Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
Segui la storia  |       
Autore: steffirah    28/03/2017    1 recensioni
L'esperienza del primo amore, gli effetti della pubertà, la tristezza della solitudine, il desiderio di rincontrarsi, la fiducia nel destino. Tutto può essere possibile nell'impossibilità dei loro universi, è sufficiente crederci.
[Prompt della Shaosaku week dal 29/02 al 06/03/2016]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Syaoran
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5

 


«Sakura?»
«Sì?» Si volta. «Oh! Sha-Shaoran!» Scatta immediatamente in piedi mentre le sue amiche ridacchiano, coprendosi la bocca con le mani. Chissà di cosa stavano parlando prima che arrivassi. Erano tutte talmente prese da non accorgersi della campanella. Sembrava un discorso serio, per cui da un lato mi dispiace averle interrotte. Qualunque cosa fosse, comunque, aveva provocato un rossore sulle guance di Sakura. Cerco di non darvi troppo credito e mi rivolgo anche alle sue compagne.
«Scusatemi per l’intromissione.»
Loro fanno capire che non importa e sogghignano guardandosi l'un l'altra, mentre Sakura le ammonisce di smetterla di prenderla in giro. Alzo un sopracciglio e vado dritto al punto. Meglio toglierla il prima possibile da quell'imbarazzo.
«Volevo chiederti, torniamo insieme? O hai cambiato programmi?»
Non sto cercando di metterle fretta, affatto. Voglio soltanto essere sicuro che non abbia trovato altri impegni, perché in tal caso possiamo studiare insieme anche un altro giorno. Forse preferisce trascorrere un po' di tempo con le sue amiche o studiare con loro.
Con mia sorpresa annuisce vigorosamente.
«Certo, Shaoran! Te lo avevo promesso! Il tempo che raccolgo le mie cose e ti raggiungo.»
Le sorrido, dentro di me sospiro sollevato, e la informo che la aspetto nell'atrio prima di allontanarmi. Mentre sto per uscire dall'aula sento delle piccole grida entusiaste provenire dai banchi dove sono sedute Sakura e le ragazze.
Saluto i miei amici e dopo aver cambiato le scarpe mi appoggio ad un muro, in attesa. Nel frattempo rivolgo il mio sguardo ad un uccellino che spicca il volo da un albero lì vicino. Lo osservo mentre si libra nell'aria, volteggia tra le nuvole, e a metà del tragitto s'incontra con un suo compagno. Si scambiano un saluto e prima che svaniscano del tutto in quel cielo infinito Sakura mi posa una mano sul braccio, ottenendo tutta la mia attenzione.
«Sono pronta.», annuncia con un enorme sorriso, prima di incamminarsi.
Esco con lei e passeggiamo l'uno di fianco all'altro, in religioso silenzio. Mi sembra strano, ma non mi dispiace. Mi lascia immaginare cosa stia pensando e la mia mente comincia a vagare nelle profondità del suo cervello. D'un tratto, tuttavia, si ferma a metà strada e sospira rumorosamente, appoggiando la borsa a terra. Ero troppo distratto?
«Pesa?»
«Mmh, un po'.»
Mi abbasso per prendergliela e mi offro per portargliela. Non mi sembra così pesante, ma forse non si sente bene.
Quando la guardo incontro le sue iridi luccicanti di soddisfazione e un sorriso sornione che le increspa le labbra. Ma cosa...?
«Chi arriva ultimo dovrà pagare una penitenza!», esclama, prima di svanire dietro un angolo.
Resto un istante fermo lì, sbigottito, in simbiosi col palo della luce. Non riesco a crederci. Aveva pianificato tutto.
Trattengo una risata e parto alla rincorsa, svoltando l'angolo a destra e raggiungendola in men che non si dica. Quando mi vede arrivare accelera e taglia per il parco, abbandonando ben presto la sfida per roteare con le braccia allargate sotto la pioggia di ciliegi e danzare a zigzag tra gli alberi.
Poiché per me la sfida non è ancora finita con piccoli passi giungo alle sue spalle e tento di arrestare il suo volteggiare prendendola per una mano. Fato vuole che, nel voltarsi, scivola sull'erba e mi finisce addosso, facendo cadere entrambi.
Mi sento arrossire, seppure non sia la prima volta che ci capita qualcosa del genere. Da quando ci conosciamo Sakura è sempre stata estremamente espansiva ed impulsiva. Per quanto io fossi introverso e timido, chiuso in me stesso, quella sua spontaneità era stato uno dei primi aspetti a piacermi di lei. Ma la sua ingenuità, la sua innocenza, talvolta, potevano essere parecchio imbarazzanti. In particolar modo quando i miei ormoni partivano, come in quell'ultimo periodo.
Talvolta mi sforzo di non pensarci, davvero. Non voglio sembrare un depravato, soprattutto perché lei è la mia più cara amica. Ma Sakura è sempre così dolce e premurosa e bellissima e adesso è così vicina e...
Chiudo un istante gli occhi, sforzandomi di spazzare via quel pensiero indecente prima ancora che possa prendere forma, ma il suo calore sul mio corpo non svanisce. Percepisco il suo leggero peso premere contro la mia pelle, come se non esistessero i vestiti a separarci. Tutto ciò mi porterà al delirio.
Apro gli occhi giusto in tempo per vederla allontanarsi, mentre con una mano si porta una ciocca di capelli dietro a un orecchio con fare imbarazzato.
Tiro un sospiro di sollievo mettendomi a mia volta seduto, ma dentro di me non mi calmo. Sono agitatissimo, le mie interiora si contorcono, ho lo stomaco in subbuglio. Questo sì che lo si potrebbe definire "terremoto interiore". Potrebbe distruggermi, se non riuscirò presto a domarlo. A limitarne l'azione. Devo farlo per me; devo farlo per Sakura.
Alzo lo sguardo su di lei. Noto le sue guance rosee mentre tiene lo sguardo basso, sognante, come se fosse immersa in qualche dolce pensiero. Forse è solo frutto della mia immaginazione, ma non posso inventarmi anche il leggero venticello che le soffia tra i capelli, facendo sì che alcune ciocche le carezzino il mento. Non posso inventarmi il flebile bagliore del sole primaverile che la avvolge, rendendola un angelo solleticato da una pioggia di petali rosa.
Improvvisamente ridacchia, facendo frantumare questi pensieri smielati in mille cocci. Non mi ero accorto stesse ricambiando il mio sguardo. I suoi occhi ora brillano, come foglie bagnate dalla rugiada. Le sue labbra sono deliziosamente curvate verso l'altro, rivelando un sorriso – quello stesso sorriso che da anni custodisco nel mio cuore. Che da anni proteggo affinché non svanisca mai.
La vedo allungare una mano. Percepisco le sue dita tra i miei capelli. Sta parlando. Sento il suono della sua voce, ma non capisco cosa mi stia dicendo. È troppo dolce. È una melodia unica, inimitabile, vitale per me.
Troppo in fretta la ritrae. Non voglio vada via. Non voglio finisca tutto così in fretta. Non è neppure iniziato. Nulla tra noi è ancora cominciato. Ma come glielo dico? Quali parole è meglio usare? Dove trovo il coraggio per farlo? Come posso farle capire che per me lei è la persona più importante al mondo? Che mi basta averla al mio fianco, anche per pochi istanti, per sentirmi completo? Che vorrei non arrivasse mai il momento di separarsi perché è orribile starle lontano, è terribile tornare prigionieri della solitudine più assoluta?
Istintivamente mi faccio avanti e mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso. La guardo. La mia mente diventa leggerissima. Non so cosa sto facendo, so soltanto che è piacevole. Che mi rilassa. Che mi fa sentire me stesso, che mi manda su un altro pianeta, che mi tiene stretto alla sua essenza. Ed è tutto ciò che per me conta. Desidero soltanto che questo sentimento non mi lasci mai. Che questa pace possa essere eterna. E se è questo il paradiso, allora posso ben affermare di essere lieto d'essere morto, purché io possa perdermi nel suo calore. Purché io possa sprofondare nella sua essenza. Per l'eternità.



 


 
Tum tum. Tum tum. Sento il mio cuore battere, com'è ovvio che sia. Ma è naturale che le mie pulsazioni siano talmente accelerate dal farmi chiedere se non stia per esplodere? È tutto ciò che riesco ad udire. Il mio cuore, e Shaoran che mormora accanto al mio orecchio: «Restiamo un po' così.»
Mi sento le guance in fiamme e trattengo il respiro. Mi sforzo di rilassarmi e comportarmi come sempre, ma non ci riesco. Sono felicemente sorpresa. Non ho parole, non ho pensieri... Perché non riesco a credere che stia accadendo davvero.
Quando ho conosciuto Shaoran (parliamo di anni fa) mi sono subito affezionata a lui e ogni giorno ho cercato di dimostrargli quanto gli volessi bene. Sin dal nostro primo incontro mi sono immediatamente sentita a mio agio al suo fianco. E col tempo i miei sentimenti nei suoi confronti non hanno fatto altro che crescere e rafforzarsi. Per questo ogni volta che ci vediamo, nel salutarlo, la prima cosa che faccio è gettarmi tra le sue braccia. Adoro abbracciare Shaoran. Se soltanto potessi rimarrei sempre, per sempre, stretta a lui. Anche perché uno degli aspetti più belli è la sua reazione: talvolta si fa tutto rosso per l'imbarazzo (soprattutto i primi tempi, anche se tuttora non riesco a spiegarmelo. Cosa mai ci sarà di male nello stringere tra le braccia la persona per te più importante al mondo?), altre volte si irrigidisce come un pezzo di legno e devo scuoterlo per farlo sciogliere (ammetto che è divertente), altre ancora ricambia ma timidamente, come se temesse di potermi fare del male in qualche modo.
In effetti, è proprio questo suo indugiare a ferirmi – in parte. Mi sono sempre domandata se non gli desse fastidio questo mio essere espansiva. Ma poi lo guardavo e lui mi sorrideva. E il suo sorriso cacciava via tutti i dubbi che adombravano la mia mente.
Di una cosa mi ero ormai rassegnata: Shaoran non avrebbe mai preso l'iniziativa. Lo conoscevo bene. Perlomeno, ne ero certa fino a qualche secondo fa. Perché sorprendentemente, adesso, è lui che sta abbracciando me, lasciandomi basita. E sono talmente stupefatta da non riuscire a reagire. So soltanto che il mio sangue sta ribollendo nelle vene e furiose palpitazioni mi stanno sopraffacendo. Tutto ciò è ragionevole se si considera il fatto che non avrei mai pensato potesse essere così bello essere avvolta dalle sue braccia. Così piacevole. Così rilassante e al contempo emozionante. Mi calma, ma al contempo mi rende esagitata.
Sbatto gli occhi e mi chiedo se non sto sognando.
Dopo pochi istanti lui lascia la presa, allontanandosi. Mi sento improvvisamente come un albero spoglio. Ho perduto i miei frutti, i miei fiori, perfino le foglie. Un'esplosione primaverile ci abbraccia, ma il mio corpo è cristallizzato dall'inverno.
Shaoran non mi guarda mentre recupera le nostre borse. Cerco di risvegliarmi da quello stato di trance e faccio per alzarmi; lui se ne accorge e si abbassa di poco per porgermi una mano e aiutarmi.  Incontro i suoi occhi e attraverso essi mi vedo arrossire. Perché reagisco così? Non lo capisco. Devo ancora essere scombussolata dalla sua azione baldanzosa.
Mi metto in piedi e lo affianco, diretta verso il suo appartamento.
Non riesco a smettere di pensarci. Shaoran mi ha abbracciata. Lui ha abbracciato me. Senza preavviso. Senza un apparente motivo. E io sono quasi svenuta per la contentezza. Mi sento scaldare nel desiderare che lo rifaccia. Ma è stato un caso fortuito e non credo si ripeterà presto. Mi sento sciocca. Se lo desidero davvero tanto, perché allora non lo abbraccio io? Cosa mi ferma dal comportarmi come sempre?
Una parte di me conosce fin troppo bene la risposta, ma non riesce ad elaborarla. È irragionevole.
Mi tornano alla mente i commenti delle mie compagne di classe. Ripenso alla loro domanda, in cerca di un responso. Perché io e Shaoran non ci mettiamo insieme? Non lo so. Non capisco se quello che provo per lui è semplice amicizia o amore. Non sono mai stata innamorata, quindi come faccio a capire se è questo il caso? L'unica cosa di cui sono certa è che Shaoran è la persona a me più cara. Il che lo rende il mio migliore amico, no?
Alzo di poco lo sguardo su di lui e lo fisso cercando di non farmi notare, mentre lui cammina guardando dritto davanti a sé senza battere ciglio. Chissà cosa occupa i suoi pensieri in questo momento. Chissà a cosa pensava prima. Chissà se anche lui è confuso, come me. Chissà se lui ha mai amat- no. Lo so, nemmeno lui si è mai innamorato. O me l'avrebbe detto. Almeno spero.
Shaoran è la prima persona da cui vado quando ho bisogno di aiuto. Ma non solo. È il mio supporto. È il mio confidente. Gli mostro ogni mio umore. È l'unica persona che conosco con cui sono realmente sincera. Con lui non fingo mai – anche perché se ci provassi lo capirebbe subito. Amo parlare con lui. Amo scherzare con lui. Amo confidarmi con lui. Amo ascoltare la sua voce. Amo quei momenti in cui mi consola quando sono più triste. Amo essere presente quando lui ne ha più bisogno. Amo camminare al suo fianco. Amo il suo sorriso, amo la sua risata, amo i suoi sguardi, amo i suoi pensieri, amo ogni suo gesto. Amo ogni singolo aspetto di lui, ma è naturale quando si sta sempre al fianco di una determinata persona, no? Un simile sentimento si può provare anche nei confronti di un amico... Vero?
Abbasso lo sguardo, riflettendo, e noto che le nostre mani distano pochi millimetri tra di loro. Faccio come per eludere tale distanza, ma come posso essere sicura che gli faccia piacere? E se finisce col fraintendere il gesto? Ahhh, mi sento ridicola. Non ho mai pensato a queste cose quanto lo sto facendo negli ultimi giorni. E questi pensieri non mi piacciono. Mi fanno indugiare. Mi fanno temere. Mi portano a incertezze che –
«Eccoci qui. Kimihiro non è in casa, quindi siamo soli.»
Perdo il filo dei miei ragionamenti sentendolo parlare. Ritorno alla realtà e attraverso con lui il cancello, realizzando solo in quel momento che lui ha portato entrambe le borse.
«Ah! Scusami Shaoran!» Faccio per riprendermi la borsa, ma lui non me lo permette e avanza, aprendo la porta di ingresso.
«Non pesa.»
Mi mordicchio le labbra, seguendolo all'interno, e solo in quel momento do un senso alle sue parole. Siamo soli. Soli. Soli... La parola si ripete ostinatamente nella mia testa.
Calma, Sakura, hai sempre adorato restare sola con Shaoran. Non è il momento di vergognarti. E poi sei lì per studiare, non per bighellonare o lasciarti inondare da pensieri sdolcinati sul tuo migliore amico.
Lui posa entrambi gli zaini accanto alla tavola in sala e, fortunatamente per me, prepariamo tutto all'istante, cominciando con la sessione di studio senza perdere tempo. Ogni volta che non capisco lui mi spiega pazientemente le cose, rendendole estremamente chiare – ecco perché amo anche studiare con lui – e dopo qualche oretta mi chiede se mi vanno dei dolcetti.
«Dolcetti?» Mi metto subito sull'attenti.
Lui annuisce, alzandosi, e dirigendosi verso un mobile risponde: «Li abbiamo preparati ieri sera io e Kimihiro. Sono ripieni con le mele.»
Torna con un contenitore trasparente i cui tre quarti sono riempiti di invitanti mezzelune ricoperte di zucchero a velo. Sono quasi certa di avere due cuori al posto degli occhi – e probabilmente starò anche sbavando. Shaoran è ben consapevole che uno dei miei punti deboli sono i dolci. Per non parlare di quelli con le mele! Probabilmente mi starò comportando come un cagnolino davanti ad un succulente osso, perché nel notare la mia espressione Shaoran ridacchia.
Li posa davanti a me e mi invita a non fare complimenti, mentre lui va a preparare del tè. Non me lo faccio ripetere due volte e, abbandonando i libri senza neppure pensarci, assaggio il primo. Mi sciolgo a quel delicato, dolce, zuccheroso sapore tanto familiare. Le mele sono il mio frutto preferito e Shaoran sa fin troppo bene che questo è uno dei metodi più efficaci per conquistarmi.
Gongolo assaporandolo e quando ingoio cantileno: «Oishii», ripetendolo dondolando da una parte all'altra. Ne afferro un altro e quando Shaoran torna con una teiera e delle tazzine mi rivolge un enorme sorriso.
«Ne sono felice.», dichiara, tornando a sedersi al mio fianco e versandomi il tè nella tazza.
Addento il terzo dolcetto e non appena vedo che si liberano le sue mani gliene porgo uno, sorridendo appagata. Lui mi ringrazia e nel prenderlo le nostre dita si sfiorano. Poi alza lo sguardo e il suo sorriso si allarga, tramutandosi in una risata.
«Cosa c'è?», chiedo, piegando la testa su un lato.
Senza perdere quello sguardo ilare allunga la mano libera e con un dito mi sfiora gli angoli delle labbra, come se mi stesse pulendo. Un attimo dopo porta quello stesso dito alla bocca e poi commenta, ridente: «Come una bambina.»
Apro la bocca per ribattere, ma non ne esce nessun suono. Cerco di razionalizzare quel che è appena accaduto. Dovevo essere sporca di zucchero a velo, quindi col suo pollice mi ha pulita. Ma poi quello stesso pollice se l'è portato alle labbra. C'è stato un trasferimento indiretto dalle mie labbra alle sue. Come posso restare tranquilla? Non devo pensarci. Non devo fantasticarci sopra. Le mie labbra. Le sue labbra. No, Sakura. No. Sto andando nel pallone. Mi sento evaporare. E probabilmente tra poco mi metto a piangere, dato che sento gli occhi pizzicarmi. Anche se non me ne spiego la ragione.
Non sentendomi ribattere si volta a guardarmi. Non so cosa legge sul mio viso. So soltanto che mi incatena coi suoi occhi e improvvisamente diventa difficile respirare. Ma non voglio farlo. Voglio restare ad ammirarlo col fiato sospeso. Voglio continuare a fissarlo senza battere ciglio. Voglio sentire soltanto il mio cuore. Voglio continuare a vedere quelle due dolci iridi farsi sempre più vicine, sempre di più... Come posso distogliere lo sguardo dal suo? Come posso, proprio ora che mi guarda con una tale intensità...? Proprio ora che i suoi occhi sono diventati talmente magnetici... Proprio ora che il suo caldo respiro carezza il mio, ora che il suo viso è così vicino e sento il calore che si sprigiona dalle sue labbra carezzare la mia pelle... Ora che mi sento bruciare, e non vedo altro che i suoi occhi... Ora che mi sento annegare in lui, mi sento scivolare e cadere tra le sue braccia, mi sento precipitare nel vuoto, ma non ho paura. Non posso avere paura, perché Shaoran è qui. Shaoran mi guarda. Shaoran mi guida. Shaoran mi protegge. Shaoran mi avvolge col suo essere. Shaoran mi bacia. E in questo eterno istante potrei anche morire. Perché mi rendo conto che è un qualcosa che desidero da sempre.
Shaoran mi sta dicendo che mi ama. E io, finalmente, trovo il coraggio di ammetterlo. Così posso dargli la mia risposta.




NdA:
1) perdonate il ritardo! Questa settimana ho cominciato un tirocinio che mi terrà impegnata per parecchio tempo... Fortuna che si tratta di one-shot ^^'
2) Scuola AU ^_^ con tanto di Watanuki "fratello" di Shaoran... *me misteriosa*
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC / Vai alla pagina dell'autore: steffirah