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Autore: Plando    11/04/2017    5 recensioni
Nick è in un momento difficile, riuscirà a venirne fuori con l'aiuto di una nuova conoscenza?
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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Il risveglio a casa di Nick non era stato decisamente dei migliori, Judy non diceva una parola e lui, pensando di averla turbata in qualche modo la sera prima, non si azzardava a chiedere spiegazioni, solo quando furono in auto, accorgendosi che la volpe era stranamente silenziosa, si decise a parlare, capendo quanto fosse strano quel comportamento ai suoi occhi.

“Non è nulla che hai fatto tu, semplicemente oggi non è un giorno che mi piace ricordare”.

“Ok” Il messaggio era chiaro, non chiedere spiegazioni, se voglio te le dò io.

“Con oggi sono passati esattamente tredici anni”.

“Da quando tua sorella è stata attaccata da quella volpe?”.

Judy annuì, tenendo sempre lo sguardo basso “Lei voleva impedirmi di fare una sciocchezza e alla fine è l'unica che ci ha rimesso, per un sogno stupido che non era neppure il suo”.

“Devi smetterla di darti la colpa di tutto, sono passati parecchi anni e nessuno ti ritiene responsabile, men che meno tua sorella”.

“Ma...”.

“Niente ma, Sofia crede in te, ti ha aiutato a convincere i tuoi che volevi fare l'accademia, se oggi intraprenderai la prova pensando di essere la responsabile di tutti i mali del mondo non la passerai mai, e sarebbe stato tutto inutile, è questo che vuoi?”.

La coniglietta si voltò verso di lui senza però avere modo di rispondergli, dato che in quel momento Nick accostò.

“Sei arrivata, adesso piantala di frignare e comportati da adulta, la prossima volta che ci sentiamo voglio sentire che hai passato il test, chiaro?”.

Con rinnovato entusiasmo la coniglietta scese dall'auto e dopo essersi avvicinata al finestrino abbassato disse alla volpe “Hai ragione, ci metterò tutta me stessa, grazie Nick”.

Ricambiato il saluto lei si girò ed entrò nell'edificio principale dell'accademia, Nick spense il motore, era ancora presto per portare a casa Jessica e i piccoli, lo avevano avvisato che prima delle dieci non se ne parlava, per cui non attese oltre, prese il telefono e fece scorrere la rubrica, cercando un nome in particolare, una volta trovato fece partire la chiamata.

“Ciao Rodney, hai tempo? Devo parlarti di una cosa”.





Il sonno della lepre venne interrotto da un pianto continuo, voltandosi verso la porta della stanza vide un'infermiera entrare con in braccio il suo cucciolo, il leprotto dal pelo arancione strillava come un'aquila. “A quanto pare Chris vuole la mamma”.

L'infermiera, una lontra, si avvicinò al letto porgendo il cucciolo a sua madre “Probabilmente ha fame, so che il suo compagno deve venire a prendervi, vuole che le porto qua anche gli altri due?”.

“Si grazie, lui dovrebbe arrivare da un momento all'altro”.

Il piccolino strillava con una tale foga che Jessica si chiese come fosse possibile che un esserino così piccolo, che gli stava comodamente su una mano, potesse fare tutto quel casino, la volpina invece, Ashley, era tutto un altro discorso, non aveva fiatato minimamente, in compenso essendo grande quasi il doppio rispetto ai suoi due fratelli, aveva fatto urlare la madre, al momento del parto.

Dopo qualche minuto la porta si aprì ed entrò Nick con gli altri due figli in braccio, doveva aver incrociato l'infermiera nel corridoio, fissando la compagna con uno sguardo che sembrava quasi arrabbiato “Bene, adesso voglio delle spiegazioni”.

La lepre, che non riusciva a capire cosa non andasse, si mostrò preoccupata da quella domanda “C...che vuoi dire? Che è successo?”.

“Secondo te? Non ti posso lasciare sola una notte che subito ti ritrovo con un leprotto attaccato alla tetta...sono geloso...ne voglio una anch'io” Lo sguardo serio di Nick mutò in un sorriso sghembo.

Jessica rimase per un'istante stordita da quanto successo con il dubbio di cosa sarebbe stato meglio fare, continuare a nutrire il figlio e limitarsi a un insulto o adagiarlo sul letto, col rischio di farlo piangere, per poi prendere a sberle quella volpe, per ora scelse la prima, la seconda possibilità l'avrebbe sempre potuta usare più tardi, magari a casa “Ma...ma sei un deficiente, mi hai fatta preoccupare” Dicendo questo mostrò il dito medio alla volpe.

Nick fece spallucce mentre si apprestava a posare gli altri due cuccioli sul letto, vicino a lei “Con tutte le volte che mi hai fatto venire te mezzi infarti questo è il minimo, come stai amore?”.

“Sto bene, voglio andare a casa, non ne posso più del cibo dell'ospedale, appena Chris finisce mi alzo, mi hai portato qualcosa di comodo da mettermi?”.

La volpe porse una borsa contenente i vestiti alla compagna, una semplice tuta, forse non il massimo della bellezza ma sicuramente comoda.

“Com'è andata con Judy?”.

Nick sorrise, si aspettava questa domanda, capendo benissimo quello che voleva sapere e quindi non potendo fare a meno di provocarla un poco “Vuoi sapere se abbiamo fatto sesso?”.

“Certo che no, mi fido di te, e poi lo sai benissimo che per quanto tentassi di occultare le prove io me ne accorgerei, sul serio, com'è andata?”.

Il sorriso di Nick svanì, lasciando spazio ad un 'espressione più seria “Male, mi ha raccontato della sua gravidanza, inoltre in accademia non è proprio rosa e fiori, finora ha avuto pessimi risultati, ho seri dubbi che ce la farà”.

“Ma, se ce la farà, lavorerà con te?”.

“No” La risposta di Nick arrivò fin troppo in fretta “E mi sono già assicurato con Bogo che non venga assegnata né a me né a Wolfard, troppo pericoloso per un principiante”.

Jessica stava per dire la sua ma venne subito fermata.

“Ho anche sentito Rodney, per chiedergli un favore”.

“Tuo cugino? E che razza di favore potreb...oh...”.

“Già, pensi che abbia sbagliato? Che sia un'errore?”.

“No, no” La lepre scosse la testa per poi tornare a fissare Nick sorridendo “Solo mi hai sorpreso, che fine ha fatto il Nicholas Wilde che se ne fregava di tutto e di tutti? Cavolo va bene cambiare ma tra poco non ti riconosco più”.

“È solo colpa tua, mi hai cambiato e adesso mi tieni come sono”.

In quel momento Jessica abbassò lo sguardo, il piccolo era sazio e addormentato, lo adagiò sul letto vicino gli altri due e cominciò a cambiarsi.

“Andiamo a casa, non ne posso davvero più di vedere ospedali”.

Per tutta la durata del viaggio la lepre non disse una parola, fissando i piccoli assorta nei suoi pensieri, finché non fu proprio la volpe a destarla.

“Va tutto bene? Sei silenziosa”.

“Si, tutto ok, stavo pensando a quando ci siamo conosciuti”.

Nick sorrise a ripensarci “Non si può certo dire che abbiamo iniziato col piede giusto è?”.

“Già, per nulla”.

Nick avrebbe veramente voluto starsene a casa con lei a godersi i cuccioli, ma Bogo era stato chiaro “Ti dò la mattinata libera per portarla a casa, ma all'una ti voglio qua puntuale” e d'altronde non poteva certo dargli torto, col caso che gli era stato affidato c'era poco da scherzare, arrivato in ufficio salutò Wolfard e si mise alla sua solita postazione.

“Tieni, è arrivato un fax per te” Il lupo si era avvicinato a Nick porgendogli un paio di fogli.

“Grazie” Dopo averlo preso gli diede un'occhiata svelta, erano le carte che aspettava da parte di suo cugino, dopo averle piegate le mise in una busta, che poi ripose nel cassetto.





Erano partiti da appena due minuti e già si sentivano quella dannata orsa polare alle calcagna, la zona di addestramento che riproduceva l'area urbana era molto più grande rispetto alle altre dato che comprendeva una trentina di edifici completamente agibili, Siegward che era in testa al gruppo si fermò improvvisamente, seguito poi da Wyler e Judy, il lupo annusò l'aria, cercando un indizio che potesse rivelare la posizione delle lontre che dovevano trovare, indicando poi in direzione di un palazzo di almeno cinque piani.

“Sento qualcosa la, sono nelle vicinanze”.

Si avviarono verso l'edificio, decidendo di entrare da una finestra che stava a due metri di altezza, il lupo spiccò un balzo e dopo essersi attaccato si tirò su entrando senza troppe difficoltà, l'orso non aveva nessun problema a riguardo, a lui bastò allungare di poco le zampe ed era praticamente già dentro, per Judy invece fu ben diverso, per quanto potesse saltare in alto non sarebbe mai arrivata ad un'altezza sufficiente per aggrapparsi, il momento che temeva era arrivato fin troppo presto, i suoi “compagni di squadra” l'avevano già abbandonata, rassegnata all'idea si voltò per trovare un altro modo per entrare.

“Pss, ehi coniglietta, dove vai?”.

Judy si voltò e quello che vide la lasciò di stucco, Siegward, che fino a qualche giorno prima l'avrebbe sbranata volentieri se non fosse stato che era giusto un po’ illegale, gli allungava una zampa, facendo cenno di attaccarsi per tirarla su.

“Muoviti, qua rischiamo che ci beccano” Consapevole che in effetti aveva ragione la coniglietta spiccò un balzo, afferrando la zampa del compagno, che senza alcuno sforzo la sollevò, facendola entrare dalla finestra per poi posarla a terra.

Davanti a loro ci stava una rampa di scale che portava al piano superiore “Li sento, siamo vicini, se stiamo attenti ce la possiamo fare” L'orso cominciò a salire, seguito poi dalla coniglietta e dal lupo, sempre più confusa sul comportamento di quest’ultimo.


Lupi ed orsa polare si fermarono dinnanzi l'edificio da cinque piani, uno dei due canidi cominciò ad annusare l'aria, indicando l'ingresso dell'edificio “Uno di loro è appena dietro la porta”.

Facendo meno rumore possibile si avvicinarono all'ingresso, bisbigliando per non farsi sentire.

“Chi è?”.

Il lupo annusò ulteriormente verso la porta, riconoscendo subito l'odore “Sicuramente il coniglio, ma...”.

“Cosa?”.

“...sento odore di sangue”.

Senza attendere oltre l'orsa spalancò la porta, Judy era a terra semincosciente alla base delle scale, con una profonda ferita sulla fronte e la gamba destra visibilmente rotta, uno dei due lupi gli si avvicinò, controllandone le condizioni “Non è messa bene, va portata subito in infermeria”.

L'orsa annuì per puoi rivolgersi al lupo “Pensaci tu, intanto noi due continuiamo a cercare gli altri”.

I due “cacciatori” scavalcarono Judy, proseguendo su dalle scale, mentre il lupo rimasto sollevò la coniglietta da terra, facendo attenzione a farle meno male possibile.

“Tieni duro, ti porto in infermeria, vedrai che andrà tutto bene” Proprio in quel momento si udì un suono, riconducibile ad un fischietto che lui riconobbe subito, gli altri due ce l'avevano fatta, prova superata.





“Pensavi di poterti nascondere, ma ti ho trovata e adesso ti sbrano” Detto questo Clawhauser addentò l'ultima ciambella senza pietà alcuna, ingoiando poi il tutto rischiando quasi di strozzarsi, dopo essersi salvato da una fine miserabile grazie ad un bicchiere d'acqua si sporse oltre il bancone, sentendosi chiamare.

“Oh, tu sei la sorella dell'amica di Wilde? Mmmh Sofia giusto?”.

“Si hai indovinato, senti sto cercando proprio l'agente Wilde, è in centrale?”.

“Si” Il ghepardo indicò dietro la sua postazione “Credo sia nel suo ufficio, sai già dov’è giusto?”.

“Si grazie, sei stato gentilissimo”.

Arrivata davanti l'ufficio bussò un paio di volte finché una voce gli disse di entrare.

Non appena Nick vide chi era alla porta si alzò andando verso di lei “Piccola Hopps, dimmi, che posso fare per te?”.

“Ecco..io...” La coniglietta si voltò, in direzione del lupo dall'altra parte della stanza, che in quel momento stava digitando al pc.

“Wolfard, ci lasceresti da soli un momento?”.

Il lupo si alzò dirigendosi verso la porta “Ok, ma fate in fretta, abbiamo da fare”.

“Ecco fatto, dimmi pure”.

“Io, sono venuta a chiederti scusa, l'ultima volta sono scappata senza poterlo fare e mi sentivo in colpa”.

La volpe sorrise e si chinò per arrivare alla sua altezza, ancora più bassa di quella della sorella a causa della sedia a rotelle “E per cosa mai ti dovresti scusare?”.

“Ti ho tirato un pugno in ospedale, ti ho insultato e così facendo ho insultato praticamente ogni volpe, io non sono così, ma ero arrabbiata per quello che era successo a Judy”.

“Non c'è nulla di cui tu ti debba scusare, anzi, dovrei essere io a farlo, se è finita in ospedale è solo colpa mia, ti avevo promesso che avrei badato a lei e l'avrei convinta a tornare, invece le ho voltato le spalle”.

“Ehi, guardami” Nick alzò lo sguardo, incrociandolo col suo “Io e Judy siamo molto più legate rispetto agli altri nostri fratelli e sorelle, a me dice tutto ed io ricambio”.

“Ok” Nick non riusciva a capire dove volesse arrivare.

“Mi ha raccontato tutto quello che è successo, e quando dico tutto, intendo proprio tutto”.

“Ok” Ripeté, questa con un po’ di timore per quello che sarebbe venuto dopo.

“Non m'interessa con chi va in letto, però...mi ha detto cos'ha fatto alla tua compagna, mi ha detto che l'ha quasi uccisa e che ti sei infuriato con lei per quel motivo, quindi...”.

“Non fa niente” La interruppe la volpe “Adesso Jessica sta bene, lei l'ha perdonata e pure io, alla fine è stato solo un'incidente”.

“Io ti faccio comunque le mie scuse per il mio comportamento”.

“Ed io sono più che lieto di accettarle” Dopo aver detto questo ed essere ritornato alla scrivania prese la busta che aveva riposto un attimo prima nel cassetto “Tieni”.

Dopo averla presa ed osservata per bene, constatando che si trattava di una semplice busta bianca senza scritto nulla si rivolse alla volpe “Che sarebbe?”.

“È per te, avevo intenzione di darla a tua sorella per fartela avere da lei, ma diamine, sei qua”.

Dopo averla aperta e tirato fuori i fogli, la prima cosa che gli saltò all'occhio era l'intestazione della lettera.



James Harriot Medical Center
Wyndham City



La lesse di sfuggita per poi alzare lo sguardo verso Nick “Non capisco...”.

“Mio cugino lavora li, è un ottimo chirurgo, molto esperto di lesioni al midollo spinale, gli ho detto cosa ti è capitato e, sempre se vorrai, ha detto che sarebbe felice di darti un'occhiata”.

La coniglietta non disse nulla, si limitò a continuare a fissare il foglio e proprio come sua sorella, o come tutti i conigli, il naso cominciò a tremarle, tirò un sopiro per poi rivolgersi alla volpe con voce insicura.

“Non...non funzionerà, ne ho già sentiti tanti di esperti ma...”.

“Stanno sviluppando un nuovo tipo di cura, hanno già ottenuto dei buoni risultati, io la mia parte l'ho fatta, adesso dipende solo da te”.

“Quindi...quindi potrò tornare a...”.

“Non ti voglio illudere, c'è una buona probabilità che l'intervento non riesca, e non è nemmeno sicuro di poterlo eseguire, almeno non finché non ti vede”.

“Ma, se può farlo, quante sono le probabilità che riesca?”.

Nick sapeva che quella domanda sarebbe arrivata, facendo quindi in modo di avere una risposta da dare, ma data la percentuale terribilmente bassa, era parecchio restio a comunicarle quella cifra.

“È...”.

“Lo sai vero? Dimmelo”.

“Qu...quindici per cento”.

La coniglietta, che a quanto pare era emotivamente instabile come la sorella, si ritrovò in un attimo con le lacrime agli occhi.

“No, ti prego non piangere, scusa, è solo colpa mia non avrei dovuto illuderti che...”.

“Sai...sai quante probabilità mi hanno dato gli “esperti” che ho sentito prima?”.

Lui si limitò a scuotere la testa, fissando il pavimento.

“Nessuna, e tu adesso mi stai dicendo che forse ho il quindici per cento, magari anche solo per sentirmele le gambe, non potrei chiedere di più”.

Nick alzò lo sguardo, lei stava ancora piangendo ma sorrideva “Vieni qua, stupida volpe, voglio abbracciarti”.

Nick si avvicinò per accontentarla e in un attimo si ritrovò avvolto dalle zampette della coniglietta, dopo qualche secondo il cellulare di Sofia cominciò a suonare costringendola a mollare la presa.

“Scusa, devo rispondere, Pronto? Si...si sono la sorella di...COSA È SUCCESSO?”.





Note

Insomma, questo capitolo è stata un'agonia, spero che sia venuto come vorrei.

Ringrazio infinitamente Redferne per avermi concesso l'utilizzo di Wyndham City, anche se per ora viene solo accennata, proveniente dalla sua magnifica long “The promise you made” che consiglio di leggere assolutamente.

Un grazie inoltre a chiunque legge e recensisce quello che scrivo.

Il prossimo capitolo staccherà un attimo dalla storia principale, cominciando una serie di flashback che di tanto in tanto compariranno all'interno della storia e che serviranno in futuro per comprendere meglio certe situazioni che si verranno a creare.

Alla prossima
Davide

2577 parole
   
 
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