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Autore: rocchi68    30/03/2017    2 recensioni
Lui aveva sempre creduto che quello fosse il suo mondo.
Che tutto fosse destinato a rimanere com'era, senza possibilità di rifiuto.
Quell'ennesimo anno universitario non sarebbe stato poi troppo diverso dagli altri.
Rivisitazione di una mia vecchia storia già pubblicata e che ho migliorato.
Spero.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Quel pomeriggio era, quindi, scivolato via.
Dawn non aveva più osato aprir bocca, perdendosi a riflettere nella pessima infanzia dell’amico.
Temeva di ferirlo e di ridurlo uno straccio e per questo aveva preferito, farlo cuocere nel suo brodo.
Il rosso, vedendo avanzare la nonna, le era andata incontro, salutandola e promettendole di farle visita l’indomani.
Con un cenno aveva salutato anche Dawn e si era avviato verso casa.
Avrebbe tanto voluto chiudersi nel suo appartamento e stare tranquillo, anche se con Courtney gli risultava quasi impossibile.
Lei avrebbe trovato qualsiasi cosa per farlo imbestialire e quindi per scatenare un nuovo litigio che sarebbe finito con l’aumentare i suoi sensi di colpa.
Per evitare tutto ciò, aveva imparato una tecnica abbastanza spregevole.
Non l’aveva mai usata per troppo tempo, ma l’ignorarla era l’unica soluzione per stare tranquilli.
O almeno così credeva.
“Scott, tu cosa ne pensi?” Domandò lei, smuovendolo dallo stato di trance in cui era caduto dopo essersi sistemato sul divano.
“Di cosa?”
“Ma hai dormito tutto il tempo?”
“Stavo pensando.”
“Non starai ripensando a quella ragazzina, vero?” Chiese, bloccandolo con uno sguardo da pazza che riuscì a spaventarlo.
In minima parte il rosso non se la sentiva di rimproverarla.
“Ma ti ascolti, Courtney? Non credi di esagerare?”
“Stavi pensando a quella ragazzina.” Borbottò sconsolata, intuendo che anche lei doveva essersi presentata in ospedale.
“Ti sbagli e poi stavi sparlando di Lindsay.” Soffiò Scott, tirando in ballo la bionda svampita che ogni tanto incrociava per i corridoi della sua scuola.
“Mezzora fa, forse.”
“Allora ti riferivi a Dakota.”
“Dakota si è trasferita 2 settimane fa con la sua famiglia.”
“Non resta che Heather.” Sbuffò, afferrando il telecomando che stava vicino a lui e cercando, quindi, d’accendere la televisione.
“Heather è impegnata con il suo ragazzo.”
“Impegnata?”
“Loro due fanno sul serio, non come te che pensi a un’altra e che continui a ignorarmi.” Brontolò Courtney, sgraffignando il telecomando al fidanzato.
“Io e Dawn siamo solo amici.”
“Da quando conosci il suo nome?”
“Quanti divieti.” Borbottò il rosso.
“Non ti accorgi che lei sta cercando di dividerci?”
“Ma se abbiamo parlato oggi a distanza di quasi 5 mesi.”
“La stai difendendo?” Chiese Courtney, squadrando il suo ragazzo.
“Sei tu che esageri su tutto.”
“Ti sbagli.”
“Non c’è nulla di male nell’essere gelosi di qualcuno.” Sbadigliò, stiracchiandosi appena, mentre lei gli puntava addosso uno sguardo spiritato.
“Io? Gelosa di quella? Credo che tu sia fuori strada.”
“Le rovesci il caffè addosso, ti metti a pedinarci al centro commerciale e poi neghi un fatto tanto evidente.” Elencò Scott, battendola sul suo terreno.
“Tu…”
“Lei abita dai miei nonni e mi sembra normale fare amicizia con una persona che potrei incontrare spesso.”
“Non lo è.”
“Vuoi che parliamo di tutti i ragazzi che hai come amici?” Chiese sarcastico il rosso, pronto a mettere in campo una lista da brividi.
“Lasciali fuori da questa storia.”
“Tu per una mia amica fai delle sceneggiate incredibili, mentre io devo stare in silenzio davanti a quei polli che ti sbavano dietro.”
“Ma tu non sembri geloso.”
“Solo perché mi fido di te.” Riprese Scott, facendola annuire.
“Comunque non finirà così.” Lo minacciò Courtney, facendolo sospirare e chiudere gli occhi.
 
Quel semplice dialogo aveva convinto il rosso a prestare attenzione.
Non temeva d’essere ucciso dalla sua fidanzata, ma una strana sensazione lo attanagliava.
Erano scivolati alcuni giorni da quel bizzarro confronto e lui non aveva notato niente di strano.
Continuavano come se nulla fosse successo.
Andava a scuola, era tornato a far visita ai nonni, dove puntualmente poteva chiacchierare, sistemare le cose e far ridere Dawn, tornava a casa e ascoltava la giornata di Courtney.
Per quasi una settimana non aveva notato grossi cambiamenti.
Gli sembrava d’essere capitato nel momento migliore della sua vita, anche se sapeva che nulla poteva durare per sempre.
Spesso, durante la notte, girandosi verso Courtney e vedendola, tendeva ad agitarsi e a considerarla come una sconosciuta.
Sembravano passati secoli da quando si sentiva in perfetta sintonia con lei.
Eppure quella strana empatia.
Quei pensieri che confluivano verso una direzione, erano catturati da una presenza che si avvicinava sempre più.
E questa figura tendeva ad alimentare la gelosia della sua fidanzata che spesso si lanciava in discorsi deliranti.
Erano proprio questi discorsi e la sensazione di conflitto, instauratasi tra loro, a fargli desiderare che lei fosse lontana.
Scott sapeva soltanto che da quando visitava i suoi anziani nonni, c’era qualcuno che occupava buona parte dei suoi pensieri.
E il suo timore era che Courtney si accorgesse di ciò e che potesse in qualche modo vendicarsi su Dawn.
Non avrebbe mai voluto che lei pagasse nuovamente per una sua scelta.
E non voleva nemmeno che fosse allontanata bruscamente da quella iena che prima aveva perdonato e che dopo molti mesi gli evocava solo spavento.
Passato ancora qualche giorno Scott si era quasi convinto che la minaccia della sua fidanzata fosse solo un fuoco di paglia.
Tanto minaccioso, quanto inutile.
Una minaccia che però si sarebbe scontrata ben presto con l’unica persona veramente esime da ogni colpa.
 
Di certo quella mattina, Dawn non credeva di trovare appoggiata al suo armadietto Courtney.
Già da lontano aveva intuito che lei era in qualche modo arrabbiata, anche se ne ignorava il motivo.
Non ricordava di averle fatto nulla di male.
Se non si fosse trattato delle prime ore scolastiche probabilmente avrebbe evitato d’avvicinarsi per prendere i libri, ma ora non poteva sottrarsi.
Fu quando si trovò abbastanza vicino a lei che Courtney alzò lo sguardo spiritato dal suo cellulare che era stato percosso fino a un attimo prima.
E lei mise subito in chiaro il perché volesse accoglierla in quel modo.
“Stai lontana dal mio ragazzo.”
“Courtney.”
“Non pronunciare il mio nome e stagli lontana.”
“Io…”
“Se osi ancora stargli vicino, potrei non rispondere più delle mie azioni.” Riprese la castana, cercando di mantenere la calma.
“Noi due siamo solo amici.”
“Quale parte di stargli lontana, il tuo stupido cervello non ha elaborato?”
“Ma io…”
“Se ti avvicini a lui, farò in modo di rendere la tua vita miserabile.”
“Cosa…cosa dovrei fare?” Domandò Dawn, abbassando lo sguardo.
“Ora sì che mi piaci.”
“Non possiamo essere…”
“No. Non potete essere amici.”
“Perché?”
“Ascolta stupida ragazzina. Io sono la sua fidanzata e non mi va che sprechi la sua felicità con una sciacquetta come te.”
“Noi…”
“Ma allora sei sorda. Non esiste nessun noi, sempre che tu non voglia sapere la verità sul suo conto.”
“Quale verità?”
“Scott è malato e ama giocare con una che, come te, gli dedica molte attenzioni.”
“Giocare?” Chiese, cercando d’inserire la combinazione nell’armadietto, nonostante Courtney non si fosse mossa di un millimetro.
“Perché uno sconosciuto dovrebbe interessarsi a una ragazzina brutta come te?”
“Lui si sentiva…”
“In colpa?” Chiese sprezzante.
“Sì.”
“Scott si diverte un mondo con questi stupidi giochi.”
“Non ti credo.” Borbottò Dawn, incrociando le braccia e sfidando il suo sguardo.
“Libera di fare come meglio credi, ma sappi che non sei la prima a cadere nei suoi tranelli.”
“Stai mentendo.”
“Perché dovrei? Tu non puoi competere con me e questo lo sai bene.”
“Lui non è fatto così.”
“Non lo conosci così bene.”
“E tu lo conosci?” Tentò Dawn, sfidandola apertamente.
“Meglio di quanto non sembri.”
“Io…”
“Scott farebbe di tutto per farmi ingelosire e per portarsi a letto qualche ragazzina come te, anche raccontare qualche storia assurda.”
“Lui è un mio amico.”
“Io volevo solo evitarti brutte sorprese, ma se non ascolti i miei consigli, è affar tuo.”
“Stai mentendo su Scott solo perché hai paura che preferisca me a te?” Domandò Dawn, facendola infuriare.
“Non sfidare la sorte, ragazzina.” Rispose la castana con un ghigno.
“Io…”
“Se vuoi continuare a farti ingannare non è un problema mio.”
“Cosa vuoi infine?” Chiese Dawn al limite della pazienza.
“Ti piace questa scuola?” Ribatté Courtney, facendola riflettere per un istante.
“Sì.”
“Se vuoi rimanere e seguire le lezioni, ti consiglio di stare al tuo posto e di non intrometterti tra me e Scott, altrimenti sarebbe un vero peccato vedere il tuo bel visetto oltre il cancello.” Ridacchiò Courtney, staccandosi dall’armadietto e lasciando, quella che considerava la sua rivale, in preda ad una marea di dubbi.
La biondina, rimasta sola, non poté far altro che prendere i libri di cui aveva bisogno e riflettere, mentre si avviava verso la sua aula, della minaccia che incombeva sulla sua testa.
Subito si chiese se quelle parole potessero avere un seguito.
Temeva che la fidanzata di Scott potesse mantenere la sua promessa e non voleva rinunciare al suo sogno.
Se per questo non voleva nemmeno rinunciare all’amicizia di Scott solo perché una ragazza troppo gelosa glielo ordinava.
Eppure doveva fare una scelta.
Continuare sulla via che aveva percorso in quelle ultime settimane oppure virare con decisione ed evitare di creare dissidi tra i 2 ragazzi.
Se non avesse ascoltato Courtney, temeva di cacciarsi nei guai e di rimpiangere quella scelta per tutta la vita.
Non sapeva se fosse il caso di giocarsi tutto in quel modo, basando la propria fiducia su qualcuno che non conosceva poi così bene.
Nulla le vietava di considerare anche una possibilità estrema.
Poteva accettare le conseguenze della sua scelta per poi accorgersi che Scott non era quello che pensava.
Così si sarebbe ritrovata nei guai fino al collo.
Ripensando alle possibilità che poteva sfruttare, capì che il gioco non valeva la candela e che forse era meglio rinunciare.
Dawn aveva deciso che era meglio stare agli ordini di Courtney e pertanto era molto meglio evitare Scott per non intaccare la loro felicità.
Così, credeva, avrebbero vinto tutti.
Lei non si sarebbe ficcata nei guai e avrebbe continuato a seguire il suo sogno.
Courtney non avrebbe portato avanti le sue minacce e si sarebbe riavvicinata a Scott.
E quest’ultimo non sarebbe stato costretto a scegliere e avrebbe potuto sistemare le cose con la sua fidanzata.






Angolo autore:

Ryuk: Rieccomi con l'aggiornamento.

Tu guarda.
L'ultimo capitolo non ha beccato neanche una misera recensione.
Continuate così...vi prego.

Ryuk: È solo un caso.

Sì come no.

Ryuk: Vuoi fare una scommessa con me?

Sentiamo.

Ryuk: A 20 recensioni totali sulla storia ti scriverò nel mio Death Note.

Non abbiamo nemmeno riletto il capitolo: contento te.

Ryuk: Sarà divertente.

Divertente o meno...ricorda che la prossima storia è la mia.

Ryuk: rocchi riprenderà in mano il pc e pubblicherà? Era anche ora.

È da quasi un anno che non scrivo poi molto.
Sono leggermente arrugginito.

Ryuk: Tanto sarà un fallimento.

Io preferisco non ribattere.

Ryuk: Aiutatemi a raggiungere le 20 recensioni e rocchi finirà nel Death Note.

Sì aiutatelo in questa campagna patetica.
Ancora 6 recensioni e renderete felice uno shinigami senza gioie.
Con 21 recensioni vi regalerò uno shinigami personale al modico prezzo di...2 mele.
Alla prossima (se sarò ancora vivo...cosa di cui dubito fortemente).
   
 
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