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Autore: Signorina Granger    31/03/2017    5 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 24: San Valentino 

 
Lunedì 14 Febbraio


Solitamente a San Valentino si svegliava e si limitava a passare la giornata insieme ad Alexa… anzi, 
l'anno prima riflettendoci l'aveva trascorso con un muso lunghissimo, assolutamente convinta che mai e poi mai il ragazzo che le piaceva si sarebbe accorto di lei. 

Forse proprio per quel motivo Francisca Lothbrock aveva un largo sorriso stampato sul volto quel mattino, mentre si avvicinava quasi saltellando verso il tavolo occupato da Camila e Mathieu, entrambi impegnati a spalmare Nutella su del pane. 

“Buongiorno!”
“Ciao Frankie… il tuo ragazzo deve ancora arrivare, e sappiate che non vogliamo assistere a smancerie e occhi dolci, quindi farete la coppietta felice ad un altro tavolo.” 

Camila mosse il coltello con fare teatrale, tanto che Mathieu si scostò leggermente e le lanciò un’occhiata sospettosa, come se temesse che potesse fare un movimento sbagliato e farselo sfuggire diritto sulla sua faccia. 

Frankie annuì e continuò a sorridere, piuttosto allegra e incapace di restare seria anche se era lunedì mattina:

“Ok, aspetto che Steb arrivi e poi levo le tende. Perché vi state abbuffando di Nutella comunque?”
“Mathieu lo fa sempre in realtà…” 

“Ma non è vero!” 

“… e poi è San Valentino Frankie: tutti quelli che non sono fidanzati mangiano cioccolato oggi, è tradizione. E coincidenza vuole che sia anche lunedì mattina… dobbiamo tirarci su.”

L'americana fece spallucce e Frankie sorrise, facendo per dire qualcosa quando Adrianus la interruppe, comparendo alle sue spalle e circondandole la vita con le braccia prima di chinarsi e darle un bacio su una guancia:

“Eccoti qui! Buon San Valentino Frankie… voi due vi abbuffate, noto.”
“Adrianus, pensa alla tua ragazza invece che a noi… su, andatevene.” 

Camila mosse la mano e invitò i due ad allontanarsi, sorridendo ugualmente quando si furono effettivamente girati per andare a sedersi a loro volta ad un tavolo, tendendosi per mano.

“Sono proprio carini, vero? Sai, credo che anche Alexandrine morisse dalla voglia di vederli insieme, a giudicare da quello che le sfuggiva “accidentalmente” di tanto in tanto.”
“Può essere. Mi spiace che non sia qui per vedere la sua amica così felice, in effetti.” 

Mathieu abbassò lo sguardo e affondò con lieve amarezza il cucchiaio nella densa crema al cioccolato, guadagnandosi un sorriso da parte dell’amica: Camila allungò una mano per sfiorargli il braccio, sorridendogli con fare comprensivo:

“Lo so che ti manca, e so che quando si parla di Alexandrine inevitabilmente pensi a lui. Ma almeno da quando Alastair è morto nessuno pensa più che dietro le altre morti ci fosse lui, è pur sempre qualcosa.” 

“Già, meglio di niente. Mi fa piacere, suo fratello ora è decisamente più sereno.” 

Mathieu lanciò una fugace occhiata al tavolo degli insegnanti e in particolare a Laurent Lacroix, che stava parlando con la professoressa McTravis, di Astronomia. 

“Dev’essere stato un gran sollievo per tutta la sua famiglia.” 

Camila accennò un sorriso, ma vedendo che l'amico non la stava imitando nemmeno un po' sospirò, porgendogli una fetta di pane:

“Dai, tieni. Mangia altra Nutella, ti farà bene.” 
“Il tuo è uno strano metodo, Camila… ma grazie.” 


                                                                                         *



“Che muso lungo… e pensare che più di una ragazza ti sta guardando con gli occhi sognanti.” 

Faye inarcò un sopracciglio, sedendosi accanto al cugino che stava ignorando la colazione e teneva gli occhi semplicemente puntati su una delle tre grandi finestre ad arco che facevano entrare un po’ di luce nella Sala da Pranzo. 
Il ragazzo emise un lieve sbuffo, abbassando gli occhi sulla sua tazza ancora vuota prima di borbottare che non gli interessava, oltre che suggerire alla cugina di lasciarlo stare. 

“Come se scortese cugino, io mi preoccupo per te! Ma è strano che tu sia di cattivo umore oggi, non ti è mai importato proprio un bel niente di San Valentino.” 

Sebastian sospirò e si voltò verso la cugina, osservandola con una nota quasi stanca negli occhi:

“E non me ne importa infatti. Se stai facendo qualche insinuazione legata ad Isabelle tu sbagli cugina. Non ricordi che giorno è oggi?” 

“Oltre alla festa degli innamorati?”    La ragazza inarcò un sopracciglio, osservando Bas e chiedendosi di cosa stesse parlando… o almeno finché, pochi istanti dopo, non le si accese una lampadina:

“Oh… ma certo.” 


Se non altro ora era tutto chiaro… anche il malumore di Bas della sera prima, quando si era chiuso in camera sua senza parlare o vedere nessuno per ore. 

  
                                                                                            *


“Ehy.” 
“Ehy.” 
“Come sta?” 

Phoebe inarcò un sopracciglio mentre guardava Faye sbuffare leggermente e scuotere il capo, come a voler suggerire di lasciar perdere l'argomento:

“Non proprio benissimo… e me n’ero persino dimenticata, che perfetta idiota.” 

Faye contorse la mascella con irritazione, maledicendosi mentalmente per aver mancato di tatto a tal punto nei confronti di suo cugino. Le dispiaceva, ma proprio non ci aveva pensato.

“Non preoccuparti… io me ne sono ricordata, ma Belle non mi ha dato modo di citarlo. Insomma, forse se l'avessi fatto sarebbe stato peggio, ho preferito lasciarla a crogiolarsi nel suo silenzio e nel suo broncio. Anche se probabilmente il fatto che Jude sia arrivato sghignazzando a prendendola in giro chiedendole se era triste per un amore non corrisposto non ha aiutato.”
“Lo ha Schiantato? Non mi stupirebbe.” 

“No, ha solo sbuffato, borbottando qualcosa di incomprensibile e se n’è andata.” 

“Davvero? Ma allora deve stare proprio male!”  Faye sgranò gli occhi e l'amica sfoggiò un piccolo sorriso mentre la prendeva sottobraccio e si dirigeva in classe insieme a lei:

“In realtà, forse dovrei raccontarti un paio di cosette… ti devi aggiornare. Forse non è poi così strano il fatto che non l'abbia Schiantato.” 

Faye osservò l'amica dall'alto in basso come se non capisse cosa intendesse… inutile dire che poco dopo il corridoio si riempì con un’esclamazione della ragazza, che si lasciò scappare un “COSA?” forse a voce troppo alta. 


                                                                                          *


Incredibile come le variabili potessero cambiare tanto in fretta: un attimo prima se la stava ridendo, osservando Adrianus e Francisca seduti in due banchi vicini e impegnati a tubare. Un momento dopo Adrianus si era girato e gli aveva intimato con un’occhiata si smetterla di fare la vecchia comare pettegola… e Jude stranamente aveva deciso di obbedire almeno per qualche minuto, impegnandosi ad osservare il resto della classe… lo divertiva sempre moltissimo quel giorno, tra le ragazze che sbavavano per Sebastian Ryle, quelle pseudo-depresse e i ragazzi che ritenevano quella festa stupida e inutile, rifiutandosi di ammettere di provare qualcosa per qualcuna. 

Si, in genere impegnava San Valentino a ficcanasare e a ridersela alle spalle degli altri… ma quando la campanella era appena suonata, segnando definitivamente l'inizio delle lezioni e di un’altra settimana, una specie di allarme si accese, molto più forte di quella campanella.

Peccato che fosse solo nella testa di Jude, che aggrottò la fronte quando, guardandosi intorno, non vide traccia di Isabelle. 

Immediatamente un mucchio di idee, immagini e ipotesi gli affollarono la mente, ricordando quando l'aveva incrociata fuori dalla Sala da Pranzo, trovandola silenziosa e impassibile. Non gli aveva rivolto la parola se non quando lui l'aveva fatto per primo, e non si era nemmeno fermata per mandarlo a quel paese… in effetti l'aveva trovato un po' strano, ma sul momento non ci aveva fatto molto caso.

“Selwyn! Dov’è Van Acker?” 
“Cosa sono, il tuo centro di informazioni? E comunque non lo so.” 
“Si che lo sai! So come fate voi ragazze, vi dite sempre tutto!” 

Jude guardò la compagna quasi con aria accusatoria, facendola sbuffare con irritazione: in effetti era quasi ironico, visto che Isabelle le aveva raccontato quello che era successo e che stava ancora succedendo solo un paio di settimane prima… forse non si dicevano poi proprio tutto. 

“Beh, se anche lo sapessi non sono affari tuoi Verrater!” 

Di sicuro Jude avrebbe insistito, avrebbe frugato nella sua memoria per cercare qualcosa da sfruttare contro Phoebe Selwyn per convincerla a dirgli dov'era la sua amica… ma sfortunatamente non ne ebbe il tempo, perché Stuart era entrato in classe. E anche se Pozioni era la sua materia preferita, Jude non riuscì ad essere totalmente allegro.

E solo facendo l'appello si rese conto che Isabelle non era nemmeno l'unica assente nella classe: mancava anche Sebastian Ryle. 
I mormorii non mancarono intorno a lui, mentre invece Faye e Phoebe, sedute vicine qualche banco dietro il suo, restarono in perfetto silenzio e senza dare prova di alcuna emozione, impassibili.  
Jude non ascoltò nemmeno quelle voci… no, non avrebbe potuto in ogni caso visto che l'allarme nella sua testa aveva preso a suonare ancora più forte. 


                                                                                      *


Un brivido le attraversò la schiena, ma lo ignorò. Esattamente come quella sera, teneva gli occhi puntati sulle sue mani, che però quel giorno non erano gelide ma coperte dai guanti. 
Non le era mai piaciuto molto il freddo, anzi… Alastair l'aveva sempre presa in giro, sostenendo che era fin troppo freddolosa. 

Era seduta sull’erba gelata e non le interessava granché della lezione che stava perdendo, né del malanno che probabilmente si sarebbe presa. 
Era andata lì senza pensarci, e solo quando si era fermata davanti a quella lastra si era resa conto di quanto poco l'avesse fatto prima di allora. 


“Io non… non vorrei che tu credessi che non ci penso. Che ho già dimenticato tutto quanto, che va tutto bene. No, non va affatto tutto bene.” 

Alzò gli occhi per puntarli sulla lastra e sull’incisione, che riportava il nome di Alastair Shafiq con sotto due date:

14 Febbraio 1977 – 21 Dicembre 1995 


“Mi conosci, no? Magari non ne parlo, certo… forse mi comporto come se non ci pensassi più. Ma ti penso sempre Al, ogni giorno. E mi manchi molto.” 

Ovviamente sapeva che non aveva molto senso, sapeva che non poteva più sentirla… ma a volte parlargli così, a bassa voce, la faceva sentire meglio. Più vicina a lui, come se fosse l'ennesima cosa che gli confidava. 

Isabelle sbattè le palpebre un paio di volte, cercando di ricacciare indietro le lacrime: non piangeva, mai. Sua madre le aveva ripetuto di non farlo da quando era molto piccola, e alla fine aveva imparato a trattenersi quasi sempre, a reprimere quei sentimenti dolorosi. 

In effetti, forse aveva perso una delle poche persone con cui era sempre riuscita ad esternare tutto.

Stava pensando a tutti i compleanni che avevano passato insieme: proprio tutti, in effetti. Erano cresciuti insieme, Alastair non era mai mancato al suo compleanno e viceversa… alla Cimmeria lei lo andava sempre a svegliare e per prenderlo in giro gli portava anche una scatola e cioccolatini, sapendo quanto l'amico odiasse l'essere nato proprio a San Valentino. 


“Mi ero chiesto se ti avrei trovata qui, in effetti.” 

Isabelle quasi sobbalzò ma alzando lo sguardo sorrise debolmente, sollevata di trovarsi davanti Sebastian. Il ragazzo era in piedi dietro di lei e teneva gli occhi chiari fissi sulla lastra, le mani sprofondate nella tasca del cappotto blu notte. 

“Si, beh… non potendo andare alla sua tomba, immagino sia il minimo.” 
“Già.” 

Per qualche istante rimasero entrambi in silenzio, mentre Sebastian spostava per un attimo gli occhi sulla ragazza. Trovare gli occhi verdi di Isabelle lucidi lo stupì, non l'aveva mai vista piangere probabilmente, ma non disse nulla mentre lei si voltava di nuovo verso il nome e le date che segnavano la vita del loro amico, forse fin troppo vicine tra loro. 

“E ironico, non pensi? Il fatto che siamo qui insieme per la prima volta proprio oggi… Lui odiava il suo compleanno.” 
“Si… diceva sempre che non c'è destino peggiore che nascere il 14 Febbraio, dove tutti sono troppo occupati a pensare all'amore piuttosto che al povero festeggiato. Per questo gli regalavo il cioccolato ogni anno, probabilmente non me lo tirava dietro solo perché ero io.” 

“Molto probabile, se l'avessi fatto io mi avrebbe ucciso.” 

Sebastian inarcò un sopracciglio con considerevole scetticismo, facendo annuire la compagna oltre che sorridere appena, immaginandosi chiaramente la scena. 

“È così strano che non sia qui a lamentarsi. E sarà ancora più strano non passare con lui il mio prossimo compleanno… e quelli dopo ancora.” 

“Lo so Belle. Anche per me non è stato facile…”  Per qualche istante tra i due caló il silenzio, mentre entrambi ripensavano al compleanno di Sebastian, a quello che entrambi avevano detto. A quello che Isabelle aveva fatto. 

Ma a rigor di logica Bas le era quasi grato: in qualche modo lo aveva “liberato”, seppur in parte, di quella dolorosa e considerevole infatuazione. Naturalmente non gli sarebbe potuta passare dall’oggi al domani, ma era pur sempre un inizio. 

E poi al cuore non si comandava, non poteva avercela con lei se non lo ricambiava. 

Senza dire niente Sebastian sedette accanto a lei, mentre entrambi tornavano indietro a tutta la miriade di ricordi che avevano di Alastair Shafiq. E Bas pensò ancora una volta a come dovesse sentirsi lei: se lui sentiva una specie di vuoto allo stomaco, non osava pensare ad Isabelle che era cresciuta insieme ad Al, come fratello e sorella. 

“Sai… non so se te l'ho mai detto, ma fino ad un paio d’anni fa ho fatto gare di scherma. Mio padre è sempre stato bravissimo e diceva che anche io me la cavavo bene.” 
“Questo spiega perché non sono mai riusciti a batterti con il fioretto… Quindi facevi allenamenti extra oltre agli incontri? Sei un’imbrogliona, Isabelle.” 

Sebastian scosse il capo, parlando con un tono sdegnoso che la fece sorridere leggermente, annuendo mentre teneva il capo chino e gli occhi fissi sul filo derby che stava torturando con le dita. 

“Si, beh… Al veniva sempre a vedermi in estate. Lo ha fatto per anni… e credo che non dimenticherò mai il modo in cui urlava e faceva il tifo per me. Una volta, dopo la vittoria, mi tolsi il casco e l’arbitro mi sorrise, mi strinse la mano e mi disse: - Quello dev’essere tuo fratello – e io gli ho risposto che si, quello era mio fratello.” 

Isabelle contrasse leggermente il mascella, stritolando quel povero filo d’erba mentre la vista le si annebbiava leggermente. Ma ancora una volta la voce di sua madre le tornò in mente e si disse di non piangere. O almeno, se doveva proprio, di farlo una volta sola. 

Sebastian non disse niente per qualche secondo prima di annuire, gli occhi ancora fissi malinconicamente sul nome dell'amico:

“Lo so. Vale anche per me… e suppongo che anche lui abbia sofferto molto quando Jackson è morto, anche se non lo ha mai dato molto a vedere.” 
“Non lo faceva mai.”
“In questo siete sempre stati molto simili, Isabelle.” 


                                                                                     *


“È inutile che ci guardi in quel modo. Noi non diremo niente.”

“Ma davvero?” 
“Si, davvero.”

“È un vero peccato, e io che pensavo che avreste voluto prendere un voto decente in Pozioni… insomma, chi vi aiuterà senza Sebastian e Isabelle nei dintorni?” 


Jude corrugò leggermente la fronte, sfoggiando un’espressione pensierosa mentre sia Faye che Phoebe lo fissavano con aria torva, le braccia conserte e nessuna apparente intenzione di cedere.

“Non mi interessa. Prenderò anche Desolante, ma quelli che fa Isabelle non ti riguarda. Specialmente oggi.” 

“Ma perché tutti danno così tanta importanza a San Valentino? È una festa stupida!” 
“Dio, per sapere sempre tutto a volte fai davvero delle insinuazioni da idiota.” 

Il sibilio di Phoebe non lo scalfì, neanche lontanamente: si limitò ad osservare le sue compagne con aria torva, cercando di capire cosa gli stesse sfuggendo. Non succedeva molto spesso, e quella sensazione non gli piaceva proprio per nulla. 

“Davvero? Beh, illuminami tu allora, Selwyn, te me prego.” 

“Non ci penso proprio. Insomma, tu sai sempre tutto, no? Fruga tra le tue informazioni allora.” 

Phoebe si strinse nelle spalle e fece per ignorarlo, ma Jude contorse la mascella e disse qualcos’altro che fece drizzare le orecchie ad entrambe, mentre una smorfia compariva sul volto di Faye:

“Verrater… non oseresti.” 
“Davvero? Vogliamo scommettere?” 

Jude sfoggiò un sorriso quasi amorevole, facendo sbuffare entrambe le ragazze: anzi, probabilmente sia Faye che Phoebe si ripromisero di lanciare un paio di maledizioni al compagno quella sera stessa, all'incontro con la Night School. 

“Per l’amor del cielo Jude, quanto la fai lunga… Bas è mio cugino, ma non sono la sua badante, non so cosa fa ad ogni ora del giorno e della notte! E poi perché sei così curioso?” 
“Io sono SEMPRE curioso, nel caso ti sia sfuggito Cassel.”

“Non lo mettiamo in dubbio, ma su Isabelle Van Acker non puoi negare di esserlo particolarmente quest'anno. Perché ti interessa dove sia ora?” 
“Pura curiosità, anche perché tengo una specie di registro dove mi annoto tutte quelle che si è portato a letto tuo cugino e non vorrei perdermi un aggiornamento.” 

Jude parlò con un tono piuttosto neutro e pacato, un po’ come se stesse informando le due del tempo… entrambe lo guardarono a metà tra lo scettico e il confuso, non potendo certo entrare nella testa del ragazzo e capire che l'immagine di ciò che aveva appena detto gli faceva un po’ venire la nausea e un po’ la voglia di ridurre Sebastian Ryle in tanti pezzettini. 


“Dici davvero?? Beh, in ogni caso non sono affari tuoi, quindi non ti diremo niente. Invece di importunarci, perché non ti concentri sulla tua Pozione?”
“Già finita. E dico davvero, potreste trovare qualcosa di molto strano nel vostro calderone e prendere un Troll se non mi dite cosa sta succedendo!” 


                                                                                              *


“Polvere di girilacco? Che barba, sempre le solite cose…” 

Camila sbuffò sommessamente e Mathieu le rivolse un’occhiata preoccupata di conseguenza, temendo che il calderone dell'amica potesse esplodere da un momento all’altro:

“Emh… Cami? Per favore, segui la ricetta.” 
“Non preoccuparti… non causerei mai danni proprio oggi! Insomma, guarda come sono carini Steb e Frankie!”  Camila sorrise in direzione dei due e Mat annuì con fare sbrigativo mentre tagliuzzava delle radici:

“Si, si, meravigliosi… non vedo l'ora che questa giornata finisca, ci sono ragazze imbronciate a destra e a sinistra. Ma perché ci date così importanza?” 
“Non saprei, ma credo che siamo solo spinti dalla società stessa. Stasera però c'è un incontro, quindi immagino che avremmo tutte ben poco tempo per pensare a San Valentino. In compenso, non vedo l'ora di batterti duellando.” 

“Come scusa? Chi ti ha detto che mi batterai?” 

Mat scoccò un’occhiata in tralice all'amica, che si limitò a ridacchiare sommessamente mentre mescolava. Probabilmente avrebbe replicata ma un lieve colpo di tosse alle sue spalle fece voltare sia lei che il francese, trovandosi così davanti a Phoebe:

“Ehm… ciao. Camila, io e Faye ci chiedevamo se per caso potessi aiutarci. Non siamo proprio un portento in Pozioni e quel gentiluomo di Verrater si rifiuta di darci una mano.” 

Manco a dirlo il viso dell’americana parve come illuminarsi e Camila annuì, rivolgendole un sorriso allegro:

“Certo, con piacere! Mi stavo giusto annoiando un po’… vi aiuto io.” 


Le labbra di Phoebe si inclinarono in un piccolo sorriso che trasmetteva sincera gratitudine e Camila trotterellò dietro alla sorellastra verso il suo banco, lasciando Mathieu a sbuffare e a badare a ben due calderoni:

“Si Camila, non preoccuparti, vai pure, ci penso io a tenere d'occhio la tua Pozione… si, sono gentilissimo lo so, ma che ci vuoi fare. Si, lo so che mi adori, non serve che me lo ripeti così spesso, tranquilla…” 


                                                                                        *


“Sarò sincera, non so se preoccuparmi o essere soddisfatta… insomma, credo di aver ricevuto più di un’occhiataccia da quando mi sono svegliata.” 

“Che vuoi farci Francisca, succede quando il tuo ragazzo è a dir poco meraviglioso…” 

Adrianus sfoggiò un sorrisetto, parlando in tono vago mentre si passava una mano tra i capelli castani. Francisca per tutta risposta sbuffò e gli assestò una gomitata, guardandolo come a volerlo zittire: 

“Finiscila. E comunque… ti ho battuto oggi.” 
“Forse, o magari ti ho lasciata vincere perché sono un perfetto gentiluomo.” 
“O magari sono stata semplicemente più veloce di te. Mai considerata questa ipotesi?” 

Francisca sorrise mentre, con un braccio di Adrianus sistemato sulle sue spalle, si accingeva a raggiungere la Sala da Pranzo. Il ragazzo sbuffò e per tutta risposta le spettinò completamente i capelli castani, sollevando così sonore proteste:

“Smettila Steb! Stasera mi vendicherò, sappilo… anche se non vedo l'ora di passare ai Patronus, se devo essere sincera. O all’Occlumanzia, ormai ci siamo praticamente.” 

Francisca sfoggiò un sorriso allegro e Adrianus annuì, anche se con lieve nervosismo: l'idea che qualcuno gli potesse frugare nella mente non lo allettava molto… di sicuro con Francisca non avrebbe avuto problemi, ma non poteva dire lo stesso di Jude. No, lo conosceva abbastanza bene da preferire di non lasciarlo entrare nei suoi pensieri. 

“Non fare quella faccia… non è la fine del mondo. Di sicuro non sarà una passeggiata, ma sono felice che ora ci sia anche tu.”  Francisca gli sorrise, appoggiando la testa sulla sua spalla e continuando a camminare attraverso l’Ingresso. Adrianus non disse niente e si limitò ad annuire, accarezzandole distrattamente i capelli scuri mentre i suoi pensieri erano rivolti ad altro. 

Vide Isabelle fare capolino proprio a qualche metro da lui, e non sentì nemmeno il bisogno di chiederle dove fosse stata. Forse la ragazza sentì il suo sguardo perché si voltò proprio dritta verso di lui, esitando per un attimo prima di rivolgergli un debole sorriso. 

Adrianus ricambiò e a sua volta non disse nulla, limitandosi a rivolgerle un cenno del capo. 

Si, non aveva affatto bisogno di chiederlo. 


*


“Ehy. Come stai?” 

Phoebe sorrise mentre si fermava accanto ad Isabelle, guardandola riempirsi considerevolmente il piatto. In effetti l'amica sosteneva spesso che il cibo fosse una delle sue più grandi fonti di consolazione quando era giù di morale. 

“Bene. Ho incontrato Bas… abbiamo parlato un po’ e mi ha fatto piacere, le cose tra di noi sono state un po’ strane dal suo compleanno.”   Isabelle si strinse leggermente nelle spalle e Phoebe annuì, ripensando a quando l'amica le aveva raccontato anche quello… era piuttosto felice che le avesse finalmente detto tutto, in effetti. 

“Immagino. Ma è giusto che abbiate parlato, credo che qui siate quelli che sentono di più la sua mancanza. E dimmi Belle… è anche San Valentino. Ti sei per caso dichiarata a qualcuno?” 
“Simpatica. Spero che sia una domanda retorica…” 

Isabelle rivolse un’occhiata piuttosto torva all'amica, che invece ridacchiò e la guardò con sincero affetto:

“Andiamo Belle… io ho messo da parte l'orgoglio e ho chiesto aiuto a mia sorella a Pozioni. Tu potresti seguire il mio esempio, ti pare?” 
“Prima di tutto, mi fa piacere sentirlo… anche il fatto che tu finalmente definisca Camila “mia sorella”. Ma per quanto mi riguarda… no, grazie.”

Isabelle sbuffò leggermente, scuotendo il capo e chiedendosi ancora una volta se sarebbe riuscita a non pensarci fino alla fine dell'anno. Non era poi tanto sicura in effetti, ma poteva almeno provarci. 

“Come vuoi. Ma ri assicuro che oggi qualcun ha sentito la tua mancanza. Oh, guarda, ci sono le lasagne… vado a prendermene un po’ prima che le finiscano!” 

Phoebe sfoggiò un sorriso divertito prima di darsela letteralmente a gambe, lasciando l'amica vagamente confusa. Isabelle però la conosceva ormai molto bene e si lanciò furtivamente un’occhiata alle spalle prima di sgranare gli occhi con orrore e voltarsi di nuovo verso l'amica:

“BIBI! Torna qui, non lasciarmi da sola con lu-“ 

“Ecco la fuggitiva. Non ti dispiace se mi siedo, vero Van Acker?” 

Jude non aspettò nemmeno una risposta, prese la sedia e dopo averla scostata prese posto accanto a lei, facendola sospirare leggermente: aveva come la sensazione che quella conversazione non sarebbe stata affatto facile. 
E ovviamnete maledisse la sua migliore amica per aver ignorato il suo tono praticamente implorante, certo.


“Immagino che se anche fosse non ti interesserebbe, quindi… che cosa c'è Jude?” 
“Dove sei stata stamattina? Ti prego, non dirmi che eri nascosta in un angolo a disperarti perché è San Valentino.” 

Jude inarcò un sopracciglio e per tutta risposta Isabelle lo fulminò con lo sguardo, intimandogli di smetterla di prenderla in giro:

“Smettila una buona volta. Non mi importa niente di questa festa.” 
“E allora che fine avevi fatto? Nemmeno Ryle si è presentato a lezione.” 

Jude non staccava gli occhi dalla ragazza, osservandola per non lasciarsi sfuggire un qualunque segno del suo linguaggio del corpo. Isabelle però si limitò ad annuire, borbottando che lo sapeva e lasciandolo pressoché pietrificato qualche istante prima di riprendersi. 

“Quindi tu e…” 
“Per l'ultima volta, no. Jude… mi stai davvero dicendo che non ti ricordi che giorno è oggi?” 

“Ehm… oltre all’insulsa festa degli innamorati?” 

Jude inarcò un sopracciglio, continuando a non capire mentre un sorriso si faceva lentamente largo sul volto di Isabelle, che per la prima volta lo guardò con una nota piuttosto divertita negli occhi verdi: 

“Jude Verrater quindi non si ricorda poi proprio tutto… questa si che è una sorpresa. Oggi sarebbe stato il compleanno di Alastair Jude, io e Bas siamo andati a “salutarlo”, nient’altro. Si può sapere perché ora mi fai anche queste domande, oltre a quelle su mio zio?” 

“Per nessun motivo in particolare. A proposito, lo hai più sentito?” 

Si, e mi ha detto di non dirti niente e di tenerti fuori da questa storia, come ho cercato di fare per mesi ma tu sei testardo come un mulo e non me l'hai permesso! 

“Non proprio. Ma preferisco non parlarne oggi.” 

Isabelle abbassò lo sguardo sul suo piatto, non avendo alcuna voglia di affrontare il discorso proprio quel giorno. Incredibilmente Jude sembrò capire e con somma sorpresa della ragazza non insistette oltre, limitandosi ad annuire e ad esitare prima di parlare di nuovo, con un tono piuttosto incerto:

“Si, beh… mi dispiace per Shafiq, comunque.”

Isabelle abbozzò un sorriso, guardandolo di rimando prima di parlare:

“Sai in cosa ci somigliamo noi due? Entrambi facciamo pena a consolare le persone, ad usare le parole per dare conforto. Ma grazie… anche perché credo che paradossalmente tu quest'anno mi stia aiutando più di chiunque altro.” 

“Aiutare è una parola grossa, Isabelle. Io non faccio mai niente gratis, se mi sono sempre impicciato è solo perché non vorrei rimetterci a mia volta… e poi mi da molta soddisfazione sapere di aver sempre avuto ragione, fin dal primo momento. Mi spiace deluderti ma non mi hai mai potuto fregare… e nemmeno adesso. Questa è la prima volta da parecchio in cui mi stai vicina per qualche minuto. Mi dici che ti prende?” 

Isabelle sbuffò, borbottando che era paranoico prima di riprendere a concentrarsi sul cibo, cercando invece di non pensare al profumo che sentiva. Piacevole in realtà, con una nota dolciastra e aromatica… profumo di erbe.
Il problema era DOVE l'avesse precedentemente sentito. 

“Niente Jude, smettila di farmi l'interrogatorio ogni volta in cui ci incrociamo! E passami il pane, per favore.” 


                                                                                     *


Sorrise leggermente quando individuò l'unica costellazione che era in grado di riconoscere: eccola, la Cintura di Orione, proprio sopra di lei. 
Non era mai stata una cima in Astronomia… no, era sempre stato Al quello bravo, che le indicava stelle e costellazioni. 

Spostò il cannocchiale dall’occhio e si strinse nella giacca, la sua giacca, mentre se ne stava stesa sul tetto freddo e decisamente scomodo.

L’Orsa Minore doveva essere lì, da qualche parte… ma non riusciva quasi mai a vederla senza un aiuto da parte dell'amico, aiuto che non sarebbe più arrivato.
Si era resa conto di non essere quasi più andata a spasso per i tetti da quando Al era morto… ma quella sera aveva deciso di rifarlo, per il il suo migliore amico. 

In fin dei conti, era solo grazie a lui se era in grado di spostarsi così. 


“Buon compleanno Al.” 


Sorrise appena, gli occhi puntati dritti su quelle tre stelle così lontane e perfettamente allineate. 

Non piangere Isabelle… non dare mai modo a nessuno di sfruttare una debolezza contro di te. Non far vedere quando stai male, quando soffri… se devi piangere fallo da sola, in silenzio. 


Da sola, in silenzio.

Ancora una volta Isabelle ascoltò le parole di sua madre. E da sola, nel silenzio, nel buio, sentendo l'assenza/presenza di Alastair accanto a lei quasi come se si trattasse di un arto mancante, Isabelle versò le lacrime che aveva trattenuto per tutto il giorno. 
O forse per settimane intere. 













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Angolo Autrice:

Sarò molto breve: innanzi tutto vi informo che domenica parto e starò via per circa una settimana, fino a sabato. Non so quanto riuscirò ad essere attiva la settimana prossima, ma non volendo stare diversi giorni senza pubblicare niente mi sono un po’ presa avanti e dovrei riuscire ad aggiornare comunque. Mi spiace ma non sarò affatto in vacanza e non so quanto tempo avrò da dedicare ad Efp. 

Detto ciò… una mezza idea di chi possa essere stato ce l’ho e non so se stia leggendo, ma mi congratulo con chiunque abbia avuto la brillante idea di segnalare questa storia per plagio. Brillante davvero, visto che sono penso la prima ad aver preso ispirazione da Night School per una storia nel mondo di Harry Potter. 

Vi saluto, buona serata e a presto, spero. 

Signorina Granger



   
 
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