Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: Candy11    05/04/2017    0 recensioni
Febbraio 1988, nasce Martin Arnaud.
Ho deciso di inserire la storia di questa ragazza, che, in un universo diverso dal nostro, è qualcuno. Qualcuno che tutti conoscono e amano. Martin è una ragazza arrivata dal basso e diventata una persona realizzata, che è riuscita ad inseguire e raggiungere il suo sogno: diventare attrice.
Durante la narrazione presenterò Martin a 360°, una personalità amabile e in continuo mutamento. I suoi amori, le sue passioni, le sue fatiche, i suoi momenti di difficoltà.
Nella storia sono presenti vari cross-over e personaggi quali Chris Evans, James Franco, Wes Anderson, Ryan Reynolds, Blake Lively ...
E' solo la storia di una ragazza, ma forse vale la pena leggerla.
*** vorrei precisare che il contesto è quello di un "universo parallelo" in cui la nostra Martin esiste e col tempo diventerà una stella del cinema... Le situazioni che la circondando, le date etc. sono il più possibile attinenti a quelle reali 🙂 ***
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 29 – E POI...?
 
Era ormai il 2014, avevo recitato finalmente per il mio idolo e amico, Wes Anderson. Mi aveva dato un ruolo di protagonista nel suo ultimo film “The Grand Budapest Hotel” e l’esperienza era stata surreale. Vivere per qualche mese all’interno di quel mondo che tanto mi faceva sognare era stato inconcepibilmente fantastico. Quando ero sul set, mi dimenticavo di tutto e di tutti. C’ero solo io e il mio personaggio, riuscii a creare un tutt’uno con esso e a sentirmi libera.
Io e la mia agente, Lucy, eravamo diventate molto unite, una grande squadra. Lei mi procurava tantissimi provini e io mi impegnavo al 101% per passarli tutti e guadagnarmi il mio ruolo nel film.
In tre anni presi parte a numerosissime pellicole e la mia filmografia si espanse, così come la mia notorietà, la mia autostima e il mio portafogli.
Per fortuna e stranamente, questo non mi diede alla testa, anzi. Mi aggregai a molte cooperative e associazioni non profit e di sensibilizzazione a diversi temi sensibili come l’alimentazione e le malattie che la riguardano, ma anche ad associazioni di volontariato.
Mi appagava sapere di poter far parte della società in modo costruttivo e non solo perché piacevo a Woody Allen piuttosto che a David Fincher.
Ero diventata apprezzata anche dal mondo dell’editoria, della fotografia e della moda, se pur con il mio metro e cinquanta. Farmi vedere sulle copertine con un abito di un certo stilista faceva vendere e anche una gran bella pubblicità.
Ormai ero a mio agio davanti alle telecamere dei giornalisti, così come lo ero davanti ad un obiettivo.
In quegli anni, decisi addirittura di fondare una mia associazione di sensibilizzazione alle caratteristiche della femminilità. Misi in mostra il mio corpo, pieno di difetti e ferite di guerra, al naturale, senza ritocchi, per mostrare come e quanto una donna possa essere bella e difettosa allo stesso tempo. E, soprattutto, che non serviva essere un’attrice o una modella: perfetto non lo era nessuno.
Con mia grande sorpresa, trovai appoggio in tantissime colleghe e quella che mi destabilì più di tutte fu Angelina Jolie. Si sa, che a lei queste cose piacciono.
 
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Ora voi, vi starete chiedendo… E Chris Evans?!?!
Beh… Con Chris è tutta un’altra storia. Voi siete fermi al 2011: Chris che mi bacia, Chris che mi rifiuta e Martin che se la svigna depressa.
Ma cos’è successo poi?
Torniamo un attimo indietro:
 
Al ritorno dal mio viaggio in Inghilterra e poi nel Massachusetts, le cose erano piuttosto complicate. Avevo cominciato a darmi da fare e a sistemare la mia vita. Ero determinata, forte, decisa e di nuovo in carreggiata.

Cazzata.
Tornata a casa tutto era difficile e grigio. Sì, forse che mi stessi dando da fare era vero. Ma che la mia vita era movimentata e allegra proprio no.
Non mancavano le piccole gioie e soddisfazioni. Piacevo ai provini, piacevo ai registi così come ai produttori. James era sempre al mio fianco e senza di lui non sarei riuscita ad affrontare il mondo di squali e di avvoltoi che è lo show business. Blake e Vanessa, tornate da Londra, rimasero perplesse dal mio racconto su Chris. Ma nulla di grave. Tutto tornò al suo posto, loro continuavano a essere le mie migliori amiche.
Blake, un anno dopo Londra, si sposò con Ryan. Le feci da damigella insieme a Vanessa e Scarlett. La cerimonia fu stupenda, quasi quanto lei.
Vanessa continuò la sua storia con Austin e Scarlett si sposò con un giornalista, anche se la cosa non fu destinata a durare molto, seppure avessero dei figli.
Chris… beh, Chris fece una cosa assurda, stupida e inaspettata.
 
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Dopo una settimana dal nostro insensato, inconcludente, bacio, i miei sentimenti per Chris erano completamente soffocati e repressi nel profondo del mio cuore. Mi ero messa l’anima in pace, avevo avuto la conferma della sua indifferenza ed ero a posto con me stessa e con lui.
 
Una sera mi ritrovai a guardare un film alla tv, insieme al mio nuovo cucciolo. Dopo l’avventura londinese decisi di adottare un cane che chiamai Joy. Fu un toccasana per il mio umore, mi ricredetti del tutto sulla “pet-terapy”, della quale ero un po’ scettica.
Era ormai mezzanotte quando, quasi addormentata, sentii un rumore provenire dalla finestra e sobbalzai. Qualcosa stava battendo ripetutamente contro il vetro. Joy cominciò ad abbaiare ed io mi alzai dal divano, spaventata.
Mi avvicinai piano alla finestra, scostando la tenda e quello che vidi mi lasciò completamente senza parole.
 
Chris, completamente ubriaco, che lanciava sassolini alla mia finestra.
Io la aprii: “ma che diamine stai facendo?!” gridai, “non vivo in appartamento… potevi bussare!”
“mi sembrava più romantico così… tipo film d’amore da due soldi…” disse sbiascicando le parole.
“smettila di fare lo stupido…”



“Ti amo Martin” disse arrampicandosi sulla mia ringhiera.
“ma sei matto? Non riesci a stare in piedi e ti arrampichi?” uscii di casa, in pigiama, per andare ad aiutarlo.
“Ti amo, ti amo … da impazzire, sono un coglione, non puoi capire come mi sia sentito quando sei partita”
“piantala, vieni dentro” dissi tirandolo giù dalla ringhiera, con il cuore a mille.
“Martin per favore, ascoltami, smettila di ignorare quello che dico”, si era appoggiato alle mie spalle, mentre lo trascinavo in casa per poi buttarlo sul divano.
Joy gli saltò addosso, per annusarlo.
“Sì Joy, puzza di alcool” dissi rivolgendomi al cane.
“Sì, ho bevuto… ma quello che dico è vero”
“Lo immagino, lo hai dimostrato molto bene… soprattutto dopo il tuo silenzio stampa di una settimana e un bacio da stronzo” risposi, sapendo che il giorno dopo avrebbe dimenticato tutto.
Lui cercò di sedersi, ma riuscì solo a ribaltarsi sulle sue ginocchia.
“Se vomiti sul mio tappeto ti spezzo in due…” dissi.
Lui si ributtò sul divano e tacque.
Si stava per addormentare, così gli sfilai la giacca e le scarpe e gli poggiai una coperta. Non mi accorsi di essere rimasta a fissarlo. Era così bello, e così scemo.
Mi lasciai scappare un sorriso e mi voltai per andare a dormire. Joy mi seguì di corsa.
 
 
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Il mattino dopo mi svegliai un po’ preoccupata per quello che sarebbe successo con Chris. Scesi le scale con Joy tra i piedi e lo trovai nella stessa posizione della sera prima. Stava ancora dormendo.
Andai al bar dietro l’angolo a comprare due caffè, una brioche e mi fermai in farmacia a prendere delle aspirine. Le avevo finite e sapevo che sarebbero servite senz’altro a Chris.
Rientrai in casa e il rumore della porta lo svegliò.
Aprì piano gli occhi e si guardò attorno, per poi buttarsi una mano in faccia sussurrando “merda…”.
“merda anche a te”, dissi sorridendo.
Lui cercò di alzarsi e si massaggiò la testa. Io gli passai a fianco, lasciando le aspirine sul tavolo e un bicchiere d’acqua. Lui non aveva il coraggio di guardarmi in faccia.
Io mi sedetti al tavolo a mangiare la brioche e a sorseggiare il caffè, in attesa di qualche segnale di vita da parte sua. Io non avevo assolutamente nulla da dirgli, era lui che era piombato in casa mia gridando di amarmi.
Dopo qualche minuto riuscì finalmente ad alzarsi e mi raggiunse al tavolo. Si sedette affianco a me e iniziò a mescolare lo zucchero al suo caffè. Io finsi indifferenza e continuai la mia colazione come se nulla fosse.
Intanto Joy era tornato ad annusare Chris. Lui si chinò e iniziò ad accarezzarlo, Chris amava i cani e anche nel post sbornia non poteva resistere.
“E’ adorabile, hai fatto bene a prenderlo, farà sicuramente amicizia con Dodger” disse. Io gli sorrisi, ma non dissi nulla, “Cazzo Martin, scusami… sono un idiota, lo so”
“Per fortuna lo sai…”
“ho cercato di dimenticarti, ho cercato di non pensare alla cavolata che ho fatto nel baciarti e nel lasciarti andare, credendo di non provare davvero quello che a quanto pare è amore…”
“non eri tu quello che mi faceva tutte quelle ramanzine su cosa è o non è l’amore quando stavo con James e poi con Ryan? E ora fai queste cose?”
“finché non ci sei in mezzo non lo capisci, immagino…”
“Già”
“Già…”
Un imbarazzante e interminabile momento di silenzio. Chris si alzò.
“Io... vado” disse.
È così che avrebbe combattuto? Pensai.
Ritenni che sarebbe stato brutto lasciarlo uscire da solo, mi sforzai di fingere un interesse ospitale e cordiale nell’accompagnarlo fuori.
 
Uscimmo e mi fermai sulla porta mentre lui iniziò a scendere le scale.
Stavo per voltarmi quando lo vidi immobilizzarsi. Mi fermai e aspettai. Lui si girò e mi guardò. Quei due scalini che aveva sceso, li risalì con un passò e arrivò in breve a me.
 

 
“Devi perdonarmi” disse, senza se e senza ma.
Devo?”
Devi.”
“E perché dovrei?”
“Perché se continuiamo a fare così, butteremmo via la cosa più bella che potrà mai capitarci nella vita. O almeno, io butterei via la cosa più bella che mi è capitata e che potrebbe capitarmi… te”
Non riuscii a trattenere un sorriso e le guance mi andarono a fuoco.
“perdonami, perdonami e ricominciamo da zero”, disse allontanandosi e scendendo le scale. Di corsa, le risalì per l’ennesima volta, porgendomi una mano.
“Sono Christopher” disse.
Io scoppiai a ridere, “piacere… sono Martin”
“Hai un nome splendido, così europeo… sai che qui è un nome maschile?” era così dannatamente adorabile.
“Ti ringrazio… credo?” risposi continuando a ridere.
“E il nome non sembra essere l’unica cosa bella che hai. Sei stupenda” disse avvicinandosi a me, guardandomi negli occhi, “e io sono un tale idiota… ma saresti pazza a non dare una possibilità ad un idiota come me”
“e cosa ci guadagno?” dissi
“guadagni l’ennesimo stupido con cui avrai avuto una relazione…” mi prese una mano, continuò ad avvicinarsi, “ma spero di essere l’ultimo”… e mi baciò.
   
 
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