Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: _MartyK_    02/04/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La lezione di ballo proseguì in modo piuttosto tranquillo, l'insegnante era tutto fuorchè crudele e i ragazzi eseguivano alla perfezione i passi che lui insegnava.
Fino a quando non si accorse che due di loro mancavano all'appello.
Nel mentre Jimin si muoveva energicamente, voltò la testa in direzione di Yoongi e Shin Hye e potè constatare che non erano presenti. Karl mise in pausa lo stereo e sbraitò contro gli altri sei, passandosi l'asciugamano dietro il collo.

- Dove cazzo sono andati a finire quei due sfaticati?!- urlò, per l'appunto.
I ragazzi strizzarono gli occhi per gli ultrasuoni emessi da quella sottospecie di essere umano e scrollarono le spalle, non conoscendone la risposta.

- Probabilmente saranno in bagno- si azzardò ad ipotizzare il piccolo Jungkook.
E fu un errore imperdonabile, in quanto l'uomo gli si avvicinò camminando a grandi falcate e lo prese per il colletto della maglietta, avvicinandolo al suo orribile viso arrabbiato.

- Non me ne fotte niente del tuo 'probabilmente', esigo delle risposte certe!- esclamò digrignando i denti.
Taehyung provò a calmarlo posando una mano sulla sua spalla, ma il gigante si girò di scatto e gli mollò un ceffone in pieno viso. Il castano mugugnò per il dolore e voltò il capo, il labbro inferiore sanguinava a più non posso e la guancia colpita si gonfiò immediatamente.
Puntò l'indice accusatorio verso Jin, il più grande di tutti, e gli ordinò di perlustrare ogni angolo dell'agenzia e di tornare con buone notizie, minacciandogli di andare a dormire insanguinato dalla testa ai piedi in caso contrario.
Il poveretto annuì senza esitazione e sgattaiolò via dalla sala, intanto gli altri furono costretti a riprovare i passi del ballo. Jimin osservava con sguardo serio e perso il suo riflesso sullo specchio, muovendo i piedi avanti e indietro e facendo movimenti vaghi con le braccia.
Era in pensiero, quasi non riusciva ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere se Jin non avesse trovato quei due, vista la cattiveria di Karl.





La porta della sala si spalancò molto lentamente, e non era affatto un buon segno. L'uscio rivelò la figura di un Jin mortificato e spaventato, nessuno era accanto a lui. L'insegnante bloccò lo stereo per l'ennesima volta e gli rivolse uno sguardo intimidatorio e curioso al tempo stesso.

- N-non sono da nessuna parte, ho girato dappertutto, ho chiesto anche ai segretari e alle truccatrici ma nessuno li ha visti. I-io non so...- non se n'era nemmeno accorto, il naso sanguinava e aveva un mal di testa improvviso. Karl gli aveva tirato un pugno.
Fu a quel punto che Jimin intervenne.
Era stanco di veder soffrire i suoi hyung ed era anche stanco di quegli idioti dei suoi amici che, piuttosto che beccarsi un pugno, una ginocchiata nelle palle o un ceffone, se ne restavano in silenzio e preferivano farsi i cavoli propri.
Strattonò l'uomo, assalendolo dietro la schiena e stropicciandogli la canottiera nera che indossava.
Essendo il doppio del castano, non ci mise molto a scrollarselo di dosso e sfogare tutta l'ira che aveva in corpo su di lui.

- Tu? Tu sei peggio di tutti questi coglioncelli messi insieme!- urlò sgolandosi. La vena sul collo era molto più evidente del solito.
Jimin era a terra e si stava massaggiando l'addome, quando gli arrivò un calcio potente ad una tempia. Il dolore era così intenso e indescrivibile che non ce la fece neanche a gemere per il dolore, si limitò a spalancare la bocca.
Vide il suo stesso sangue macchiare il pavimento in legno della stanza, la pozza rossa si allargava sempre di più, credeva di morire dissanguato.

- Finiscila di fare il vecchietto pieno di dolori e affrontami! Sempre se sei un vero uomo- lo provocò l'altro.
Jimin passò un dito nella pozza di sangue sul pavimento e l'osservò per un po', chiedendosi come caspita aveva fatto a procurargli una così profonda ferita.
Si fece forza sulle braccia e si alzò da terra, un po' barcollante. Puntò lo sguardo su quello dell'insegnante e strinse le mani in pugni, fino a sbiancare le nocche.
Mosse un passo verso di lui, la testa girava leggermente. Altro passo nella sua direzione, vedeva tutto appannato.
Non doveva perdere conoscenza proprio adesso, non poteva.
Un sorriso incerto dipinse la sua espressione strafottente, non si meritava la soddisfazione di vederlo perdere in quel modo.
Una volta che fu abbastanza vicino da sentire il suo alito orrendo a causa dell'alcool, si disse che doveva fare qualcosa per ricambiare: se lo avesse preso a schiaffi, quello non ci avrebbe pensato due volte a ridurlo in fin di vita; se gli avesse tirato un pugno, avrebbe comunque rischiato sia la vita che il licenziamento.
Decise di fare la cosa migliore, quella più umiliante dal punto di vista umano: sputarlo in faccia.

La vendetta è servita su un piatto d'argento.


































* * *




























Verso le undici di sera, Yoongi e Shin Hye ritornarono di nascosto alla BigHit, confondendosi nella folla di collaboratori perennemente indaffarati e raggiungendo la camera da letto, sperando che nessuno ci fosse.
La ragazza si rinchiuse in bagno e levò la parrucca, diventando leggermente malinconica nel vedere il suo volto riflesso sullo specchio con quel taglio decisamente mascolino. Si spogliò dei vestiti e li ripose accuratamente nell'apposita busta, per poi indossare il pigiama e prepararsi per andare a dormire: la giornata sarebbe stata comunque stancante.
Quando uscì dal bagno, notò che Yoongi si stava cambiando e che in camera irruppe il resto dei compagni di stanza. Sgranò gli occhi nel vedere che erano pieni di lividi e di croste di sangue.

- Ragazzi che è successo?- si allarmò. Sentì chiaramente la risata sarcastica di Jimin.

- Voi organizzate le fughe romantiche e noi subiamo bullismo da parte di quel frocio mestruato dell'insegnante- mormorò con voce roca, virgolettando sull'ultima parola e guadagnandosi qualche occhiata perplessa da parte di Namjoon e Taehyung.
Shin Hye deglutì: il suo viso era messo peggio di quello degli altri, le labbra erano spaccate e l'occhio destro era fottutamente gonfio. Per non parlare dell'enorme ferita alla tempia che si ritrovava.
Provò ad avvicinarsi al ragazzo e allungò una mano verso la sua testa, che venne prontamente respinta. Il castano le rivolse uno sguardo truce.

- Non mi toccare- borbottò serio.

- Mi-mi dispiace, io non sapevo cosa...-

Jimin la bloccò con un sospiro nervoso.

- Senti, se la smetti di dire 'mi dispiace' ogni volta che sbagli mi fai un grosso favore-

La ragazza lo guardò a bocca aperta.

- Ma io...-

- Niente ma. Non voglio sentire una parola fuoriuscita dalla tua bocca fino a domani, e ora lasciami in pace che voglio dormire-

La lasciò di sasso al suo posto e si mise comodo sul suo letto, tirandosi le coperte fin sopra la testa e voltandole le spalle.
Namjoon le tirò una spallata, all'inizio si disse che probabilmente non l'aveva fatto apposta, ma dal momento che non si era scusato si disse che era il contrario.
Persino Taehyung mise il broncio e le rivolse occhiate gelide. Provò a parlargli, a fargli semplici domande ad esempio 'come stai?' e quello in risposta incrociò le braccia al petto e voltò la faccia.

Sconsolata, salì la scaletta che separava il suo letto da quello di Jimin e si distese sul materasso.
Una lacrima solitaria solcò il suo viso pallido, chiedendosi cosa c'era di così sbagliato in lei. Il solo pensiero di aver fatto indirettamente del male a Jimin le fece venire conati di vomito. Conati che si placarono nel momento in cui la stanchezza prese il sopravvento sul suo esile corpo.





Il mattino seguente gli otto ragazzi dovettero sorbirsi le solite sei ore di lezioni di lingue, in trepida attesa della ricreazione.
Quando questa giunse, Shin Hye fu una delle prime a sgattaiolare via dalla classe.
Non aveva intenzione di supplicare Jimin affinchè accettasse le sue scuse, ormai era inutile dato che non le rivolgeva la parola dalla sera prima. Fece attenzione a non incrociare lo sguardo di Jae Rin e le sue fastidiosissime amiche del cuore e seguì con gli occhi la direzione di Hoseok.
Aveva il disperato bisogno di ricevere un suo consiglio.
Vide che si diresse in palestra, così lo seguì. Aprì piano la porticina del luogo e se la richiuse dietro la schiena, sentendo il forte rumore che produceva la palla da basket nello sbattere ripetutamente a terra.
Si grattò la nuca e si osservò un po' intorno, quel luogo era davvero abnorme!
Al centro il campo da basket era arancione con le classiche strisce bianche, il canestro era situato ad una notevole altezza, si disse che avrebbe mai fatto centro dal basso del suo metro e sessantatre.
Metà palestra era invece dedicata alla tribuna, tutto sommato era un posto davvero carino... ragionando in versione maschile.

Affiancò timidamente il corvino e picchiettò due dita sulla sua spalla, distraendolo dal canestro e facendo sì che tirasse la palla contro il muro.

- Oh sei tu, Youngjae!- lo salutò lui con un sorriso cordiale e non tutto pimpante come di consueto.

- Già- abbozzò un sorriso lei e si massaggiò il braccio, visibilmente imbarazzata.
Hoseok guardò prima lei e poi il canestro, chiedendosi cosa dovesse fare. Non che fosse arrabbiato con lei, insomma, era certo che non sapesse proprio tutto del mondo degli Idol e che quindi non fosse a conoscenza del fatto che i membri di un gruppo vengono considerati come fossero un'unica persona.
Mise una mano sulla sua spalla ed esitò un attimo.

- Ti va se ci sediamo lì?- indicò le sedie della tribuna e Shin Hye annuì.
Presero posto verso i primi posti, il corvino giocherellava imbarazzato con la palla, girandola e rigirandola fra le mani.

- Ho combinato un casino- mormorò lei affranta.

- Non è una novità- ridacchiò lui.

- Mianhae- disse l'ennesima volta.

- Tranquillo, non è stata colpa tua, in un certo senso-

- Perchè?-

Hoseok si voltò verso di lei.

- Ho notato che non conosci parecchie cose del mondo del k-pop. Cose che devi imparare, se non vuoi finire male. Una di queste è che se un membro di un gruppo compie un errore, automaticamente anche gli altri si beccano la punizione, questo perchè ci sono così tanti trainee che gli insegnanti preferiscono considerare ogni gruppo come fosse un'unica persona- spiegò in modo pacato.

- Ma ognuno di noi ha una propria personalità, non siamo tutti uguali- protestò lei, imbronciandosi l'attimo dopo. Il corvino sorrise, scompigliandole i capelli.

- Se vuoi essere un Idol devi fare tanti sacrifici- si limitò a rispondere. Fece rimbalzare un paio di volte la palla sul terreno, lo sguardo era perso.

- E comunque volevo un tuo consiglio- esordì lei con un sospiro.

- Dimmi pure-

- Il fatto è che una ragazza mi ha minacciato e sono stato costretto a rubare una cosa molto importante ad un mio amico per darla a lei, così che non dicesse nulla. Il problema è che questo mio amico potrebbe scoprilo da un momento all'altro e vorrei ridargli la cosa che ho rubato ingiustamente, che faccio?- gesticolò nervosamente e fece una smorfia con la bocca, l'espressione sul viso di Hoseok era a dir poco indecifrabile.
Scoppiò in una fragorosa risata.

- Innanzitutto, cos'è questa 'cosa' che hai rubato? E poi chi è questo tuo amico, uno del nostro gruppo?- chiese.
Shin Hye sussultò e balbettò mugolii incomprensibili, indecisa se rivelare l'identità di Jimin oppure no.

- Non sei obbligato a dirmelo, era solo per curiosità- la tranquillizzò lui, tirandole un'affettuosa pacca alla spalla.

- E comunque quello che posso dirti è di scoprire qualcosa di scandaloso su questa ragazza, così da minacciarla e farti ridare la cosa che hai dovuto rubare all'amico, okay?- concluse poi, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi.
La ragazza ricambiò e gli si fiondò addosso, abbracciandolo.

- Grazie grazie grazie! Non ci avevo proprio pensato! Come farei senza di te?- mugugnò con voce ovattata sulla sua spalla, stringendolo forte a sè.
Hoseok rimase interdetto per l'assalto improvviso, ritrovandosi a ricambiare la stretta con un sorriso imbarazzato.

- Infatti senza di me sei una frana!- esclamò sarcastico.

- Sei così odioso hyung-

- Ti voglio bene anch'io, eh!-

Si salutarono ridacchiando, intanto la campanella che segnava la fine della ricreazione era ormai suonata.
Shin Hye fu costretta a farsi le scale e ritornare in classe, nel mentre si accorse di un capannello di persone formatosi attorno a Jimin e Jae Rin.
Si bloccò e trattenne il respiro, non curandosi di andare a nascondersi da qualche parte per non farsi notare. Ascoltò la conversazione senza pudore.

- Ma che bel cellulare che ha Park Jimin!- esclamò la ragazza, tenendo in mano l'aggeggio con soltanto due dita, come ad avvisare il ragazzo facendogli intuire che l'avrebbe buttato a terra da un momento all'altro.
Il castano assottigliò gli occhi.

- Come fai ad averlo?- domandò. I ragazzi intorno o ridacchiavano, oppure filmavano la scena.

- Oddio, non sapevi che me l'ha dato proprio il tuo carissimo amichetto Youngjae?- lei incrociò le braccia al petto e gli rivolse un'occhiata beffarda.
Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò.

- Forse dovrei dire Shin Hye- la voce era suadente e non ci pensò due volte a mordergli il lobo dell'orecchio.
Jimin se la scrollò di dosso spingendola via e massaggiandosi l'orecchio, sputando per terra.

- Non ci credo- affermò cocciuto.

- Davvero? Perchè non chiederlo al diretto interessato?- l'altra indicò Shin Hye e le fece segno di avvicinarsi.
Il respiro le si bloccò nei polmoni, incapace di espellerlo. Era stata fregata, ormai non doveva fare altro che ammettere che sì, era fottutamente stronza e codarda.

Il moro sgranò gli occhi nel vedere la ragazza farsi sempre più vicina al gruppetto di persone, fino ad essere affiancato da lei.
Non poteva ricevere un'altra delusione da parte sua, non di nuovo.

- Kim Youngjae, è vero che hai rubato il cellulare di Jimin per consegnarlo a me?- formulò la fatidica domanda, in attesa di una risposta positiva.
Essa non si fece attendere, in quanto Shin Hye non aveva altre chances.
Annuì lentamente a testa bassa, le braccia erano distese mollemente lungo i fianchi e la schiena era un po' incurvata, segno che l'umiliazione era molto pesante.

- Non ho sentito bene!- fece quella, tirandole una ciocca di capelli.
La ragazza si morse il labbro inferiore per non piangere e borbottò un flebile 'sì', tanto bastava a farsi sentire da tutti.
I ragazzi intorno scoppiarono a ridere e anzi, ridevano così tanto che furono costretti a tenersi la pancia per non morire di infarto.

- Ah e comunque è proibito avere il cellulare quando si è trainee- Jae Rin avvisò il castano.

- Però... belle conversazioni quelle tra te e Jungkook, non fate altro che dire quanto sono sexy le ragazze dell'ultimo anno!- continuò e scatenò altre risate.

- Non azzardarti a mettere di mezzo Jungkook in questa storia- Jimin strinse le mani in pugni e digrignò i denti.
La ragazza lo tranquillizzò con una pacca alla schiena.

- L'obbiettivo non è il piccoletto, sei tu- ammiccò nella sua direzione e se ne andò, accompagnata da tutta la folla adorante di sudditi di un regno inesistente.


Una volta che le uniche anime presenti nel corridoio del secondo piano erano solo le loro, Shin Hye gli rivolse un'occhiata malinconica.
Fece per parlare, quando il ragazzo le sferrò una sberla.
Cadde a terra come una pera cotta, massaggiandosi il viso.

- Non so se mi fai più schifo tu o quella puttanella di due minuti fa- sibilò a denti stretti.

- Ji-Jimin ti prego non dire così-

- Non me ne fotte un cazzo delle tue lacrime, con me hai chiuso- affermò deciso.
La ragazza si fece forza e si alzò, aggrappandosi al braccio del ragazzo e provando a fermarlo.

- Non è come sembra. Mi ha minacciata! Ha detto che avrebbe rivelato a tutti la mia identità se non le avessi dato il tuo cellulare- spiegò.

- Oltre ad essere una nullità sei anche egoista-

- Jimin, so che non lo pensi davvero- le lacrime scesero copiose sul viso, tirò su col naso.

- Ha-ha minacciato anche te, non te ne rendi conto? Ci ha scattato una foto mentre mi baciavi la guancia- continuò singhiozzando.

Il castano sembrò calmarsi un attimo, forse tutto aveva un senso. Ma fu solo un attimo.

- Potevi dirmelo prima e gliel'avrei fatta pagare- disse freddo.

- N-non ci ho pensato-

Il moro si lasciò sfuggire una risata ironica.

- Senti, vaffanculo!- si scostò dalla debole presa della ragazza ed entrò in classe, abbandonandola davanti alla porta.
Yoongi aveva visto tutta la scena, non dall'inizio però. Sapeva che stava piangendo per Jimin e ciò gli fece salire una strana rabbia in corpo.
Deglutì e si avvicinò a grandi falcate verso Shin Hye.
La bloccò contro il muro e fissò i suoi occhi per interminabili secondi, prima di proferire parola.

- Sono stanco: o lui, o me-


***
Annyeong popolo! Come al solito mi faccio viva ogni domenica xD bene bene, Yoongi le ha appena dato un ultimatum, voi che dite? Sceglierà lui o Jimin? Quel nanetto si è comportato parecchio male, non si prendono a schiaffi le ragazze! *prende Chim per l'orecchio e lo trascina via dalla scena* *si accorge che è stata proprio lei a scrivere sta roba e si blocca*  no vabbè, oggi sto proprio fumata XDXD Jae Rin è più stronza che mai e questa non sarà l'unica 'marachella' che combinerà... ne farà una molto più grave, tranquilli *spoiler time!*    spero vi stia piacendo come prosegue la storia e un grande grazie a tutte le persone che leggono/seguono la storia e ovviamente a chi la recensisce, mi fate davvero felice *_*  scappo via, bacioni a tuttiiiii  _MartyK_ <3
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: _MartyK_