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Autore: _MartyK_    09/04/2017    1 recensioni
Shin Hye è una delle tante ragazze con il sogno di diventare una star del mondo dello spettacolo e far parte di una Idol band. Ma cosa succede se nessuno riconosce il suo talento? Shin Hye è così disperata che per essere accettata si finge... un ragazzo.
Dal Capitolo 1:
Aveva appena varcato la soglia dell'ingresso della BigHit, un'altra delle case discografiche più in voga del momento. Capelli corti e sbarazzini, un ciuffo tinto di blu, felpa, jeans e sneakers ai piedi. Lo sguardo era annoiato e per certi versi strafottente. Si leccò il labbro inferiore e sorrise maliziosamente. Non era a disagio, e nemmeno nervoso.
Kim Youngjae, 17 anni, di Seoul. Questa la sua identità. La sua nuova identità.
Era abbastanza sconvolgente ritrovarsi di fronte ad un ragazzo con una voce alquanto femminile, vero? [...] D'ora in poi avrebbe dovuto frequentare più spesso quell'agenzia.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Yoongi era appena giunto davanti alla porta della sua classe, e davanti ai suoi occhi si presentò una scena piuttosto fastidiosa: una Shin Hye triste e piangente che si aggrappava al braccio di Jimin come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
E per giunta lui sembrava fregarsene completamente dello stato d'animo della ragazza, scostandosi dalla sua presa ed entrando in aula.
Non sentì bene ciò che si erano detti e non seppe nemmeno cos'era successo di così orribile, ma una cosa era certa: era stanco.
Stanco di essere sempre quello che arriva dopo il grande e glorioso Park Jimin; stanco di essere la ruota di scorta per chiunque; stanco di non essere compreso. Insomma, anche un bambinetto di cinque anni si sarebbe accorto che aveva un'abnorme cotta per la ragazza che si finge un ragazzo.
Solo la diretta interessata non se ne accorgeva.
Chissà perchè, si disse in mente, per poi scuotere leggermente la testa, come a scacciare i pensieri maligni.
Nonostante tutto voleva provarci, per una volta voleva essere positivo.





Nel frattempo Shin Hye si era alzata da terra e stava per raggiungere la classe, se non l'avesse fermata in tempo.
La bloccò al muro sbattendo il palmo della mano contro di esso, noncurante e seducente contemporaneamente. La mora sembrò spaesata.
Lui ghignò e si avvicinò pericolosamente al suo viso, stando a meno di tre centimetri di distanza dalle sue labbra schiuse e imbronciate.

- Sono stanco: o lui, o me- proferì quell'ultimatum come se fosse la decisione più semplice del mondo, ma la realtà era ben diversa.
Non si trattava di scegliere tra il vestito corto o quello lungo, bianco o nero, anche perchè a limite si comprano tutti e due.
E Shin Hye non poteva scegliere sia Yoongi che Jimin, erano diversi. Troppo diversi.

- Cosa stai dicendo?!- ridacchiò nervosa lei.

- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, ho fretta- fece annoiato il corvino.

- Non puoi chiedermi una cosa del genere-

- Perchè non sai rispondere o perchè non sai dirmi di no?-

A quel punto Shin Hye voltò lo sguardo e rise sarcastica.

- Non girare la frittata- borbottò.

- Sei tu che lo stai facendo-

- Sentite, per caso vi siete messi d'accordo per farmi dannare l'anima? Ho passato una giornata di merda e non ho intenzione di rovinarmela ancora di più-

- Hai idea di quante giornate di merda io abbia avuto? Di certo non vengo a raccontarti le mie mirabolanti disavventure- Yoongi gesticolò irritato, per poi tirare un profondo sospiro e puntare lo sguardo sul pavimento.

- Sto parlando seriamente, rispondi a questa dannata domanda- mormorò a bassa voce.

- Non lo so- Shin Hye deglutì, sentendo improvvisamente caldo.

- Cosa non sai?- il corvino alzò lo sguardo.

- Tu o Jimin, la scelta intendo. Non lo so, siete due ragazzi completamente diversi, eppure mi supportate di continuo. Un po' come se il vostro unico punto in comune fossi io, ecco. Non che sia egocentrica o narcisista, sia chiaro, anzi sono lusingata. Ma ho una tale confusione in testa...-

Yoongi bloccò il monologo con l'indice fermo a mezz'aria.

- Shin Hye, questo dimostra ciò che sei: infantile. Patetica e infantile. Nella vita bisogna fare delle scelte importanti, non sarà sempre tutto rose e fiori e non sempre potrai scegliere tutte e due le cose. Se vuoi dirmi di no non mi offendo, dico davvero- tirò un sospiro triste.

- Ma Yoongi, io...-

- Dì la verità, almeno stavolta. Ti piace Jimin?- il ragazzo provò a farle una domanda meno complicata.
Levò la mano dalla parete bianco latte del muro e stese il braccio lungo il fianco destro, in attesa di una risposta.
Shin Hye fissava le sue pupille con un'espressione indecifrabile, un misto di tristezza, confusione e sorpresa. Aveva perso la facoltà di parlare, le sue corde vocali non riuscivano ad emettere alcun suono se non brevi mugolii.
Vide Yoongi ridacchiare.

- Io lo sapevo- disse tra una risata e l'altra.

- C-cosa sai? Perchè ridi così?-

- Che sono uno scemo, un coglione. Un completo coglione! E io che speravo fosse il contrario, ma cavolo, è così evidente!- Yoongi sembrava fuori di testa.
Shin Hye invece piangeva silenziosamente.

- Ho paura- si lasciò sfuggire un singhiozzo.

- Di cosa?-

- Di perderti, non voglio che la nostra amicizia finisca così- lo prese per il braccio e glielo strinse forte. Fu Yoongi a sentirsi in imbarazzo.

- Ho bisogno di stare da solo per un po', poi tornerà tutto come prima, promesso. D'altronde sono solo un amico, giusto?-

Shin Hye allentò la presa e il corvino potè allontanarsi definitivamente, non prima di averle lanciato una breve occhiata malinconica.
Prese un bel respiro ed entrò in classe, una lacrima sfuggita al suo controllo solcò la sua pallida guancia. Se la scacciò prontamente.



























* * *



































 Era ora di inglese, il professore spiegava pacatamente la lezione e Jimin fissava lo stesso punto della lavagna multimediale dall'inizio dell'ora.
Qualcuno poteva pensare benissimo che fosse un alunno a modo e diligente, e invece no. La verità era che non gliene fotteva una fava della lingua inglese, poteva cavarsela a gesti.
Le immagini della ricreazione tormentavano la sua povera testolina bacata, non riusciva a capire come avesse fatto a tirare uno schiaffo a Shin Hye.
Una ragazza. Aveva picchiato una donna, che essere spregevole!
Passò lo sguardo sulla mano con cui l'aveva colpita e la girò e rigirò più volte, chiedendosi come mai non l'avesse ancora amputata.
Jin, il suo compagno di banco, si era accorto da un pezzo che c'era qualcosa che non andava.
I suoi occhi lo fissavano curiosi e preoccupati al tempo stesso, faceva smorfie di disappunto con la bocca, di tanto in tanto.

- Si può sapere che hai oggi?- bisbigliò al suo orecchio, avvicinandosi all'amico e facendo attenzione a non venir beccato dal prof.

- Niente, tranquillo- si voltò verso il più grande con uno sguardo bonario e un grande, genuino sorriso.

Saranno state almeno cinque volte che Kim Seokjin gli aveva chiesto come stava, e per cinque volte aveva ricevuto come risposta la stessa faccia da ebete costruita al momento. Scrollò le spalle con nonchalance e poggiò il gomito sul banco, sorreggendosi il capo con una mano, la storia inglese era pur sempre noiosa.
Jimin si disse che era meglio così, non era il tipo che raccontava i suoi problemi amorosi ai suoi amici - intimi o meno che fossero.

- Signorino Park- a risvegliarlo dai suoi cupi pensieri fu quel maledetto uomo alla cattedra. La tachicardia salì a mille.

- Legga a pagina 23, The Courtly Love- gli ordinò. Amore cortese? Bene, ci mancava solo quello.
Avrebbe preferito andare alla lavagna, fare una figura di merda e prendere impreparato.





























* * *



























Il pomeriggio non andò meglio. I futuri Bangtan Boys avevano lezione di ballo alle quattro e mezza, mentre l'orologio segnava le quattro in punto.
Mancava ancora mezz'ora e Park Jimin era l'essere umano più agitato sulla faccia della Terra.
Non per qualcosa, solo non aveva il coraggio di alzare lo sguardo e puntarlo sugli occhietti tristi di Shin Hye. Al solo pensiero gli veniva voglia di scavarsi la fossa sotto i suoi stessi piedi, a mani nude.
Sapeva di aver reagito male. Poi si chiese chi avesse veramente ragione e la risposta se la dette in meno di un nanosecondo.
Chi era quella che gli aveva rubato il cellulare? Chi era quella che si era fatta minacciare da Jae Rin? Chi impersonificava la stronzaggine tra i due?
Annuì con enfasi e si guardò allo specchio dell'unico bagno presente in camera da letto, passandosi distrattamente una mano nei folti capelli castani e mordendosi involontariamente il labbro inferiore, assorto in ciò che stava combinando.
Mise la fascetta nera, levò i pantaloni della tuta e indossò quelli larghi e corti. Mise la canottiera elasticizzata bianca e si disse che poteva andare.



Uscì dalla stanza e si diresse verso la sala. Stranamente non aveva voglia di riposarsi prima di subire ore infernali.
Gli venne in mente un episodio accaduto parecchie settimane prima, quando sorprese Shin Hye impegnata a ballare nel suo studio personale.
Un sorriso ingenuo dipinse il suo viso.
Andò davanti alla porta della sala e l'aprì, non curandosi del fatto che avrebbe dovuto bussare. Era convinto che non ci fosse nessuno, ma a quanto pare si sbagliava.
Lo stereo era a basso volume - potè notare che era una canzone dei Big Bang - e la ragazza compiva movimenti bruschi e incerti davanti allo specchio, cercando di stare al tempo della musica.
Jimin si bloccò, squadrandola da capo a piedi e provando a sgattaiolare via. L'unico problema era che la porta era ormai completamente spalancata.
Shin Hye gli rivolse un'occhiata fugace e sussultò, deglutendo e andando verso lo stereo.

- No, non mettere in pausa!- il moro si fiondò dietro di lei e sfiorò la sua mano, ritirandola l'attimo successivo.
Nonostante ciò non riusciva a muoversi, era come impalato sul posto e anzi, si fece impercettibilmente più vicino a lei, il fiato sul collo e il batticuore incessante.
Una vocina nella sua mente gli disse di ricomporsi, di tornare al solito e freddo Park Jimin, ma dall'altra parte si sentiva una vocina opposta urlare che sì, stava facendo bene e non doveva smettere proprio in quel momento.
Si umettò le labbra, leccandosele più e più volte, preso dal nervosismo. Aveva una voglia matta di baciarle il collo.
Shin Hye dal canto suo stette immobile, sperando che facesse qualcosa. Poi prese coraggio e decise di affrontarlo faccia a faccia.
Quasi le venne da ridere per la faccia da ebete che si ritrovava davanti, Jimin somigliava ad un bambino a cui hanno appena levato le caramelle.
Voleva dirgli qualcosa; qualcosa di sensato, ma non gli veniva in mente nulla. Non sapeva come iniziare una conversazione, non ne aveva proprio idea.

- Mianhae- mormorò timida come al suo solito. Jimin sembrò irrigidirsi un attimo. Forse non doveva dirlo.

- Smettila di dire 'scusa' ogni volta che sbagli- disse, per l'appunto.

- Non è così che si dice quando si sbaglia?-

Il castano si grattò la nuca e scosse la testa, la distanza tra di loro era comunque minima.

- Sono io a dovertelo chiedere- ed ebbe voglia di farsi piccolo piccolo in quella fottutissima canottiera aderente. Mannaggia a lui e al suo esibizionismo del cavolo.
La ragazza annuì.

- Non è successo niente, tranquillo-

- Sei sicura? Dio, ci sono rimasto così male che ho persino paura a sfiorarti- confessò.
Allungò la mano verso di lei e passò il pollice sulla sua guancia sinistra, accarezzando e facendo cerchi concentrici su di essa, quasi volesse rimediare allo schiaffo.
Shin Hye si beò del suo tocco così delicato e mascolino allo stesso tempo.
Le dita affusolate si prendevano tutto il tempo necessario a percorrere la pelle liscia di lei.

- Lo stai facendo proprio adesso- sorrise, interrompendo quel momento idilliaco.
Jimin ritrasse la mano terrorizzato e balbettò flebili scuse, giustificandosi in modi incomprensibili.
Shin Hye abbassò lo sguardo, voleva baciarlo, doveva baciarlo. E anzi, 'ora o mai più' era l'unico pensiero che le balenava in testa.
Si alzò in punta di piedi e raggiunse la sua altezza, standogli ad una distanza così minima che poteva sentire perfettamente il suo alito alla menta.
Non aveva mai baciato un ragazzo in vita sua e non sapeva neanche come si faceva, per cui si limitò a strizzare gli occhi e poggiare delicatamente le sue labbra a quelle di Jimin, bloccandogli il polso nel caso avesse provato a fermarla.
Successe tutto in meno di un secondo, quel tocco di labbra durò così poco che sembrava non fosse successo nulla, eppure era bastato a scatenare il Caos totale nel cuore di Jimin.
Era così felice che avrebbe volentieri fangirlato correndo per tutto il perimetro della sala da ballo, ma poi si disse che ce n'era di tempo per farlo più tardi.

Fece indietreggiare la ragazza fino a che non sbattè la schiena contro il muro.
Le bloccò ogni via d'uscita con un braccio posato all'altezza della sua testa e inclinò il viso, avvicinandosi rapidamente al suo volto e fiondandosi sulle sue labbra, unendole alle sue in un bacio morboso e poco casto.
Da quanto aspettava quel momento, da quanto! Era così impaziente che credette di morire con le farfalle allo stomaco.
Leccò il suo labbro inferiore e lentamente inserì la lingua all'interno della sua bocca, incrociando la sua e dando inizio ad una lunga danza sensuale.
Shin Hye sospirò di piacere sulla sua bocca e affondò una mano nei suoi capelli, scompigliandoglieli con foga.
Con l'altra si appigliò alla sua canottiera, stringendo forte un lembo di stoffa e intimandogli di continuare.
Il suo stomaco si era ridotto in coriandoli colorati e il cuore batteva così forte che probabilmente avrebbe sfondato la cassa toracica da un momento all'altro.
Di certo non poteva desiderare di meglio come primo bacio.


Si staccarono soltanto quando furono definitivamente a corto di aria nei polmoni, tanto per non morire soffocati l'uno accanto all'altro.
Il respiro era affannato e fu lei a proferire parola.

- Non ho mai baciato nessuno in vita mia- ammise, pentendosene l'attimo dopo.
Fece una smorfia con la bocca e puntò lo sguardo sui suoi piedi, sentendo il sangue salire verso le gote.
Jimin poggiò l'indice sul suo mento e le intimò di sostenere il suo sguardo, sfoggiando il sorriso più smagliante che avesse mai visto.

- A me sta bene- scrollò le spalle e inglobò il suo corpicino in un abbraccio protettivo. La ragazza scorse una nota di gelosia nella sua voce e ridacchiò.

- Sono stata brava?- chiese timidamente. Il castano alzò un sopracciglio.

- A fare cosa?-

- A baciarti. Sono stata brava o faccio schifo?-

Jimin poggiò la fronte su quella della ragazza chiudendo gli occhi, un sorriso indecifrabile sul volto.

- Davvero ti preoccupi di questo?-

Sembrava non importargliene, e proprio quando stava per parlare sentì la voce calda e profonda del ragazzo nell'orecchio.
Rimbombava forte e chiara, non l'avrebbe dimenticata facilmente.

- Sei così brava che ti mangerei le labbra, se potessi- sussurrò maliziosamente.
Si staccò dalla ragazza, mantenendo le braccia allacciate alla sua vita. Shin Hye sgranò gli occhi.

- Pabo!- tirò un debole pugno alla sua spalla e arrossì.

La miglior mezz'oretta mai trascorsa in tutto quel tempo alla BigHit.


***
Annyeong popolo! E così, senza internet al cellulare e l'influenza che dura tre fottutissimi giorni tanto per destabilizzarmi fisicamente e psicologicamente, la Marty ritorna con gli aggiornamenti millenari xD che dire, il capitolo parla da solo (sì come no), Yoongi friendzonato e Jimin idolatrato. Bene. Ottimo. Perfetto. EH NO. Perchè nel prossimo Jae Rin ne combinerà una delle sue per svelare la vera identità di Shin Hye, preparatevi ;D (anche se il peggio deve ancora arrivare). E niente, spero davvero che vi piaccia anche questo capitolo e ringrazio come al solito chi legge la storia, chi la segue e chi la recensisce ^^ la prossima storia sarà leggermente diversa... anche nel rating, lol *si imbarazza*. Scappo via, bacioniiiii _MartyK_ <3
   
 
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