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Autore: FantasyReader97    27/03/2017    0 recensioni
Dal testo:
"Io ero sua, lui era mio, due anime che vivono con il medesimo battito e con unica meta l'altro"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'THE SEQUEL '
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34

Ombre.

Nient'altro che ombre.

-Lily è ora di svegliarsi, piccola mia-

Aprii gli occhi, ero di nuovo in quel luogo etereo, mi voltai e vidi la nonna inginocchiata al mio fianco che mi accarezzava i capelli.

-Nonna, non posso restare qui, devo tornare indietro i miei ... - mi toccai istintivamente la pancia ma non sentii nulla, non c'erano.

Il panico mi travolse.

-Dove sono?- esclamai, mentre le lacrime scorrevano calde sulle guance

-Nonna dove sono i miei bambini, non possono essere morti ... io ....- stavo per dire che non lo avrei mai permesso ma come potevo, visto che non ero nemmeno cosciente e poi ero stata io ad insistere a partecipare a quello stupido duello. Solo in quel momento capii quanto ero stata sciocca a voler continuare a combattere.

-Tranquilla piccola sono ancora vivi e solo che non sono qui. Ora guarda- detto questo sfiorò con la mano il pavimento, accanto a noi, e lì uno specchio d'acqua comparve. Esso s'increspò rivelando sotto la superficie delle immagini che si muovevano veloci sotto i miei occhi.

Vidi me stessa distesa vicino ad un albero, un rivolo di sangue scendeva giù dalla tempia.

-Quella sono io?- chiesi alla nonna.

-Si Lily ora guarda- mi comandò e io riportai gli occhi sull'immagine.

Il mio corpo era immobile ed inerme, incapace di difendersi, nella scena entrò la Bouchard che con un sorriso crudele mi strappò via la bacchetta. I suoi occhi maligni mi fissavano con una sete animalesca che mi incutevano timore anche attraverso l'immagine.

-LILY!- Scorpius entrò nella visione.

-Che cosa gli hai fatto EH?- chiese minaccioso alla ragazza -Perché lei hai fatto questo, il tuo unico interesse era disarmarla!- esclamò furioso. Aveva la bacchetta in mano e sembrava pronto ad usarla ma fortunatamente arrivò zia Hermione.

-Scorpius calmati. Ora devi solo preoccuparti di Lily è in grave pericolo e non solo lei- disse calma         -Dobbiamo portarla al San Mungo, ORA!- lo incalzò.

Vidi mio marito riprendere il controllo di se stesso e si avvicinò al mio corpo svenuto.

-Tranquilla Lils sistemerò tutto, te lo prometto- sussurrò prendendomi in braccio. Iniziò a muoversi velocemente scortato da Hermione. Lo specchio seguiva i suoi movimenti, stava uscendo dall'arena di corsa. Appena fuori dallo stadio fu bloccato da dei membri della sicurezza.

-LASCIATEMI PASSARE- urlò preda della disperazione -STA MORENDO- ma qualcosa non andava, essi non si mossero anzi puntarono le bacchette verso di lui, zia Hermione prese la sua e fece lo stesso contro di loro ma non fu necessario. Una lingua di fuoco lì colpi scaraventandoli lontano, Liv si avvicinò.

-Scusate il ritardo- disse.

-Come facciamo ad uscire di qui, i passaggi sono chiusi fino alla fine della sessione- disse zia Hermione guardando prima Scorp e poi Liv.

-Dovete uscire dai confini, solo allora potrete smaterializzarvi, dobbiamo andare oltre le colline e conosco un modo veloce per arrivarci- detto questo aprì le braccia e subito il vento sibilò sollevandola da terra, lo stesso successe con Hermione e Scorpius che mi stringeva tra le braccia.

L'aria lì trasportò oltre le colline per poi riportarli delicatamente a terra.

Mentre lì osservavo sentii un'infinita stanchezza che mi fece chiudere gli occhi.

Lì riaprii e mi ritrovai tra le braccia di Scorpius, ero di nuovo nel mondo reale.

-Lily, tesoro, ora andiamo in ospedale- mi sussurrò Scorp poco prima di toccare terra.

-Grazie per aver viaggiato con Wonder Air- ringraziò Liv una volta "atterrati" .

-Ci vediamo al San Mungo- disse Hermione a Scorpius scomparendo.

Trattenni il respiro quando con un sonoro "crac" ci smaterializzammo.

Mi sentivo debole e volevo dormire.

C'erano tanti rumori intorno a me ma la voce di Scorpius lì sovrastò tutti.

-AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI! MIA MOGLIE E' FERITA- urlò e subito dopo sentii dei passi veloci avvicinarsi insieme al rumore sferragliante di una barella.

-Che cosa è successo?- chiese una voce femminile mentre mi issavano sopra e iniziavano a correre.

-Un incantesimo. Vi prego salvateli- lì supplicò lui mentre qualcuno mi alzava la maglietta.

-La signorina è incinta? Di che mese è?- chiese di nuovo la donna.

-E' all'ottavo mese, vi prego salvate i miei figli!- continuò lui con la voce strozzata dal dolore.

-Bene faremmo tutto quello che possiamo per salvarli ma ora la prego di allontanarsi e di lasciarci lavorare-

Aprii debolmente gli occhi.

-Scorpius mi dispiace- sussurrai e lui si precipitò da me.

-Non dire così, andrà tutto bene e io resterò qui con te- mi promise stringendomi la mano con forza.

-Signore le ho detto di spostarsi, intralcia il lavoro dei miei assistenti- rispose sempre più scocciata quella voce.

Passarono pochi minuti prima di avere il responso.

-Signore c'è una sofferenza fetale, dobbiamo far nascere ora i bambini e visto lo stato di semi incoscienza della madre dobbiamo procedere per parto cesareo, ora la porteremo in sala operatoria. Mi dispiace ma lei non potrà entrare-

-Fate tutto quello che potete per salvarli, sono tutto quello che ho- ripeté mio marito.

La barella riprese la sua corsa per un altro corridoio, io continuai ad aprire e chiudere gli occhi in un altalenante gioco di luce e ombra.

Superata una porta la barella fu bloccata e mi spostarono su un lettino dove mi fu applicata una maschera -Vi prego salvateli- dissi con un sussurrò, un'ultima supplica per la salvezza dei miei bambini, non sentii la risposta perché mi addormentai.

Avevo paura.

Grazie alla mia testardaggine avevo messo in grave pericolo i miei figli e ancora non sapevo se sarebbero sopravvissuti. L'angoscia mi schiacciava impedendomi persino di respirare ma non potevo fare nulla per impedirlo.

Questa volta non ero tornata dalla nonna, non c'era l'etereo ad avvolgermi ma un luogo oscuro e freddo.

Avrei preferito mettere fine alla mia vita piuttosto che permettere che morissero loro. Forse voleva dire questo essere madre, amare un altro essere più di te stessa ed essere pronta anche a sacrificarti per lui se era necessario.

Non lì conoscevo, eppure lì amavo, erano stati una parte di me e questo nulla lo avrebbe mai cambiato. Scorpius lì avrebbe cresciuti e protetti ne ero sicura, sarebbe stato un buon padre, amorevole e non sarebbe rimasto solo, la mia famiglia lo avrebbe aiutato.

Pensare a lui mi ricordò la prima volta che lì avevo sentiti muovere dentro di me il che mi strappò un sorriso, poi ricordai il primo calcetto e la prima volta che sentii una manina o un piedino. Tutte quelle esperienze così belle accesero un fuoco dentro di me, caldo e avvolgente. Ma non durò molto perché subito dopo comparì un altro fuoco ma esso era nero e distruggeva tutto quello che aveva intorno. Quest'ultimo mi sopraffò e mi scottò gelido più del ghiaccio.

Cercai di divincolarmi, a togliermelo di dosso ma lui cresceva velocemente e mi opprimeva sempre di più, non potevo neanche urlare da quanto era soffocante.

Stavo bruciando e non potevo fare nulla per evitarlo.

Stavo bruciando, soccombendo sotto il fuoco dell'odio.

   
 
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