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Autore: __Lily    02/04/2017    0 recensioni
«Non sopporto l’idea di lasciarti andare sapendo che un giorno sposerai qualcuno e che qualcuno non sarà mai degno di te, Lyanna Stark. Avrei dovuto sposarti io. Mi hai conquistato, il mio cuore è tuo e lo sarà sempre.»
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark, Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Rhaegar ed Elia stavano aspettando la barca che avrebbe portato a riva Oberyn Martell; a Rhaegar quel ragazzo non piaceva molto, era troppo impulsivo, dissoluto e arrogante ma era comunque il fratello di sua moglie e a lei la sua presenza avrebbe fatto bene.
Sua moglie era raggiante, si era fatta acconciare i capelli come quando si trovava a Dorne, come la prima volta che l’aveva vista, indossava un vestito giallo come il sole impreziosito da ricami e gemme rosse, i colori preferiti di Oberyn, quelli dello stemma dei Martell.
Elia sorrise, un sorriso che da tempo Rhaegar non vedeva sul suo volto, era felice per lei, meritava il meglio dalla vita, lo avrebbe meritato anche da lui se solo fosse stato in grado di darglielo.
«Va da lui» disse Rhaegar dandole un bacio sulla guancia.
Elia lo guardò alcuni istanti poi raccolse il suo vestito e per la prima volta dopo tanto tempo corse come faceva da bambina.
«Elia!» urlò Oberyn che ancora si trovava sulla barca, in piedi a osservare la sua sorellina, era così cambiata in quegli anni, era diversa.
«Oberyn!» lo chiamò lei, poi attese che la barca arrivasse a riva, suo fratello saltò giù agile come un leone e spalancò le braccia per poi stringere forte a se la sorella.
Le diede un bacio sulla fronte senza smettere di abbracciarla, dei se le era mancata.
La sua risata, i bagni che facevano insieme da bambini mentre Doran ormai troppo grande per giocare con loro li osservava felice, Elia era stata la sua compagnia di giochi, la sua confidente.
«Sono così felice che tu sia qui» disse lei con le lacrime agli occhi.
«Anche io sorellina, mi sei mancata molto.»
Elia lo prese per mano e insieme si avvicinarono a Rhaegar che era rimasto in disparte ad assistere a quell’incontro.
«Principe Oberyn» disse Rhaegar porgendogli la mano.
«Principe Rhaegar, ne è passato di tempo.»
«Molto, ben tornato ad Approdo del re.»
«Ne avrei fatto volentieri a meno, non mi piace nulla di questa città.»
«Oberyn…» lo ammonì sua sorella, era appena arrivato e la tensione che c’era tra suo marito e suo fratello si poteva quasi affettare con una spada.
«Spero che le stanze che ti abbiamo fatto preparare saranno di tuo gusto» disse Rhaegar cercando di controllarsi, non voleva discutere con lui, non ora che Elia sembrava così felice.
«Lo saranno, me ne sono occupata personalmente.»
«Non ho alcun dubbio sorellina, grazie Elia.»
«Sono felice che tu sia qui, te l’ho già detto?»
«Mi sembra di si» rispose sorridendole.
«Andiamo, sarai stanco dopo tanto viaggiare.»
«Non molto a dire il vero.»
Rhaegar fu il primo a incamminarsi, mentre Elia a braccetto con Oberyn lo seguirono.
Il principe di Dorne non smise nemmeno per un secondo di guardarlo in modo torvo, aveva saputo dell’affronto che il marito aveva fatto a sua sorella ad Harrenhall.
«Rhaenys sarà così felice di rivederti.»
«Anche io, si ricorderà di me?»
«E’ piccola ma ha una buona memoria, potrebbe dimenticare suo zio?»
«Non penso.»






«Lyanna, vieni con me» le disse suo padre.
Indossava un lungo mantello con una pelliccia, la spada alla vita.
«Dove padre?» domandò lei curiosa.
«Vieni.»
Lo seguì senza fare altre domande, non sempre suo padre amava rispondere o dare spiegazioni, così insieme scesero nel cortile e trovarono ad attenderli due cavalli, uno dei quali era la sua puledra.
Lyanna tolse il guanto e le fece una carezza, le era mancato molto cavalcare, le lunghe corse nei boschi del Nord, la sua bellissima puledra dal manto bianco come la neve.
Suo padre salì sul suo cavallo e lei lo imitò, poi quattro soldati si unirono a loro restando però sempre dietro al loro lord.
Rickard Stark spronò il suo cavallo e uscì da Grande Inverno correndo, finalmente.
Lyanna lo seguì e per un po’ non ci fu nulla che non fosse il vento che frustava i capelli sul volto, che le faceva arrossare la pelle bianca e delicata, nulla che non fosse la libertà che bramava e che provava solo in sella alla sua puledra.
Lord Stark rallentò e ordinò ai suoi uomini di restare dietro, un po’ più lontano rispetto a lui e alla figlia.
«Perché mi hai chiesto di venire?» domandò lei affiancandolo.
«E’ un po’ che non passiamo del tempo soli, tu e io.»
«E’ vero» constatò lei, ultimamente suo padre era stato occupato e poi c’era stato il torneo ad Harrenhall…
«Che ti succede figlia mia? Da quando siamo tornati da Harrenhall sei triste e sofferente.»
Non credeva che suo padre se ne fosse accorto, Rickard Stark non riusciva a dimostrare a pieno il suo amore per i figli, ma avrebbe dato la sua vita per loro.
«Mi dispiace padre, presto passerà. Non devi preoccuparti per me.»
«Non posso non preoccuparmi, il tuo benessere per me è importante.»
Lyanna posò una mano sul suo braccio, lord Stark la prese e la baciò, erano anni che non si comportava così con lei.
«Se qualcosa non andasse, me lo diresti vero?»
«Si. Sai, a volte vorrei che la mamma fosse qui» rispose lei abbassando gli occhi, parlare di sua madre non era semplice, soprattutto con Rickard Stark.
«Anche io, saprebbe meglio di me come consigliarti. Non posso fare altro se non offriti il mio aiuto.»
«Significa molto per me padre, presto starò meglio. Te lo prometto.»
«Bene» rispose suo padre facendole una carezza.
In quel momento arrivò un quinto cavaliere chiedendo a gran voce del lord di Grande Inverno.
«Che succede?» domandò guardando il giovane ragazzo su di un cavallo pezzato.
«Un disertore, è stato catturato.»
Rickard abbassò lo sguardo solo per qualche istante, gli pesava quel compito, era il più ingrato, giustiziare un uomo ma era suo dovere in quanto protettore del Nord.
«Dov’è?» domandò al soldato.
«Lo stanno portando da te mio signore.»
«Lyanna torna al castello» disse lord Stark guardando la figlia.
«Devi proprio farlo?» chiese lei.
«E’ un mio compito, non credere che mi piaccia. Conosci le leggi del Nord, chi emette la sentenza»
«Deve eseguirla» concluse lei.
«Si… torna a casa, non voglio che tu debba assistere» le disse suo padre facendole una carezza.
«Non sono più una bambina e se Benjen può guardare allora posso farlo anch’io.»
«Non è cosa per una lady, dammi ascolto questa volta.»
Lyanna osservò suo padre, i suoi penetranti occhi grigi che chiedevano solo di essere tratta come i suoi fratelli, niente di più.
Lord Stark osservò la figlia, non era più una bambina, una giovane donna aveva preso il suo posto; una donna bellissima, indomita e fiera proprio come un lupo, il simbolo della loro nobile casa.
«Farò come vuoi tu, ma non valgo meno solo perché sono una donna» rispose furiosa a suo padre.
«Non l’ho mai pensato, so che non te lo dico spesso ma sono orgoglioso di te figlia mia. Anche tua madre lo sarebbe.»
«Lo credi davvero?»
«Lo credo davvero.»
Lyanna lo guardò un’ultima volta poi spronò il cavallo mentre due dei soldati che li avevano accompagnati su ordine del padre la seguirono fino al castello.
Rickard Stark aspettò che la figlia se ne fosse andata, poi scese dal suo cavallo e preparò Ghiaccio, la spada della sua nobile casa. 

  
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