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Autore: Rohhh    06/04/2017    0 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao a tutte!
Chiedo scusa a chi mi segue per questo imperdonabile ritardo rispetto ai miei tempi di aggiornamento, non mi sono dimenticata della storia e non ho intenzione di abbandonarla!
Come vi avevo accennato nel precedente capitolo, sono partita, starò un mese dal mio ragazzo che sta lavorando fuori e per un periodo sarò costretta a fare questa vita da nomade su e giù per vederlo, anche perché sto cercando lavoro da lui. Sono stata spesso in giro tutto il giorno e a casa poi ho un sacco di cose da fare e poco tempo da passare a scrivere, quindi ho faticato a portare a termine il capitolo, spero mi perdoniate per l'attesa! Ringrazio come sempre le mie lettrici e spero che questo capitolo vi faccia piacere!
A presto, spero!

Cap. 8 Brividi pericolosi

 

Ashley uscì dall'acqua e si raccolse rapidamente i capelli rossi da un lato del collo per strizzarli, alcuni rivoli le rigarono la pelle della spalla e scesero giù fino a mescolarsi con il resto delle gocce salate che le scorrevano lungo tutto il corpo.

L'aria fresca la colpì piacevolmente e la fece sentire rigenerata, come se fosse bastato quel bagno purificante a lavarla da tutte le angosce, i dubbi e i pensieri che si erano intrecciati tra loro e la affliggevano in quel periodo così movimentato.

Sospirò rilassata e avanzò sulla sabbia finchè raggiunse la zona occupata dai suoi amici e si stese sul suo telo, assaporando i raggi pomeridiani, più delicati e clementi con la sua pelle bianca che quell'estate non era stata ancora baciata dal sole. Non avrebbe rischiato di scottarsi ma, forse, con un po' di fortuna sarebbe riuscita ad assumere una tonalità più colorita, diversa dal suo solito pallore spezzato solo da qualche lentiggine qua e là.

Alla fine aveva dovuto ammetterlo: ostinarsi a pensare di non aver bisogno di divertirsi e di fare una pausa dalla vita di tutti i giorni si era rivelato inutile.

Quella giornata era stata provvidenziale come una boccata di ossigeno dentro una stanza buia e soffocante ed Ashley si stava divertendo davvero, era riuscita a mettere da parte i suoi soliti turbamenti, anche se per un pomeriggio appena, e finalmente si godeva di nuovo un po' di spensieratezza come qualunque altra ragazza della sua età.

Aveva riso e scherzato, circondata dai suoi amici, e non c'era stato spazio per nient'altro.

Distesa sulla sabbia, aprì gli occhi per guardare il cielo terso sopra di lei e provò un bellissimo ed inebriante senso di vertigine nel perdersi in quell'azzurro sconfinato, capace di fare sentire chiunque un piccolo puntino, un essere minuscolo ed insignificante ma comunque parte del mondo.

Sorrise.

Adesso si sentiva di nuovo parte della vita, la stessa che con lei non era stata molto generosa ma che le stava dando una seconda chance che non poteva assolutamente sprecare, doveva tenerlo bene a mente.

Si fece seria per un attimo, prima di fare forza sui gomiti e sollevarsi a sedere, interrompendo il contatto visivo con quell'immensa distesa celeste.

Portò lo sguardo a qualcosa di più vicino a lei e osservò i ragazzi rincorrersi e giocare in acqua come dei bambini e quell'immagine la fece di nuovo sorridere.

Si soffermò su Tyler, aveva appena tirato una pallonata non esattamente delicata a Max, colpendolo in testa, e adesso l'amico si stava vendicando, avvinghiandosi a lui e facendolo finire sott'acqua.

Quel pomeriggio si era comportato con lei come un normale amico, senza alcuna malizia o atteggiamento sospettoso, e lei era stata talmente a suo agio da convincersi di esserseli solo immaginati i segnali di quella presunta cotta nei suoi confronti.

Un fruscio accanto a sè la distrasse e le fece distogliere lo sguardo dagli amici, impegnati ad azzuffarsi in acqua, per rivolgerlo alla sua destra, dove trovò Melissa.

Non l'aveva nemmeno sentita avvicinarsi, la mora era stata così silenziosa da darle l'impressione di essersi come materializzata all'improvviso per magia vicino a lei. Ashley si circondò le ginocchia con le braccia e la osservò srotolare con cura il suo telo da bagno per posizionarlo accanto al suo, poi Melissa vi salì sopra e si accovacciò, poggiando i gomiti sulle ginocchia e sorreggendosi il viso con le mani.

«Spero di non disturbarti» mormorò timidamente subito dopo, sorridendo incerta alla rossa, che la rassicurò presto scuotendo il capo.

«Certo che no, Melissa» le rispose dolcemente, mentre notava gli occhi verdi dell'amica farsi di colpo più limpidi, le spalle distendersi e le labbra piegarsi in un sorriso accennato.

Una fragorosa risata fece voltare entrambe nella stessa direzione. Poco lontana da loro, Michelle si stava piegando in due dal ridere mentre faceva da spettatrice all'ennesimo battibecco tra Colleen e Beth sui loro inconciliabili gusti in fatto di vestiario.

Ashley e Melissa si scambiarono un'occhiata di intesa, poi accennarono una lieve risata.

«Sono sempre le solite!» commentò Ashley, riportando poi lo sguardo al mare, che lambiva incessante la sabbia senza stancarsi mai.

«Già» fece Melissa, poi si strinse nelle spalle e scrutò di soppiatto Ashley, nascondendosi il viso coi capelli.

Si mangiucchiò le unghie, una brutta abitudine che, a causa del suo carattere emotivo, la prendeva sempre quando era nervosa o a disagio e rivelava il suo stato d'animo.

La sua maledetta insicurezza stava cercando di nuovo di frenarla ma Ashleye era lì accanto a lei ed erano abbastanza lontane dalle altre, un'occasione del genere probabilmente non si sarebbe ripresentata facilmente e lei aveva deciso di smetterla di fare la passiva e di provare ad agire, anche solo con un piccolo passo.

Prese un profondo respiro e tossicchiò per schiarirsi la voce e allo stesso tempo attirare l'attenzione di Ashley.

«Senti, Ashley, io...volevo ringraziarti per non avere detto alle altre di avermi vista con Luke, l'altro giorno!» esordì tutto d'un fiato, con gli occhi fissi sulla sabbia e i pugni stretti. L'aveva detto finalmente, ci era riuscita e non era stato poi così male. Si sentì più leggera di un paio di chili, era ancora viva e vegeta e forse poteva anche smetterla di stare tesa coma la corda di un violino.

«Non devi ringraziarmi, per quale motivo avrei dovuto farlo?» domandò dolcemente Ashey, voltandosi verso di lei e sorridendole.

Melissa, che ormai aveva ripreso a respirare regolarmente, capì che il suo istinto non si era sbagliato: di quella ragazza poteva fidarsi e decise di abbattere lo scudo che metteva sù per proteggersi dal mondo.

Tante volte era stata ferita in passato e la conseguenza delle troppe delusioni era stata proprio quella di erigere una barriera dietro cui nascondersi e celare i suoi lati più fragili. Purtroppo a volte bisognava bruciarsi per capire di dover stare lontani dal fuoco ma stavolta si convinse che valeva la pena rischiare.

«Beh, per la storia di Matt.. insomma, Michelle e gli altri lo odiano, lo sai» mormorò, mentre Ashley riportò lo sguardo alle sue ginocchia, si era fatta improvvisamente cupa e una sensazione spiacevole le attorcigliò lo stomaco. Fu capace solo di annuire perché il solo nominare Matt le aveva fatto riaffiorare un'inquietudine così familiare ormai, che se ne stava quasi abituando.

Colpa, tradimento, attrazione, tutto si mescolò insieme in un groviglio di sentimenti che al momento non riusciva a sciogliere.

«Luke è il suo migliore amico e, beh.. non credo che l'avrebbero presa molto bene se avessero saputo che noi...- continuò Melissa con le spiegazioni ma la voce le ritornò incerta e spezzata, lottava con se stessa per decidere come e quanto dire di quella situazione – vedi, lui è un mio collega all'università, è per quello che lo conosco, che a volte ci vediamo e...lui è un tipo tranquillo, è divertente e...è bello stare in sua compagnia» ammise infine, con le guance infuocate e incredula per l'importanza e il rischio di quello che stava rivelando per la prima volta a qualcuno.

Ashley la fissò curiosa, Melissa era un tipo molto riservato e in quei pochi mesi aveva capito che cavarle qualcosa sulla sua vita privata o su ciò che provava era molto arduo e per molti versi la comprendeva più che bene. La rispettava e non aveva mai forzato i suoi silenzi e adesso era rimasta meravigliata per quella mezza confessione.

Studiò il suo viso sconvolto, le mani che giocavano nervosamente con la sabbia pur di fare qualcosa e sorrise nel vederla così vera, fragile ma umana.

«Va tutto bene , Melissa» la rassicurò con tono materno, posandole una mano sulla spalla.

Quel tocco fece sollevare gli occhi a Melissa, la lunga frangia quasi li copriva ma Ashley vide che erano lucidi e terribilmente ansiosi, come in cerca di qualcosa, di un aiuto o semplicemente della vicinanza di qualcuno.

Rivide in quegli occhi la se stessa che disperatamente si stava attaccando a Matt perché pareva essere l'unico a capirla e ad aiutarla ad alleggerire i suoi pesi.

Forse Melissa la stava scegliendo, si stava aprendo a lei con quel goffo tentativo di tradurre a parole tante emozioni contrastanti mentre lottava contro il suo stesso carattere e lei non poteva tirarsi indietro, l'avrebbe aiutata perché sapeva alla perfezione cosa significava trovarsi in quelle condizioni.

«Io non voglio fare del male a Michelle o deluderla ma...allo stesso tempo non voglio rinunciare a Luke, so che non è come lo dipingono, credimi Ashley, non lo direi se non fossi certa che è così e mi fa sentire bene! Non l'ho deciso io, sta succedendo e basta e.. ne ho paura, tanta!» riuscì a confessare, mentre un nodo alla gola le rendeva tutto più doloroso e complicato.

Ashley si accorse di quella sofferenza, continuò a guardarla mentre si rivedeva in ciò che Melissa aveva appena detto.

Anche lei stava misteriosamente bene quando era con Matt e, per quanto tentasse di combattere quella sensazione, non riusciva ad annullarla e ne era spaventata ed eccitata allo stesso tempo, senza via d'uscita.

«Melissa, non devi darmi spiegazioni, davvero» la bloccò, cercando di porre fine a quel momento che stava mettendo a dura prova la sua amica, fisicamente e psicologicamente.

«E invece devo Ashley, anzi voglio farlo! - ribattè la mora con determinazione, rialzando il viso – sempre se ti va di starmi a sentire, è ovvio» proseguì poi, addolcendo il tono della voce e assumendo di nuovo un'espressione più serena.

«Certo, sarò felice di ascoltarti quando lo vorrai, puoi fidarti» la confortò allora la rossa, carezzandole i capelli.

Melissa sospirò e annuì, quello non era forse il momento più sicuro per raccontarle tutta la storia dal principio, data la vicinanza delle altre ragazze, ma adesso sapeva di poter contare su una persona, non era sola e sarebbe stato più semplice ora che avrebbe potuto condividere i suoi tormenti con qualcuno, ne era certa.

La brezza marina le fece svolazzare i capelli corti e umidi, e Melissa si sentì come invasa da una nuova speranza.

«Grazie mille, Ashley – le disse con gli occhi colmi di gratitudine – io ti ammiro tanto, sai, anche se non te l'ho mai detto. Non so di preciso cosa hai dovuto affrontare ma sei arrivata qui da sola, senza nessun amico o parente e... sei stata molto forte, io non oso nemmeno immaginare cosa ne sarebbe stato di me al posto tuo. Ti meriti tutto il meglio e te lo auguro davvero!» le sorrise, la tempesta era ormai passata e aveva lasciato spazio ad un sole acceso, un po' come quello che le illuminava in quel momento, su quella spiaggia dorata.

Ashley ricambiò il suo sorriso, Melissa le era sempre parsa una ragazza molto intelligente e buona d'animo, ma fu in quel frangente che la loro amicizia spiccò un passo in avanti che le avvicinò ancora di più, tramite quel segreto inconfessabile.

La sua espressione fu costretta a mutare rapidamente, però, quando i suoi occhi vennero attratti da una figura che scorse proprio al di là della sua amica.

Ashley assottigliò gli occhi e sperò che si trattasse di un'allucinazione causata dal troppo sole, preso per la prima volta quel pomeriggio, ma dovette ricredersi quando quel ragazzo, fin troppo familiare, non scomparve ma addirittura si accorse a sua volta di lei e prese a fissarla.

I capelli di Matt splendevano al sole, aveva la fronte leggermente arrossata e al collo la sua inseparabile macchina fotografica. Un gruppo musicale si stava esibendo su un palco montato proprio lì vicino ed Ashley capì che probabilmente si trovava in quella spiaggia per lavoro.

Continuò a fissarlo senza riuscire a distogliere lo sguardo, turbata dalla sua visione ma allo stesso tempo quasi felice di vederlo lì, a un passo da lei, senza che quelle due sensazioni così opposte riuscissero a mettersi d'accordo nella sua testa.

Melissa notò quasi subito che lo sguardo di Ashley era come ipnotizzato da qualcosa dietro di lei e d'istinto si voltò, rimanendo paralizzata nel vedere Matt, fermo e con gli occhi fissi nella loro direzione.

La sua prima ipotesi fu che Ashley fosse preoccupata che la presenza del loro acerrimo nemico avesse potuto rovinare la giornata al loro gruppo ma, quando si girò nuovamente verso di lei, la trovò ancora assorta in lui, con un'espressione più confusa che infastidita.

Aggrottò le sopracciglia, si voltò ancora una volta verso il ragazzo e capì che non stava guardando loro, la sua attenzione era rivolta tutta ad Ashley e, con suo grande stupore, Matt adesso le sorrideva.

Non ci avrebbe mai creduto se non l'avesse visto coi suoi occhi ma ebbe l'impressione che qualcosa di strano aleggiasse tra quei due, qualcosa di cui lei ignorava l'esistenza.

Quando si voltò verso Ashley per averne conferma, vide che la ragazza aveva distolto lo sguardo, adesso ce l'aveva fisso davanti a sè, era vagamente corrucciata e il viso le si era arrossato di più, anche se quello poteva essere colpa del sole o, almeno al momento, quella fu la soluzione che Melissa riteneva più logica.

Ad Ashley non poteva piacere Matt, no di certo, era impossibile. E quegli sguardi non nascondevano assolutamente niente di sospetto tra loro.

Doveva averlo immaginato di sicuro.

 

 

Il sole era ormai calato, e la spiaggia era illuminata solo da qualche lanterna e dai fari del palco, sopra il quale a turno si stavano esibendo diversi cantanti e band.

Ashley e i suoi amici avevano disposto sulla sabbia i loro teli in modo da poterci entrare tutti e si erano seduti a cerchio in una zona abbastanza illuminata per mangiare in santa pace.

La serata si prospettava ancora lunga, nonostante avessero intenzione di non fare troppo tardi, e Michelle non avrebbe smosso le tende da lì finchè non fosse riuscita a ballare e scatenarsi a dovere. Era una ragazza studiosa e brillante ma sapeva anche divertirsi ogni volta che ne aveva l'occasione. Era cresciuta nell'agiatezza e le sue finanze l'avevano abituata a non doversi privare di nulla e a ottenere sempre tutto senza molti sforzi. Non era viziata o capricciosa ma per lei era assolutamente normale avere qualsiasi cosa a disposizione, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei.

Ashley si sfregò un paio di volte le braccia; la temperatura si era fatta più bassa e, trovandosi in riva al mare, si avvertiva anche una certa umidità. Aveva indossato sopra il costume dei pantaloncini e una felpa a maniche lunghe che teneva aperta, ma qualche brivido di freddo cominciava comunque a farsi vivo mano mano che le ore scorrevano.

Durante il tardo pomeriggio si era ritrovata spesso a cercare Matt con lo sguardo e, ogni volta che capitava, avrebbe voluto prendersi a schiaffi da sola.

L'aveva visto di tanto in tanto, impegnato a lavorare sodo sotto il sole, come se non sentisse per nulla la fatica addosso, con la sua macchina fotografica sempre tra le mani e gli occhi attenti a cogliere la prospettiva e il momento giusto per ogni foto.

Si era accorta che, da ogni suo movimento o gesto, traspariva un'enorme passione per ciò che faceva, era instancabile, si spostava rapidamente per cambiare angolazione quando serviva, i suoi occhi si muovevano attenti e concentrati e le mani esperte toccavano la sua reflex con padronanza e attenzione, come fosse per lui una cosa molto preziosa.

Ashley capì che la fotografia doveva rappresentare per lui qualcosa di molto importante, si percepiva chiaramente che amava tanto il lavoro che faceva, che ci metteva davvero il cuore, e quel suo nuovo lato la incuriosì molto.

«A che pensi?» domandò una voce maschile accanto a lei, per un secondo Ashley sognò si trattasse di Matt ma ovviamente non poteva esserlo.

Si voltò alla sua sinistra e vide Terence, seduto vicino a lei con una sorriso sornione in viso.

«A nulla, mi stavo solo godendo questa tranquillità, oggi è stata davvero una giornata stupenda» rispose lei, bugiarda. Confessargli il reale oggetto dei suoi pensieri era fuori discussione.

«Già, ti ho visto diversa, finalmente avevi un'aria più allegra e mi è piaciuta molto! Ti preferisco quando sei sorridente e vorrei che tu lo fossi sempre!» le rivelò con sincerità.

Ashley abbozzò un sorriso, poi si strinse nella felpa.

Terence aveva dimostrato più volte di essere a disagio quando Ashley si incupiva o quando i suoi occhi diventavano un mare in tempesta e, anche se la sua frase poteva sembrare romantica e gentile, a lei apparì come l'ennesima conferma che il suo amico rifiutava quella parte di lei che, anche se fosse riuscita a superare, le sarebbe sempre appartenuta, nel bene o nel male.

Il suo passato non poteva cancellarlo con un colpo di spugna, non si poteva fare finta che non fosse mai esistito.

Matt gliel'aveva detto chiaramente, si poteva andare avanti e vivere ma certe cose l'avrebbero accompagnata per sempre e accanto a sè non poteva avere un ragazzo che invece voleva chiudere gli occhi e annullare quella parte.

Probabilmente Tyler era attratto da lei ma non la amava di certo, altrimenti non gli avrebbe fatto paura quel suo lato oscuro, non sarebbe scappato ma l'avrebbe aiutata a superarlo e a conviverci.

In fondo, erano le esperienze, tutte quante, quelle belle ma anche quelle dolorose, a forgiare un individuo e a renderlo quello che è, e se lei aveva riscoperto un coraggio nuovo e la forza di lottare, lo doveva anche a quello che aveva passato, per quanto orribile fosse.

Forse si poteva cavare il buono anche da un evento simile, forse il trucco era proprio quello.

«Sapete che mi è sembrato di vedere lo stronzo, qui?» disse d'un tratto Max, attirando l'attenzione di tutti ma soprattutto quella di Ashley, che sentì un tuffo al cuore quando capì perfettamente a chi si stava riferendo.

«Sì, l'ho visto anche io» intervenne Colleen con indifferenza, stretta al suo ragazzo.

«Ah si? E cosa ci faceva qui, a parte fare l'idiota?» chiese Michelle, mentre si sforzava di non farsi rovinare il viso da un'espressione di odio.

«Credo fosse qui per qualche servizio fotografico, almeno così mi è parso» replicò Max.

«É assurdo, io non lo capirò mai! Come si fa a rinunciare a tutti quei soldi e a una carriera assicurata per andarsene a fare il fotografo in giro senza nessuna certezza! Bisogna essere proprio cretini!» esclamò Colleen, facendo alzare lo sguardo ad Ashley.

Cosa aveva voluto dire? Matt aveva rinunciato a soldi e carriera?

Una forte curiosità si impadronì di lei e respresse a fatica la voglia di domandare a Colleen cosa intendesse dire. In ogni caso quell'argomento doveva aver suscitato dei ricordi sgradevoli perché avvertì Tyler irrigidirsi accanto a lei.

«Non mi va di stare a sentire queste stronzate, possiamo finirla di dargli tutta questa attenzione?» sbottò infastidito, forse anche troppo.

Ashley smise di mangiare e rimase immobile, con lo sguardo perso a fissarsi le gambe.

Gli insulti che rivolgevano a Matt, il modo viscido in cui lo descrivevano, il disprezzo con cui avevano parlato del suo lavoro come di qualcosa di cui vergognarsi, mentre lei quello stesso pomeriggio lo aveva visto pieno di passione e di impegno, tutte quelle cose insieme le diedero il voltastomaco e le tolsero l'appetito all'istante.

Melissa spostò lo sguardo timido verso la rossa e la trovò assorta nei suoi pensieri, sembrava triste e lei non potè fare a meno di ripensare agli sguardi che aveva visto solo poche ore prima.

Possibile che Ashley stesse davvero nascondendo qualcosa in cui c'entrava Matt?

Avrebbe potuto chiederlo a Luke, ma sapeva che il ragazzo sarebbe stato muto come un pesce. Incarnava la definizione perfetta di migliore amico e quando si trattava di Matt avrebbe preferito farsi torturare piuttosto che tradirlo.

«Ragazzi, hanno finalmente messo la musica giusta per ballare! Che ne dite, andiamo?» propose all'improvviso Michelle, urlando e focalizzando l'attenzione di tutti su di lei.

«Noi passiamo, ballare ci fa schifo, lo sapete ormai.» comunicò Beth apatica, parlando per lei e per Dean.

«Noiosi – li prese in giro Michelle, poi però ritornò luminosa in volto – allora voi altri? Che aspettate?» insistette, alzandosi in piedi e lisciando le pieghe del suo leggerissimo vestitino prendisole.

«Arrivo!» balzò in aria Colleen, l'unica che pareva trovarsi d'accordo con Michelle. Alla fine anche Max e il fidanzato di Colleen raggiunsero le ragazze, mentre Melissa venne letteralmente trascinata a forza dalle amiche contro la sua volontà, suscitando l'ilarità generale.

Ashley si chiese perché non fosse stata costretta anche lei a unirsi a loro, come un condannato a morte verso il suo atroce destino, ma presto capì quale fosse la ragione.

Terence era rimasto accanto a lei e una sua mano le sfiorò il braccio fino a solleticarle le dita.

Ashley non provò nulla, e le tornarono in mente i brividi e il tuffo al cuore che la mano di Matt nella sua le aveva provocato qualche sera prima, dentro quel vicolo buio vicino al suo negozio.

Era stato bello il tocco della sua mano, così tanto che avrebbe desiderato sentirlo adesso, al posto di quello di Terence.

«Facciamo una passeggiata, ti va?» le propose lui, sorridendole.

Ashley capì che Michelle non l'aveva coinvolta proprio perché voleva lasciarli soli e si sentì terribilmente a disagio.

Perché Tyler non poteva comportarsi solo come amico con lei, come aveva fatto per tutto il pomeriggio?

«Ok» fu costretta a dire, incapace di fuggire.

 

 

Matt si prese una pausa meritata, afferrò una lattina di birra e si rinfrescò dopo un intera giornata passata per la maggior parte in piedi e sotto il sole, senza un attimo di pausa.

La musica era ormai partita e decise di allontanarsi dalla calca per ritagliarsi un angolo di pace.

Ripose al sicuro la sua macchina fotografica e si sgranchì le spalle e il collo, doloranti per averla dovuta trascinare in giro tutto il giorno.

La spiaggia, nonostante fosse ormai buio intorno, era piena di gente che passeggiava e di gruppi di ragazzi che si divertivano ma, in mezzo alla confusione, una scena in lontananza rapì la sua attenzione.

Si maledì internamente perché i suoi occhi, evidentemente, avevano deciso di trasformarsi in radar capaci di individuare quella dannata ragazza dai capelli rossi anche tra centinaia di persone.

Era la seconda volta in un giorno, anche stavolta non era sola ma la sua compagnia non era femminile.

Insieme a lei c'era un ragazzo castano e Matt non ci mise molto per capire che si trattava di Terence. Le sue sopracciglia si contrassero appena, in un moto di fastidio che cacciò subito via.

Avrebbe voluto continuare a camminare, ignorandola e spostando la sua attenzione a qualche bella e disponibile ragazza, era tutto il pomeriggio che flirtavano con lui ma, per qualche strano motivo che ancora doveva ben identificare, non lo avevano intrigato abbastanza da convincerlo a provarci con qualcuna di loro.

Ripensò a Jessica e alle sue parole l'ultima volta che avevano fatto sesso a casa sua, una notte deludente e, ora che ci pensava, l'ultima che aveva passato con una ragazza.

La sua ex aveva insinuato che il sesso non gli fosse piaciuto perché aveva in testa un'altra ragazza e Matt la mandò mentalmente a quel paese per la seconda volta.

Chiaramente si sbagliava di grosso, era stato molto impegnato ultimamente, era solo quello il motivo del suo cambiamento di abitudini.

La coppia di ragazzi rallentò fino a fermarsi del tutto, ad un certo punto, e Matt continuò a seguirli con lo sguardo da lontano.

Terence parlava e sorrideva, mentre Ashley sembrava inquieta in viso, come se aspettasse da un momento all'altro l'occasione giusta per svignarsela.

Matt si portò alle labbra la lattina per prendere un sorso, ma subito dopo sgranò gli occhi e smise di bere, abbassando il braccio lentamente.

Terence aveva posato una mano sul viso di Ashley e in un attimo aveva avvicinato le labbra a quelle della ragazza per baciarla. Il biondo trattenne il fiato a quella visione, poi Ashley, con prontezza di riflessi, girò il viso per scansare il bacio e le labbra di Terence finirono sulla sua guancia, mancando l'obiettivo.

Matt non seppe dire se fu sollievo quello che provò ma un ghigno beffardo gli si dipinse sul volto. Ashley aveva respinto Terence, la cosa avrebbe dovuto lasciarlo indifferente e invece si sentiva quasi compiaciuto.

Continuò a guardare la scena mentre Ashley, visibilmente imbarazzata, allontanava gentilmente Terence, pressando le mani sul suo petto e poi gli rivolgeva alcune parole prima di allontanarsi velocemente e infilarsi nell'intricata folla di gente che occupava la spiaggia.

Le gambe di Matt si mossero da sole, gettò via la lattina e, dopo essersi accertato che Terence non la stesse seguendo, cominciò a correre, facendosi largo tra la gente nella direzione in cui aveva visto scappare Ashley. La cercò nella semi-oscurità di quel posto, in mezzo a miriadi di visi, poi intravide i suoi capelli rossi e accelerò per raggiungerla.

«Ashley!» la chiamò quando fu abbastanza vicino, per farle interrompere quella corsa.

La ragazza si arrestò e si voltò di scatto, aveva gli occhi lucidi, il respiro affannato e i capelli in disordine ma a Matt, così sconvolta, sembrò paradossalmente ancora più bella.

«Matt!» fece lei, ma questa volta il suo tono non era scocciato o esasperato come al solito, aveva pronunciato il suo nome con sollievo e il suo viso aveva perso quell'espressione impaurita.

«Ti ho visto correre, che ti succede? Stai bene?» le domandò, muovendo cautamente qualche passo verso di lei e aspettandosi di venire respinto alla velocità della luce.

«No, per nulla» non si vergognò di ammettere, con voce tremante e senza respingerlo, smentendo le previsioni di Matt.

«Vuoi parlarne?» le propose lui ed Ashley non se lo fece ripetere due volte. Non aveva voglia di ritornare subito dagli altri, non dopo quello che era successo con Terence e avrebbe preferito scomparire piuttosto che dare spiegazioni.

«Conosci un posto tranquillo dove non possono vederci?» chiese, stringendosi nelle spalle e guardandosi attorno con circospezione.

«Vieni con me» gli ordinò Matt ed Ashley lo seguì in silenzio, mettendo a zittire tutti i suoi sensi di colpa, in quel momento era troppo turbata per dare loro ascolto.

Cinque minuti dopo Ashley si ritrovò nella zona riservata ai fotografi, in mezzo a strumentazioni varie e protetta dalle pareti di un grande gazebo, che l'avrebbe nascosta da sguardi indiscreti.

Si ritrovarono l'uno di fronte all'altra, in silenzio e alla ricerca delle parole giuste per cominciare.

«Vuoi qualcosa da bere?» provò a iniziare Matt, portandosi una mano dietro la nuca e scombinandosi i capelli biondi.

«No, grazie» rispose Ashley, aveva desiderato tanto fuggire via con lui ma adesso non aveva proprio la più pallida idea di come comportarsi e ad aggravare tutto si ci metteva anche la sua testa, piena di confusione e pronta a scoppiare da un momento all'altro.

Ebbe bisogno di sedersi e così si accucciò accanto a una parete del gazebo, incapace di aggiungere altro.

Matt la imitò ma, invece di sedersi accanto a lei, le si posizionò di fronte, incrociando le gambe e puntandole addosso i suoi occhi chiari, che la scrutarono con curiosità.

Ashley avvampò sotto il suo sguardo così ammaliante e come un lampo si tirò sù la zip della felpa, che portava ancora aperta sopra il costume e che la faceva sentire troppo esposta dinanzi a lui.

«E così il tuo principe azzurro ha cercato di baciarti» dichiarò Matt, calmo e con la sua solita sfacciataggine, facendole spalancare la bocca.

«Cosa? Tu.. ci hai visti?» gli domandò attonita, schizzando in avanti verso di lui.

Matt annuì col capo, Ashley sospirò, emettendo un sonoro lamento, poi nascose il viso tra le mani e si accasciò su sè stessa.

«Non è stato proprio un bello spettacolo, alla fine pare che tu gli abbia dato il due di picche – rincarò la dose Matt, divertendosi a girare il coltello nella piaga – Terence non è riuscito a infilarti la lingua dove voleva» concluse, facendola emergere da sotto la barriera delle sue mani.

«Cazzo, Matt! Potresti evitare di essere così stronzo?» le domandò lei, con amara ironia.

Il ragazzo rise «Andiamo, smettila di fare finta di scandalizzarti per così poco! E poi qui la stronza saresti tu, se vogliamo essere precisi! Sbaglio o l'hai respinto alla grande?» la provocò, avvicinando il viso a quello della ragazza, che però non si scompose di una virgola.

«Tecnicamente gli ho detto che non mi sentivo molto bene e che avevo bisogno di cercare un bagno» pecisò lei, rendendosi conto troppo tardi di quanto avesse invece peggiorato la situazione.

Ci pensò la risata di Matt ad aprirle gli occhi.

«Ah allora è tutta un'altra storia! É proprio quello che ogni uomo vorrebbe sentirsi dire mentre sta per baciare una ragazza!» la prese in giro, quando fu di nuovo in grado di parlare.

Ashley lo fissò con sufficienza ma incolpò sè stessa per avergli servito quella battuta su un piatto d'argento. In effetti, ora che ci pensava, si era comportata da perfetta imbecille.

«Ci godi proprio a infierire, eh? - si lamentò, fissandolo di sbieco - Terence è un amico per me, nient'altro – affermò con sicurezza, senza staccare gli occhi da quelli azzurri di Matt – e poi lui è solo infatuato di me e niente di più, ha paura del mio lato oscuro e non posso nemmeno dargli torto, farebbe scappare chiunque. Chi vorrebbe stare con una complessata e piena di problemi come me?» sbottò con disperazione, allargando le braccia per mostarsi in tutta la sua sfiga più totale.

Matt si perse a guardarla, poi alzò lentamente una mano e le sfiorò il mento, prendendolo tra il pollice e l'indice per farle sollevare la testa.

«A me il tuo lato oscuro piace, non mi fa paura» le sussurrò, ad un passo dalle sue labbra.

Ashley rabbrividì, una scossa elettrica le attraversò il corpo, scendendo fino al basso ventre, mentre ancora sentiva la mano di Matt sul viso e il suo respiro sulla pelle.

Cos' era quella sensazione? Era piacere? Attrazione?

Ashley avvertì un calore che non provava da mesi invaderla per intero, Matt era bello e intrigante e non scappava da lei; si sentì attratta fisicamente da lui come preda di un bisogno vitale, tremò quando si accorse di desiderare che quella stessa mano la accarezzasse e realizzò che le labbra di Matt, al contrario di quelle di Terence, le avrebbe volute eccome sopra le sue.

Quanto era sbagliato quello che stava appena provando?

Lentamente portò una mano sul braccio di Matt, la fece scivolare lungo la sua pelle come una languida tortura e assaporò quella sensazione eccitante che la faceva fremere silenziosamente.

Poi, si sforzò di ritornare lucida e, rafforzando la stretta sul polso del suo tentatore, scostò la mano di Matt e la allontanò dal suo viso. Il ragazzo si distaccò definitivamente da lei ed Ashley riemerse dallo stato di apnea in cui era piombata e tornò a respirare.

«Non essere idiota, lo dici perchè tu sei messo peggio di me a quanto pare» gli soffiò come risposta alla sua precedente affermazione, impegnata a dimenticare le forti emozioni appena provate, dato che a fargliele sentire era stata proprio la persona dalla quale avrebbe dovuto tenersi lontano, mentre il suo corpo pareva pensarla diversamente.

«Su questo devo darti ragione» rise Matt, dimostrando una discreta autoironia.

Nessuno dei due era a conoscenza del passato dell'altro, eppure ne parlavano come se per loro non fosse un mistero.

«Questo per me è un periodo difficile, non sono pronta per avere una relazione, sono instabile, ho la testa piena di casini e farei impazzire chiunque! L'ultima mia relazione risale a sei mesi fa e non era ancora...beh, la situazione non era grave come adesso» confessò, continuando con quello sfogo.

«Sei mesi? Con nessuno?» domandò Matt, ascoltando con attenzione.

«Già» biascicò Ashley, un po' imbarazzata.

«Niente? Nemmeno un po' di sesso liberatorio?» osò chiederle, guadagnandosi un'occhiata assassina.

«No, nemmeno un po' di sesso liberatorio! - ripetè lei, scandendo bene le parole e rendendosi conto di quanto sfigata dovesse sembrare – è patetico, non è vero?» mormorò poi, nascondendosi il viso tra i capelli.

Non sapeva nemmeno perché gli stesse rivelando quei dettagli così personali eppure con lui veniva tutto naturale e le parole uscivano fuori come fiumi.

«Non sei patetica, Ashley, ai miei occhi non lo sei mai stata. Deve esserti successo qualcosa di terribile per ridurti così, ma a volte certe tragedie ci rendono persone migliori, più forti. Sono sicuro che anche per te sarà così» disse Matt, spiazzandola.

Quelle parole di conforto erano ciò che le mancava e di cui aveva un disperato bisogno. Lui era in grado di calmarla, di non farla sentire solo una stupida perdente e non aveva paura del suo dolore. Matt si stava trasformando nella sua valvola di sfogo e nel suo rifugio sicuro e poco importava che se qualcuno li avesse scoperti in quel momento si sarebbe trovata in mezzo ai guai.

«Grazie, Matt – mormorò, accennando un sorriso – beh, adesso è meglio che io vada o potrebbero insospettirsi della mia assenza» lo informò e, facendo forza sulle ginocchia, si alzò in piedi, spazzolando via qualche fastidioso granello di sabbia.

Matt si alzò a sua volta e la osservò aggiustarsi impacciata i capelli dietro le orecchie e temporeggiare, come se avesse ancora qualcosa in sospeso da dirgli.

«Alla prossima, allora» la salutò, quando il silenzio tra loro si era fatto troppo lungo.

«Aspetta, Matt, io.. - lo richiamò Ashley, tormentandosi le mani, lui rimase immobile in attesa – io ho bisogno di chiederti una cosa» proseguì, facendosi seria e piuttosto ansiosa.

«Dimmi» la incoraggiò Matt, appoggiandosi a una transenna e portando lo sguardo distratto verso la massa indistinta di gente al di là del gazebo.

«Devo sapere perché Terence e gli altri ti odiano. Che cosa hai fatto per meritarti il loro disprezzo?» chiese, stringendo i pugni e fissandosi le scarpe, senza osare guardare il ragazzo.

Matt si prese un paio di secondi, indeciso sulla risposta da darle, poi sollevò lo sguardo al cielo con indifferenza e aprì bocca.

«Che versione ti hanno raccontato?» domandò a sua volta.

«Nessuna in realtà, continuano a insultarti e a ripetere che ti sei comportato da carogna con loro, specialmente con Terence – affermò lei, poi finalmente ebbe la forza di guardarlo – non so nient'altro» concluse.

Matt sorrise beffardo ma il suo viso era tutt'altro che divertito, si era fatto teso e amareggiato. Con dei movimenti lenti si staccò dalla transenna e si diresse verso Ashley, che tremò, nel timore di avergli fatto riaffiorare ricordi dolorosi.

«É così importante per te sapere la verità?» riprese con le domande.

«Sì, lo è. Devo saperlo» ripetè Ashley, con meno sicurezza, stavolta.

«Cambierebbe qualcosa? Cambierebbe la tua opinione su di me? - incalzò senza sosta, sempre più vicino mentre Ashley tratteneva il fiato – cambierebbe questo?» chiese, infine, indicando loro due con un gesto plateale delle braccia.

Ashley si trovò a non sapere cosa rispondere e quella domanda la spiazzò.

Se avesse saputo che Matt non aveva fatto nulla di così orribile, sarebbe stato più semplice per lei cancellare il senso di colpa che si portava dentro dopo ogni loro incontro?

E se invece avesse scoperto che ciò che sostenevano i suoi amici era vero, avrebbe avuto la forza di smettere di vederlo?

In entrambi i casi non conosceva con certezza la risposta e, invece di ottenere un chiarimento, ne uscì ancora più destabilizzata.

«Io..io..non lo so..» balbettò sconfitta, rialzando lo sguardo e perdendosi negli occhi chiari di Matt che adesso sorridevano.

La verità era che ricordava ancora troppo bene il brivido di piacere che le aveva attraversato tutto il corpo proprio poco prima, al semplice tocco della mano di quel ragazzo, e quello era un grosso problema, un'eventualità che complicava le cose e che non avrebbe dovuto esistere.

Rimase senza parole, immobile come una statua, mentre Matt frugava nella sua tasca alla ricerca di qualcosa. Quando estrasse la mano Ashley vide che teneva un pezzo di carta che le porse subito dopo.

La rossa lo guardò con aria interrogativa e Matt sciolse le sue perplessità.

«Questo è il mio biglietto da visita, c'è l'indirizzo del mio studio fotografico. Se avrai ancora voglia di conoscere le risposte mi troverai qui – le comunicò, lasciando che afferrasse il pezzetto di cartoncino che Ashey portò prontamente davanti agli occhi per leggere – così stavolta potrò essere io ad accusarti di farmi da stalker» scherzò, strappandole un'ultima risata sommessa.

Ashley sollevò la testa, e lo guardò ancora un po', più serena e forse con qualche dubbio in meno. Conservò il biglietto in tasca, gli fece un cenno con la mano per salutarlo e andò via, stringendosi di più nella felpa per proteggersi dal vento serale. Si lasciò Matt alle spalle e, prendendo un lungo respiro, si preparò a dover affrontare Terence e, ancor peggio, la sua coscienza sempre più sporca.

 

 

  
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