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Autore: Vavi_14    28/03/2017    4 recensioni
Piccole scene rubate dalla vita di sette giovani trainee che aspirano a diventare idol.
◊È un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori vanno avanti◊
______________
Dal cap VIII. #pizza
[…]Oltre gli schiamazzi degli attori, si sente solo il respiro pesante di Taehyung e quello di Yoongi, assieme agli sbuffi intermittenti di Jungkook, che ogni tanto lascia ciondolare la testa per poi risvegliarsi all’improvviso, guadagnandosi un’occhiata divertita e intenerita da parte di Jimin.
«Ragazzi, io ho fame».
In quel momento, le teste di tutti – tranne quella di Yoongi – si voltano contemporaneamente verso il criminale che ha osato pronunciare una frase tanto sconsiderata. Sono le undici e mezza di notte, hanno già consumato i loro panini qualche ora prima, perché mai uscirsene con un’affermazione che ha dell’utopico?
A parlare è stato Taehyung e Jimin ancora non si capacita di come abbia fatto a svegliarsi, mettere in moto i neuroni, captare gli stimoli del proprio stomaco e convertirli in parole nel giro di un secondo.
[…]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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XIII. Litigio








 

«Non è raggiungibile».
Jungkook schiaccia il tasto per terminare la chiamata e scocca al leader un’occhiata incerta. Non è la prima volta che Taehyung si dimentica di accendere il cellulare, eppure Namjoon si è raccomandato con tutti affinché lo tenessero raggiungibile anche durante l’unico pomeriggio della settimana che avevano libero, non si poteva mai sapere.
«Magari è in un posto dove non prende». L’umore pessimo di Namjoon non migliora affatto lo stato d’animo, già abbastanza turbato, del maknae.
Seokjin intanto sventola il proprio telefono, portando buone notizie. «Jimin ha risposto ora, lui ed Hoseok stanno per arrivare».
I due ragazzi erano usciti a mangiare un boccone in un piccolo locale molto vicino al dormitorio; giusto un’ora di svago per prendere una boccata d’aria fresca senza allontanarsi troppo. La repentina chiamata di Seokjin, però, li aveva costretti ad interrompere il pranzo sul più bello: una telefonata del manager, infatti, aveva avvertito Namjoon che, entro mezz’ora, si sarebbero dovuti far trovare nella sede principale dell’Agenzia per delle prove straordinarie. Era già capitata una situazione simile, ma in quei mesi ancora nessuno si prendeva la libertà di uscire dal dormitorio senza tutti gli altri membri del gruppo.
Taehyung aveva annunciato che sarebbe andato ad incontrare due amici di vecchia data e che, in ogni caso, sarebbe rimasto fuori solo qualche ora, prediligendo le zone limitrofe al dormitorio. Era la prima volta che avanzava una richiesta del genere e, dato che altri membri del gruppo lo avevano già fatto in precedenza, Namjoon non si era opposto in alcun modo. L’unica raccomandazione che gli aveva fatto era stata quella di portare con sé il cellulare. Acceso, possibilmente.
Jungkook attacca di nuovo, è la decima chiamata che fa. Ha già inviato quattro messaggi, ma di Taehyung non ci sono segni di vita e mancano esattamente dieci minuti all’orario concordato con il manager.
Yoongi ha appena indossato i pantaloni della tuta e ha raggiunto gli altri nella sala principale.
«Forse dovremmo andare a cercarlo» butta lì, una volta comprese le poche alternative che hanno a disposizione.
«Non mi ha detto dove è andato» ribatte subito Namjoon, lo sguardo perso sullo schermo del suo telefono, nella speranza che, da un momento all’altro, compaia sul display una busta bianca con mittente Taehyung.
«Ma ha detto che sarebbe rimasto in zona, sempre meglio che sprecare tempo a chiamarlo». Yoongi non si è proposto direttamente per scendere a cercare l’amico, ma almeno la sua considerazione mette davanti agli occhi di Namjoon un’altra possibilità. Certo, girare a vuoto nel quartiere vorrebbe dire perdere altro tempo, ma se non ci sono alternative, forse è il caso di prendere in considerazione l’ipotesi.
In quell’esatto momento rientrano anche Jimin ed Hoseok, un po’ trafelati dalla corsa appena fatta ma pronti a buttarsi subito in carreggiata.
«Due minuti, hyung» dice Jimin a Namjoon, fuggendo in camera a cambiarsi assieme ad Hoseok.
«Non riusciamo a contattare Taehyung» è la risposta esasperata del leader, che fa bloccare entrambi i compagni sul posto.
«Che vuol dire che non-»
«Ha il cellulare spento, Jimin hyung – interviene Jungkook -  Lo sto chiamando da mezz’ora».
Jimin impiega un attimo a recepire la gravità della situazione. «Vado a cercarlo» replica, facendo dietrofront.
Namjoon si avvicina a loro, assieme a Seokjin. «Mancano due minuti all’appuntamento, non ce la faremo mai ad arrivare in tempo».
«Magari è qua sotto o nelle vicinanze, vale la pena tentare» commenta Hoseok, tirandosi su le maniche della felpa che solitamente usa per le lezioni di ballo. «Jimin, ti accompagno».
«Vengo anch’io».
«Tu continua a chiamarlo» prorompe Namjoon, bloccando le intenzioni di Jungkook sul nascere. «Potrebbe tornare raggiungibile da un momento all’altro».
Jungkook torna a guardare il proprio cellulare; a dire la verità è un po’ stufo di starsene con le mani in mano. Probabilmente, se Taehyung non ha risposto fino a quel momento, il cellulare sarà di sicuro spento, il che ha istillato in lui una preoccupazione non indifferente. Decide però di non ribattere, visto che Namjoon sembra già abbastanza su di giri: annuisce e torna a sedersi sul divanetto del salotto, adocchiando Jimin ed Hoseok che escono dalla porta come due razzi.
«Namjoon, avverti il manager che abbiamo avuto un imprevisto e faremo tardi» commenta Seokjin, gettandosi accanto al maknae.

Ma quel ritardo, ben presto, si era trasformato in un dover annullare del tutto le prove, con grande disappunto del manager: Jimin ed Hoseok avevano setacciato tutti i locali delle vicinanze senza riuscire a trovare Taehyung. Il cellulare del ragazzo, come immaginato da Jungkook, era rimasto per tutto il tempo irraggiungibile. Namjoon aveva pensato di raggiungere l’Agenzia anche senza di lui, ma lo stato d’animo dei suoi compagni e, in fondo, anche il suo, non era di certo quello giusto per poter affrontare delle prove impegnative, visto che un membro del gruppo risultava momentaneamente disperso. In fondo, Taehyung aveva detto che sarebbe rimasto fuori due ore, perciò, in teoria, essendo passata appena un’ora e mezza da quando era uscito dal dormitorio, forse non sarebbe servito a nulla allarmarsi inutilmente. Intanto, però, le prove erano state rimandate e nessuno riusciva a capire dove poter esser andato Taehyung.
Qualche minuto dopo il rientro di Jimin ed Hoseok, Namjoon discute con gli altri l’eventualità di aspettarlo ancora un po’ e solo dopo, nel caso, chiamare qualcuno dello staff per aiutarli a rintracciarlo. Jungkook osserva Seokjin discutere con Namjoon e ringrazia che almeno lui, in quel frangente, riesca a mantenere la calma. Jimin, nel frattempo, sta pensando di strozzare il suo amico, non appena lo vedrà metter piede al dormitorio, ma Hoseok sembra volerlo tranquillizzare, sostenendo che in fondo ci sarebbero stati molti altri luoghi che avrebbero potuto perlustrare nel quartiere.
Proprio quando Yoongi ha gettato un’ultima occhiata all’orologio, la porta del dormitorio si spalanca, lasciando entrare un Taehyung dall’aria piuttosto tranquilla; ma la spensieratezza del ragazzo impiega un nanosecondo a scomparire, non appena incrocia lo sguardo omicida di Jimin e quelli misti di preoccupazione e irritazione degli altri suoi compagni.
Non appena lo vede entrare, Yoongi tira un lungo sospiro e scuote la testa, preferendo andare a rintanarsi di nuovo in camera da letto, con le sue amate cuffie: una ramanzina in meno non cambierà nulla, dopotutto.
«Taehyung-ah, si può sapere che cavolo di fine avevi fatto?» Il tono di voce di Seokjin è fermo, non urla, né sussurra, ma Taehyung percepisce chiaramente che qualcosa non va.
«Ero.. ». Fa un passo in direzione dei suoi compagni, poi due, posa la sua tracolla – anzi, la lancia – sulla moquette ai piedi del divano e apre di nuovo la bocca, ma per qualche motivo non riesce a continuare.
«Perché hai il cellulare spento?» Stavolta è stato Jungkook a parlare.
Taehyung sposta lo sguardo su di lui «Io-».
«Ti abbiamo chiamato tutto il pomeriggio».
Taehyung si siede accanto a loro. L’atmosfera è talmente tesa che può sentirla quasi bruciargli la pelle.
«Credo… credo sia scarico».
«Credi?» Jimin lo trafigge con una sola, retorica domanda.
«È scarico» ribatte Taehyung, prendendo il cellulare in mano e tentando di accenderlo, invano.
«Il manager ci ha chiamato per delle prove straordinarie, ma abbiamo dovuto annullare tutto».
Prima che Taehyung possa replicare, Namjoon continua. «Ti ho chiesto di portare dietro il telefono per un motivo, ma se lo tieni spento è inutile che tu lo faccia».
«Hyung, non mi sono accorto che era scarico».
«Potevi farci attenzione, prima di uscire». Jimin ha la fronte corrucciata e il tono sostenuto. Sa che Taehyung è sbadato e sfuggevole per natura, ma quando in gioco ci sono questioni inerenti il lavoro, non è disposto in alcun modo a passarci sopra.
«Mi dispiace, non possiamo farle ora? Parlerò io con il coreografo».
«Ormai le abbiamo annullate, è inutile richiamare. La prossima volta ci penserai». Seokjin non sembra voler far durare a lungo la discussione: è raro che tra loro si generino litigi, perciò, non appena succede, basta anche uno sguardo o una semplice frase detta del modo giusto a fare la differenza.
Taehyung non si pente di essere uscito, dopotutto era stata un’unica richiesta nell’arco di parecchi mesi, ma non può davvero credere di aver combinato un guaio simile con appena due ore di assenza.
«Si può sapere dove stavi? Io e Hoseok hyung ti abbiamo cercato ovunque».
Il più grande del gruppo si è alzato e anche Namjoon ha fatto lo stesso, rimanendo comunque nei paraggi.
«Sono andato al parco giochi qui vicino. Un mio amico aveva portato anche suo fratello minore, siamo stati un po’ con lui. Jimin, non avevo idea che mi steste cercando».
«Voglio ben sperare» commenta Hoseok, un po’ ironicamente.
«Namjoon hyung ha discusso con il manager per coprirti, hyung. Dovresti parlargli».
Jungkook non lo sta guardando negli occhi, mentre si rivolge a lui. Taehyung allora si limita ad annuire e, ignorando le occhiatacce di Jimin, va subito a scusarsi con Namjoon e con Seokjin, i quali sembrano borbottare qualcosa in merito al fatto che dovrebbe pensare un po’ di più alle conseguenze che le sue azioni potrebbero avere sul resto del gruppo.
La cena trascorre sostanzialmente in silenzio. Jimin ha smesso di guardare Taehyung, mentre Jungkook alza raramente gli occhi dal piatto, e lo fa solo quando Taehyung ha i suoi fissi sulla pietanza. Yoongi ha deciso di non dirgli nulla in merito a ciò che è successo; gli chiede solo se può passargli la brocca con l’acqua e poi torna anche lui al suo pasto. Namjoon ha parlato brevemente del programma della settimana seguente, rispondendo a qualche domanda di Hoseok. Seokjin si è limitato ad annuire ogni tanto.
Le luci, quella sera, si spengono prima del solito al dormitorio. Tra i letti si intravede qualche fonte luminosa appartenente a computer, cellulari o Ipod. Taehyung è disteso nel suo letto, non molto distante da quello di Jungkook, accostato alla parete. Qualcuno dorme già e chi è ancora sveglio ha le cuffie nelle orecchie ma, stranamente, non è il caso del maknae.
«Jungkookie».
Taehyung si sporge un poco fuori dal materasso e chiama il più piccolo sussurrando appena.
Il corpo di Jungkook è immobile, voltato dalla parte opposta, eppure il suo respiro sembra ancora troppo veloce per appartenere ad una persona addormentata.
«Mi spiace di non aver risposto alle tue chiamate».
Non c’è apparentemente nessuna reazione da parte dell’altro, così Taehyung decide di continuare.
«Ti sei preoccupato, vero?»
Passa qualche secondo, forse un minuto, e un lieve fruscio proveniente dal letto di Jungkook fa spalancare le palpebre al più grande, che ormai sembrava aver perso ogni speranza.
«Non farlo più» è l’unica frase pronunciata dal maknae. Taehyung ne riesce a scorgere vagamente il profilo, anche nella  penombra della stanza. Sorride tra sé, sospirando silenziosamente, dopodiché aspetta che Jungkook si addormenti per alzarsi in punta di piedi e poggiare gli avambracci sul letto sopra di lui.
«Jimin-sshi…».
«Sto dormendo».
«Lo vedo».
Anche Jimin gli dà le spalle, ma Taehyung non demorde. «Cosa devo fare secondo te?»
La risposta di Jimin tarda un po’ ad arrivare. Probabilmente non si aspettava di ricevere una richiesta d’aiuto così diretta.
«Andare a dormire» biascica alla fine, deciso che per quella sera non gliela farà passare liscia. Si volta un poco e gli pianta una mano in faccia, cercando di allontanarlo dal proprio materasso.
«Jimin, dico sul serio». Taehyung afferra in modo deciso la mano dell’amico, togliendosela dal volto.
Un altro breve attimo di silenzio in cui Jimin, finalmente, apre gli occhi e ricambia il suo sguardo. «Ne parliamo domani, ok?»
«Adesso».
«Tae, non farmi incazzare più di quanto già non sia».
«Per favore».
«Aish, è tardi!» Si lamenta Jimin, affondando la testa nel cuscino. «Domani parla con il manager, dopo le prove. E gioca di meno a quel dannato cellulare, visto che ce l’hai sempre scarico».
«Secondo te Namjoon hyung è arrabbiato con me?»
Jimin si lascia scappare uno sbuffo esasperato. «Ne avrebbe tutte le ragioni».
«Mi dispiace molto».
«Sì, questo l’ho capito».
Taehyung non è tipo da scusarsi in continuazione, se non sente davvero di aver sbagliato. Decide comunque che, per il momento, lascerà in pace Jimin e tornerà al proprio giaciglio, cercando come può di prendere sonno.
 
 
Jungkook, la mattina seguente, si alza di soprassalto, ancor prima che la sveglia suoni. Non ricorda di aver fatto un brutto sogno, eppure ha come uno strano presentimento, che si palesa non appena le sue iridi ancora assonnate cadono sul letto di Taehyung… vuoto.
Si alza a sedere di scatto e comincia seriamente ad entrare nel panico, ma prima di svegliare tutti, fortunatamente, decide di accendere il cellulare. Il suo cuore fa un balzo quando riceve una notifica su KakaoTalk.

Ho parlato con il coreografo, è tutto ok. Sono in sala prove, vi aspetto! :)

Jungkook si lascia cadere a peso morto sul materasso, chiudendo gli occhi. Poi però realizza di aver visto qualcosa di strano e controlla di nuovo l’orario in cui Taehyung ha inviato il messaggio: le quattro di mattina. Taehyung è in sala prove dalle quattro di mattina.
Vorrebbe scrivergli che è un pazzo ma ha ancora troppo sonno e forse deve ancora sbollire la tensione del giorno prima. Di sicuro, ora, quei pochi minuti che riposerà prima del suono della sveglia, saranno decisamente più tranquilli di tutta l’intera nottata.
 

 















 






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Olè! Buona sera, eccomi di nuovo qui.
Il prompt scaturisce dalla proposta di Blue Poison, che ringrazio nuovamente per avermi dato la giusta ispirazione. Questo è – in linea di massima – ciò che io immagino se penso alla parola “litigio” e “Bangtan”. Mi è difficile pensare a qualcosa di più estremo, sinceramente.
Mi spiace di aver preso di nuovo Taehyung come “colpevole” e “vittima”, ma il ricordo della simpatica gita tra le colline nordiche e le capre che ha fatto, in barba ai compagni che lo aspettavano al ristorante (parlo di Bon Voyage), mi ha convinta a renderlo protagonista. Quella era una vacanza, però, qui invece c’era in gioco qualcosa di più importante. Tae, giuro che non ce l’ho con te! XD
Ringrazio tutti coloro che hanno letto! <3 Questa OS era un pò più lunga, spero non vi abbia annoiati! ^^

Un bacio grande,


Vavi
  
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