Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    29/03/2017    0 recensioni
«Non sopporto l’idea di lasciarti andare sapendo che un giorno sposerai qualcuno e che qualcuno non sarà mai degno di te, Lyanna Stark. Avrei dovuto sposarti io. Mi hai conquistato, il mio cuore è tuo e lo sarà sempre.»
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Grande Inverno le sembrava diverso, eppure era ancora casa sua.
Il suo cuore era rimasto ad Harrenhall, il suo cuore apparteneva a Rhaegar Targaryen.
La sua mano si posò sopra al ciondolo di Robert, sopra al lupo e al cervo.
Stark e Baratheon - pensò tristemente.
Perché gli dei le avevano fatto conoscere Rhaegar se poi non era libera di poterlo amare?
Era nel Parco degli Dei, lì era libera di essere se stessa, di piangere se avesse voluto, di gridare.
Rhaegar le mancava, le mancavano i suoi capelli argentei e quegli occhi viola screziati di indaco, Rhaegar era l’uomo della sua vita.
Non era Grande Inverno a essere cambiato, ma lei, Lyanna Stark non era la ragazzina che aveva lasciato il Nord, non più, quel viaggio l’aveva profondamente cambiata e anche i suoi sentimenti lo erano.
Quel luogo era sempre uguale, gli alberi con le terribili facce scolpite che pregava e che da bambina tanto l’avevano terrorizzata.
Prima di recarsi lì era passata nei giardini coperti e aveva colto una rosa blu, il suo fiore preferito, il fiore con cui era fatta la corona che il suo principe le aveva donato.
«Rhaegar» sussurrò accarezzando i petali blu della rosa, le sue mani erano piccole e così pallide, il fiore blu che tanto amava era tutto ciò che restava ora.





Rhaenys corse incontro a Lewyn Martell che la attendeva a braccia aperte, Rhaegar guardò la figlia corrergli incontro seguita da Balerion erano davvero inseparabili.
«Principessa!» esclamò il cavaliere stringendola forte a se, mentre il mantello bianco delle guardie reali la copriva.
«Zio!»
«Ahhh, eccola qui. Mi sei mancata, sai?» disse il cavaliere posandole un dito sul piccolo naso.
Quella bambina era bellissima e rallegrava infinitamente il cavaliere, tanto quanto sua nipote Arianne.
«Hai fatto la brava?» le domandò mentre Rhaegar e Elia con in braccio Aegon si avvicinavano.
«Si» rispose lei sorridendogli.
«Bene, allora meriti un premio. Dico bene?» domandò ai futuri sovrani prendendola in braccio e facendole emettere gridolini di gioia.
«La vizi troppo» rispose Elia osservando felice quella scena.
Voleva bene a Lewyn come se fosse stato suo fratello più che un cugino.
«Non ascoltarla» disse lui accarezzando i capelli marroni della piccola principessa.
Balerion si strusciò alle gambe del cavaliere e miagolò per richiedere le sue attenzioni.
«Si Balerion, mi sei mancato anche tu» disse il cavaliere.
Posò la principessa a terra e diede un bacio a Elia e al piccolo principe che stava beato tra le braccia della madre.
«E’ andato tutto bene mentre eravamo via?» domandò Rhaegar guardando preoccupato Lewyn Martell.
«Al solito mio principe.»
«Mia madre?»
«Sta passeggiando nei giardini.»
«Viserys?» la voce di Rhaegar tradì la preoccupazione che sentiva.
La regina Rhaella si era confidata con lui, temeva che Viserys seguendo il re potesse iniziare a comportarsi come lui, era un bambino infondo, poco più grande di Rhaenys e imitava tutto ciò che Aerys faceva, ne era affascinato, con suo grande terrore.
«E’ con il re» rispose il cavaliere, anche lui la pensava come loro del resto, così dicendo face aumentare la sua preoccupazione per il fratello.
«Lewyn accompagna Elia e i bambini nelle loro stanze.»
«Come desideri principe Rhaegar.»
Rhaegar diede un bacio sulla fronte a Elia e fece una carezza a Aegon, poi si abbassò e diede un bacio a Rhaenys.
«Rhaenys vai con la mamma, io torno presto.»
Rhaenys voleva andare a giocare con lui, lo sapeva, non era affatto stanca per il viaggio, ma Elia si e doveva riposare.
«Principessa, vieni con me» cercò di convincerla il cavaliere, «accompagniamo tua madre e tuo fratello nelle loro stanze così che possano riposare e poi tu ed io e Balerion andiamo a giocare un po’. Che ne dici?»
«Si» rispose saltellando Rhaenys.
Lewyn porse il braccio a Elia che lo prese quasi subito, era davvero sfinita dopo tanti giorni, e mentre Rhaenys con il suo piccolo drago correvano avanti a loro, i due e il piccolo Aegon si incamminarono verso le loro stanze.
Rhaegar li guardò finché non scomparirono dalla sua vista, Elia si era voltata un’ultima volta e gli aveva sorriso.
Vorrei riuscire ad amarti come meriti Elia - pensò lui guardando la sua famiglia.
Si riscosse dai suoi pensieri e andò a cercare suo fratello e suo padre.
La Fortezza Rossa era immensa ma lui sapeva già dove cercare, sapeva dove avrebbe trovato il re e suo fratello.
Arrivò fino alla sala del trono e su di esso c’era suo padre e incollo a lui Viserys.
Viserys sorrideva mentre Rhaegar tremava.
Padre, cosa gli stai raccontando?
I suoi passi riecheggiarono nella sala quasi vuota, fatta eccezione per Jaime Lannister.
Ser Jaime si avvicinò al principe sorridendogli, la sua presenza era decisamente migliore di colui che il popolo già chiamava Re Folle, alle spalle, disprezzandolo.
Il regno di Aerys II era iniziato bene, tutto faceva credere che sarebbe stato un grande re, ma poi con il tempo la situazione era peggiorata fino ad arrivare alla sua follia.
«Ser Jaime» disse Rhaegar dandogli una pacca sulla spalla.
«Bentornato principe Rhaegar, ci sei mancato.»
«Ne dubito, ma ti ringrazio.»
«E’ la verità» rispose il giovane cavaliere, Jaime Lannister, era stato lui a nominarlo guardia reale, la più giovane guardia reale della storia.
«Allora ne sono felice.»
La luce filtrava dalle finestre affrescate, illuminando la grande sala quel tanto che bastava.
Gli scheletri dei draghi dei suoi antenati erano allineati ai lati del Trono di Spade, Viserys si accorse che il fratello era tornato e che era lì, saltò giù dalle gambe del padre e scese i gradini che li dividevano, aveva la stessa energia di Rhaenys, la stessa che un tempo aveva anche lui, ma senza la gioia che vedeva riflessa negli occhi viola di suo fratello
«Rhaegar!» urlò Viserys abbracciandolo.
Gli era mancato molto, quando poteva giocava con lui come faceva con sua figlia.
Scompigliò i capelli del suo fratellino e gli fece una carezza.
«Sei più alto» disse Rhaegar sorridendogli.
«Sono felice che tu sia tornato.»
Il re si alzò dal trono e in breve fu accanto ai suoi figli.
«Figlio mio» disse il re abbracciando il suo primogenito, l’uomo che gli sarebbe succeduto come re, un giorno.
«Padre» rispose lui, forse un po’ troppo freddamente.
«E’ andato bene il viaggio?» chiese il re posando la mano sulla sua spalla.
«Lungo, ma bene. Elia e i bambini stanno riposando.»
«Tua moglie è veramente troppo debole.»
«Sai bene che la sua salute…»
«Sisi lo so» rispose Aerys sventolando la mano avanti e indietro come per cacciare un moscino.
Rhaegar strinse i pugni, non amava sentire suo padre parlare così di Elia, lui aveva voluto il loro matrimonio condannandolo a restare sposato con una donna che mai avrebbe amato e ora criticava Elia, nonostante fosse benvoluta da tutti e soprattutto dal popolo che stava perdendo fiducia nel proprio re.
«Viserys, vai dalla mamma» disse lui posando la mano sulla sua testa.
Viserys alzò lo sguardo verso il fratello, quello era il momento di lasciarli soli.
Il principe attese che il fratello uscisse dalla stanza, non voleva discutere con suo padre sapendolo lì, proprio come Rhaella cercava di proteggerlo il più possibile dal padre e dalla sua mente ormai malata.
«Non osare mai più mancarle di rispetto in questo modo in mia presenza. Sono stato chiaro padre?»
«Rhaegar, figlio mio… tua moglie è una donna bellissima ma troppo debole, non so per quanto sopporterà questo» rispose il re allargando le braccia e indicando la sala e con essa il potere e il regno.
«Tu hai voluto il nostro matrimonio. Elia è mia moglie, la madre dei miei figli, merita di essere rispettata.»
«Ha fatto il suo dovere, nulla di più. Non riesco a credere che ancora le sei fedele.»
Il principe stava davvero per perdere la pazienza, se Jaime Lannister non fosse intervenuto probabilmente avrebbe colpito suo padre.
«Mio principe, forse dovresti andare con tuo fratello» disse a voce alta il cavaliere.
«Si, forse dovrei» rispose senza smettere di guardare suo padre, «Jaime, vieni con me.»
Jaime chinò la testa, posò la mano sulla spada e si avvicinò al principe.
«Vai pure Lannister, non so proprio come tu abbia fatto a nominarlo cavaliere. Non fidarti di lui Rhaegar» disse suo padre guardando quel giovane ragazzo.
«Andiamo Jaime.»
Rhaegar uscì furioso dalla sala del trono seguito dal figlio di lord Tywin.
«Non so come tu riesca a non impazzire.»
«Abitudine e devozione alla mia causa.»
«A volte vorrei…»
«No, non dirlo sai bene quanto me che qui anche le pareti hanno orecchie.»
Rhaegar si fermò e posò la mano sulla spalla di quel ragazzo, forse fin troppo giovane, ma lui a differenza di suo padre era certo della nobiltà di Jaime Lannister.
«Hai ragione, grazie per ora e per prima.»
«Non devi ringraziarmi, oggi sono chi sono solo grazie a te principe Rhaegar. Giuro che ti servirò al meglio finché avrò vita.»
«Lo so.»





Si era fatta quasi sera, il sole stava tramontando e i venti del Nord si stavano alzando scompigliando i suoi capelli sciolti e facendola tremare, si era abituata al clima mite di Harrenhall, al suo sole e ai venti meno freddi di quelli di Grande Inverno.
Lyanna si scostò delle ciocche dietro alle orecchie, era ancora seduta nella panca di pietra sotto alle foglie rosse dell’albero diga, rosse quanto il sangue dei primi uomini dai quali lei stessa discendeva.
Sentì un rumore, erba calpestata, si voltò e vide un uomo alto, troppo rispetto agli uomini normali.
«Willis» disse lei alzandosi e andandogli incontro, la rosa blu le cascò di mano e Hodor si abbassò per prenderla e gliela porse nuovamente.
«Hodor» disse lui.
Il cuore di Lyanna si strinse in una morsa di puro dolore, come aveva fatto quel giovane ragazzo di nome Willis a diventare Hodor? Ancora non se ne capacitava.
«Grazie Willis. Sei venuto per riportarmi a casa?» non lo avrebbe mai chiamato Hodor.
«Hodor» rispose lui sorridendogli.
Willis capiva, ma Willis non parlava più, non diceva altro che non fosse Hodor.
Lyanna prese il braccio del suo caro vecchio amico di infanzia, poi si mise in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
«Torniamo a casa» disse lei, e tenendosi a braccetto con Hodor fece ritorno al suo castello.

  
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