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Autore: samy_97_    02/07/2017    5 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

10. Dice il saggio: se qualcosa deve andare male, lo farà.

 

-Te l’avevo detto, io!-

-Taci, Kagome: ho solo bisogno di un paio di litri di caffeina, ma sfortunatamente in questo tempo non c’è!-

-No, Ayame: tu hai bisogno di sonno! Sono tre giorni che non dormi!-

Alzo gli occhi al cielo. -Macché sonno e sonno.- dico, trattenendo, mio malgrado, uno sbadiglio. -Sto benissimo.-

La mia migliore amica sbatte il piede a terra. -Ma perché sei così testarda?-

-Kagome ha ragione, Ayame, forse dovresti…- lancio uno sguardo di fuoco a Miroku, interrompendo il suo consiglio non desiderato.

-Ho detto che sto benissimo.-

Il monaco mi guarda per qualche secondo, corrucciato, poi annuisce e si scambia uno sguardo d’intesa con Inuyasha che mi fa letteralmente girare le scatole. E oggi non ne ho proprio bisogno: tra l’allenamento di stamani con Kagome (che è andato da schifo) e quello pomeridiano con Sesshomaru (che, se possibile, è andato anche peggio), ci manca solo la predica prima di andare a dormire e siamo a cavallo.

Mi alzo e mi allontano di qualche passo dal falò che mio fratello ha acceso qualche ora fa con l’aiuto di Miroku. -Non ho fame.- dico. -Vado a farmi un giro.-

Mi inoltro tra gli alberi senza aspettare la risposta dei miei amici. Sono irritata, perché so bene che Kagome ha ragione: ho bisogno di sonno e tanto anche.

Ma non posso dormire. Loro non possono capire, non possono.

Scuoto la testa, stanca, e mi dirigo verso Maru, che se ne è andato parecchio tempo fa: l’ho sentito passare a qualche metro mentre stavo meditando e adesso ho una voglia pazzesca di stare un po’ assieme a lui.

-Ehi.- sussurro, avvicinandomi lentamente e sedendomi accanto a lui e sorridendo leggermente. La verità è che mi è mancato da morire in questi giorni. -Che bella serata, vero?-

Aspetto qualche secondo che il mio ragazzo mi risponda, ma non sento un suono uscire dalle sue labbra. Mi giro verso di lui interrogativa e vedo che il suo sguardo è rivolto lontano. Aggrotto le sopracciglia.

-Cosa c’è Maru?- sussurro, appoggiandogli una mano sul braccio. -E’ da tanto che non stiamo un po’ insieme e…-

-Mi sembra che tu passi parecchio tempo con me in questi ultimi giorni.- sbotta, allontanando di scatto il braccio e sottraendosi al mio tocco.

-Sesshomaru?- sussurro, sentendo l’ansia stringermi lo stomaco. –Cosa c’è?- domando, con la voce incrinata.

Lui non risponde, ma si alza e se ne va, non degnandomi di uno sguardo.

Rimango pietrificata e lo guardo inoltrarsi tra gli alberi e scomparire. Sposto lo sguardo avanti a me e scoppio a piangere, disperata.

Non doveva andare così. Capisco come si sente, capisco tutto il nervosismo che deve aver accumulato in questi giorni, ma non capisce che tutto quello che sto facendo è per lui, per migliorarmi e per essere utile nella ricerca? Cosa gli passa nella testa? Crede che io passi del tempo con Sesshomaru in quest’epoca perché preferisco il suo essere demone che la sua umanità?

Non so per quanto tempo rimango a singhiozzare seduta a terra, ma quando le lacrime si esauriscono mi sento completamente sfinita. Mi ci vuole solo un minuto per scivolare a terra e addormentarmi.

 

-Ayame? Ehi, Ayame?-

Strizzo gli occhi, irritata, cercando di accoccolarmi più su me stessa: ho freddissimo.

-L’abbiamo persa.- asserisce la voce di mio fratello.

-Taci, Inuyasha! Continui a parlare a sproposito!- esclama Kacchan, prima di tornare a rivolgersi a me e scuotermi lentamente. –Forza, Aya-chan: il sole è ormai alto.-

Mugugno. –Come già alto? Cosa aspettavate a svegliarmi?-

Kacchan rimane zitta per qualche secondo. –Fai paura, Ayame. Mi viene quasi voglia di avvolgerti in un tappeto e venderti al primo mercato.-

Apro gli occhi e concedo un minuscolo sorriso. –Non è una brutta idea.- dico, alzandomi in piedi e stiracchiandomi.

-Cosa diavolo è successo ieri sera? Abbiamo visto mio fratello tornare incazzato nero e tu eri sparita…-

I ricordi mi piombano addosso con forza e sento gli occhi riempirsi di lacrime, così abbasso di scatto la testa, sperando che mio fratello non abbia visto niente.

-Ok, ok, ritiro la domanda! Non mi importa! Anzi, me ne vado, si?- inizia a balbettare, facendo dietro front e sparendo dalla nostra vista seguita da borbottii indistinti.

Io ridacchio tra le lacrime e alzo lo sguardo. –Beh… gli uomini si sentono impotenti davanti a una donna che piange.-

La mia amica mi sorride, poi mi prende per mano. –A qualche minuto da qui c’è un piccolo torrente: è ottimo per lavarsi un po’ il viso. E per parlare lontano da orecchie indiscrete.-

-D’accordo. Grazie, Kacchan.- sussurro, iniziando a seguirla.

Ed ecco tornare la maledizione dei due passi.

-Aiut…!-

Non ho neanche fatto due metri, che sono già a terra distesa.

-Per tutti i Kami, Aya-chan! Stai bene?-

Mugugno, alzandomi lentamente e aggrappandomi al braccio della mia migliore amica. –No.- asserisco, mettendo un piede davanti all’altro molto lentamente. –E’ passato molto tempo da quando sono stata peggio di così.-

Kagome rimane in silenzio qualche minuto, fino a che non arriviamo al ruscello. Io mi faccio una coda alta e prendo a strofinarmi con forza il viso e il collo, come se potessi lavare via tutte le cose successe la sera prima.

-Hai voglia di parlarne?-

Annuisco. –Si è arrabbiato. Non so esattamente il motivo, ma credo che tutta questa situazione stia mettendo a dura prova i suoi nervi ed è chiaro che non riesce più a gestire le sue emozioni, ma non si può fargliene una colpa. Ma il punto, Kagome, è che quell’idiota è convinto che adesso che è umano non mi piaccia più e che abbia trovato un ottimo ripiego con il Sesshomaru di quest’epoca. Come se a me piacesse essere trattata come un calzino tutto il giorno poi! Come se mi piacesse starmene seduta ore e ore a “meditare” senza arrivare a nessuna conclusione! Come se mi piacesse starmene con le mani in mano mentre l’uomo che amo soffre!-

Alla fine del monologo ho il fiatone e Kacchan mi guarda con gli occhi spalancati. L’ho scioccata, povera ragazza.

-Wow…- sussurra lei. –A quanto pare, i fratelli Taisho sono entrambi degli idioti. Per cose diverse, certo, ma pur sempre due idioti. Da chi avranno preso, secondo te?-

Rido talmente tanto che quando torniamo dagli altri sono piegata ancora in due. Immediatamente, sento tutti gli sguardi che si alzano su di noi.

-Salve gente.- dico, ricomponendomi e sorridendo. –I programmi della mattinata?- chiedo, facendo la finta tonta.

Sango e Kagome si guardano per qualche secondo.

-Veramente,- inizia la sterminatrice. –vorremo andare al villaggio più vicino a comprare un po’ di provviste e poi dobbiamo ritornare verso il pozzo Mangiaossa: Kagome deve dare un esame tra qualche giorno.-

Io guardo la sacerdotessa con tenerezza: alla fine di quest’anno deve fare gli esami per entrare al liceo e non è messa proprio magnificamente in quanto a studio.

-A proposito di scuola.- dico, rivolgendomi ad Inucchan, mentre prendo la mia borsa. –Come facciamo noi? Ci stiamo perdendo un sacco di roba.-

Mio fratello fa spallucce. –Non ci bocceranno per un mese di assenza.-

-Ah dici? Perché io me la immagino Kagura.- dico, alzando un sopracciglio. –Ti è piaciuto l’anno scolastico? Perché lo rifarai l’anno prossimo. Uguale.-

Inucchan ridacchia, mentre la mia amica fa un sospiro tremulo. –Ci boccerà tutti, lo so. Sarò una delusione per la mia famiglia!- sussurra, avvilita.

Io ridacchio, scuotendo la testa. –Avanti, non è la fine del mondo.- dico, divertita dall’inutile melodramma. –Dopotutto, non è colpa tua.-

-Però… un modo ci sarebbe.- sussurra, aggrottando la fronte e girandosi di scatto verso Kagome. –Se noi ti dicessimo i titoli e le edizioni dei nostri libri, tu riusciresti a procurarceli dal tuo tempo?-

-Ma che cazz…?- esclama mio fratello, spalancando gli occhi e iniziando a gesticolare, nella speranza che Kagome lo veda. Kagome, in effetti, lo vede, ma non da segno di volerlo accontentare.

-Certo, farò il possibile.-

-No!- esclama a quel punto mio fratello, facendoci voltare verso di lui. –Cioè… non è il caso che ti scomodi, Kagome.- dice, falso come Giuda.

Alzo gli occhi al cielo: Inuyasha è scemooooo!!!

Sento Rin ridere, così mi giro verso di lei e le faccio l’occhiolino: è adorabile, quella bambina.

-Ayame?- mi domanda Kacchan.

-Come? Cosa? Che c’entro io?- esclamo, terrorizzata.

-La tua opinione?-

Spalanco gli occhi: qualsiasi cosa dirò, sarà usata contro di me per il resto della mia vita. –Ehm… io sono neutrale, come la Svizzera. Detto questo, credo che andrò a dare un’occhiata dall’alto: ci metteremo meno a trovare il villaggio.- dico e senza aspettare la risposta di Kacchan, lascio che Rin si arrampichi sulla mia schiena e mi sollevo da terra.

-L’abbiamo scampata, Rin-chan.- ridacchio, quando siamo ad un’altezza abbastanza elevata. –Non ci dovremmo sorbire le litigate di quei due per la prossima mezz’ora.-

La bambina scoppia a ridere cristallina. –Mi sei mancata in questi ultimi giorni, Aya-chan.-

Io sorrido intenerita, incontrando gli occhi color cioccolato della bambina: se mi concentro solo su quelli, è come se mi stessi guardando allo specchio.

-Anche tu tesoro. Ma mi devo allenare: devo aiutare Sesshomaru. Devo fare tutto il possibile.- dico, con una stretta al cuore.

-Avete litigato?- mi chiede la bambina, dopo qualche secondo. –Sembrava tanto arrabbiato ieri sera.-

Annuisco, cercando di non pensare a quei momenti orribili: avevo la certezza che nulla potesse più distruggere il nostro rapporto, eppure abbiamo litigato alla prima difficoltà, proprio nel momento in cui saremmo dovuti rimanere più uniti.

-Un po’.- sussurro.

-Perché?-

Sospiro. –Perché Sesshomaru ha sempre basato la sua vita sulla sua forza demoniaca. Ora che l’ha perduta, crede che nel giro di poco tempo perderà anche tutto il resto; cerca di essere il primo a staccarsi, sperando di soffrire meno.- spiego, riconoscendo la verità in quelle parole che mi sono uscite quasi di getto.

Rin annuisce, anche se non sono troppo sicura che abbia capito. Bah, beata innocenza.

-Guarda, Aya-chan! Lì c’è un villaggio!- mi comunica Rin, dopo qualche minuto di giri in tondo sopra al nulla. Aguzzo lo sguardo e mi rendo conto che la bambina ha ragione: magnifico, sono troppo distratta anche per cercare un villaggio umano. Peggio di così si muore.

Beh sicuramente ci sono anche dei lati positivi negli avvenimenti degli ultimi due giorni.

Certo, bisogna pensarci un po’ su.

Ok, ci penserò domani. Se non mi viene una crisi di nervi prima.

-Ragazzi, c’è un villaggio ad un paio di kilometri ad ovest di qui.- asserisco, poggiando i piedi per terra. Noto con piacere che mio fratello e Kacchan non stanno litigando, ma non ho coraggio di far notare la cosa: temo in una rappresaglia.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Dopo così tanto tempo, sono felicissima di tornare con questo nuovo capitolo dopo mesi interi. In effetti, raramente mi è capitato di fare così ritardo non è vero, per cui mi scuso tantissimo. Cercherò di essere più celere.

Spero tanto che questo capitolo vi piacerà e vorrei tanto sapere la vostra opinione, dopo così tanto tempo di inattività.

Un abbraccio e grazie a tutti!

Sami

 

  
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