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Autore: samy_97_    29/03/2017    5 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

 

9. Dice il saggio: se il tuo nemico sta andando a fuoco e tu hai dell’acqua, bevila.

 

Rimango allibita, mentre Kyosuke atterra davanti a noi con un sorrisino irritante sul viso.

Ma pensa te sto infame!

-Salve, gente! Ehi, vi trovo bene!- esclama, guardandoci uno a uno con evidente soddisfazione.

-Hai addirittura la faccia tosta di venire qui, razza di idiota?- esclama Inucchan, mettendosi in posizione da combattimento. Io affianco mio fratello.

-Ayame cara, è un piacere vederti.-

-Il piacere è tutto tuo.- esclamo, nervosa.

-No, credimi.- mi risponde lui, iniziando a giocherellare con un ciondolo che, me ne rendo conto immediatamente, è proprio quello che contiene i poteri demoniaci di Sesshomaru. -Sono qui per proporti un accordo.-

-Non ci importa dei tuoi accordi!- esclama mio fratello, con un ringhio.

-Aspetta, lascialo parlare.- sussurro io, incantata dal ciondolo, mentre penso ad un modo per sottrarglielo.

Kyosuke ride. -Vedo che sei diventata più ragionevole.- la tua ragionevolezza te la infilo nel… -Dunque, questo è l’accordo: io vi cedo il ciondolo e in cambio tu vieni con me.-

Mi trattengo dallo scoppiare a ridere. Questo lupastro, evidentemente, ha bisogno di uno psicologo, uno psicoterapeuta, uno psichiatra e molte altre professioni che iniziano per “psico”.

Assottiglio gli occhi e lo studio per qualche secondo, avvicinandomi. Forse, se riuscissi a farlo venire più vicino, riuscirei a strappargli il ciondolo dalle mani.

-Vieni a prendermi.- gli sussurro maliziosa, avvicinandomi di più a lui. Sento i commenti sorpresi dei miei compagni, ma non ci faccio caso: mi faccio già abbastanza schifo da sola.

Kyosuke ghigna, come uno che sa di avere la vittoria in pugno, e si nasconde il ciondolo in una tasca, dove non posso prenderlo in nessun modo, poi si avvicina a me finché non siamo ad un palmo di distanza. Sto per vomitare.

-Verrai con me, dunque?- mi sussurra, guardandomi fisso negli occhi.

-Prima devo dirti una cosa.- gli dico io di rimando, avvicinandomi ancora di più. -Fottiti!- sussurro, prima di afferrarlo saldamente per le spalle e dagli una ginocchiata lì dove non batte il sole.

-Ggggggesùùùù, è da una vita che avevo voglia di farlo!- esulto, guardando il lupastro accasciarsi su sé stesso e gemere dolorante.

-Ayame!- esclama mio fratello, con il riso sulle labbra. -Sei tremenda!-

Gli sorrido soddisfatta, e sento Kacchan scoppiare a ridere senza ritegno, mentre Sango ridacchia tenendosi una mano davanti alla bocca.

-Dubito che potrà più avere figli.- dice Kagome, rivolgendosi ad un Inuyasha scioccato, con gli occhi spalancati e una vaga espressione di compassione nel viso.

-Me… la pagherai!- esclama Kyosuke, ancora piegato in due dal dolore, prima di scappare via con la coda tra le gambe. Beh, solo quella gli rimane tra le gambe, ormai.

Sorrido: per lo meno una piccola soddisfazione me la sono presa.

Guardiamo Kyosuke andarsene, seguito da un oceano di minacce. E sono quasi convinta che la sua voce sia più acuta del solito.

 

Tre quarti d’ora dopo, i miei compagni di viaggio stanno ancora commentando il mio calcio sui…

MA DICIAMOLO! DICIAMOLO! QUANDO CI VUOLE, CI VUOLE! Il mio calcio sui coglioni! Eeeeeeh là!

-Wow, sorellina, se l’allenamento con Sesshomaru da questi effetti… ricordami di non farti più arrabbiare!- mi dice Inucchan, in uno stranissimo slancio di affetto fraterno.

Sto per ribattere che non gli avrei mai fatto quello: sono convinta che Kagome ci tenga ad avere figli, e io non posso negare una cosa del genere alla mia migliore amica, ma il cellulare di Inucchan squilla.

-Ehilà papà!- esclama lui, con entusiasmo.

-A cosa devo tutta questa felicità?- domanda mio padre dall’altro capo del telefono, facendomi ridacchiare.

-Ayame ha castrato Kyosuke!-

Mio padre rimane zitto qualche secondo all’altro capo del telefono. -Beh, non posso dire che mi dispiaccia. E brava figliola!- dice, mentre Inucchan scoppia a ridere senza ritegno.

-Beh, non lodiamola troppo adesso, altrimenti poi si monta la testa!-

Io faccio la linguaccia a mio fratello e sento nostro padre ridere. Quanto mi mancano, lui e la mamma.

-A proposito, Inuyasha.- riprende papà, abbassando la voce ad un sussurro. -Come procede la ricerca?-

-Beh… sappiamo che ce l’ha Kyosuke. Ma per ora… non bene.- sussurra di rimando Inucchan, forse per non far sentire quella parte di conversazione a Maru: si deve sentire un peso così vulnerabile, povero il mio amore.

-D’accordo. Siate prudenti.- dice nostro padre, prima di sentire un rumore non ben identificato.

-Cos… Izayoi!- esclama papà, anche se capisco chiaramente che il cellulare non è più nelle sue mani.

-Ragazziiiiii.- si sente dall’altra parte dell’apparecchio. -Come stateee?-

-Bene, mamma, grazie.- dice Inucchan, trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

-Ooh, caro! Sei certoo? Hai una voce così fiacca!-

-Izayoi.- dice papà, allibito. -Stai tenendo il telefono al contrario.-

Scoppio a ridere di cuore, sentendo la mamma borbottare qualcosa di indefinito, imbarazzata.

-Aya-chan?- mi chiama Rin, facendomi distogliere l’attenzione da mio fratello. -Mi presteresti, per favore, quell’oggetto carino con tutte le melodie?-

Sorrido, intenerita, e le passo il mio IPod: di questo passo, temo che nel giro di tre giorni sarà irrimediabilmente scarico.

Passo una mano tra i capelli di Rin e non riesco a trattenere un sospiro: sono molto preoccupata per Maru e non ho idea di come aiutarlo. Parlare ormai sembra inutile, così come stargli vicino fisicamente. Nulla sembra aiutarlo.

 

Occhei: acque calme e rilassate, cerchiamo di raggiungere uno stato mentale decente, eh Ayame? Dopotutto, anche se siamo qui da esattamente sei ore e mezzo, non vuol dire che tutta questa meditazione sia stata perfettamente inutile, giusto?

-Non ti stai concentrando!- mi comunica Sesshomaru, con un tono così scocciato che gli vorrei ricordare che non è lui quello seduto immobile da quasi sette ore per il terzo giorno di fila. Per non parlare degli allenamenti con Kagome il mattino: è quasi peggio di andare a scuola. La ragazza si mette davanti a me e a Kacchan, con una freccia tenuta sulla spalla a ‘mo di fucile e parla camminando avanti e indietro, facendo l’inquietante imitazione di un Sergente Hertman al femminile. La prima volta ero rabbrividita.

Al pomeriggio, invece, mi toccano gli allenamenti con Sesshomaru. Tuttavia, al contrario di come si potrebbe immaginare, non sono allenamenti veri e propri! No! Dopo la prima volta che avevamo combattuto, eravamo passati alla meditazione! Lunghe, infinite, noiosissime ore di meditazione che non hanno cavato un ragno dal buco!

Liberatemi! Uccidetemi!

Come se non bastasse, sento l’inquietante e opprimente presenza di Sesshomaru ogni secondo e sono certa che lui passi le sue ore a fissarmi intensamente, altrimenti non si spiegherebbe il fatto che capisca sempre quando non sono concentrata.

-Non ne posso più, Sesshomaru.- dico, aprendo finalmente gli occhi. -Sono sette ore che sono qui e non stiamo concludendo niente. Forse dobbiamo cambiare approccio.- commento, fissandolo  negli occhi ambra. Quasi avevo dimenticato che cosa si provasse.

Sesshomaru alza un sopracciglio. -Vuoi che ti alleni?- chiede retorico. -Fai come dico io.-

-E sei sicuro che funzionerà?-

-Dipende da te.-

Rimaniamo qualche altro secondo a fissarci.

Sono stanchissima, ma devo tenere duro: devo aiutarlo in tutti i modi possibili.

-D’accordo. Dammi solo dieci minuti.- gli dico, alzandomi in piedi e stiracchiandomi per bene. -Vado a prendere una bottiglia d’acqua e torno.-

Dopo qualche passo mi rigiro verso di lui. -Attento, Tigre:- gli dico, fintamente minacciosa. -ti tengo d’occhio!-

Vedo le labbra di Sesshomaru piegarsi in un microscopico sorriso e mi avvio soddisfatta verso il resto del gruppo, quando mi rendo conto che Jaken ha seguito tutta la scena. Inarco un sopracciglio e lo supero, facendo finta di niente.

-Cosa hai fatto, ragazzina incapace? Cos’era quella cosa?- inizia a urlare il nanetto, prendendo a corrermi dietro. Inutile dire che uno dei miei passi sono tre dei suoi.

-Si chiama sorriso, Jaken, non “quella cosa”.- sospiro io, mentre mi avvicino alla mia borsa e ne tiro fuori una bottiglia d’acqua.

-Come è andato l’allenamento, Ayame?- mi chiede Kagome, sorridendomi.

Io faccio spallucce. -Non tanto bene. Anzi, diciamo pure malissimo. Ma adesso continuiamo.-

-Non sei stanca?-

-Chi? Io? Ma se non so neanche cosa significhi stanchezza???- ahahahahahahahahah!!!

Kacchan alza un sopracciglio. -Certo, mia cara. Lascia solo che ti dica una cosa.-

-Cosa?- domando io, bevendo l’ultimo goccio dell’acqua nella bottiglietta. -Che i puffi non sono blu di natura, ma li hanno dipinti?-

Kacchan fa finta di non avere sentito. -Che la negazione è il primo passo per l’autodistruzione.-

Io spalanco gli occhi, continuando testardamente a ignorare i blablabla di Jaken: sa essere così petulante quando ci si mette! -E questa l’hai appena letta su Orgoglio e Pregiudizio?-

-No. Dico solo che dovresti riposarti, altrimenti potresti ammalarti!-

-Sei terribilmente simile a mamma quando fai così, Kacchan. Grazie di preoccuparti, ma sono sufficientemente grande da riuscire a regolarmi.- rispondo, leggermente irritata, tornando da Sesshomaru.

Kagome non capisce: sento il bisogno di fare di tutto per aiutare Maru. Lei forse non se ne rende conto, ma io riesco a capire benissimo quanto soffra per questa sensazione e ho terrore che faccia qualcosa di avventato: non credo che accetterebbe di vivere il resto della sua vita da umano. E io non posso perderlo.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Salve. Sarò breve questa sera: come al solito, spero che il capitolo vi piaccia e che abbia soddisfatto le vostre aspettative.

Vi chiedo di lasciare una recensione per sapere cosa ne pensate.

Un abbraccio e grazie a tutti.

Sami

 

  
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