Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    03/04/2017    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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VENTISEI

 

 

 

 

Era l’ultima notte che avrebbero passato insieme a Grande Inverno.
Jon dormiva sereno, gli occhi chiusi, le lunghe ciglia scure che contrastavano con la sua carnagione chiara.
Mancava poco all’alba, fuori era più buio che mai, passò le dita nei suoi capelli ricci e scuri, osservò il suo corpo abbassarsi e alzarsi ad ogni suo respiro, il suono del suo cuore che placava ogni notte le sue paure e i suoi incubi.
La discussione con Petyr Baelish le aveva lasciato dell’amaro in bocca, amava Jon non Ditocorto, ma aveva imparato anche a capire e ad amare il potere.
Chiuse gli occhi qualche istante e quando li riaprì trovò quelli scuri di Jon che la osservavano, gli sorrise ma era un sorriso triste, tremava al pensiero di lasciarlo andare, tremava al pensiero di perderlo per mano dei loro nemici, ma più di tutto tremava al pensiero di perderlo per Daenerys Targaryen.
Jon la baciò e accarezzò i suoi capelli rossi, le sarebbe mancata così tanto, i suoi occhi blu come zaffiri gli sarebbero mancati.
«Promettimi che farai attenzione» disse a voce bassa, erano soli si ma aveva paura a dirlo a voce alta.
Quando temi qualcosa e lo dici ad alta voce gli Dei trasformano le paure in realtà - pensò lei accarezzando il suo volto, la barba scura che le solleticava il palmo della mano.
«Anche tu devi promettermelo. Se ti accadesse qualcosa e non fossi qui…»
«Non mi accadrà nulla Jon, è per te che ho paura. Baelish vuole il Trono di Spade e per lui, tu, sei solo un ostacolo che intralcia il suo cammino, lo sarai finché avrai vita e lo stesso vale per Daenerys Targaryen. Non si fermerà finché non sederà sul Trono di Spade.»
«So difendermi» tentò di rassicurarla lui.
«Si ma da spade, frecce e lance. Non dalle sue macchinazioni. Jon, non voglio rovinare gli ultimi momenti che ci restano pensando a lui.»
«Non saranno gli ultimi momenti che passeremo insieme Sansa.»
Si strinse contro Jon, le loro braccia e le loro gambe erano unite come le radici più profonde degli alberi.
Jon annegò nel suo profumo, nei suoi occhi blu come l’acqua più pura, continuavano ad amarsi in quel grande letto come un tempo si erano amati suo padre e Catelyn Stark.
Suo padre… non sapeva nemmeno più come chiamarlo.
Non si fermò, non poteva, non voleva.
C’era solo lei, solo lui, la sua mano alzò la veste di raso bianco, sempre più su, le toccò le cosce, salì fino al petto, Sansa bramava i suoi tocchi delicati, era come fuoco su ghiaccio.
Gli accarezzò il viso arrossato, gli scansò i capelli ramati, lei prese la sua mano e la portò sul suo petto, dove batteva il cuore.
Era di nuovo sua, non avrebbe voluto altro che restare in quel grande letto e fare l’amore con lei, invece c’erano guerre da combattere, nemici da sconfiggere, alleanze da stringere; non poteva rimanere con lei.
Le parole di Maestro Aemon rimbombarono nella mente di Jon: «L’amore è la morte del dovere.»
Restò ancora sdraiato sopra di lei, abbondò la testa sul suo corpo sudato e caldo.
«L’amore è la morte del dovere» ripeté piano, era vero.
Aemon Targaryen aveva sempre avuto ragione, suo zio Benjen aveva ragione.
Li stavano aspettando ai cancelli di Grande Inverno.
Davos e Tormund avevano già preparato i cavalli e le provviste per il lungo viaggio che li attendeva.
Arya guardò Jon e Sansa arrivare mano nella mano, avrebbe voluto riuscire a comportarsi così con Gendry, ma la verità era che aveva paura di amarlo, paura dell’amore che sentiva crescere ogni giorno di più per lui.
Aveva amato suo padre, sua madre, Robb e Rickon e tutti loro gli erano stati portati via; non capiva come Sansa riuscisse ad amare e a non avere paura dell’amore.
«E’ tutto pronto maestà» disse Davos avvicinandosi a Jon.
«Grazie Ser Davos.»
Jon lasciò la mano di Sansa e andò ad abbracciare Arya.
«Ci rivedremo presto» le disse scompigliandole i capelli come faceva sempre, «mi raccomando cerca di non far impazzire Sansa.»
«Ci proverò Jon.»
«Gendry, sorvegliala.»
«Sarà fatto.»
«Al mio ritorno parleremo di Capo Tempesta, è troppo tempo che non ha un vero lord.»
Bran era poco distante, vicino a Meera Reed.
«Sarai tu ad occuparti di tutto ora e se quando tornerò avrai cambiato idea…»
«No Jon, non cambierò idea. Sta attento, tieni gli occhi aperti.»
«Anche tu» disse Jon abbracciando suo fratello, «Meera, abbi cura di lui.»
«Lo farò.»
Sansa era vicino al suo cavallo, la sua mano accarezzava quel manto morbido, mentre la neve stava cadendo, era la visione più bella che avesse mai avuto, si avvicinò di nuovo a lei e incurante degli sguardi degli altri la baciò e la tenne stretta a se.
«Prima del tuo arrivo alla Barriera non c’era nulla per me che avesse un senso. Non più un posto dove stare o qualcosa per cui lottare, tu mi hai ridato uno scopo Sansa. Quando tornerò da Roccia del Drago mi sposerai?»
«Al tuo ritorno… vedremo.»
La baciò ancora ma solo per qualche istante.
«Sei la mia regina, non potrei dividere la mia vita con nessun’altra.»
«Non cambierà nulla mentre sarai via e quando tornerai organizzeremo la festa più bella che il Nord abbia mai visto, se mi vorrai ancora.»
La neve continuava a fioccare attorno a loro, impigliandosi nei capelli, giocando con i colori e creando dei contrasti.
Le loro mani erano intrecciate, si stringevano con forza, si parlavano, si giuravano tutto.
Giuramenti muti, una mano che Sansa aveva rifiutato per tanti anni, una mano persa tanto tempo fa e che ora stava stringendo con forza e amore la sua, molto più piccola e fragile.
Asciugò una lacrima ancora attaccata all’occhio con un gesto piccolo e quasi invisibile.
«Devo andare ora.»
«Lo so. Ti amo Jon.»
Jon lasciò la sua mano, afferrò le redini del cavallo e ci salì sopra, agile come un falco, guardò la sua famiglia - o almeno ciò che ne resta - riunita d’avanti ai cancelli di Grande Inverno, vide Arya avvicinarsi a Sansa e prenderla per mano.
Spronò il suo cavallo e Davos e Tormund fecero lo stesso, guardò indietro una sola vota, vide Sansa in piedi accanto ad Arya, la neve stava ricoprendo tutto.
Se non vinco questa guerra non resterà altro che neve.
Aveva solo varcato l’uscita eppure il suo cuore sembrava già spezzarsi, aveva appena ritrovato Bran e Arya e già doveva lasciarli, e doveva lasciare Sansa.

 





Un uomo era arrivato in una tarda sera alla Cittadella, poche forze, molta fame, troppo freddo e soprattutto il Morbo Grigio.
Il suo braccio sinistro era ricoperto fino alla spalla, tremava per il freddo, aveva cercato riparo ma appena avevano capito cosa lo affliggesse era stato cacciato via, solo il pensiero di lei lo aveva aiutato a sopravvivere, ad arrivare alla Cittadella in cerca di aiuto.
«Io ti ordino di guarire ser Jorah e di tornare da me. Quando conquisterò i Sette Regni, voglio vederti al mio fianco.»
Ci sarò Khaleesi, sarò al tuo fianco
- pensò mentre un uomo cercava di aiutarlo.
Un uomo troppo grasso, forte abbastanza, ma grasso.
«Aiutatemi!» gridava, non sapeva come fare per non essere contagiato.
Jorah l’Andalo ricordava voci distorte, mani che si affannavano, una pezza fredda sulla sua fronte, una coperta calda a coprire il suo corpo tremante di freddo, persone sfocate e nient’altro.
Si era risvegliato in un letto, in una stanza accogliente ma a lui sconosciuta.
«Daenerys» era certo di averla chiamata, di aver invocato la sua Khaleesi, la regina d’argento e dagli occhi viola, l’unica donna che davvero il suo vecchio cuore aveva amato.
Le tornò alla mente il fuoco della pira di Drogo, lei che entrava dentro quell’inferno, le sue urla di disperazione e poi la mattina il fuoco della pira funebre si era spento e lei era lì, viva, con tre piccoli draghi attorcigliati attorno al suo giovane corpo.
«Va tutto bene» rispose una voce, Jorah tentò di mettere a fuoco e rivide l’uomo grasso che lo aveva aiuto al suo arrivo.
«Chi sei?»
«Sam, sono un Maestro.»
«Ho sete.»
Sam portò la coppa con l’acqua alla bocca di quell’uomo, aveva dormito per giorni mentre tutti loro si erano affannati a trovare una cura per salvare la sua vita.
«Sai dove ti trovi?»
«Si, se posso sopravvivere questo è il posto giusto.»
«Vivrai ser, siamo riusciti a fermare il Morbo Grigio
«Quanto tempo… quanto tempo ho dormito?»
«Qualche giorno, ne avevi bisogno. Qual è il tuo nome ser?»
«Jorah Mormont dell’Isola dell’Orso.»
«Jorah Mormont?» domandò Sam incredulo, era il figlio del suo vecchio Lord Comandante, ucciso e tradito dai suoi uomini.
«Si, perdonami ma non ricordo di averti mai incontrato prima.»
«No infatti. Conoscevo tuo padre, era il Lord Comandante alla Barriera.»
«E’ morto» rispose tristemente Jorah, ricordando il racconto di Tyrion Lannister
«Si, ero con lui quando…»
«Sei un Guardiano della Notte?»
«Un Maestro ora, Jon mi ha chiesto di venire qui e ho sempre amato i libri.»
«Jon?»
«Jon Snow.»
«Il bastardo di Stark. Hai detto che avete fermato la malattia?» chiese incredulo.
«Si, non è stato facile lord Mormont ma ci siamo riusciti.»
«Non sono più un lord. Grazie.»
Jorah fece per alzarsi ma non ci riuscì, era più debole di quanto avesse creduto, il suo copro in quei giorni aveva affrontato una dura battaglia.
«Hai ancora bisogno di riposare» disse Sam aiutandolo a sdraiarsi di nuovo.
«Devo andare da lei.»
«Dalla giovane Targaryen?»
«Si, ha bisogno di me.»
«Andrai da lei ser, ma solo quando sarai in grado di viaggiare. La Cittadella è lontana da Roccia del Drago.»
«Roccia del Drago?»
«Si, le voci corrono. Daenerys Targaryen ha ripreso possesso di Roccia del Drago.»







 

E per la gioia dei fan di Jorah l'Andalo ecco a voi!
Felici?
A presto spero,
Lils

  
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