritrovava proprio davanti.
Karl passò di fronte a tutti, raddrizzando la schiena a Namjoon, tirando uno scappellotto alla nuca di Taehyung e complimentandosi con Jimin.
Yoongi si allontanò dal resto del gruppo, gesticolando in direzione di Shin Hye intimandole di fare la stessa cosa.
Il ragazzo si chiuse la porta dietro la schiena ed emise un sospiro di sollievo, sorridendo come un ebete.

- Vieni con me- esordì e la trascinò con se, prendendola per il polso.
Entrarono nella loro stanza, Yoongi passò la busta alla ragazza che andò a cambiarsi in bagno. Lui intanto si cambiava di fronte all'armadio.

- Yoongi- la sentì urlare il suo nome.

- Devo mettere anche la parrucca?- gli chiese timidamente. Il corvino ridacchiò.

- Soprattutto quella!-

Un paio di minuti dopo la mora aprì piano la porta del bagno e si posizionò di fronte a Yoongi, il quale la squadrava insistentemente da capo a piedi: il berretto grigio copriva la nuca, la folta chioma castana arrivava fin sopra al fondoschiena e il cappotto verde oliva le scopriva le ginocchia, avvolte dai morbidi collant neri.
Stivali e sciarpa rossa a completare il tutto, nessuna traccia di trucco.

- Woah, cioè, wow! Insomma, sei splendida!- si ritrovò ad esclamare. Shin Hye sorrise e abbassò lo sguardo.

- Dove andiamo?-

- Dove vuoi tu, io voglio solo stare con te-
























* * *



























Era pieno Novembre e a Seoul il sole tramontava davvero presto.
Yoongi e Shin Hye entrarono in un bar e bevvero della cioccolata calda, chiacchierando del più e del meno. Una volta usciti fuori di lì, le loro guance dovettero affrontare la brezza gelida autunnale.
Shin Hye nascose il viso nella sciarpa, sfregando le mani per il freddo, il corvino allungò la sua verso di lei e gliela prese, stringendola forte. Passeggiarono a passo di lumaca per i marciapiedi, sembravano una normale coppietta affiatata, perchè in Corea non esiste il verbo frequentarsi: o si sta assieme, oppure no.
La ragazza ammirò le vetrine dei negozi d'abbigliamento, indicando qualche abito e sospirando estasiata, Yoongi non faceva altro che guardarla per tutto il tempo.

- Mi sono tinto i capelli per la prima volta a tredici anni- si ritrovò a rivelarle mentre parlavano.

- Davvero? E io che non so neanche cos'è la tinta per capelli- ridacchiò imbarazzata l'altra.

- Fidati, quegli idioti dell'agenzia ti metteranno al corrente di tutto molto presto. D'altronde sono due anni di training- scrollò le spalle lui.

- Tutto... cosa?-

Yoongi abbassò lo sguardo e sospirò, c'erano ancora tante cose che Shin Hye non sapeva del mondo del k-pop.

- A cominciare dalla tinta dei capelli, per poi passare alla chirurgia plastica. Mai sentito parlare?- sdrammatizzò sarcastico.

- Non voglio rifarmi la faccia- protestò lei in modo infantile. Il corvino le sorrise genuino e le accarezzò una guancia.

- Non ne hai bisogno- mormorò, intanto il suo volto si era fatto inaspettatamente più vicino al suo.

Si erano fermati in mezzo alla strada, la gente li sorpassava infastidita ma in quel momento sembrava non ci fosse nessuno. Solo loro due.
Yoongi si morse a sangue il labbro inferiore e inclinò il capo, posando una mano sul fianco della mora e l'altra sul suo viso, accarezzandoglielo.

- Nan niga joha- sussurrò al suo orecchio, per poi posare le sue labbra all'angolo della bocca di Shin Hye in un casto bacio zuccherato.
La ragazza sgranò gli occhi, restando impalata lì dov'era. Esattamente, perchè non si era azzardato a baciarla in bocca?
Si fece coraggio e glielo chiese, Yoongi in risposta abbozzò un sorriso.

- Il tuo primo bacio lo darai a una persona speciale- si limitò a rispondere.

- E tu non sei speciale?-

Il corvino ridacchiò e la prese sotto braccio, riprendendo a passeggiare.
In realtà non lo conosceva nemmeno lui il motivo per cui non aveva osato baciarla veramente. Sentiva che prima o poi qualcuno avrebbe spezzato il legame che si era venuto a creare fra loro due.
Qualcuno che lui conosceva benissimo.
Semplicemente il migliore di tutti: Park Jimin. Perchè lui era la perfezione e non poteva reggere il confronto.


***
Annyeong popolo!!! Ebbene sì, ci ritroviamo di fronte ad un Yoongi insicuro di sè, una Jae Rin più spietata che mai - il motivo della sua 'stronzaggine' e del suo odio verso Shin Hye verrà fuori nel corso dei capitoli... anche perchè ne mancano altri cinque e la storia è completa D: - e ad un Jimin geloso e confuso allo stesso tempo. Vi avviso che nel prossimo succederanno parecchi casini, non temete lol. Intanto vorrei ringraziare tutte le gentilissime persone che hanno aggiunto la storia nelle seguite/preferite/ricordate/tutte-le-categorie-esistenti, davvero non mi aspettavo che potesse piacere così tanto *-* e un grande grazie a _ChocolateKookie_ che sclera sempre con me ahah :)  bene, vi lascio e scappo via che devo preparare due interrogazioni parecchio pesanti (#chesecchiona #vogliol'estate). Bacioni a tuttiiii _MartyK_ <3
   
 
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