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Autore: TeamFreeWill    02/04/2017    4 recensioni
Attenzione spoiler stagione 12.
Mary viene catturata da un Ghoul, mentre è in missione con Mr Katch. Sam e Dean faranno di tutto per salvarla. :)
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Tra famiglia e letterati'
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Dopo mezz’ora di strada e tornanti sempre più ripidi, i fari della piccola illuminarono una capanna in mezzo a una radura.

Era un luogo orribile. Angusto. Fatiscente. L’odore che c’era nell’aria era insopportabile. Odore di carne putrefatta, delle povere vittime dei mostri. Un conato di vomito investì Sam, quando scese dall'auto. Fu difficile trattenersi dal vomitare, ma con tutta la forza che aveva, ci riuscì. Dean fece il giro dell’auto, si avvicinò al fratello, si assicurò che stesse meglio e dopo che fu tranquillizzato, si apprestarono a fare irruzione.

Entrarono, la porta cigolò appena. Stettero attenti a non calpestare i cadaveri ammatassati nel corridoio.

Silenziosi come predatori pronti ad attaccare la preda, si aggirarono per le varie stanze. Il luogo pareva deserto. Poi dei lamenti, giunsero alle loro orecchie dalla stanza in fondo al corridoio.

Riconobbero la voce di Mary che invocava pietà. La voce era davvero flebile. A questo punto i due fecero irruzione nella stanza e quello che videro li congelò sul posto.

La madre era legata per i polsi, le braccia solevate sopra la testa e legate insieme. Era ridotta piuttosto male. La ferita al collo era profonda, era un miracolo che non avessero preso la giugolare. Sul corpo vari buchi e ferite dove le dita dei mostri penetravano la carne.

In quel momento un Ghoul, stava affondato due dita nella ferita al collo, le estraeva poi molto lentamente, e ne leccava il sangue in maniera oscena. Non si era reso conto che nella stanza c’era qualcun altro. Fu allora che agirono.

Dean caricò il fucile a canne mozze e lo puntò alla testa del mostro. Questo non fece in tempo a girarsi che partì il colpo. Preciso. Mortale.

Sam nel frattempo liberò la madre tagliando le corde con un coltello. Le cadde letteralmente addosso di peso, ma lui la sorresse con estrema facilità.. “Sammy” disse la donna accarezzandogli il viso. La donna svenne poco dopo. “Mamma no!” gridarono i due fratelli all’unisono. Era molto pallida e respirava a fatica. Dovevano portarla in ospedale al più presto. Aveva bisogno di una trasfusione.

Sam la prese in braccio e iniziò a correre con Dean che spianava la strada e sparava ai vari Ghoul che cercavano di attaccarli. Erano rientrati nella capanna quando avevano sentito lo sparo.

Uno riuscì, di sorpresa, a ferire il maggiore, che fece cadere il fucile a terra con un tonfo. Lo aveva morso davanti,sul muscolo succlavio, strappandogli prima un pezzo di camicia e poi la carne! I denti erano affondati quasi fino all'osso. “Come è buona la tua carne umano!” diceva mentre masticava il succulento boccone.

“Figlio di puttana!” gridò. Il maggiore si portò la mano sul muscolo cercando di tamponare come meglio poteva la ferita. Sentiva il caldo del sangue bagnargli la mano.

Sam nel frattempo aveva appoggiato delicatamente la madre a terra e puntava  il fucile in direzione del mostro che bloccava loro l’uscita. “Ora Sam!” e il minore sparò proprio nel mentre il Ghoul faceva un balzo in avanti perchè cercava di strappare un altro pezzo di carne dal muscolo del maggiore.

“Ben fatto fratellino!” disse Dean. Sammy annuì e si assicurò che la ferita non fosse profonda. Con sommo orrore constato' che era lo era! Gli porse un fazzoletto perche' cercarse di tamponare la ferita. Tutto inutile! Il sangue continuava a uscire! Poi un rumore dietro di loro fece loro drizzare le antenne.

Si voltarono di scatto spaventati, poi Sam si riprese e andò a recuperare la madre che stava iniziando ad avere le convulsioni. Era sempre più pallida e debole anche!

“Sam cos’ha?!” Dean era nel panico più totale. Bloccato. Non poteva perderla un'altra volta. “Dean riprenditi. Sta andando in shock per la troppa perdita di sangue. Devi aiutarmi a tenerla ferma. Prendigli le caviglie e bloccagli le gambe” ma Dean non si muoveva. Fissava la madre, terrorizzato.

Sam si allontanò dalla madre e si avvicinò a Dean e gli diede uno schiaffo secco che lo fece ritornare alla realtà. “Dean per favore dammi una mano, fa quello che ti ho detto” disse tutto questo controllando la voce, ma dentro di se voleva urlare. Urlare la rabbia per la situazione di merda che stavano vivendo, per non dover vederla morire, per non perderla.

Dean annui e andò dalla madre. Le accarezzò il viso e fece quello che gli avevo detto Sammy. Il fratello la trattene per le spalle.

Il corpo si agitava sempre di più ma la forza dei due cacciatori riuscì a contenere i sussulti del corpo, e di conseguenza le impedirono anche che battesse la testa sul pavimento.

Dopo internabili minuti, come tutto era iniziato tutto si arrestò. Sollevati e con estrema delicatezza Dean continuò a tenerle le gambe e Sam le passò le braccia sotto le spalle. Al tre si alzarono contemporaneamente e la portarono in macchina. La donna si lamentava, gemeva. Aveva la febbre e delirava chiamando i figli e il marito. Dean si mise alla guida e sgommando ripartì verso la città.

Sammy, invece, rimase dietro con lei e si mise la testa della madre sulle sue gambe. Ogni tanto la guardava e la accarezzava. Cercava di calmarla. Ma niente. Tutto inutile “Dai Dean muoviti” lo incitava il minore, mentre stringeva la mano della madre e continuava ad accarezzarle la testa.

Il maggiore cercava di fare il più in fretta che poteva, ma era nella confusione più totale. Le macchine non si muovevano e in più aveva iniziato a piovere. Panico, iniziò a respirare forte e la vista gli si stava annebbiando.

La macchina davanti aveva frenato all’improvviso e se non era per Sam che l’aveva avvertito in tempo scuotendolo l’avrebbe tamponata. Inchiodò a pochi centimetri dal paraurti. Le nocche strette al volante sbiancate. Sam intanto lo richiamava. Un clacson che suonava in lontananza. Non sentiva niente.

Poi un lamento della madre lo fece ritornare lucido. Non doveva cedere di nuovo al panico. La vita di sua madre dipendeva da lui.
  
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