Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Penny83    07/04/2017    2 recensioni
C’erano giorni in cui avrebbe voluto raggiungerlo, lassù nella torre dove si era asserragliato, ma le sembrava così inaccessibile, tanto più maturo e complicato di lei, da metterle soggezione. Se provava a guardarsi con gli occhi di Jon non vedeva altro che la mocciosa a cui aveva insegnato ad allacciarsi le scarpe.
Così era stato fino a quando era allunata al college. Lontana dalla presenza ingombrante dei suoi genitori – meravigliosi ma impegnativi – dalle sicure e confortevoli mura di casa e con una certa dose di libertà da gestire, Sansa aveva scoperto alcune cose su Joffrey, imparato qualcosa su se stessa ma soprattutto aveva ritrovato Jon.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jon, vuoi sentire un segreto?
Se lo dici a voce alta non si avvera, San.
Quelli sono i desideri! I segreti si possono a dire, si avverano lo stesso.
Allora sì. Allora dimmelo.

C’era stato un momento – Jon non avrebbe saputo dire quando – in cui avevano smesso di capirsi. Era come se avessero cominciato a parlare una lingua diversa, muoversi a una diversa velocità. Lui e Robb si erano lasciati Sansa alle spalle – i giochi, i campeggi con Ned e la casa sull’albero – per fare il loro ingresso nell’età adulta.
Erano arrivati il liceo, la scherma, la patente. Le ragazze.
Poi Sansa li aveva raggiunti e – prima che se ne rendessero conto – superati, ripagandoli con la stessa moneta. Era rimasto ben poco della bambina che ricordava, diventata così irraggiungibile e distante da fargli dubitare di averle insegnato ad allacciarsi le scarpe o di aver condiviso con lei il sacco a pelo sotto una volta stellata.
I voti alti, la media impeccabile, la corte di amiche, il ragazzo più popolare. Sansa era seria, studiosa, educata. Sansa era bella ma in casa portava gli occhiali, rideva di gola e altrettanto forte litigava con la sorella. La sentiva da dietro la porta della camera destinata ad accoglierlo ogni volta che ne aveva abbastanza delle regole del Generale e cercava rifugio in casa Stark. Vivere con Robb, sentirsi parte di una famiglia rumorosa ma amorevole, era stato un sollievo per gran parte della sua adolescenza.
E poi c’era Sansa.
Del rapporto privilegiato che li univa da bambini era rimasta traccia solo nei libri che si scambiavano o nelle silenziose colazioni la mattina presto – la casa immersa in una quiete irreale – perché entrambi avevano l’abitudine di svegliarsi prima che si scatenasse il quotidiano caos pre-scuola. L’immagine di lei che appollaiata sugli sgabelli della cucina faceva dondolare svogliata le gambe, assonnata ma intenta a ripassare per l’ultima volta gli appunti prima dell’interrogazione, lo sorprendeva a tradimento nel bel mezzo della lezione di trigonometria o mentre parlava con la ragazza più carina della sua classe di scienze. Lo inchiodava, lasciandolo interdetto ma consapevole di come le persone che orbitavano intorno a Sansa fossero all’oscuro di quella parte vivace, calorosa e vulnerabile che sbrigliava solo tra le mura di casa.
Sansa Stark.
La principessa di Winterfell.
Così la chiamavano i suoi, così l’aveva sempre vista lui. La sorella di Robb, Arya, Bran e Rickon. La figlia di Ned e Catelyn. La figlioccia di sua madre. Se agli Stark fosse successo qualcosa sarebbe stata Lyanna ad occuparsi di Sansa. Invece il destino aveva voluto che qualcosa succedesse a Lyanna ed era stato Ned ad occuparsi di lui.
Da qualunque punto di vista la si guardasse Sansa era – insieme ad Arya – la persona più vicina a una sorella che avesse mai avuto, un pensiero con il quale non si era mai sentito a suo agio, nemmeno quando era bambino. Con Robb era diverso. Non erano solo figli di amici fraterni ma erano amici loro stessi. Inseparabili da quando aveva memoria nonostante ci fossero delle volte in cui avrebbe voluto strangolarlo.
«Vi va di unirvi a noi?»
Era una pessima idea. Forse la peggiore della settimana e Sansa sembrava pensarla allo stesso modo. Non occorreva essere dei geni per capirne il motivo ma il buonsenso di Robb – il cui motto era chi ha tempo non aspetti tempo si scontrava spesso con le sue mire “espansionistiche” e il più delle volte perdeva. Margery era una conquista troppo interessante e apparentemente facile per non coglierla al volo.
La nuova coinquilina di Sansa non se l’era fatto ripetere due volte e aveva accettato entusiasta l’invito per entrambe. Sembrava condividere gli obiettivi di Robb, cosa che autorizzava Jon ad abbandonarli senza rimorsi al loro destino se le cose si fossero messe male. Le possibilità che Joffrey non fosse presente alla festa erano pari a zero e nonostante scoppiasse dalla voglia di provocarlo o essere provocato per dare a quel pallone gonfiato una lezione memorabile, la presenza di Sansa cambiava le carte in tavola e non avrebbe esitato un secondo a portarla via se l’idiota del suo ex si fosse fatto vedere.
«Jon?»
«Uhm».
Robb accompagnò il sorriso sornione a un luccichio malizioso dello sguardo.
«Se la serata dovesse evolvere… Non mi va che Sansa torni a casa da sola, puoi pensare tu a lei?»
Come se potessi smettere di farlo.
«Sì. Che fine ha fatto la bella e inafferrabile Talisa?»
Si adombrò e Jon capì di aver colto nel segno.
«Troppo inafferrabile».
Non aggiunse altro e lo lasciò stare. Peccato. Talisa gli piaceva, sembrava sapere il fatto suo e allo stesso tempo non mancava di una certa dolcezza.
Come Sansa.
Gli era parsa così smarrita nel salotto del suo nuovo appartamento. Avrebbe voluto parlarle, dirle che gli dispiaceva per quello che Joffrey le aveva fatto ma non erano rimasti soli mezzo secondo. Il pensiero che fosse stata lei a lasciarlo gli dava un’intensa soddisfazione. Non perché si facesse illusioni – di certo non lo aveva lasciato per lui – ma lo aveva lasciato ed era un’ottima notizia.
«Mia sorella sembra okay». Robb era in vena di fare conversazione. Fortunatamente era quasi arrivato a casa e avrebbe potuto liquidare l’argomento con la scusa di una doccia. «Non mi sembra distrutta dal dolore… Sai perché si sono lasciati? Forse c’è qualcuno all’orizzonte… »
«Non saprei».
Non era l’unico a essere bravo a cogliere nel segno. La conoscenza era reciproca e Robb sapeva altrettanto bene che difficilmente Jon avrebbe abboccato.
«Pensavo foste diventati amiconi. Non vi raccontate tutto mentre vi spazzolate i capelli?»
«Robb… »
Quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di fargli cambiare idea e il suo nuovo obiettivo sembrava essere quello di incoraggiarlo. Rimpiangeva i tempi in cui l’amico fingeva di non conoscere il motivo per cui fin dai tempi del liceo Jon non era mai uscito con nessuna più di due volte.
«Stavo pensando che questo qualcuno potrebbe smetterla con la pagliacciata dell’amico del cuore e prendere in considerazione la possibilità di farsi avanti».
«Non so di cosa parli e non ho il tempo di approfondire. Ho bisogno di una doccia prima del grande evento di questa sera».
«Meno sarcasmo Snow, l’ho fatto anche per te».
«Lo so Stark, è proprio questo che mi spaventa».
Robb gli sferrò uno dei suoi pugni amichevoli sulla spalla ma si risparmiò la replica pungente che teneva in serbo. Jon chiuse in fretta il portoncino d’ingresso e fece di corsa i due piani di scale fino al suo appartamento.
Doccia, festa, San.
A un certo punto avrebbero potuto abbandonare la festa, non era la prima volta che succedeva. Nelle ultime settimane era capitato spesso. Le scuse per rimanere soli sembravano inesauribili e venivano accolte senza battere ciglio. Sansa lo guardava sollevata e diceva soltanto sì, mentre afferrava al volo le sue cose e saltava in macchina senza fare domande. Forse sarebbe riuscito a portarla via prima che arrivasse Joffrey e la serata sarebbe stata salva. Le avrebbe offerto una spalla su cui piangere nel caso l’avesse voluta o l’avrebbe ascolta chiacchierare, sfogarsi, ridere. Avrebbe potuto osservarla – i capelli che attorcigliava intorno alle dita quando era nervosa, gli occhi blu ancora più scuri nella penombra dei lampioni – e ricordare tutti i motivi per cui si era innamorato di lei.
Tutto sommato la prospettiva della festa non era poi così terribile.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Penny83