Ringrazio
anche solo chi legge.
X-23
La
luce del sole filtrava dalle vetrate
del complesso, illuminando la figura di Tony. Quest'ultimo era steso su
un
divano, due bottiglie sul pavimento e una su di lui.
"Boss,
sconosciuti in arrivo. Non
sembrano molto minacciosi, però" comunicò Friday,
mentre apparivano una
serie di schermi olografici azzurrini nella stanza.
Si
abbatterono dei colpi sulla porta a
vetri dell'ingresso, dando vita a dei tonfi sordi, facendo tremare
l'uscio.
"Stark!
Non volevo assolutamente venire
a disturbarti, ma HO UNA CAZZO di urgenza, maledizione!"
sbraitò una voce
possente dall'esterno.
Tony
guardò gli schermi olografici, inarcò
entrambe le sopracciglia.
"E
io che pensavo di averle viste
tutte" disse.
Fece
cenno di avanzare e li alzò dal
divano.
"Lascialo
entrare" ordinò.
Victor
Creed entrò nella stanza, facendo
ondeggiare la lunga casacca nera che indossava.
"Ripeto,
io favori agli Stark non ne
voglio chiedere, ma Jimmy è stato perentorio"
ringhiò. Tremava
leggermente, gli occhi liquidi erano arrossati e le sue pupille
dilatate.
Apriva
e chiudeva un pugno di scatto.
"Visto che mi hai aggiustato contro la mia volontà, ha
pensato a te"
borbottò.
Tony
inarcò un sopracciglio allargando le
braccia.
"Di
niente?" fece.
Scosse
il capo, fece cenno a Victor di
avanzare e si sedette sulla sedia girevole.
"E
cosa ti serve?".
Creed
lo raggiunse e gli appoggiò una mano
sulla spalla.
"Ti
ho accennato a chi merda erano i
miei genitori, vero?" sibilò.
Deglutì
rumorosamente. "E che mio
fratello è l'arma X, quindi ha caratteristiche del capitano
femminuccia che era
l'arma I?" chiese, arrochendo la voce.
Tony
si poggiò contro lo schienale
facendolo cigolare, incrociò le braccia.
"Potrei
essermi perso qualche numero
qua e là, ma ricordo la storia delle armi umane e dei loro
nomi senza alcuna
fantasia".
Creed
assottigliò gli occhi.
"Avevano
più caratteristiche in
comune di quanto pensassi" ringhiò.
La
porta si aprì nuovamente ed entrò
Logan. Gocce di sudore gli solcavano il viso ingrigito, aveva delle
spesse occhiaie
e del sangue nero gli scivolava dalle labbra socchiuse. I suoi capelli
si erano
ingrigiti per metà e respirava affannosamente. Victor si
voltò di scatto.
"Dovevi
rimanere in macchina! Ti
portavo io in braccio" gemette.
Logan
roteò gli occhi e indicò una bambina
nascosta dietro la sua gamba.
"Voleva
scendere" disse con voce
flebile.
La
bambina stringeva uno zainetto, aveva
il viso imbronciato con le labbra in fuori e si dondolava sulla punta
dei
piedi. Tony sospirò schioccando la lingua.
"Sapete
che nessuno mi paga per
curare mutanti morenti, vero?".
"N-non
sto... morendo come
mutante" farfugliò Logan. Rischiò di cadere in
avanti e il maggiore lo
sostenne, poggiandoselo contro.
"Te
l'avevo detto che era inutile
venire qui" sussurrò, addolcendo il tono.
Tony
sbuffò sonoramente, si mise in piedi
e indicò con il capo un lettino.
"Seriamente,
credete io faccia
beneficenza?".
La
bambina aprì lo zainetto, ci frugò
dentro e tirò fuori un giornale spiegazzato. Sulla prima
pagina spiccava la
foto di Tony, con sotto scritto "filantropo".
Victor
sollevò in braccio Logan, che
sbuffò, e lo adagiò sul lettino.
"Perché
tieni un lettino per curare
in mezzo al salotto?" domandò Wolverine. Tossì
rumorosamente e gli uscì un
basso ruggito dalle labbra.
Tony
strappò il giornale dalle mani della
bambina, lo gettò su un tavolinetto grugnendo.
"Perché
dei mutanti morenti sono nel
mio salotto chiedendo cure gratis? Le due domande hanno la stessa
risposta".
"Perché
ti occupi di Rhodey? Non la
vedo una risposta sensata" ribatté Victor. Raggiunse la
bambina e le porse
il braccio.
"Non
dovresti credere ai
giornali" le disse in spagnolo.
La
bambina scrollò le spalle, raggiunse il
giornale, lo rimise nello zainetto e andò a stringere il
braccio di Victor.
"Ma
lui lo sta curando" protestò nella stessa lingua.
Tony
toccò alcuni pulsanti a lato del
lettino e guardò degli schermi alle sue spalle.
"Perché
alla fine li curo sempre,
ecco perché, El Tigre".
Logan
strinse gli occhi e ansimò, si voltò
su un fianco e vomitò di nuovo sangue.
Victor
sollevò il braccio e si appoggiò la
bambina sulla spalla.
La
bambina gli strinse le braccia al
collo, Tony prese a digitare sugli schermi olografici lanciando
occhiate a
Logan.
"Siete
tutti assurdamente ansiosi. So
fare il mio lavoro, o non sareste qui".
"Charles
sta perdendo il controllo
dei suoi poteri. Siamo ansiosi per quello" sussurrò
Wolverine con voce
flebile.
Creed
mostrò i canini e accarezzò la testa
della bambina, passandogliela sopra i lunghi capelli mori lisci.
"Non
per questo doveva farti questo.
Ed era premeditato, non trovi proiettili d'argento in strada"
ribatté
secco.
La
bambina si sporse dimenando le mani.
"Lui
ha provato a farlo anche a me e
voleva farmi usare i proiettili!" disse veloce in spagnolo, mangiandosi
alcune parole.
Tony
sogghignò, scrollò le spalle e un
raggio azzurrino scansionò Logan.
"Sì,
il prof ci ucciderà tutti, bella
novità. Sapete, terrò il proiettile come
pagamento. Tu e la bambina verrete in
laboratorio e sarete aggiustati come si deve".
Victor
accarezzò la guancia della piccola
con un pollice, attento all'unghia aguzza e le sorrise.
"Avrei
voluto crescerla in Canada e
non nel deserto, ma qualcuno qui... a caso... si è
rifiutato" disse.
Tony
scosse il capo allargando le braccia.
"Madri.
Così protettive"
ribatté.
Batté
le mani un paio di volte, delle
armature arrivarono e sollevarono delicatamente il lettino.
"Se
è la figlia, probabilmente è
malata. Puoi anche restare in laboratorio mentre li curo,
così controlli che io
non faccia strane cose Stark malvagie".
Logan
osservò una delle armature in viso.
"Victor
come madre proprio no"
biascicò.
Creed
ghignò, gonfiando il petto.
"Sì
che è la figlia, è tutta uguale a
Jimmy, la mia piccola leonessa" disse. Le iridi gli brillarono di
riflesso
dorati.
La
bambina guardò Logan venire trasportato
via, saltò giù dalla spalla di Victor atterrando
acquattata e sollevò il capo.
"Ci
faranno altri esperimenti?"
chiese, in spagnolo.
Tony
roteò gli occhi, scrollò le spalle.
"Non
il mio campo" disse.
Victor
si piegò e le prese la mano nella propria.
"No,
non ce ne faranno. Ci deve
curare" la rassicurò in spagnolo.
La
bambina strinse le labbra, annuì e
guardò Tony. Tony s'incamminò verso il
laboratorio, si voltò vedendo gli occhi
della piccola puntati su di lui e sbuffò.
"Tranquilla,
Nala. Zio Tony non vi
toglierà la criniera".
"Non
sfoderare i tuoi artigli, mia
piccola vampirella. Andrà tutto
bene!" si sentì la voce di
Logan provenire dal laboratorio.