Decimo capitolo: Rivedersi
I preparativi per il matrimonio
occuparono tutta la sua settimana e ogni istante del suo tempo, tanto che Kara
si addormentava non appena toccava il cuscino e si risvegliava solo perché Alex
tempestava la sua porta fino a quando lei non veniva ad aprire. Vi era sempre
un nuovo dettaglio e Kara doveva aiutarla a scegliere tra due tipi di fiore o
di colore o di vino.
Alex, la donna più sicura e
tranquilla al mondo era diventata improvvisamente incerta su tutto, tranne che
su Maggie. Quando si citava la ragazza Alex iniziava a sprizzare di felicità e
vederle assieme era una gioia per gli occhi, tra di loro vi era una complicità
speciale e un comprensione reciproca che, Kara, se non avesse amato la sorella
sopra ogni cosa, avrebbe invidiato.
Spalancò gli occhi mentre il cuore le
rombava nel petto. Il buio era fitto nella stanza: chi stava bussando alla sua
porta con tanta insistenza? Malgrado l’esuberanza di Alex questa volta non poteva
essere lei.
“Kara!” Chiamò sua madre e lei scese
dal letto preoccupata, che fosse successo qualcosa di grave?
“Cosa succede?” Chiese cercando di
schiarirsi la mente.
“Sei tu a doverlo spiegare a noi. Ms.
Luthor di sta aspettando nel salottino.” A quel nome
Kara si svegliò di botto. Luthor? Sua madre aveva
detto ‘miss’ o ‘Ms’? Lena era forse a casa sua?
Afferrò lo scialle rosso e se lo
drappeggiò attorno alle spalle per poi scendere in fretta le scale, tra le mani
la candela di sua madre che faticò a seguirla.
Entrò nel salottino con il cuore in
gola e capì all’istante che non si trattava di Lena. La donna che si voltò a
guardarla aveva gli occhi azzurri, gelidi, il viso tirato, il mento alto,
altezzoso. Il lei vi era qualcosa della bellezza di Lena, ma era rovinata
dall’arroganza che la donna sprigionava in ogni gesto.
“Ms. Luthor.”
Disse piegando il capo e cercando di nascondere la delusione.
“Dobbiamo parlare.” La apostrofò
diretta la donna, senza badare minimamente all’educazione. Guardò alle spalle
di Kara e nel vedere che erano sole e che la porta era chiusa, la fissò di
nuovo. “Ho avuto sentore di una certa cosa e ho bisogno che voi la smentiate.”
Kara sentì un brivido freddo correrle lungo la schiena. “Ditemi: siete o non
siete fidanzata con mia figlia?” Il cuore di Kara fece un sobbalzo e lei non
riuscì a rispondere. “Rispondete!” La aggredì con rabbia la donna.
“No.” Disse allora lei, con voce
bassa.
“Bene.” Ms. Luthor
la guardò, alla luce delle candele, per un lungo istante poi chiese di nuovo.
“E, mi promettete che, mai, vi legherete a mia figlia in un simile
inaccettabile modo?” Kara sentì la rabbia nascere in lei e scacciare la
soggezione che provava per la donna.
“Siete arrivata nel cuore della
notte, in casa mia, ponendo domande che la decenza e l’educazione vi dovrebbero
impedire di porre e ora osate chiedermi anche una promessa?” Il viso della
donna tornò ad alterarsi nella collera.
“Io sono una Luthor,
voi non siete niente, essere qui, in casa vostra è un onore che vi faccio,
avrei potuto agire in maniera molto meno civile.” Kara non le rispose, ma
strinse i pugni, le parole di Lena sulla donna bastavano perché lei la odiasse.
“Ora, siate gentile e promettete.” Il tono improvvisamente suadente le fece
venire la nausea.
“No.”
“No, non vi legherete mai con mia…?”
“No, non prometterò nulla di simile.”
La interruppe Kara e la donna fece una smorfia rabbiosa.
“Mia figlia è destinata a qualcuno di
ben altro livello e farò in modo che il suo futuro sia ben lontano da questa
povera e insignificante contea.”
“Il destino di miss Luthor dipende solo da lei.” Le rispose secca.
Ms. Luthor
la fissò per un lungo istante poi con passo deciso raggiunse la porta e la
spalancò.
“Parola mia, non la vedrete mai più.”
Affermò e poi sparì. Kara sentiva il cuore che le batteva forte nel petto. Cosa
significava quella visita? Come aveva saputo, Ms. Luthor,
dell’antico interesse di Lena per lei?
“Cosa sta succedendo?” Alex entrò
nella stanza, oltrepassando i loro genitori perplessi quanto lei.
“Non lo so…” Ammise lei e poi tornò nella
sua stanza sotto gli sguardi pieni di incomprensione della sua famiglia.
Kara passeggiava sotto il sole
estivo, godendosi l’aria calda del pomeriggio. Una decina di metri più avanti
Alex e Maggie parlavano fitto, le mani intrecciata, gli occhi che si cercavano
mentre ridevano e scherzavano. Domani si sarebbero sposate e allora non
avrebbero più avuto bisogno di un inutile chaperon. Alex si voltò e le fece un
cenno, Kara capì al volo il messaggio e si fermò sedendosi sull’erba,
osservando il paesaggio da quel luogo privilegiato. Alex e Maggie, nascoste
alla vista scoppiarono a ridere e lei sorrise, non aveva difficoltà a
immaginare i baci focosi che le due donne si stavano scambiando. Alex le aveva
detto che Maggie era una baciatrice eccezionale facendola arrossire, ma non per
quello che la sorella maggiore pensava, lei aveva conosciuto una baciatrice
davvero eccezionale e l’intervento di Ms. Luthor, una
decina di giorni prima, aveva risvegliato in lei ogni più piccolo ricordo di
Lena, accendendo una speranza che non era sicura di avere il diritto di
provare. Seduta al suo scrittoio aveva provato a scrivere alla donna, ma
qualsiasi parola le era sembrata inadeguata, fredda e insufficiente a esprimere
i suoi sentimenti. Così aveva desistito.
Un rumore di zoccoli la distolse dai
suoi pensieri e Kara si alzò rapida in piedi, conscia che in quel momento non
era un chaperon, ma una sentinella, per la sorella.
Si trattava di una donna. Il cuore di
Kara accelerò quando riconobbe la figura elegante di Lena. La giovane Luthor la riconobbe a sua volta, il cavallo fu messo al
passo e guidato, con sicurezza, verso di lei.
Era un bel stallone nero, ma Lena,
con quell’abito verde bottiglia e il cilindro nero dava un nuovo senso alla
parola bellezza.
“Miss Danvers.”
Disse piegando il capo e Kara aprì la bocca per respirare.
“Lena… Miss Luthor.”
Si corresse e arrossì. “Non pensavo che…”
“La mia migliore amica si sposa, non
potevo mancare.” Affermò la donna, non era scesa da cavallo e sembrava rigida,
mentre lo controllava con un gesto deciso delle mani.
“Certo… avrei dovuto immaginarlo.”
Bofonchiò abbassando lo sguardo. Come aveva fatto a non pensarci?
“Mi hanno detto che miss Sawyer era in passeggiata…”
“Lena!” L’interpellata uscì dai
cespugli con aria felice, Alex al braccio, leggermente rossa in viso. “Sei
arrivata finalmente, temevo che fossi stata trattenuta.” Ora che l’attenzione
di Lena era rivolta altrove Kara alzò lo sguardo per guardarla. Non ricordava
che fosse così bella, non ricordava che i suoi occhi fossero così chiari e…
Lena spostò lo sguardo tornando a guardare lei che abbassò il proprio in
imbarazzo conscia che era stata sorpresa a fissarla.
“Non avrei mai mancato un simile
evento.” Rispose la donna.
“Perché non passeggi un po’ con noi?
Miss Kara rimane sola… un po’ troppo spesso.” Maggie fece l’occhiolino a Kara
mentre Alex arrossiva e Kara la imitava, ma per un motivo completamente
diverso.
“Ti ringrazio dell’invito, ma volevo
solo dirti che sono arrivata e che prendo possesso della stanza che hai riservato
per me a Netherfield, se non ti dispiace.”
“Non mi dispiace affatto.” Assicurò
Maggie e la donna annuì. Fece un sorriso ad Alex e poi si voltò a guardare lei.
“Forse, avremmo altre occasioni per…
passeggiare.” Affermò e poi voltò il cavallo spronandolo verso il fondo della
collina e Netherfield Park.
Kara sbatté gli occhi chiedendosi se
le parole di Lena potessero essere interpretate come una semplice formula di
buone maniere o se nascondessero una reale volontà di passare del tempo con
lei. Conscia che il dubbio l’avrebbe tormentata fino al loro prossimo incontro
e segretamente elettrizzata all’idea che vi sarebbe stato un prossimo incontro
e molto presto, Kara si stropicciò le mani e passò il resto della passeggiata
in un umore altalenante tra speranza e paura.
Cenarono tutti assieme a Netherfield, ma tra la folla di parenti e amici Kara non
ebbe nessuna occasione per scambiare una sola frase con Lena, così la osservò
da lontano, frustrata dal non sapere come comportarsi e dal non capire se
dovesse o, più semplicemente, potesse sperare in qualcosa che non credeva
possibile.
Quando fu il momento di congedarsi
era ormai tarda notte, i Signori Danvers presero il
primo calessino e Kara lasciò a Maggie e Alex un po’ di spazio. Da lontano
osservò Maggie prendere la mano di Alex e baciarla, mentre le mormorava parole
che fecero sorridere di gioia sua sorella.
“Si amano.” Constatò una voce alle
sue spalle e Kara si trovò a sobbalzare come le succedeva ogni volta nell’udire
la voce di Lena così vicino a lei. Era sicura che si fosse ritirata almeno
un’ora prima e invece eccola lì.
“Sì.” Rispose cercando di non
iniziare ad arrossire o a balbettare.
“Sono felice di aver rimediato a uno
dei miei errori.” Disse ancora la donna. “E, vi ringrazio per non averne fatto
parola con vostra sorella.”
“Come sapete che…?” Chiese sorpresa.
“Alexandra Danvers
è una donna sincera, se sapesse il torto che ha subito a causa mia, non
saprebbe nascondere il comprensibile astio nei miei confronti.” Spiegò senza
esitazione Lena.
“Io… non volevo che pensasse nulla di
male di voi.” Lena voltò lo sguardo, posandolo, per la prima volta quella sera,
su di lei. Era sorpresa?
“Perché?” Chiese piano, quasi se
temesse la risposta, ma non fosse capace di impedirsi di porla.
“Perché non meritate nulla di quello
che vi ho detto…” Ammise Kara e vide gli occhi di Lena addolcirsi, mentre un
sorriso leggero, ma pur sempre vero, increspò le sue labbra. La donna abbassò
lo sguardo e Kara non poté fare a meno di desiderare che la guardasse di nuovo,
come faceva un tempo. “Io…” Iniziò, ma Maggie si voltò verso di loro e Alex le
fece cenno di raggiungerla. Era ora di andare a casa.
“Buona notte, miss Danvers.” Mormorò Lena e Kara provò un brivido
nell’incrociare i suoi occhi chiari.
“Buona notte, miss Luthor.” Rispose e poi raggiunse Alex, conscia che non
avrebbe dormito quella notte, troppo forte batteva il suo cuore, troppo grande
era la sua emozione.
Aveva potuto dirlo, Lena aveva
ascoltato mentre lei le diceva che si era sbagliata. Era dall’istante in cui
aveva letto la lettera che lo aveva desiderato e, finalmente, aveva avuto il
coraggio di farlo. Meritava di incontrare di nuovo gli occhi di Lena? Non ne
era sicura eppure incrociare quello sguardo e non trovare in esso tracce di
ghiaccio le aveva scaldato il cuore che lo volesse o no, che lo meritasse o no.
Una felicità nuova le si aprì nel petto e lei osò sperare senza che la paura la
soffocasse.
L’indomani fu, finalmente, il momento
della cerimonia. Maggie e Alex si scambiarono le promesse con evidente emozione
sotto lo sguardo di un folto gruppo di persone che, una volta concluse le
formalità, si scatenarono con balli, canti e risa, festeggiando quel giorno che
vedeva l’unione di due meravigliose donne.
Kara si lasciò prendere dalla gioia
della festa e ballò fin quasi allo sfinimento con Winn,
James e quasi ogni giovane presente alla festa, compreso Clark che la strinse
felice e le disse che non sembrava più la stessa ragazza pensierosa che li
aveva accompagnati in viaggio. Non ballò, però, con Lena.
Lena rimase in disparte, conscia
degli sguardi che riceveva e del modo in cui le risate si spegnevano assieme
alla spontaneità non appena lei si avvicinava, i suoi occhi però non riuscivano
a stare lontani dalla più giovane delle Danvers che
stava festeggiando il matrimonio della sorella danzando con ogni giovane
presente alla festa. Era strano, ma non provava nessuna gelosia. Aveva visto il
modo in cui gli occhi color del mare della giovane la cercassero nella folla,
sapeva che desiderava ballare con lei, ma non osava chiederlo, conscia che non
era nella posizione di poter fare un simile passo. Sarebbe toccato a lei, non
solo perché era colei che deteneva una posizione più alta nella piramide
sociale, ma anche perché Kara si sentiva colpevole per il torto che le aveva
fatto.
Lena lo sapeva, lo vedeva nei suoi
occhi, nel modo in cui cercava e poi sfuggiva il suo sguardo, nel modo in cui
si torturava le mani e arrossiva senza un apparente motivo.
Per quanto lo desiderasse non ballo
con lei, non poteva permettere che le emozioni prendessero il sopravvento, non
questa volta. Vi erano passi da fare, ma non prevedevano la musica.
I musici stavano ritirando gli
strumenti e Kara cercò Lena tra gli ultimi rimasti. Alex e Maggie si erano già
ritirate, tra gli applausi dei partecipanti alla festa, e con loro molti erano
ritornati alle loro dimore, lei però era ancora lì. Si era chiesta, tutto il
giorno, se avrebbe trovato il coraggio di andare da Lena e chiederle di ballare,
ma non lo aveva fatto e la donna, della quale percepiva lo sguardo, non l’aveva
invitata.
Se lo meritava, lo sapeva… forse si
era solo illusa, forse aveva immaginato cose che non vi erano più, forse Lena
era gentile solo perché lei, ora, era la sorella della sposa di una sua cara
amica. Si meritava ogni punizione, forse però quella era la più dura: vedere
Lena, vederla sorridere e non poterla avere era straziante, nutrire una
speranza e vederla disillusa la uccideva, ma avrebbe accettato qualsiasi dolore
anche solo per poterla ancora guardare.
“Ti accompagno a casa?” Chiese Winn mentre saliva sul suo calessino, portato lì da un
valletto.
“No… Non ti preoccupare.” Il ragazzo
annuì e spronò il cavallo allontanandosi nella notte.
“Le porto il calessino, miss?” Le
chiese allora il valletto e Kara lanciò un ultimo sguardo verso Netherfield, da qualche parte, tra quelle mura, Lena stava
andando a dormire.
“Sì, grazie.” Il ragazzo piegò il
capo e poi corse via. Qualche minuto dopo era di ritorno, saltò giù dal posto
in cassetta e, nel vedere il cavallo agitarsi, corse in avanti prendendolo per
il morso e calmandolo.
Kara sganciò la piccola scaletta che
il giovane valletto non aveva usato e vi posò il piede, ma prima che potesse
fare altro le fu porta una mano. Si voltò sorpresa e si ritrovò a guardare gli
occhi per i quali aveva perso la testa.
“Non potevo lasciarti andare senza
salutarti.” Mormorò la donna nel vedere il suo sguardo sorpreso. Kara prese la
mano che Lena le tendeva e si lasciò aiutare sedendosi al suo posto, colpita
dal modo così intimo con cui Lena aveva parlato. Una semplice frase ed erano
state riportate indietro nel tempo a un momento in cui tra loro erano cadute le
formalità. Quella consapevolezza e la sensazione di poter di nuovo stringere
quelle dita, morbide e forti al contempo, fece rabbrividire Kara.
“Hai freddo?” Le chiese allora Lena
separando le loro mani e slacciando il piccolo scialle che aveva sulle spalle.
“No… no, tienilo tu…” Lena non
l’ascoltò invece salì sulla predella e rapida la avvolse con le braccia
lasciando che lo scialle le circondasse le spalle. Kara fu avvolta dal suo
profumo e sentì la testa girare, alzò gli occhi e si scontrò con quelli di Lena
che la fissava, vicinissima. Per un istante rimasero così, immobili, il cuore
che batteva veloce nel petto di Kara, poi la giovane Luthor
tornò a terra allontanandosi da lei.
“Non hai ballato con me, questa
sera.” Si lasciò sfuggire Kara e sulle labbra di Lena comparve un sorriso
divertito, il primo che vedeva da tanto tempo.
“Non ti sono mancati i compagni.”
Rimarcò lei.
“Avrei desiderato ballare con te.”
Osò affermare allora Kara e il sorriso di Lena fu meno divertito ora e più
dolce, forse stupito che lei osasse tanto. “Perdonami.” Disse allora lei
abbassando lo sguardo. “So che non ho il diritto di…”
“No. Anche io avrei voluto danzare
con te.” Ammise per la prima volta Lena e Kara rialzò lo sguardo su di lei, le
gote rosse, nascoste grazie alla flebile luce delle torce.
Si guardarono per un istante,
entrambe alla ricerca delle parole giuste da dire, entrambe consapevoli che non
era il momento di dirle.
“Credi che… domani mattina…”
“Sì!” Rispose di gettò Kara.
“Sulla collina, dove ci siamo
incontrate ieri?”
“Ci sarò.” Lena sembrò cercare
qualcosa nel suo sguardo e Kara cercò di farle capire quanto desiderasse fare
ammenda per le parole affrettate che aveva pronunciato nella rabbia, ormai mesi
prima. La donna annuì piano.
“Allora… Buona notte…”
“Kara.” Le suggerì lei in un sussulto
timoroso e Lena sorrise, poi chinò il capo in un cenno di assenso.
“Buona notte, Kara.”
“Buona notte, Lena.” Poté allora
dire, sorridendole, mentre il calessino iniziava a muoversi, per riportarla a
casa. L’alba non era lontana, ma ogni traccia di sonno era scomparsa dal suo
corpo. Kara era folle di gioia e al contempo tremava. Si strinse lo scialle di
Lena attorno alle spalle ispirando il suo profumo, una sola lacrima scivolò
lungo il suo viso e lei si rese conto che all’improvviso stava di nuovo
respirando.
Note: Tanta gioia per le Sanvers, che vediamo poco, ma che spero riusciate, comunque, a immaginare in un mare di felicità.
Kara e Lena invece… Lilian Luthor ha fatto una piccola visita a sorpresa a Kara, sarà stata una buona idea? Malgrado la minaccia Lena ora è lì e non sembra affatto ostile… Non hanno potuto parlare molto, ma Kara è riuscita a dirle qualcosa di importante e di certo, l’alchimia tra di loro non si è spenta affatto…
Lena ha proposto un incontro, quali saranno le motivazioni? E, andrà tutto nel verso che noi desideriamo o ci stiamo bellamente dimenticando di un personaggio?
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, Kara sta, lentamente, tornando nelle vostre grazie? E: timori, speranze, perplessità per questo incontro?
5 commenti a me e un bel seguito a voi! J