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Autore: pamina71    28/03/2017    13 recensioni
Dopo il Lupo, una nuova piccola e curiosa indagine.
La storia d'amore prosegue ed evolve, nella nuova dimora e con nuove consapevolezze, in un equilibrio finalmente diverso (dovuto sia alla promozione di André sia a quanto di doloroso é accaduto ad Oscar).
Il noir si infittisce, prendendo spunto da un caso realmente accaduto in un altro paese ed in un'altra epoca: un caso inquietante ed affascinante, che fece parecchio scalpore e di cui mi sono procurata estratti della sentenza e del processo, per comprendere moventi ed azioni, da cui ho "rubato" vittime e carnefice e dal quale deriveranno tutte le apparenti stranezze che ho estrapolato (le cose più particolari sono proprie del caso originale, non ho così tanta fantasia).
Credits letterari: Camilleri, Malvaldi, Montanari, Vitali.
Credits visivi: "La famiglia omicidi", "Ladri di Cadaveri", "Arsenico e vecchi merletti", "Misterioso omicidio a Manhattan"
Inizierò in stile Agatha Christie, con l'elenco dei personaggi per consultazioni future.
Genere: Storico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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35. Febbraio.

 

 

Oscar si voltò verso Loulou.

- Allora, ti interessa ancora?

- Sì, certamente. Mi metto il mantello a possiamo andare.

Attese pazientemente che la ragazzina fosse coperta, poi uscì di casa, voltando immediatamente a destra lungo Rue Guillome. Il fango stava cominciando a scomparire, ed il freddo che aveva pietrificato Parigi nei mesi precedenti stava iniziando a lasciare spazio ad un timido tepore. Entrambe percorsero i pochi passi che le separavano dalla casa di Madame Biheron, davanti alla cui porta Oscar si arrestò per far sbattere contro il portone il pesante anello in ottone sostenuto dalla bocca di un drago.

Un valletto le accolse deferente, per poi scortarle al piano superiore dopo aver preso i mantelli.

Loulou sgranò gli occhi quando si trovò nel grande laboratorio dell'anatomista. Si mise ad osservare i modelli in cera, senza turbarsi minimamente per il fatto di trovarsi dinnanzi a riproduzioni di corpi umani privati della pelle, od aperti a mostrare le viscere.

- Mia nipote, figlia di mia sorella Hortense. La chiamiamo familiarmente Loulou.

- La bambina pare particolarmente interessata al mio lavoro.

- E' molto intelligente. Anche i suoi genitori se ne sono accorti, e hanno intenzione di valutare quale possa essere la migliore scelta per il suo futuro. Per questo motivo le ho permesso di accompagnarmi. Vorrei che vedesse il lavoro di una donna che ha raggiunto la fama grazie al proprio sapere.

- Voi mi lusingate. - Rispose Madame Biheron. - La piccola potrebbe però prendere voi ad esempio, perché no?

- Non lo augurerei a nessuno. Io ho dovuto vivere nella finzione di essere un uomo, perché solo così avrei potuto ricoprire il ruolo che mi è stato assegnato dalla nascita. Vorrei invece che lei crescesse con la consapevolezza di essere una ragazza intelligente, e che può e deve far fruttare i suoi talenti.

- Nemmeno questa è una cosa facile. Ve lo posso garantire.

- Nulla è semplice, temo. - Rispose Oscar.

La scienziata sospirò.

- Immagino non siate venuta solo per questo, vero?

- No, in effetti. Volevo anche ringraziarvi per aver testimoniato al processo. Immagino sappiate come si è concluso.

- Si, mi sono tenuta informata tramite le gazzette, anche se suppongo che abbiano infarcito il racconto di esagerazioni.

- Non ho seguito che le prime udienze – La informò ancora Oscar – per cui non conosco i dettagli nemmeno io. E' stata condannata alla reclusione alla Petite Force1. Il giudice ha ritenuto che fosse consapevole di ciò che faceva, ma non completamente, e pertanto ha deciso che non meritasse la pena di morte, ma nemmeno fosse da rinchiudere alla Salpêtrière. Sentenza opinabile, forse.

- Sono un'anatomista, non un medico che si occupa di isteria. Eppure, mi sono chiesta anche io se non fosse una malata, una pazza, più che una folle assassina.

- Chissà se lo sapremo mai2. - Chiosò Oscar.

Rimasero un attimo in silenzio.

Poi Madame Biheron parlò.

- Le voci dicono che vi trasferirete.

- Vox populi, vox dei- rise lei di rimando – le dicerie hanno ragione. Dopo l'aggressione di Capodanno io ed André abbiamo deciso che potrebbe essere meglio vivere in un posto più tranquillo. Quindi andremo sulla costa.

La donna, abituata alla riservatezza, non chiese di più, e si allontanò per andare a dare qualche spiegazione alla piccola Loulou, mentre Oscar si sedette ad osservarle.

 

André sedeva con Alain nella biblioteca di quella che sarebbe stata casa sua ancora per qualche giorno.

- Davvero Marie potrà lavorare dalla sorella del Comandante...ehm, di tua moglie? - Si corresse in corsa.

- Certamente. Si è presa l'impegno di trovarle un nuovo impiego, e l'ha fatto. Inoltre, Josephine ha licenziato parecchie cameriere, e si trovava nella necessità di sostituirle.

- Ma, quindi, non è che potrebbe capitare anche a Marie? Di essere lasciata a casa di colpo?

- Non ti preoccupare. Non potrà mai accadere. Erano state assunte dal marito perché particolarmente, diciamo, compiacenti. Da quando, dopo l'aggressione subita circa un mese fa, il Duca di Liancourt è immobilizzato a letto, Madame Josephine si è liberata di parecchia gente scomoda. Non solo le cameriere, ma anche dei tipi loschi che suo marito pagava per portare a termine lavoretti poco puliti, se così si può dire.

Alain fischiò.

- Ne ha di fegato, questa sorella. Quei tizi potrebbero fargliela pagare.

- Anche per questo abbiamo fatto assumere Marie da lei. - Rispose André con un sorrisetto sornione. - Perché tu, passando a salutarla, tenga gli occhi aperti sulla casa.

- Potete contarci.

- Secondo il medico, il Duca non potrà più camminare, né parlare, e muove a stento il braccio destro. Quindi dubito che sarà ancora pericoloso. Ma meglio tenere gli occhi aperti.

- Sei davvero sicuro che sia stato lui ad organizzare l'agguato di Capodanno?

- Ne sono certissimo. Quando l'assalitore è stato fermato dalle ronde, non solo lo abbiamo riconosciuto (avremmo potuto prendere un abbaglio), ma ha anche confessato. Ha aggredito Liancourt per vendicarsi di aver dovuto essere il solo a pagare per le sue colpe.

- Che dire? Ora il Duca non farà più danno. Ha avuto quel che si meritava.

Il dialogo venne interrotto dall'ingresso di Oscar.

- Dove hai lasciato Loulou? - Le chiese André.

- Da Madame Biheron. Le sta tenendo una lezione, la farà riaccompagnare qui più tardi.

Lei si sedette accanto al marito, e si rivolse ad Alain.

- Mi ha fatto davvero piacere che voi soldati siate venuti in chiesa al nostro matrimonio.

Il militare sorrise con aria furba:

- Non ci saremmo persi per nulla al mondo lo spettacolo del Comandante con la gonna. - Disse, provocando l'ilarità di Oscar.

Poi il soldato tornò serio, e chiese:

- Quando partirete?

- Tra tre giorni. Anche Constance e la sua famiglia partiranno, ma verso Le Havre, per imbarcarsi, mentre noi andremo a sud, per goderci la primavera sulla costa.

- Cosa ha detto il Generale Vostro padre dell'idea di vivere nella casa di André a Gravelines?

- Per ora nulla. Non abbiamo ritenuto di dirglielo.- riprese lei.

- Ha appena finito di digerire l'idea delle nozze con un roturier, che non è nemmeno più il Capitano che lui sperava. Direi che non è il caso di turbarlo troppo. Lo avviseremo appena ci trasferiremo a nord.

Alain si alzò, e si preparò a congedarsi. Sapeva che non li avrebbe rivisti per mesi. Forse non li avrebbe incontrati mai più. Non era il tipo da commuoversi, eppure gli parve di avere un groppo in gola.

Un abbraccio con una pacca sulla spalla per André, una stretta di mano con Oscar, e se ne andò. Lei lo guardò uscire, e pensò che nei giorni seguenti avrebbe dovuto salutare moltissime persone, alcune delle quali molto care al suo cuore.

 

L'ultimo giorno di febbraio stava volgendo al termine.

Oscar sedeva serena sul sedile della berlina che si stava dirigendo verso sud. Ben presto avrebbero fatto tappa in una locanda per trascorrere la notte, non era prudente viaggiare con il buio. Si voltò a guardare André, che seguiva distrattamente il fluire deii filari di alberi che, ordinatamente disposti, fiancheggiavano la carreggiata. Quasi si rendesse conto di essere osservato, lui girò il suo sguardo color foglia verso di lei.

Oscar sorrise e trasse un profondo respiro.

- Siamo all'inizio di una nuova avventura. Del tutto diversa da quelle che l'hanno preceduta.

- Sei preoccupata?

- Niente affatto. Sono sicura che la vita con mio marito sarà la più mirabolante di tutte.

E si sporse per posargli un lieve bacio sulle labbra.

 

 

Eccoci infine all'epilogo.

Ringrazio infinitamente chiunque abbia letto, silente o recensore, chi ha apprezzato, chi non ha apprezzato, chi ha fatto congetture, chi ha indagato.

Come vedete, ho volutamente evitato di raccontare le nozze.

Ma, se foste curiosi della loro vita futura, ho in mente una mini-storia che ci farà vedere la loro esistenza nella casetta di Gravelines.

A presto.

Un abbraccio da Pamina.

 

 

1  Nella realtà la Cianciulli fu condannata al ricovero per almeno tre anni in un manicomio criminale e a trent'anni di reclusione

2  Sulla salute mentale della Cianciulli sono stati scritti numerosi testi, e se ne discute tuttora.

   
 
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