I
Will Always Find You
10. Dice il
saggio: se qualcosa deve andare male, lo farà.
-Te l’avevo detto,
io!-
-Taci, Kagome: ho
solo bisogno di un paio di litri di caffeina, ma sfortunatamente in questo
tempo non c’è!-
-No, Ayame: tu hai
bisogno di sonno! Sono tre giorni che non dormi!-
Alzo gli occhi al
cielo. -Macché sonno e sonno.- dico, trattenendo, mio
malgrado, uno sbadiglio. -Sto benissimo.-
La mia migliore
amica sbatte il piede a terra. -Ma perché sei così testarda?-
-Kagome ha
ragione, Ayame, forse dovresti…- lancio uno sguardo di fuoco a Miroku, interrompendo il suo consiglio non desiderato.
-Ho detto che sto benissimo.-
Il monaco mi
guarda per qualche secondo, corrucciato, poi annuisce e si scambia uno sguardo
d’intesa con Inuyasha che mi fa letteralmente girare
le scatole. E oggi non ne ho proprio bisogno: tra l’allenamento di stamani con
Kagome (che è andato da schifo) e quello pomeridiano con Sesshomaru (che, se
possibile, è andato anche peggio), ci manca solo la predica prima di andare a
dormire e siamo a cavallo.
Mi alzo e mi
allontano di qualche passo dal falò che mio fratello ha acceso qualche ora fa
con l’aiuto di Miroku. -Non ho fame.-
dico. -Vado a farmi un giro.-
Mi inoltro tra gli
alberi senza aspettare la risposta dei miei amici. Sono irritata, perché so
bene che Kagome ha ragione: ho bisogno di sonno e tanto anche.
Ma non posso
dormire. Loro non possono capire, non possono.
Scuoto la testa,
stanca, e mi dirigo verso Maru, che se ne è andato
parecchio tempo fa: l’ho sentito passare a qualche metro mentre stavo meditando
e adesso ho una voglia pazzesca di stare un po’ assieme a lui.
-Ehi.- sussurro, avvicinandomi lentamente e sedendomi accanto
a lui e sorridendo leggermente. La verità è che mi è mancato da morire in
questi giorni. -Che bella serata, vero?-
Aspetto qualche
secondo che il mio ragazzo mi risponda, ma non sento un suono uscire dalle sue
labbra. Mi giro verso di lui interrogativa e vedo che il suo sguardo è rivolto
lontano. Aggrotto le sopracciglia.
-Cosa c’è Maru?-
sussurro, appoggiandogli una mano sul braccio. -E’ da tanto che non stiamo un
po’ insieme e…-
-Mi sembra che tu
passi parecchio tempo con me in
questi ultimi giorni.- sbotta, allontanando di scatto il
braccio e sottraendosi al mio tocco.
-Sesshomaru?- sussurro, sentendo l’ansia stringermi lo
stomaco. –Cosa c’è?- domando, con la voce incrinata.
Lui non risponde, ma
si alza e se ne va, non degnandomi di uno sguardo.
Rimango
pietrificata e lo guardo inoltrarsi tra gli alberi e scomparire. Sposto lo
sguardo avanti a me e scoppio a piangere, disperata.
Non doveva andare
così. Capisco come si sente, capisco tutto il nervosismo che deve aver
accumulato in questi giorni, ma non capisce che tutto quello che sto facendo è
per lui, per migliorarmi e per essere utile nella ricerca? Cosa gli passa nella
testa? Crede che io passi del tempo con Sesshomaru in quest’epoca perché
preferisco il suo essere demone che la sua umanità?
Non so per quanto
tempo rimango a singhiozzare seduta a terra, ma quando le lacrime si
esauriscono mi sento completamente sfinita. Mi ci vuole solo un minuto per
scivolare a terra e addormentarmi.
-Ayame? Ehi, Ayame?-
Strizzo gli occhi,
irritata, cercando di accoccolarmi più su me stessa: ho freddissimo.
-L’abbiamo persa.- asserisce la voce di mio fratello.
-Taci, Inuyasha! Continui a parlare a sproposito!-
esclama Kacchan, prima di tornare a rivolgersi a me e scuotermi lentamente.
–Forza, Aya-chan: il sole è ormai alto.-
Mugugno. –Come già
alto? Cosa aspettavate a svegliarmi?-
Kacchan rimane
zitta per qualche secondo. –Fai paura, Ayame. Mi viene quasi voglia di
avvolgerti in un tappeto e venderti al primo mercato.-
Apro gli occhi e
concedo un minuscolo sorriso. –Non è una brutta idea.-
dico, alzandomi in piedi e stiracchiandomi.
-Cosa diavolo è
successo ieri sera? Abbiamo visto mio fratello tornare incazzato nero e tu eri
sparita…-
I ricordi mi
piombano addosso con forza e sento gli occhi riempirsi di lacrime, così abbasso
di scatto la testa, sperando che mio fratello non abbia visto niente.
-Ok, ok, ritiro la
domanda! Non mi importa! Anzi, me ne vado, si?- inizia
a balbettare, facendo dietro front e sparendo dalla nostra vista seguita da
borbottii indistinti.
Io ridacchio tra
le lacrime e alzo lo sguardo. –Beh… gli uomini si sentono impotenti davanti a
una donna che piange.-
La mia amica mi
sorride, poi mi prende per mano. –A qualche minuto da qui c’è un piccolo
torrente: è ottimo per lavarsi un po’ il viso. E per parlare lontano da
orecchie indiscrete.-
-D’accordo.
Grazie, Kacchan.- sussurro, iniziando a seguirla.
Ed ecco tornare la maledizione dei due passi.
-Aiut…!-
Non ho neanche
fatto due metri, che sono già a terra distesa.
-Per tutti i Kami, Aya-chan! Stai bene?-
Mugugno, alzandomi
lentamente e aggrappandomi al braccio della mia migliore amica. –No.-
asserisco, mettendo un piede davanti all’altro molto lentamente. –E’ passato
molto tempo da quando sono stata peggio di così.-
Kagome rimane in
silenzio qualche minuto, fino a che non arriviamo al ruscello. Io mi faccio una
coda alta e prendo a strofinarmi con forza il viso e il collo, come se potessi
lavare via tutte le cose successe la sera prima.
-Hai voglia di parlarne?-
Annuisco. –Si è
arrabbiato. Non so esattamente il motivo, ma credo che tutta questa situazione
stia mettendo a dura prova i suoi nervi ed è chiaro che non riesce più a
gestire le sue emozioni, ma non si può fargliene una colpa. Ma il punto,
Kagome, è che quell’idiota è convinto che adesso che è umano non mi piaccia più
e che abbia trovato un ottimo ripiego con il Sesshomaru di quest’epoca. Come se
a me piacesse essere trattata come un calzino tutto il giorno poi! Come se mi
piacesse starmene seduta ore e ore a “meditare” senza arrivare a nessuna
conclusione! Come se mi piacesse starmene con le mani in mano mentre l’uomo che
amo soffre!-
Alla fine del
monologo ho il fiatone e Kacchan mi guarda con gli occhi spalancati. L’ho
scioccata, povera ragazza.
-Wow…- sussurra
lei. –A quanto pare, i fratelli Taisho sono entrambi
degli idioti. Per cose diverse, certo, ma pur sempre due idioti. Da chi avranno
preso, secondo te?-
Rido talmente
tanto che quando torniamo dagli altri sono piegata ancora in due.
Immediatamente, sento tutti gli sguardi che si alzano su di noi.
-Salve gente.- dico, ricomponendomi e sorridendo. –I programmi
della mattinata?- chiedo, facendo la finta tonta.
Sango e Kagome si guardano per qualche secondo.
-Veramente,-
inizia la sterminatrice. –vorremo andare al villaggio più vicino a comprare un
po’ di provviste e poi dobbiamo ritornare verso il pozzo Mangiaossa:
Kagome deve dare un esame tra qualche giorno.-
Io guardo la
sacerdotessa con tenerezza: alla fine di quest’anno deve fare gli esami per
entrare al liceo e non è messa proprio magnificamente in quanto a studio.
-A proposito di scuola.- dico, rivolgendomi ad Inucchan,
mentre prendo la mia borsa. –Come facciamo noi? Ci stiamo perdendo un sacco di roba.-
Mio fratello fa
spallucce. –Non ci bocceranno per un mese di assenza.-
-Ah dici? Perché
io me la immagino Kagura.- dico, alzando un
sopracciglio. –Ti è piaciuto l’anno scolastico? Perché lo rifarai l’anno
prossimo. Uguale.-
Inucchan ridacchia, mentre la mia amica fa un
sospiro tremulo. –Ci boccerà tutti, lo so. Sarò una delusione per la mia famiglia!- sussurra, avvilita.
Io ridacchio,
scuotendo la testa. –Avanti, non è la fine del mondo.-
dico, divertita dall’inutile melodramma. –Dopotutto, non è colpa tua.-
-Però… un modo ci sarebbe.- sussurra, aggrottando la fronte e girandosi di
scatto verso Kagome. –Se noi ti dicessimo i titoli e le edizioni dei nostri
libri, tu riusciresti a procurarceli dal tuo tempo?-
-Ma che cazz…?- esclama mio fratello,
spalancando gli occhi e iniziando a gesticolare, nella speranza che Kagome lo
veda. Kagome, in effetti, lo vede, ma non da segno di
volerlo accontentare.
-Certo, farò il possibile.-
-No!- esclama a quel punto mio fratello, facendoci voltare
verso di lui. –Cioè… non è il caso che ti scomodi, Kagome.-
dice, falso come Giuda.
Alzo gli occhi al
cielo: Inuyasha è scemooooo!!!
Sento Rin ridere, così mi giro verso di lei e le faccio
l’occhiolino: è adorabile, quella bambina.
-Ayame?- mi domanda Kacchan.
-Come? Cosa? Che
c’entro io?- esclamo, terrorizzata.
-La tua opinione?-
Spalanco gli
occhi: qualsiasi cosa dirò, sarà usata contro di me per il resto della mia
vita. –Ehm… io sono neutrale, come la Svizzera. Detto questo, credo che andrò a
dare un’occhiata dall’alto: ci metteremo meno a trovare il villaggio.-
dico e senza aspettare la risposta di Kacchan, lascio che Rin
si arrampichi sulla mia schiena e mi sollevo da terra.
-L’abbiamo
scampata, Rin-chan.- ridacchio, quando siamo ad un’altezza abbastanza elevata.
–Non ci dovremmo sorbire le litigate di quei due per la prossima mezz’ora.-
La bambina scoppia
a ridere cristallina. –Mi sei mancata in questi ultimi giorni, Aya-chan.-
Io sorrido
intenerita, incontrando gli occhi color cioccolato della bambina: se mi
concentro solo su quelli, è come se mi stessi guardando allo specchio.
-Anche tu tesoro.
Ma mi devo allenare: devo aiutare Sesshomaru. Devo fare tutto il possibile.- dico, con una stretta al cuore.
-Avete litigato?- mi chiede la bambina, dopo qualche secondo.
–Sembrava tanto arrabbiato ieri sera.-
Annuisco, cercando
di non pensare a quei momenti orribili: avevo la certezza che nulla potesse più
distruggere il nostro rapporto, eppure abbiamo litigato alla prima difficoltà,
proprio nel momento in cui saremmo dovuti rimanere più uniti.
-Un po’.- sussurro.
-Perché?-
Sospiro. –Perché
Sesshomaru ha sempre basato la sua vita sulla sua forza demoniaca. Ora che l’ha
perduta, crede che nel giro di poco tempo perderà anche tutto il resto; cerca
di essere il primo a staccarsi, sperando di soffrire meno.-
spiego, riconoscendo la verità in quelle parole che mi sono uscite quasi di
getto.
Rin annuisce, anche se non sono troppo sicura
che abbia capito. Bah, beata innocenza.
-Guarda, Aya-chan!
Lì c’è un villaggio!- mi comunica Rin,
dopo qualche minuto di giri in tondo sopra al nulla. Aguzzo lo sguardo e mi
rendo conto che la bambina ha ragione: magnifico, sono troppo distratta anche
per cercare un villaggio umano. Peggio di così si muore.
Beh sicuramente ci
sono anche dei lati positivi negli avvenimenti degli ultimi due giorni.
…
Certo, bisogna
pensarci un po’ su.
…
Ok, ci penserò
domani. Se non mi viene una crisi di nervi prima.
-Ragazzi, c’è un
villaggio ad un paio di kilometri ad ovest di qui.- asserisco, poggiando i piedi per terra. Noto con
piacere che mio fratello e Kacchan non stanno litigando, ma non ho coraggio di
far notare la cosa: temo in una rappresaglia.
Angolino dell’autrice: Dopo così tanto tempo, sono felicissima di tornare con questo nuovo
capitolo dopo mesi interi. In effetti, raramente mi è capitato di fare così
ritardo non è vero, per cui mi scuso tantissimo. Cercherò di essere più
celere.
Spero tanto che questo
capitolo vi piacerà e vorrei tanto sapere la vostra opinione, dopo così tanto
tempo di inattività.
Un abbraccio e
grazie a tutti!
Sami